Autore Topic: Manifesto, PAS e censura  (Letto 3812 volte)

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Offline COSMOS1

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Manifesto, PAS e censura
« il: Luglio 26, 2012, 16:00:46 pm »
Luisa Betti sul blog del manifesto di oggi http://blog.ilmanifesto.it/antiviolenza/2012/07/26/fuori-dal-web-chi-istiga-alla-violenza/

insulti gratuiti, totalmente svuotati di qualunque ragionamento, il noto linguaggio violento delle dittature che di fronte alla critica perdono la testa e invocano la soluzione finale

ho sottolineato le parti salienti, non sono riuscito a tagliare l'articolo perchè è nell'insieme un esempio integrale della violenza ideologica

alla fine è interessante che attacchi violenti di questo tipo vengano solo da sinistra e da una certa sinistra: Marchi e gli altri illusi dovrebbero spiegarci perchè nonostante a destra ci siano personaggi del più squallido femminismo opportunista (Carfagna, Fornero, Santachè, Mussolini, ... ) da destra attacchi così viscerali non vengano mai. Alla fine il femminismo violento, ottuso, demente e deficiente, quello che vuole la guerra civile (e l'avrà se la storia non cambia miracolosamente rotta) è a sinistra.

Sul Manifesto, su un giornale che con le proprie gambe non arriva a fine settimana, che vive di soldi pubblici, nostri, che sputa su di noi!

ci sarebbe da commentare una per una le menzogne che usa questa due-neuroni.sconnessi:
l'essere padre è uno strumento di potere? ma se è un ruolo che viene costantemente negato, vilipeso, deriso?
misoginia? disprezzo delle donne? e come mai le donne che sono tra noi ci stanno così bene? come mai sempre più donne risvegliate dal nostro lavoro si distanziano dalla propaganda femminista e "Manifestiana" (avrei voluto dire marxista o comunista perchè sembra che il Manifesto sia un quotidiano marxista e/o comunista, mi sono reso conto che sarebbe stato un'offesa per marx e per il comunismo!)
istigazione alla violenza? ci cita un solo caso di violenza da noi compiuto o sostenuto? la povera demente sa citare solo interventi su web, discussioni e affermazioni, come se esprimere il proprio dissenso fosse paragonabile alla violenza che lei e i suoi amici facevano a suo tempo con spranghe e molotov!
noi contestiamo il femminicidio in quanto anche le donne uccidono  :w00t: qui si è  sconnesso anche l'ultimo neurone della poverina: noi lo contestiamo perchè è un neologismo dal significato ambiguo usato per propaganda politica alterando i dati a proprio esclusivo tornaconto, miss acefala!
eppoi il noto e isterico attacco alla PAS, come se fosse possibile negare che in quasi tutte le separazioni e i divorzi una delle prime strategie messe in atto dalle donne è quella di tirare i figli dalla propria parte e di mettere in cattiva luce il padre!

spegnetela, per favore, Luisa Betti non merita di consumare l'ossigeno del nostro pianeta!  :mad:



a questo link trovate la censura della betti nei confronti del dott.Gaetano Giordano: http://www.iodonna.biz/societa/69-diritto-a-famiglia/97-luisa-betti-un-profilo-critico.html

Citazione
Nome, cognome, foto, tra un po’ ci manca solo l’indirizzo e poi te li trovi anche sotto casa, perché se sei contro di loro ti può succedere di tutto. È il partito trasversale dei padri separati (non tutti fortutamente), tra cui si annovarano anche donne che difendono i loro partner da ex mogli “cattive”. Un gruppo compatto, politicamente trasversale, dove non fa differenza di che colore sei ma solo cosa pensi delle donne. Un piccolo esercito che rivendica l’essere padre non come fosse un lavoro di cura nei confronti dei figli, ma come un’identità in sé per sé, imprescindibile strumento di potere, un diritto inalienabile dell’adulto nei confronti della prole, a dispetto della madre, e sprezzante del genere femminile che, in fondo, cerca solo la distruzione dell’altro sesso, quello maschile. Punte di misoginia difficili da comprendere e non contestualizzabili in un rapporto che non è né personale né emotivo, ma che si innesta su questioni sociali, politiche, culturali, con discussioni che alla fine scadono sempre su un piano diretto, per di più svilente e accusatorio, tanto che verrebe da chiedere: scusi, ma noi ci conosciamo? Sono padri separati arrabbiati, ma anche uomini senza figli o donne che sostengono la parte del maschio “privato” del suo potere, ingiustamente vessato dalla femmina che rivendica i suoi diritti (ma che diritti ha una donna? Siamo sicuri che possa parlare?). Sulla scia pericolosa di un ormai evidente ritorno alla cultura machista, che speravamo aver seppellito per sempre in nome della civiltà, sono nati anche siti web e pagine facebook che inneggiano alla difesa delle donne – copiando pari pari i titoli dei siti e dei blog “femministi” – ma che in realtà divulgano perle di saggezza machista, fino ad arrivare alla vera e propria istigazione alla violenza, in cui ci si può imbattere in disquisizioni sul fatto che la violenza contro le donne sia una invenzione delle stesse, che in fondo a qualcuna di loro “piace”, che lo stupro non è un male così grande perché c’è di peggio, che il femminicidio è un’invenzione in quanto pure le donne uccidono e anche le donne sono violente (in Italia l’omicidio di genere è per il 5% per mano delle donne contro il 95% dei maschi – dati ONU). In una veste più contenuta, ma non meno aggressiva, ci sono poi i siti delle associazioni a sostegno della bigenitorialità che in realtà – non tutte naturalmente – sono a senso unico: cioè dalla parte del padre-padrone in quanto  l’altra parte, ovvero la madre, è considerata come bersaglio da denigrare e condannare. Un altro piccolo esercito che, non limitandosi a “fare informazione” sui siti creati ad hoc, si spalma sul web con vere e proprie incursioni verbali nei confronti di chi si occupa di diritti delle donne, bambini, violenza domestica, violenza assistita dai minori, discriminazione di genere, ecc. Perché su famiglia, affidi condivisi, bigenitorialità, minori, e affini, queste associazioni esprimono “il verbo” e qualora qualcuno si azzardi a mostrare dissenso sui contenuti espressi da loro, il confronto, che inizialmente sembra possible, si trasforma poi e inevitabilmente in un attacco diretto, a volte anche personale, e comunque spesso denigratorio; mentre in altri casi può succedere addirittura che ciò che viene sostenuto da chi la pensa “diversamente” sia “ribaltato” con abilità manipolatoria degna del dottor Mabuse. Una violenza subdola e sottesa. Una dinamica non sconosciuta a chi si occupa di violenza di genere e di femminicidio. Tutto questo però è stato finora solo un fastidioso “ronzio” che si è scatenato come uno sciame di vespe arrabbiate quando, circa un mese fa, al Senato si è cominciato a discutere la modifica dell’affido condiviso (legge 54/2006) e da quando se ne è cominciato a parlare in maniera ampia sui giornali, e soprattutto da quando, nelle ultime settimane, alcuni senatori e senatrici dell’Idv e del Pd, si sono permessi di presentare emendamenti al ddl 957 che non sono piaciuti al partito trasversale dei padri separati e alle associazioni a cui aderiscono. Il disegno di legge in questione è il ddl 957 (Pdl, Udc)  anche se alla Commissione giustizia del senato sono stati presentati ben quattro proposte, mentre alla Camera la deputata Micaela Biancofiore del Pdl ha presentato un altro disegno di legge molto simile al ddl 957. Ciò che stato messo in discussione, dagli emendamenti ma anche sui giornali e nei dibattiti sui ddl per la modifica della 54/2006, non riguarda la bigenitorialità che è un’opportunità sia per il minore che per le madri che fino a oggi hanno cresciuto i loro figli in solitudine e con grandi sforzi (sia dentro il matrimonio che dopo la separazione), ma il fatto che non siano previste norme adeguate nel rispetto del minore per una reale bigenitorialità libera dalla violenza, come nel caso di violenza domestica e/o violenza assistita accertate, e soprattutto che sia introdotta una malattia non scientificamente provata come la PAS (Sindrome di alienazione parentale) che viene già applicata nei tribunali al bambino, che magari è stato abusato o ha assistito a violenza e non vuole frequentare uno dei due genitori, rendendo responsabile del rifiuto, il genitore con cui il minore vuole stare, e imponendo al piccolo la frequentazione dell’altro. La messa in discussione però, che in democrazia dovrebbe essere una cosa normale, ha scatenato la furia di chi sostiene questi ddl che non solo ha gridato al complotto ma che ha letteralmente assalito chi questi emendamenti li ha presentati. I senatori e le senatrici di Idv e Pd sono stati fatti bersaglio di una propaganda denigratoria da gruppi che, sul web, non hanno esitato a tirare fuori unghie, denti e lingue biforcute, esprimendosi con un linguaggio violento e intimidatorio, e senza che nessuno abbia mai ripagato loro con la stessa moneta. Un’intimidazione che ormai dilaga e che colpisce, con metodi affini, chi è contrario alla PAS, ma anche chi difende i diritti delle donne (la violenza di genere non esiste, sarebbe una invenzione delle femministe), chi svela i siti machisti e sessisti che “clonano” i siti che si occupano di diritti di genere per confondere le persone – che inconsapevolmente ci cascano – e che indegnamente denigrano i centri antiviolenza (unica speranza di salvezza per molte donne che subiscono violenza), chi si occupa di femminicidio (che per questi gruppi sarebbe “una bufala”), il tutto intriso di un linguaggio violento, quasi come fosse un corpo a corpo e i cui bersagli sono: giornaliste, avvocate, politiche e ora anche le senatrici. Ma la cosa più disgustosa è stata quella che ho visto oggi sul web sulla senatrice del Pd Silvia Della Monica, che ha avuto la colpa di presentare al senato i suddetti emendamenti al ddl 957. Denigrazioni, gravi insinuazioni – che si possono leggere sulle pagine facebook dei gruppi sopra descritti e che riporto qui sotto – e commenti rivolti alla senatrice che, oltre a essere un magistrato, Consigliere alla Corte di cassazione, è oggi vicepresidente del Consiglio di garanzia e senatrice alla Commisione giustizia. Ora però l’intero staff anti-Pas del Pd è stato preso di mira (Adamo, Della Monica, Serafini, Magistrelli, Carofiglio, Casson, Chiurazzi, D’Ambrosio, Galperti, Maritati), così come, già nei giorni scorsi, era stato preso di mira l’Idv, che questi gruppi invitavano direttamente a non votare e a boicottare. Chi tocca la Pas ci rimane secco: che sia davvero una malattia?
« Ultima modifica: Luglio 26, 2012, 19:34:45 pm da COSMOS1 »
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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #1 il: Luglio 26, 2012, 16:23:05 pm »
La Fornero di destra? si certo....
l'unica esperienza politica che ha avuto l'ha fatta a sinistra,con Castellani,è una gauche caviar radical chic,altro che di destra.
Questa è moglie di Deaglio,figlia di operai ,col portafoglio gonfio grazie ai suoi trascorsi alla Banca Mondiale.
Una comunista sbattuta in politica grazie all'altro  rettiliano Monti.

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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #2 il: Luglio 26, 2012, 18:20:34 pm »
La Fornero di destra? si certo....

 :D

sei pignolo, eh?
e neppure la Santachè e la Mussolini sono di destra?
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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #3 il: Luglio 26, 2012, 18:58:54 pm »
la nostra amica cyber continua con la SUA politica di un colpo al cerchio uno alla botte  :lol:

riassunto:
i padri separati, i maschlisti, non sono tutti cattivi, c'è una parte buona, che ragiona, con la quale si può parlare (" persone con le quali si può assolutamente parlare, gente serena e intelligente a prescindere dal fatto che la pensi in modo diverso da noi, gente che espone i problemi dei padri separati dei quali ci rendiamo perfettamente conto e nulla c’entra la nostra posizione contro i genitori violenti o la Pas con ciascuno di loro per i quali ci auguriamo tutto il meglio")
ma poi ci sono i cattivi ("Militanti misogini e fascisti che usano la questione dei padri separati per fare una guerra contro le donne e contro chiunque le affianchi nelle battaglie contro la violenza su donne e bambini")

ciò detto, potete anche risparmiarvi la lettura del resto di questo post della nostra amica su http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/07/26/ddl957-la-guerra-dei-padri-separati-contro-le-senatrici-radiografia-delle-ritorsioni-sul-web/#more-19146
non c'è molto altro

i cattivi
1 minacciano  :hmm: le buone  :hmm:
2 clonano i siti delle buone  :hmm:
3 negano la PAS  :doh:

i buoni non si sa bene cosa fanno, forse piangono sulla loro verginità perduta?

poi cyber solidarizza con la paucineuronica della Luisa Betti e qui casca il palco: il dialogo con le femministe è una illusione. Anche se loro si sforzano di ragionare, di capire, di distinguere, alla fine non possono chiamarsi fuori: alla fine nelle dittature il pericolo più grande è di passare per collaborazionista, ciascuno deve dare l'impressione di essere fascistissimo, per non far sorgere il sospetto di aver avuto uno zio comunista o ebreo  :w00t:

così cyber, incurante del vuoto pneumatico della luisella, condivide
tutto, fuorché, bontà sua, la censura
ammenochè (buffissima cyber  :lol: ) la censura non sia ... motivata  :lol: :lol: :lol:
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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #4 il: Luglio 26, 2012, 19:38:56 pm »
la nostra amica cyber continua con la SUA politica di un colpo al cerchio uno alla botte  :lol:

riassunto:
i padri separati, i maschlisti, non sono tutti cattivi, c'è una parte buona, che ragiona, con la quale si può parlare (" persone con le quali si può assolutamente parlare, gente serena e intelligente a prescindere dal fatto che la pensi in modo diverso da noi, gente che espone i problemi dei padri separati dei quali ci rendiamo perfettamente conto e nulla c’entra la nostra posizione contro i genitori violenti o la Pas con ciascuno di loro per i quali ci auguriamo tutto il meglio")

Questi qui siamo noi. Resta da stabilire chi siano gli altri.


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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #5 il: Luglio 26, 2012, 19:42:28 pm »
Questi qui siamo noi. Resta da stabilire chi siano gli altri.




 :hmm:
per me ti illudi
noi siamo i cattivi, a prescindere
i buoni sono gli zerbini
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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #6 il: Luglio 26, 2012, 19:54:43 pm »


Non conosco femminista in grado di gestire il suo blog in modo democratico.

In tutti i blog che ho frequentato in questi anni, ho avuto sempre a che fare con dispettucci,  censure, insulti contro di me e censure alle mie reazioni, spesso rasentando la stupidità.

Se ne dovrebbe dedurre che le donne siano incapaci di rispettare le regole democratiche.
Però conosco molto bene le donne, la mia compagna, le mie conoscenti.
Quelle che dicono di essere femministe ma poi, se le fai ragionare, capiscono...

Sono soltanto le femministe ad aver bisogno del fascismo per potersi imporre e sopravvivere.
Coraggio ragazzi... tra vent'anni, i nostri figli avranno sconfitto il femminismo e vivranno tempi migliori.
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Offline Peter Bark

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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #7 il: Luglio 26, 2012, 20:20:37 pm »
:D

sei pignolo, eh?
e neppure la Santachè e la Mussolini sono di destra?

la prima è una cretina di plastica che davanti alle telecamere di mezz'ora disse testualmente di essere orgogliosa di esser fascista,aggiungendo che condannava aspramente le leggi razziali...mah...dopo quest'uscita,praticamente in ogni trasmissione che infestava,ha dichiarato esattamente il contrario prendendo le distanze dal fascismo.
L'ha usato come uno spezzatino appropriandosi di quello che le faceva comodo e scartando quello che non era funzionale ai suoi progetti.Probabilmente dopo quelle dichiarazioni deve aver scoperto che per i fascisti la maternità sta(va) alla donna come la guerra sta all'uomo,(d'altronde questo era uno degli slogan delle camicie nere,non dei partigiani) non le sarà andato giù e ha deciso che era meglio definirsi di destra,giusto per non ridicolizzarsi troppo.
Boh,la sua coerenza dipenderà dall'intensità del ciclo mestruale che ha quando si sveglia la mattina.
Dell'altra meglio non parlare,ha un cognome pesante ma la politica e lei sono due cose distanti anni luce,un pò come lo sarebbe la religione per Germano Mosconi giusto per fare un altro paragone.Penso che di decerebrate simili sia veramente difficile trovarne.
Se parliamo delle altre veline che deambulano nei partiti di destra non possiamo far altro che stendere un velo pietoso,l'unica ideologia che hanno è quella dello shopping compulsivo secondo me,ed è per questo che sono convinto che dovrebbero vietare l'entrata a Palazzo Chigi a qualsiasi femmina (oddio,forse non proprio a tutte,per Rosy Bindi chiuderei un occhio,ma sappiamo benissimo che è un ibrido e non può essere definita femmina ).
In conclusione,no,per me nessuna delle femmine che hai citato può definirsi nemmeno di destra,sarebbe un insulto verso chi sta veramente da quella parte e svolge la professione non per capriccio ma per vocazione.

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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #8 il: Luglio 26, 2012, 20:24:58 pm »
io dico che queste sono tutte uguali ragazzi...di destra,di sinistra,di centro...se sono in politica,quando si tratta di fare leggi pro-femmina e contro l'uomo,non conoscono più bandiere.

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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #9 il: Luglio 26, 2012, 20:27:49 pm »
io dico che queste sono tutte uguali ragazzi...di destra,di sinistra,di centro...se sono in politica,quando si tratta di fare leggi pro-femmina e contro l'uomo,non conoscono più bandiere.

Stavo dicendo la stessa cosa ad un amico in un msg privato...
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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #10 il: Luglio 27, 2012, 16:18:26 pm »
tra peter e vnd fate a gara x andare  :OT:

qui il punto è la violenza scatenata dimostrata dal Manifesto
che poi questo tipo di violenza ignorante e presuntuosa venga soprattutto da sinistra e più raramente da destra è un corollario
andate a vedere come ha trattato Giordano, un professionista di tutto rispetto, la studentella che ha scapolato l'esame
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Offline Peter Bark

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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #11 il: Luglio 27, 2012, 17:48:25 pm »
io non capisco perchè continuate a parlare di fascismo e nazismo quando vi riferite alle femministe.tutta la storiografia ufficiale è una censura attuata dai comunisti.il comunismo era\è una dittatura.non è questione di fare politica,è che mi sembrate incoerenti.se queste usano metodi dittatoriali per ottenere vantaggi,per censurarvi o per altro,non sono solo naziste,sono anche comuniste.E voi che non siete come loro,dovreste dimostrare la vostra imparzialità facendo metà e metà,chiamandole comunistefemministe ogni tanto,non solo nazifemministe.
c'è quest'odiosa contrapposizione tra la "nobiltà (opinabile) ideale del comunismo" e i "deliri di razza" del nazifascismo,come se le intenzioni o presunte tali di qualcuno potessero attenuare la violenza,le stragi e la distruzione che hanno causato.
è una storia vecchia,una banale scusante sentita miliardi di volte come tentativo di mettere su un piano differente due facce della stessa medaglia (più o meno...).
Non si guardi ai principi,si guardi a quello che è stato effettivamente.
Non mi basta sapere che non c'era nemmeno un rigo nel  Manifesto del Partito Comunista in cui si incitava allo sterminio di una categoria determinata di persone,se poi ci fu un'ecatombe che riguardava non solo la classe dei kulachi oppositori del regime,ma chiunque vi si ribellava,anche contadini morti di fame.
La svastica è bandita ovunque pur essendo un simbolo religioso che appartiene alla nostra cultura,che ha pure una valenza positiva,le lamentele dei popoli baltici che hanno richiesto all'ONU di includere anche la falce e il martello tra i simboli di morte,sono ancora inascoltate.A dimostrazione del fatto che la propaganda del regime ha attecchito bene sulle masse e quindi non c'è una necessità impellente,neppure da parte di chi dovrebbe occuparsi di diritti umani,di cancellare quei simboli politici che sono la rappresentazione più consona di cosa sia una macchina di sterminio.
E'UNO SCHIFO.IL COMUNISMO FA SCHIFO,ma il male continua ad essere inteso ed individuato solo nel nazismo e nel fascismo.
non chiamiamo più queste capre nazifemministe,riconosciamo invece che la maggior parte di esse non si definisce assolutamente tale,anzi,l'opposto,noi qui abbiamo avuto un chiaro esempio di aborto sessantottino comunista,le altre non credo sia difficile supporre che gli stiano a ruota.
Com'é evidente che i partiti di destra,quelli veri,(non quelli schifosi di oggi che fanno assurde alleanze politiche e sono un guazzabuglio di uomini senzapalle servi e femmine complessate ed isteriche),avevano ben radicato il concetto di famiglia,che sta a cuore a qualsiasi persona che si definisca antifemminista,si abbia il coraggio di ammettere che il comunismo e i comunisti,di una volta e di adesso,lavorano costantemente per annientarla,la famiglia.  
 

Offline vnd

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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #12 il: Luglio 27, 2012, 20:54:10 pm »
io non capisco perchè continuate a parlare di fascismo e nazismo quando vi riferite alle femministe.tutta la storiografia ufficiale è una censura attuata dai comunisti.

Perché noi, in Italia, abbiamo subito il fascismo e non il comunismo.
E per questo motivo siamo più antifascisti che anticomunisti.

Ma tu prendila come una questione di linguaggio...
Se dici che le femministe sono fasciste tutti capiscono subito a che cosa ti riferisci: fanatismo, censura del dissenso, autoesaltazione, organizzazione del consenso...

Smettila di fossilizzarti sui termini.
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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #13 il: Luglio 27, 2012, 21:11:25 pm »
Fascismo, nazismo, comunismo.......hanno tutti in comune il pensiero unico, dominante. E la voglia
di eliminare, emarginare, "rieducare" chi non condivide il loro pensiero unico. Sono finiti tutti nella
spazzatura della Storia. Il femminismo deve fare la stessa fine. E' un pensiero unico, dominante.
E intende "rieducare" i maschi riducendoli a compagni di vita temporanei a discrezione della moglie
e a fuchi a discrezione delle loro compagnie. Deve finire nella spazzatura della Storia. E prima ci va
a finire, meglio è.

Offline Ethans

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Re: Manifesto, PAS e censura
« Risposta #14 il: Luglio 28, 2012, 00:23:17 am »
Smettila di fossilizzarti sui termini.

Fosse solo questo il problema.

 :rolleyes: