Ora, non so se le accuse mosse a queste "donne di potere"
siano false o meno, ma se lo fossero potrebbero servire a far capire loro cosa si prova a vedersi la vita rovinata dalle...bugie.
Che provino sulla loro pelle il risultato delle loro campagne demenziali.
Ovviamente, per l'autrice dell'articolo si tratta del solito sessismo etc...
http://27esimaora.corriere.it/articolo/donne-di-potere-sotto-attaccojanet-napolitano-accusata-di-molestie/Donne di potere sotto attacco
Janet Napolitano accusata di molestie
Negli ultimi quindici anni sono raddoppiate: negli Stati Uniti le denunce per molestie da parte di uomini contro donne nel 2011 sono arrivate al 16,3% del totale . Naturale conseguenza dell’aumentare del numero di donne nei posti di potere o anche reazione a questa ascesa?
Il dubbio, che sappiamo scivoloso, nasce quando vengono fuori notizie come quella della causa in cui è stata coinvolta il ministro per Sicurezza nazionale Janet Napolitano (ne abbiamo parlato domenica sul Corriere).
I fatti: l’agente James T. Hayes accusa la 54enne Napolitano, nominata da Obama a capo della Homeland Security nel 2009, di guidare il Dipartimento come una “fratellanza” al femminile, discriminando gli uomini a favore delle donne.
Due in particolare: Dora Schriro e Suzanne Barr, amiche e colleghe dai tempi in cui Janet era governatrice dell’Arizona. La prima sarebbe stata promossa al posto di Hayes, la seconda avrebbe fatto di tutto per umiliare i suoi colleghi uomini. Ora, i danni alla carriera parrebbero difficili da dimostrare – Hayes, oggi alto funzionario della polizia di New York, non può certo dire di non aver fatto strada – e le descrizioni del sadismo di Barr sembrano arrivare dritte dritte dalle più trite fantasie maschili sulle donne mangia uomini.
Certo potremmo sbagliarci, la storia potrebbe essere verissima e sarebbero guai seri per Napolitano.
Eppure forse qualcosa vorrà dire se i grandi giornali americani hanno tenuto la notizia molto bassa, mentre sono stati i quotidiani popolari come il New York Post e il NY Daily News a buttarcisi su. Con pezzi gongolanti su questo presunto caso di sessismo al contrario infarciti a loro volta di linguaggio sessista, come ha notato Caroline Bankoff sul New York Magazine, e cavalcando le neanche troppo velate allusioni alla vita sessuale di Napolitano. Una delle donne più potenti del mondo (15esima per Forbes), colpita da insistenti insinuazioni ogni volta che la sua carriera fa progressi. I poster “vota gay” apparsi accanto ai suoi manifesti durante qualche campagna elettorale, e le domande sulle sue preferenze sessuali quand’era nella rosa dei potenziali vice di Obama, e ancora quando Barack la scelse come ministro. E poi quel soprannome, The Big Sis, la grande sorella, che certo non allude solo ai poteri intrusivi del ministero creato da Bush dopo l’11 settembre.
Perché poi quella legale è solo l’ultima frontiera di una guerra alle donne di potere che troppo spesso si gioca con la menzogna e il veleno. Quasi sempre sul piano sessuale. Ci sono le donne virago, le donne che divorano gli uomini e le donne che amano circondarsi da donne. Queste ultime, par di capire, non possono che essere gay. C’è qualcosa di morboso in tanto immaginario maschile sulle relazioni femminili.
E Napolitano non è un caso isolato, come dimostra la scena politica americana di questi anni. Elena Kagan, scelta da Obama per la Corte suprema, viene definita lesbica sulla base di due forti indizi: non essere sposata e portare i capelli corti (come Napolitano, del resto). E sono anni che la bellissima Huma Abedin, assistente personale di Hillary Clinton, viene descritta come “troppo amica” del segretario di Stato. Voci e insinuazioni che hanno raggiunto un livello tutto nuovo nelle ultime settimane, con le accuse a Huma, musulmana praticante, di essere una sorta di quinta colonna dei Fratelli musulmani al dipartimento di Stato.
Ora, va bene che tuo marito è Bill Clinton e non puoi pretendere che il tuo matrimonio sia al riparo dai veleni, ma perché anche nel caso dell’ex first lady il gossip vira sulla lesbo-story?
“The Sisterhood of the Travelling Pantsuit” (letteralmente, “la sorellanza dei tailleur pantalone viaggianti”), come Hillary chiamava le sue sostenitrici in campagna elettorale e come possiamo immaginare l’esercito delle donne al potere, deve apparire minacciosa a molti uomini (non a tutti, per fortuna).
Al punto da preferire la chiacchiera alle discussioni sul merito. Al punto da inventarsi una causa per molestie?P.S. meno male che i commenti all'articolo, come al solito, sono più intelligenti dell'articolo stesso.
Il che la dice lunga...