Autore Topic: La tragedia dei padri separati continua: cosa fare?  (Letto 2456 volte)

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Online Jason

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La tragedia dei padri separati continua: cosa fare?
« il: Agosto 09, 2012, 16:07:41 pm »
http://www.prealpina.it/notizie/alto-milanese/2012/8/2/separato-stava-morendo-di-fame/2310951/55/

Separato: moriva di fame
Uomo salvato dalla polizia locale a Parabiago: non guadagna abbastanza. Da tempo mangiava quando poteva e dormiva su una panchina

Parabiago - Separato, non può permettersi di pagare un affitto e si adatta a vivere su una panchina. Una storia di ordinaria disperazione, quella andata in scena giovedì 3 agosto a Parabiago quando la polizia locale è intervenuta, in seguito alla segnalazione di un cittadino, all'interno del parco di Villa Crivelli. Qui, a digiuno da giorni e in condizioni fisiche preoccupanti, hanno trovato un uomo che, dopo essere stato rifocillato e accompagnato in ospedale per le cure del caso, ha raccontato la sua storia, comune a tanti uomini separati. Residente a Corbetta, padre di famiglia, da quando il matrimonio è naufragato ha visto aggiungersi le precarie condizioni economiche. Il suo lavoro non gli consente di pagare due affitti e così, in attesa di un aiuto dalle istituzioni, più volte chiamate in causa finora senza una risposta concreta, si adatta a mangiare dove capita e a dormire in strada. L'intervento della polizia locale gli ha salvato la vita, ma la sua, come quella di tanti padri separati, è una situazione che deve far riflettere.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Online Jason

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Re:La tragedia dei padri separati continua: cosa fare?
« Risposta #1 il: Agosto 09, 2012, 16:08:39 pm »
Separato: moriva di fame
Uomo salvato dalla polizia locale a Parabiago: non guadagna abbastanza. Da tempo mangiava quando poteva e dormiva su una panchina

Parabiago - Separato, non può permettersi di pagare un affitto e si adatta a vivere su una panchina. Una storia di ordinaria disperazione, quella andata in scena giovedì 3 agosto a Parabiago quando la polizia locale è intervenuta, in seguito alla segnalazione di un cittadino, all'interno del parco di Villa Crivelli. Qui, a digiuno da giorni e in condizioni fisiche preoccupanti, hanno trovato un uomo che, dopo essere stato rifocillato e accompagnato in ospedale per le cure del caso, ha raccontato la sua storia, comune a tanti uomini separati. Residente a Corbetta, padre di famiglia, da quando il matrimonio è naufragato ha visto aggiungersi le precarie condizioni economiche. Il suo lavoro non gli consente di pagare due affitti e così, in attesa di un aiuto dalle istituzioni, più volte chiamate in causa finora senza una risposta concreta, si adatta a mangiare dove capita e a dormire in strada. L'intervento della polizia locale gli ha salvato la vita, ma la sua, come quella di tanti padri separati, è una situazione che deve far riflettere.

Nonostante l' ISTAT, con le sue "statistiche di Genere"(come tali, quindi, tendenziose e false), nega la tragedia dei padri separati, questa tragedia è evidente e sotto gli occhi di tutti, non c'è bisogno di leggere queste notizie, chiunque conosce direttamente o indirettamente, dal vivo, come è la situazione di moti uomini divorziati, separati dei figli e spennati dalle ex mogli senza scrupoli.  Ma nonostante questa tragedia venga denunciata da anni, la situazione non solo non sta migliorando, ma sta anche peggiorando. Il DDL 957 sull' affidamento condiviso ormai è in via di bocciatura per via degli emendamenti di parlamentari dell' IDV e del PD(più alcuni del PDL), pertanto ogni tentativo di miglioramento per la situazione dei padri separati della conflittualità post separazione, è stato affossato, quindi a mio avviso, per cercare di migliorare e alleviare la situazione dei padri separati occorre una svolta, nel senso che la linea dura dettata da persone come Roberta Lerici, Marta Crotti, Barbara  Spinelli e Luisa Betti da una parte, e fascisti che si spacciano per QMmmisti dall'altra, sta creando quelle condizioni che allontanano da ogni possibile soluzione a questo problema. Quindi chi ha veramente a cuore la situazione dei padri separati deve abbandonare ad ogni scontro ideologico e cercare dialogo e compromesso con l'ala moderata della controparte.  Nel senso che la linea del "o tutto o niente" non va bene. Bisogna accontentarsi anche, non dico delle briciole, ma anche di alcuni passi avanti.

Io la vedo così.
« Ultima modifica: Agosto 09, 2012, 16:26:41 pm da Jason »
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Online Massimo

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Re:La tragedia dei padri separati continua: cosa fare?
« Risposta #2 il: Agosto 09, 2012, 16:59:56 pm »
Non si ottiene niente mendicando comprensione: chi oramai da anni sta vivendo un autentico delirio di
onnipotenza non si fa commuovere da nulla che possa ostacolare tale delirio. Soprattutto se poi sa di
poter contare sull'appoggio della magistratura e della politica. Ma più ancora sulla passività del sesso
maschile che, vergognandosi di difendersi dalle pretese femminili, considerando anzi un suo dovere
preciso soddisfarle (mentre la controparte delle esigenze maschili se ne sta facendo un baffo da anni),
unitamente dal disprezzo per i "falliti" (così vengono considerati gli uomini in queste condizioni, tanto
per parlarci chiaro). Azioni politiche in questo senso non servono: al massimo si otterranno solo delle
elemosine per i casi "umani" o disperati. Ciò che serve è una precisa campagna di sensibilizzazione a
tutto tondo che spieghi ai maschi cosa si rischia a sposarsi oggi. E che non ci si illuda che facendosi in
quattro a capire e soddisfare i bisogni femminili ci si risparmieràil destino della separazione e della
indigenza che ne consegue. OGGI SIAMO TUTTI A RISCHIO. per quanto uno si impegni, la propria
moglie o compagna potrebbe sempre trovare uno più "utile" o "funzionale" con cui sostituirti e
quindi a sbatterti fuori da casa (tua). Il modo infallibile per evitare ciò è NON SPOSARSI. Quando la
magistratura e la classe politica si accorgerà che, a seguito di questa sensibilizzazione, il numero
dei matrimoni calerà a picco (qualche segnale c'é: a Milano nel 2010 ci sono stati meno matrimoni
che nel 1944, sotto i bombardamenti) e quindi verranno meno anche gli introiti all'industria dei
divorzifici, allora saranno costretti, sia pure OBTORTO COLLO, a cambiare registro. E, vedrete,
anche le donne nel complesso, quando vedranno che non se le vuole sposare più nessuno,
dovranno cambiare atteggiamento. E rinunciare ai loro sogni di gloria e di onnipotenza.