Bisogna pensarci con calma...
L'articolo è lungo e, sebbene sia in larga misura condivisibile, soprattutto da gente sensibile a cause come la nostra, necessiterebbe di alcune precisazioni (almeno per quanto mi riguarda).
Il maschilismo non esiste. Non è mai esistito. [A parte la forma goliardica (originaria) di "maschilista al 100%", occcasionalmente confluito a Forza Uova].
La forma sociale tradizionale non va definita Patriarcale.
Ma, appunto, tradizionale.
Le cretine fanno la punta al ca++o per inculare i pa++eri per inutilità quali il maschile, i femminili e i neutri e noi non possiamo invece di tralasciare aspetti fondamentali come questi.
Che il maschilismo non sia mai esistito mi sembra evidente. Ho chiesto a molte delle nazi-cozze, con le quali ho avuto il piacere di sprecare il mio tempo, di trovarmi una sola associazione o un partito che, negli statuti, si prefiggessero di fare del male alle donne.
Nessuna ha mai risposto. Semplicemente perché non sono mai esistite.
tranne che nella fantasia delle nazi-zoccole.
I fatti, invece, dimostrano che ogni richiesta femminista danneggia l'uomo.
La cultura tradizionale sono le femministe a definirla patriarcale, associando connotazioni negative.
In realtà, in ossequio alla maternità, le donne sposate (quindi orientate alla maternità) godevano di particolari privilegi sanzionati dal matri.monium.
Tra gli altri privilegi vi era *l'esonero* (e non l'esclusione) dal lavoro retribuito che, invece, toccava a vedove e zitelle.
Rifuggendo tale onere, le donne del passato, non essendo cretine come dicono le contemporanee, hanno sempre cercato di sposarsi. Tant'è che la pratica tribale di sposarsi viene ancora definita "sistemarsi".
Sono d'accordo su tutto, quindi meno che sul termine "patriarcale".
Il diritto al disconoscimento del figlio non desiderato, lo si potrebbe definire "aborto maschile".
Non tanto per il significato negativo che le persone di una certa sensibilità associano alla pratica, quanto per il distorto significato positivo che la cultura femminista vi associa.
Esso, però, nell'ottica di una comunicazione equilibrata, non va preteso da solo
ma, in senso positivo, va associato alla richiesta del riconoscimento della libertà (ora negata) di poter contare sull'affido esclusivo del bambino abbandonato dalla madre (consenziente) in ospedale dopo la nascita.
Sei o sette anni fa queste cose erano chiaramente indicate nella pagina sull'Antifemminismo della wiki italiana che il vandalismo femminista ha devastato. specialmente ad opera di una certa Rhockher (ora ritiratasi, quindi si potrebbe rimettere a posto la pagina).
Sono i diritti negati al padre. Il diritto di volere un figlio che la madre invece vuole uccidere. O il diritto di non volere un figlio, il mantenimento del quale una donna vuole imporci.
Altri diritti ora negati sono il diritto al disconoscimento del figlio non biologico in qualsiasi momento (tranne che nel caso di adozione).
Rientrerebbero in questa fattispecie i casi di figli di primo letto riconosciuti in ragione di una relazione con la madre del bambino. Non ha senso che, interrotta la relazipne, continuino gli oneri nei confronti dei figli non propri.