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Omuncoli mammi e casalinghi

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raniran:
Pure io con 3 figli
avuti naturalmente e senza ma
portavo il passeggino a spasso e CON mia moglie a fianco
POI con la biciclettina ....ed idem
Ora il grande ha 9 anni e a volte lo seguiamo a distanza col piccolo ( Fab 4 anni) che gli corre dietro.

vnd:

--- Citazione da: raniran - Luglio 27, 2012, 13:48:14 pm ---Pure io con 3 figli
avuti naturalmente e senza ma
portavo il passeggino a spasso e CON mia moglie a fianco
POI con la biciclettina ....ed idem
Ora il grande ha 9 anni e a volte lo seguiamo a distanza col piccolo ( Fab 4 anni) che gli corre dietro.


--- Termina citazione ---

Ah... io avevo il seggiolino davanti e quello dietro...

Cassiodoro:
http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/463976/

Mamma e papà si dividono sulla bici senza rotelle

Da 5 anni a 7: ritarda l’età in cui i bimbi vanno sulle due ruote Colpa dei genitori protettivi, indovinate di chi in particolare?

maurizio ternavasio
torino

Si impara a pedalare (senza rotelle) sempre più tardi, quando si sa già leggere, scrivere e far di conto. Se una ventina di anni fa la fatidica soglia coincideva più o meno con i cinque anni, ora si è saliti a sette. I genitori, in particolare le mamme, hanno paura. Lo rivela la ricerca «Genitori a pedali», realizzata dall’Osservatorio Metropolis che ha monitorato per un anno 150 coppie con bambini di età compresa tra i quatto e gli otto anni. E le sorprese non sono mancate.

L’iperapprensività, secondo lo studio, colpisce sette madri su dieci. Terrorizzate che i propri figli vadano in bici, anche se spesso sono i padri che si affaticano per insegnar loro come stare in piedi senza l’aiuto delle ruotine. Un impegno non da poco, specie quando si ha a che fare con bimbi che non sanno cos’è l’equilibrio e che ogni due metri tendono pericolosamente a ruzzolare per terra, rischiando sbucciature su palmi delle mani, gomiti e ginocchia.

Così, mentre i papà si sforzano di garantire l’indipendenza ciclistica dei propri piccoli, le madri tergiversano. Forse perché vorrebbero ritardare il più possibile anche il fatidico momento in cui si stacca dalla propria due ruote il seggiolino in cui per anni si è portato in giro il bimbo per parchi e giardini, arrivando persino a sfidare le insidiose piste ciclabili cittadine.

Eppure la bici da grandi, seppur di dimensioni ridotte, è vista come uno strumento di grande utilità per la crescita del bambino. Più ancora che un divertimento è «un modo per fare movimento», (per il 34 per cento degli intervistati) e «il miglior mezzo per stare all’aria aperta» (per il 28). E se per il 6 può essere un ottimo strumento per migliorare le capacità motorie, per un genitore su 20 si tratta invece di un mezzo pericoloso, perché «si può persino cadere».

«Assistiamo ad un fenomeno di eccessiva protezione da parte dei genitori – spiega Valerio Leone, presidente della Dino Bikes, azienda attenta ai ciclisti in erba -. E quando i ragazzi inforcheranno una vera bici saranno impreparati».

Eppure il tempo per imparare ci sarebbe, visto che all’83 per cento dei bambini si regala una due ruote prima dei cinque anni. I criteri di scelta sono essenzialmente due: l’estetica e la robustezza (rispettivamente 34 per cento e 31). «Le più vendute sono quelle con le licenze dei personaggi dei cartoni animati tipo Spider-Man e Barbie o con i colori della squadra di calcio del cuore, che arrivano a coprire complessivamente il 70 per cento del mercato», racconta ancora Leone.

Poi viene il momento del grande salto, quello avversato dalle mamme. I padri invece sembrano essere fatalisti, per uno su due il momento giusto è «quando i figli se la sentono». «La tendenza di ritardare il distacco dalle rotelle coinvolge quasi tutta Europa: fanno eccezione la Polonia, dove a 4-5 anni si pedala già con le proprie gambe, e i paesi scandinavi che seguono, letteralmente, a ruota», continua Leone.

In realtà basterebbero pochi accorgimenti per assicurare una volta per tutte un’indipendenza che non si dimenticherà mai più e per tramandare una cultura sempre più di moda per necessità contingenti (leggasi costi e traffico). «Scegliere una bici di altezza giusta e sicura elenca infine Leone -, regolare il sellino in modo che i piedi tocchino per terra, spiegare la funzione del freno, non insistere se il bimbo non ne ha voglia e non portare la telecamera e tutti i parenti sino al quarto grado per immortalare il momento. Dopodiché gli si può dire a ragion veduta: Hai la bicicletta? E adesso pedala...».

Lucia:

--- Citazione da: vnd - Luglio 27, 2012, 06:40:24 am ---Qualsiasi uomo che abbia vissuto da solo per qualche tempo sa perfettamente che tutto quello che può fare una donna, noi lo facciamo meglio.
E non viceversa.

Non è il caso di infierire e farlo pesare ogni volta ma, quando te la tirano dalla tastiera, bisogna ricordarlo.

--- Termina citazione ---

poi finisce che devi fare tutto tu perché tanto sai fare tutto meglio di lei.

Lucia:
è vero che la madre è probabilmente per natura incline a dire al bimbo di essere prudente però nella nostra famiglia penso che più spinta per le autonomie do io che il mio marito (e la sua figlia, cioè la sorella grande del piccolo) . Il mio marito gli da ancora latte col biberon, la mamma gli mette il bicchiere di latte davanti e bevi. La sorella lo porta alla piscina anche perché ha paura dell'acqua. Quando aveva un anno lo portavo anch'io ma se non gli piace. Siamo stati al mare per un giorno, ero io ad insistere che si deve entrare in mare perché è fatto apposta. Salire sul bici non ne vuol sentire, invece nella macchina si mette sempre al volante e non vuol lasciarlo. Dovrei incoraggiarlo a guidare direttamente la macchina ? :D

Interessante questa divisione classica dei rapporti in famiglia. Mio nonno diceva sempre che il potere economico era in mano alle donne, nel senso che il suo padre portava accasa i soldi e li doveva dividere lei cosi che arrivino alla fine del mese, anche perché lui, meccanico di locomotiva era sempre fuori casa. Certo bisogna sarpere cos'è la povertà per gestire i soldi cosi che arrivino fino a fine del mese.

Anch'io gioccavo sulla strada e nella  fossa di un cantiere  dove si mettevano i tubi e si costruiva il nuovo palazzo (un brutto palazzo di 10 piani) Ma era più facile giocare sulla strada quando erano meno macchine, oggi hanno riempito tutti i spazi.

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