In rilievo > Osservatorio sul Femminismo

DDL 3390: proposta di legge sul femminicidio

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Cato:
http://www.ilfemminismo.com/the_archives/femminismo-e-terzomondismo-politica-del-pd-chiede-soldi-per-leggi-anti-uomo/

La politica PD parte con la cosiddetta “calunnia di genere”, una BALLA COLOSSALE contro i maschi:

“la violenza maschile sulle donne è la prima causa di morte per le donne in tutta Europa e nel mondo”.

Un partito serio caccerebbe immediatamente chi diffonde odio di genere mediante indecenti false statistiche, così gonfiate (addirittura del 100000%) che una persona normale ne capisce subito la totale irrealtà.  Spazzatura di livello così basso quanto l’inventarsi statistiche secondo cui gli ex-comunisti e le loro femministe ancora oggi mangiano i bambini.

Sulla base di queste false premesse, la politica PD vorrebbe le seguenti leggi femministe:

Art.1 Pretende di imporre ai media di sensibilizzare sulla “violenza di genere”: odioso vocabolo inventato da femministe per odiare il genere maschile, quando invece bisogna sensibilizzare contro la violenza in genere.

Art. 4. Pretende statistiche sulla violenza, ma solo quella sulle donne, quando la realtà è che la violenza non ha sesso.

Art. 6. Pretende l’assunzione nelle questure di “personale di sesso femminile” (ma le femministe non fingevano di combattere le discriminazioni di genere??) formate secondo l’ideologia femminista (a credere forse che il maschio è la prima causa di morte?).

Art. 7. Qualcosa di simile nelle ASL.

Art. 8. Le donne che denunciano “violenza di genere” vengono nominate “vittime” (già ora l’80% delle accuse sono false) e premiate con vantaggi lavorativi (quali riduzione dell’orario di lavoro) rispetto agli uomini ed alle donne che non sono vittime e/o non inventano false accuse — legge già imposta da femministe in Spagna dove ha portato ad una spaventosa epidemia di calunnie femministe contro uomini innocenti.

Art. 9. La donna extra-comunitaria che denuncia un uomo riceverà il permesso di soggiorno — legge femminista già in vigore negli USA che ha portato ad una epidemia di calunnie contro uomini innocenti.

Art. 11. I centri anti-violenza, spesso caduti nel femminismo più radicale, possono costituirsi in giudizio contro gli uomini accusati, spesso falsamente.   Non si capisce se questo ambisce a dirottare risarcimenti dalle donne ai centri che le assistono.

Art. 13. Fondi pubblici per i “centri delle donne”  – strutture spesso fondate da comuniste femministe.

Art. 20. Pretende 85 MILIONI DI EURO per il 2013!!!

Animus:
Estratto dal discorso di insediamento tenuto oggi , 16/08/2012, del nuovo presidente della Repubblica Dominicana, Danilo Medina.

"Queridas Dominicanas,

Vuelvo a dirigirme ahora a todas ustedes para reafirmar las palabras que dije tantas veces durante mi campaña: Las mujeres tendrán un papel muy relevante en mi gobierno, el papel que les corresponde por derecho y que considero una obligación moral garantizarles.
La equidad de género será un eje transversal presente en todas nuestras políticas.

Pero además estoy decidido a poner en marcha una serie de medidas dirigidas, específicamente, a mejorar las condiciones de vida de las mujeres y el respeto a sus derechos.

Paralelamente, vamos a desarrollar esfuerzos por la equidad de género y por la conciliación familiar, para facilitar el acceso de las mujeres a la vida laboral, sin renunciar a la crianza de los hijos.

Igualmente, asumimos la responsabilidad de desarrollar un esfuerzo integral para erradicar esa horrible lacra que nos avergüenza, que es la violencia familiar y de género.

Nuestra respuesta ante estos abusos es muy clara: Tolerancia Cero.
Y ya hemos delineado planes integrales destinados a combatir este flagelo.

Implementaremos una respuesta coordinada del Estado en contra de la violencia de género y de la delincuencia juvenil: El programa “Vive mujer” instalará unidades de atención a las víctimas incluyendo guarderías para niños/as y adolescentes.

Además, se creará un cuerpo especializado para la protección y seguimiento de las víctimas. Reforzaremos las acciones de represión y sanción de los delitos de agresión, así como los sistemas de información que permitan monitorear y evaluar las intervenciones, además de reforzar las políticas y estrategias.

Ampliaremos los hogares, los centros de acogida y los programas de consejería para hombres agresores.
Promoveremos la vida solidaria y la hombría responsable en el sistema educativo y propiciaremos el involucramiento comunitario en la prevención de la violencia familiar."[1]

Qui Animus, corrispondente dalla Rep. Dominicana, caraibi.




1 - tradotto con google:

Caro Dominicana,

Ancora una volta mi rivolgo a tutti voi per riaffermare le parole che ho detto molte volte durante la mia campagna: le donne avranno un ruolo importante nel mio governo, il ruolo che hanno diritto e che io considero un obbligo morale di garantire.
L'uguaglianza di genere è un tema trasversale in tutte le nostre politiche.

Ma sono anche determinato a lanciare una serie di misure finalizzate specificamente a migliorare le condizioni di vita delle donne e rispettare i loro diritti.

In parallelo, si svilupperanno gli sforzi per la parità di genere e conciliazione famiglia per facilitare l'accesso delle donne alla vita lavorativa, senza sacrificare la genitorialità.

anche assumersi la responsabilità per lo sviluppo di uno sforzo globale per sradicare questo flagello terribile che ci fa vergognare, che è la violenza domestica e di genere.

La nostra risposta a questi abusi è molto chiaro: tolleranza zero .
E abbiamo delineato piani globali per combattere questo flagello.

Implementare una risposta coordinata dallo Stato contro la violenza domestica e delinquenza giovanile: "Le donne dal vivo" unità di cura delle vittime, compresi i vivai installati per i bambini / bambine e adolescenti.

Inoltre, verrà creato un organo specializzato per la protezione e il monitoraggio delle vittime. rafforzerà interventi coercitivi e punizioni di crimini di aggressione, e sistemi di informazione che di monitorare e valutare gli interventi, oltre al rafforzamento delle politiche e strategie .

Espandere case, rifugi e programmi di consulenza per aggressori di sesso maschile.
Promuovere la vita comune e virilità nel sistema educativo responsabile e promuoverà il coinvolgimento della comunità nella prevenzione della violenza in famiglia ".

ilmarmocchio:
i soliti termini, le solite frasi.
d'altra parte, le condizioni politiche dell'America centrale sono note :
vassallaggio verso gli USA

Alberto86:
Copio ed incolllo una e-mail ricevuta da Antifeminist:




"Obama firma legge per diffondere globalmente il femminismo con la forza

Firmato 4 giorni fa, ad Agosto e durante le Olimpiadi, così nessuno (o quasi) ci fa caso.

Gli Stati Uniti ora sono ufficialmente l'Impero Globale Misandrico e Femminista.

Chissà quanti uomini, e quante donne, verranno seppelliti dalle "bombe umanitarie" a stelle e strisce per esportare il femminismo in tutto il mondo.

Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul fatto che il femminismo fosse appoggiato dai Poteri Forti -e che non è invece un'ideologia "anti-sistema", come disonestamente tentano di farla passare le loro esponenti- ecco la risposta a quei dubbi...

Executive Order -- Preventing and Responding to Violence Against Women and Girls Globally

EXECUTIVE ORDER
- - - - - - -
PREVENTING AND RESPONDING TO VIOLENCE
AGAINST WOMEN AND GIRLS GLOBALLY

By the authority vested in me as President by the Constitution and the laws of the United States of America, it is hereby ordered as follows:

Section 1. Policy. (a) Recognizing that gender-based violence undermines not only the safety, dignity, and human rights of the millions of individuals who experience it, but also the public health, economic stability, and security of nations, it is the policy and practice of the executive branch of the United States Government to have a multi-year strategy that will more effectively prevent and respond to gender-based violence globally.

(b) Under the leadership of my Administration, the United States has made gender equality and women's empowerment a core focus of our foreign policy. This focus is reflected in our National Security Strategy, the Presidential Policy Directive on Global Development, and the 2010 U.S. Quadrennial Diplomacy and Development Review. Evidence demonstrates that women's empowerment is critical to building stable, democratic societies; to supporting open and accountable governance; to furthering international peace and security; to growing vibrant market economies; and to addressing pressing health and education challenges.

(c) Preventing and responding to gender-based violence is a cornerstone of my Administration's commitment to advance gender equality and women's empowerment. Such violence significantly hinders the ability of individuals to fully participate in, and contribute to, their communities -- economically, politically, and socially. It is a human rights violation or abuse; a public health challenge; and a barrier to civic, social, political, and economic participation. It is associated with adverse health outcomes, limited access to education, increased costs relating to medical and legal services, lost household productivity, and reduced income, and there is evidence it is exacerbated in times of crisis, such as emergencies, natural disasters, and violent conflicts.

(d) The executive branch multi-year strategy for preventing and responding to gender-based violence is set forth in the United States Strategy to Prevent and Respond to Gender-based Violence Globally (Strategy). The Strategy both responds to and expands upon the request in section 7061 of House conference report 112-331 accompanying the Department of State, Foreign Operations, and Related Programs Appropriations Act, 2012

(Division I of Public Law 112-74), for the executive branch to develop a multi-year strategy to prevent and respond to violence against women and girls in countries where it is common.

Sec. 2. Creating an Interagency Working Group. There is established an Interagency Working Group (Working Group) to address gender-based violence, which shall coordinate implementation of the Strategy by the executive departments and agencies that are members of the Working Group (member agencies) in accordance with the priorities set forth in section 3 of this order.

(a) The Working Group shall be co-chaired by the Secretary of State and the Administrator of the United States Agency for International Development (Co-Chairs). In addition to the Co-Chairs, the Working Group shall consist of representatives from:

(i) the Department of the Treasury;

(ii) the Department of Defense;

(iii) the Department of Justice;

(iv) the Department of Labor;

(v) the Department of Health and Human Services;

(vi) the Department of Homeland Security;

(vii) the Office of Management and Budget;

(viii) the National Security Staff;

(ix) the Office of the Vice President;

(x) the Peace Corps;

(xi) the Millennium Challenge Corporation;

(xii) the White House Council on Women and Girls; and

(xiii) other executive departments, agencies, and offices, as designated by the Co-Chairs.

(b) Within 120 days of the date of this order, the Co-Chairs shall convene the first meeting of the Working Group to:

(i) establish benchmarks to implement the Strategy; and

(ii) determine a timetable for periodically reviewing those benchmarks.

(c) Within 18 months of the date of this order, the Working Group shall complete a progress report for submission to the Co-Chairs evaluating the U.S. Government's implementation of the Strategy.

(d) Within 3 years of the date of this order, the Working Group shall complete a final evaluation for submission to the Co-Chairs of the U.S. Government's implementation of the Strategy.

(e) Within 180 days of completing its final evaluation of the Strategy in accordance with subsection (d) of this section, the Working Group shall update or revise the Strategy to take into account the information learned and the progress made during and through the implementation of the Strategy.

(f) The activities of the Working Group shall, consistent with law, take due account of existing interagency bodies and coordination mechanisms and will coordinate with such bodies and mechanisms where appropriate in order to avoid duplication of efforts.

Sec. 3. Strategy to Prevent and Respond to Gender-based Violence Globally. Member agencies shall implement the Strategy to prevent and respond to gender-based violence globally based on the following priorities reflected in the Strategy:

(a) Increasing Coordination of Gender-based Violence Prevention and Response Efforts Among U.S. Government Agencies and with Other Stakeholders.

(i) Member agencies shall draw upon each other's expertise, responsibility, and capacity to provide a comprehensive and multi-faceted approach to issues relating to gender-based violence.

(ii) Member agencies shall deepen engagement and coordination with other governments; international organizations, including multilateral and bilateral actors; the private sector; and civil society organizations, such as representatives of indigenous and marginalized groups, foundations, community-based, faith-based, and regional organizations (including those that serve survivors), labor unions, universities, and research organizations. The Working Group shall consider a range of mechanisms by which these stakeholders may provide input to the U.S. Government on its role in preventing and responding to gender-based violence globally.

(b) Enhancing Integration of Gender-based Violence Prevention and Response Efforts into Existing U.S. Government Work. Member agencies shall more comprehensively integrate gender-based violence prevention and response programming into their foreign policy and foreign assistance efforts. This integration shall also build on current efforts that address gender-based violence, such as the U.S. National Action Plan on Women, Peace, and Security; the Global Health Initiative; the President's Emergency Plan for AIDS Relief; the U.S. Government's work to counter trafficking in persons; and the U.S. Government's humanitarian response efforts. The Working Group shall coordinate these different efforts as they relate to gender-based violence to leverage the most effective programs and to avoid duplication.

(c) Improving Collection, Analysis, and Use of Data and Research to Enhance Gender-based Violence Prevention and Response Efforts. Member agencies shall work to promote ethical and safe research, data collection, and evidence-based analyses relating to different forms of gender-based violence and prevention and response efforts at the country and local level. This work will include the development of a research agenda that assesses agencies' research and data collection capabilities, needs, and gaps; builds upon existing data and research; and is coordinated with the work of other organizations that are prioritizing global gender-based violence research. Member agencies shall prioritize the monitoring and evaluation of gender-based violence prevention and response interventions to determine their effectiveness. Member agencies shall systematically identify and share best practices, lessons learned, and research within and across agencies. Member agencies, as appropriate, shall seek to develop public-private partnerships to support U.S. Government research initiatives and strategic planning efforts.

(d) Enhancing or Expanding U.S. Government Programming that Addresses Gender-based Violence. Consistent with the availability of appropriations, the U.S. Government shall support programming that provides a comprehensive and multi-sector approach to preventing and responding to gender-based violence; shall consider replicating or expanding successful programs; and shall assess the feasibility of a focused, coordinated, comprehensive, and multi-sector approach to gender-based violence in one or more countries.

Sec. 4. General Provisions. (a) Nothing in this order shall be construed to impair or otherwise affect:

(i) the authority granted by law to an executive department, agency, or the head thereof; or

(ii) the functions of the Director of the Office of Management and Budget relating to budgetary, administrative, or legislative proposals.

(b) This order shall be implemented consistent with applicable law and subject to the availability of appropriations.

(c) Independent agencies are strongly encouraged to comply with this order.

(d) This order is not intended to, and does not, create any right or benefit, substantive or procedural, enforceable at law or in equity by any party against the United States, its departments, agencies, or entities, its officers, employees, or agents, or any other person.

BARACK OBAMA

http://www.whitehouse.gov/the-press-office/2012/08/10/executive-order-preventing-and-responding-violence-against-women-and-gir "









COSMOS1:
c'è qualcosa che non quadra: dove è finito il nostro osservatorio su FAS? ci è scappata questa loro discussione sul progetto della Serafini?

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/08/16/violenza-sulle-donne-e-dover-leggere-che-ce-chi-ti-considera-inferiore/#more-19500


--- Citazione ---Violenza sulle donne e tutela.
Mi viene in mente, ogni tanto, giacché di questo tema mi occupo da un sacco di tempo, che chi parli  ( :hmm: io scriverei che chi parla ... ct) di violenza sulle donne in realtà voglia poco bene alle donne. Perché è un tema complesso, sul quale molti e molte si buttano a capofitto perché è politically correct, perché la violenza sulle donne suscita indignazione, certo, e mi interesserebbe comprenderne le ragioni.
Analizzando le tante risposte, le reazioni, relative questo tema trovo che molte sono assolutamente affini e coerenti alla cultura patriarcale. Anzi la consolidano. Si parla di interventi paternalisti, di difficoltà a riconoscere nelle donne una propria, autonoma, capacità di difesa, si parla di “tutele”, si tende sempre a descrivere le donne vittime di violenza in quanto fragilissime, indifese, quasi che fossero dei bambini o non fossero in grado di intendere e volere.
Non si orienta il dibattito circa le possibili soluzioni ad un capitolo che riguardi il fenomeno che parli di strumenti sociali, di soluzioni a lungo termine, di visione complessiva del problema, di analisi approfondita che porti a immaginare innanzitutto soluzioni preventive. Soluzioni che tolgano le armi dalle mani di chi vorrà usarle prima ancora che ciò accada. Soluzioni che restituiscano alle persone offese strumenti di liberazione e di ricostruzione della propria esistenza.
So molto di violenza sulle donne. So veramente tanto. Ho toccato il dolore, la sofferenza, di chi ha subito violenza, ho incontrato l’anima di chi l’ha inflitta. Conosco l’impotenza e la rabbia dei parenti delle vittime e so perfettamente che le persone che subiscono violenza non possono essere argomento di conversazione sul quale disquisire come fosse un pretesto di esibizione intellettuale al tavolo di annoiate radical chic. La violenza io l’ho vista davvero. E la riconoscerei ovunque fosse celata. Fosse anche nei commenti di chi immagina di togliere alle donne dignità, capacità di azione, attribuendo loro lo status perenne di vittime, martiri, canonizzate per appartenenza ad un genere.
Come si fa ad uscire fuori dalla trappola dello stereotipo di genere quando chi dice di volerti difendere fa di tutto per ricacciartici dentro? Come faccio io ad apparire umana, vera, arrabbiata, anche aggressiva se è il caso, imperfetta, se c’è chi ama intrappolarmi nel ruolo della versione esasperata delle Signore protagoniste della letteratura Petrarchesca?
C’è chi dice di occuparsi di violenza sulle donne e scrive sostanzialmente che le donne sono inferiori. A queste donne succederebbero, altrettanto inferiori, in una scala gerarchica che va dai tutori, alle vittime, ai mostri, tutti inevitabilmente uomini, solo i mostri.
Solo io sono infastidita dal fatto che si insiste nel dire che fare violenza su una donna sia più grave che fare violenza su qualunque altro essere umano? Non è forse questo un prosieguo di antiche filosofie che definivano le donne incapaci, senza anima, con un utero ballerino, prive di capacità di costruzione del proprio futuro, troppo frivole o troppo idiote per poter conseguire un qualunque successo nella vita professionale e negli studi?
Quale può essere l’obiettivo nel definire le donne di una perfezione assoluta se non quello di consolidare uno Stato patriarcale che usa le donne per realizzare società dirette a suon di autoritarismi?
Si chiama Shock Economy il libro di Naomi Klein, ve ne avevo già parlato, lo rifaccio con una maggiore convinzione, laddove l’allarme sulla violenza sulle donne agisce esattamente come agiva la minaccia del terrorismo sugli Stati Uniti D’America. Dopo quella minaccia le corporations ebbero spazio per lucrare e fare i propri sporchi affari e la fragilità dei cittadini e delle cittadine fu il pretesto innanzitutto per fare una guerra, una delle tante, che servì a consolidare un potere nella gestione economica delle fonti energetiche gestite nei paesi mediorientali e poi servì, ed il riflesso di questo colpisce tutti/e noi, a realizzare come prima cosa il Patriot Act, un insieme di norme speciali che parlavano di controllo, censura, repressione, arresti indiscriminati di persone sulla base della loro etnia d’origine, torture a soggetti ritenuti affini a Bin Laden di cui poi si scopriva altro, persone detenute ingiustamente e anche in Italia tanto è servito a mettere in discussione possedimenti economici a nome di soggetti “islamici” non meglio identificati, quote azionarie di banche, impedendo la libertà di culto e commettendo talmente tante atrocità che sono davvero lunghe da riassumere.
La logica del terrore porta sempre al terrore. Quando su di te, vittima, si erge qualcun altro che vuole decretare, per legge o attraverso qualunque strumento, la tua debolezza, certificandola come fosse un fatto imprescindibile, di fatto sta scrivendo nero su bianco che il tuo status è quello di donna vittima e dunque di donna “inferiore”. Donna=vittima=inferiore=malata=da curare=da rinchiudere?
Ad una donna “inferiore” che è sempre bisognosa di tutela non si riconoscerà mai il diritto all’autodeterminazione. E se una donna “vittima” viene usata e viene riconosciuta tale solo al prezzo di una assoluzione a priori di tutte le donne - donne di potere e ministre incluse – c’è una scelta opportunistica tale della quale personalmente non voglio essere complice. Ché a quelle come noi non ci riconosceranno mai il diritto ad andare per le strade a ribellarci per la nostra disoccupazione, la nostra precarietà, per tutti i problemi che derivano dalle decisioni di persone potenti che lucrano sulle nostre vite. Non riconosceranno mai ad una NoTav di avere il diritto di ribellarsi ad una violazione della sovranità territoriale. Le donne che scenderanno in piazza, che rialzano la testa, che rifiutano lo status di vittime, che lottano, saranno sempre e solo classificate in quanto terroriste, violente, cattive.
Mi chiedo e vi chiedo, a fronte del fatto che questa mi pare sia la direzione presa dalle donne che attorno a Snoq dicono di interessarsi di violenza sulle donne, è davvero questo il futuro del femminismo? Un movimento che avalla di fatto la fragilità e l’inferiorità delle donne al punto da classificarle come più bisognose di “tutela” di qualunque altro essere umano suo pari?

--- Termina citazione ---


forse l'orizzonte è diverso dal nostro, ma non c'è dubbio: la parità reale è una delle vie d'uscita dal conflitto di genere. Se davvero vogliamo l'uguaglianza assoluta, che uguaglianza sia. Ma allora che senso ha distinguere la violenza sulle donne da ogni altra possiblie violenza?
È un ragionamento. Spero che coloro che stanno lavorando per la manifestazione del 4 ottobre ne tengano conto.


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