Il blog di Nadia Somma e Mario De Maglie effettua una censura piuttosto stretta dei post non in linea col mainstream femminista, e quindi non graditi.
Strano che a me abbiano pubblicato questi:
vnd Ieri 09:41 PM
E' anche falso che la cultura tradizionale, che voi definite patriarcale, agevolasse in qualche modo l'uomo rispetto alla donna.
La donna, se sposata, era infatti esonerata dai doveri del lavoro retribuito e, soprattutto, dal combattere le guerre.
Se nel 1940 mi fosse stato domandato se avrei preferito partire in guerra o non votare, avrei sicuramente rinunciato al voto. Si fa per dire, visto che nel 40 non votava nessuno....
pertanto, che l’uomo fosse posto come soggetto universale con il potere e la capacità di costruire il mondo e la realtà a partire da sé, ostacolando la possibilità della donna di trovare diverse modalità per autorappresentarsi è una falsità assoluta.
Il mondo del passato non era diviso in maschi e femmine ma in ricchi e poveri.
Quest'ulteriore divisione, con il suo corredo di ingiustizie è stata imposta dal femminismo.
Qualcuno ci ha guadagnato. Non certo le donne, a ben vedere, non gli uomini, non i bambini, non i poveri....
vnd Ieri 07:27 PM
L'ipotesi
"che, in linea di massima, il sesso femminile sia meno
retribuito sul lavoro" è soltanto uno dei tanti soliti falsi della
propaganda femminista.
Nekka realtà, le
maestre sono pagate quanto i maestri, e così le professoresse, i giudici, i
medici e via discorrendo...
Nel privato non
possiamo saperlo, ma credo che ogni imprenditore abbia il diritto di pagare di
più chi gli rende di più applicando i tanto invocati criteri meritocratici.
Pare che le donne siano poco
propense a fare straordinari, inoltre vanno ancora in pensione prima.
Confrontare salari e stipendi
al lordo di indennità di anzianità e compensi per straordinario per poi
lagnarsene equivale a barare.
La pensione anticipata e la
scarsa disponibilità ad effettuare straordinari non consentono il
raggiungimento di posizioni gerarchiche elevate. Come al solito le donne sono
danneggiate dai loro stessi privilegi.
Anche i dati sulla
disoccupazione femminile sono falsati. Innanzitutto bisogna vedere quante donne
cercano lavoro. Una donna che non lavora non subisce la stessa condanna sociale
maschile e può vivere sulle spalle di qualcun'altro senza essere criticata...
Inoltre le donne non cercano
lavoro a 360°. I dati su infortuni e morti bianche dimostrano che le donne
rifuggono da determinati lavori che considerano poco femminili.
Le donne, quindi, a parità di anzianità, merito e ore di straordinario
sono pagate quanto gli uomini ma costano molto di più.