Come Repubblica vede la faccenda delle Pussy Riot. ”Diabolica” ”bella del gruppo” e legge perfino Dostoevskij. Bella, demone, colta, intelligente. In un colpo solo Repubblica banalizza le lotte di queste ragazze, accende i riflettori sull’unico dettaglio di cui gli importi qualcosa (la fighitudine), riduce costei in un oggetto sessuale che è quanto di più lontano ci sia dalla sua volontà e dalla sua cultura (e dire che hanno sentito l’intervista in cui le Pussy Riot dicono che si mascherano proprio per non essere oggetti perché le idee sono più importanti delle singole storie) e insulta tutte noi, donne, femministe, che ogni giorno lottiamo anche perché si capisca che le donne sono più che pezzi di carne sui quali giornalacci come Repubblica possono fare soldi, audience, click.
Queste sono proprio delle esaltate ossessionate con manie persecutorie,ma di brutto...che analisi di minchia..
Conosco un miliardo di gruppi oi! punk hardcore maschili,che si mettono passamontagna e maschere antigas.
E'un abbigliamento che sporadicamente usa chi fa parte di questa scena musicale...quindi manco per niente questi,che oltretutto sono abbastanza cessi,si coprono perche non vogliono essere "oggetti sessuali".
Non farebbero venir pensieri sconci neanche a un satiro secondo me.E poi ora che hanno pagato "il prezzo dela fama" che hanno cercato in tutti i modi,non mi pare che facciano poi molto per non farsi riprendere dalle telecamere,anzi sembra proprio che le cerchino con una certa insistenza.
l'unico abominio umano salvabile è quello in mezzo,gli altri due roiti sono di una bruttezza indescrivibile.
No pasaran na minchia quando stai in cella con tutte le comodità..eroine dei miei maroni.