Autore Topic: Quelle false accuse contro le femministe  (Letto 22519 volte)

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Offline vnd

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #45 il: Agosto 21, 2012, 09:03:09 am »
Qualcuno (non i suoi innamorati che la vedono come la Madonna) sa dirmi che accidente significa una frase del genere? Riscriverebbe le stesse cose o non le riscriverebbe?

E il titolo dove si parla di "bugie dei padri separati" (quindi i padri separati sarebbero una categoria di bugiardi) l'ha scritto lei o se l'è trovato sulla testa?  :doh:

Ma come? Non lo sai? lei si è inventata il nick collettivo e... pensa, in questo modo, di potersi permettere di insultare chiunque, di nascosto.
La sua fortuna, è che usiamo dei nick....
Altrimenti sarebbe già in bancarotta.

Ma un associazione di padri separati... forse... potrebbe rovinarla come lei vorrebbe rovinare noi.
Vnd [nick collettivo].

Offline COSMOS1

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #46 il: Agosto 21, 2012, 09:35:42 am »

3] Quel giorno a Firenze ho seguito gli interventi, ho guardato i padri. Ce n'era uno in particolare. Ad ogni parola pronunciata lo vedevo sanguinare. La mia elaborazione è durata abbastanza... senza però aver messo a fuoco tante cose che mi sono state chiare in seguito. Fosse oggi riscriverei il post in modo assolutamente diverso.

ok, abbiamo avuto le risposte che volevamo


 
Qualcuno (non i suoi innamorati che la vedono come la Madonna) sa dirmi che accidente significa una frase del genere? Riscriverebbe le stesse cose o non le riscriverebbe?
 
 E il titolo dove si parla di "bugie dei padri separati" (quindi i padri separati sarebbero una categoria di bugiardi) l'ha scritto lei o se l'è trovato sulla testa?  :doh:
 

anche se non puoi annoverarmi tra gli innamorati di FS, il contesto è chiaro e merita rispetto: vuol dire che non si ritrova al 100% in quello che ha scritto allora, che qualcosa le ha fatto cambiare idea.

adesso basta, però, andiamo oltre
il problema non è FikaSicula, il problema è cosa ce ne facciamo della nostra vita, come costruire un mondo migliore, con meno sofferenze e meno cattiverie, per tutti, per noi "maschilisti", per le femministe, anche per FS.
Un mondo migliore è un modo in cui uno è libero di avere una opinione sbagliata.
Se però crediamo in noi stessi e nell'umanità di ogni essere umano, dobbiamo credere che di fronte ad informazioni corrette chiunque prima o poi correggerà le proprie opinioni sbagliate. Se avrà tempo e rispetto a sufficienza.

Perciò chiederei per favore di passare oltre
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Offline Cato

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #47 il: Agosto 21, 2012, 09:54:13 am »
La femminista fa la vittima è come il bue che da del cornuto all'asino.

La realtà è che siti femministi tentano di diffamare il defunto prof. Richard Gardner facendolo passare per pedofilo, estrapolando fuori contesto sue frasi, credendo che questo possa servire ad impedire che bambini vengano protetti dall'abuso dell'alienazione genitoriale.

E poi quando qualcuno osserva che un blog femminista contiene in un racconto la frase
«Avevamo in comune un interesse difficile da coltivare. Noi lo coltivavamo con tenacia: la PEDOFILIA»
arriva una femminista che tenta di fare la vittima.

Se il femminismo è sempre più considerato aberrazione schifosa quanto la pedofilia, la colpa è di quelle femministe che pur di impedire che i bambini vengano protetti da donne che hanno costruito false accuse di pedofilia sono arrivate ad appoggiarsi a squilibrati ed a pedofili

http://www.alienazione.genitoriale.com/negazionista-arrestato-per-pedofilia

Fare la vittima è inutile.
Il femminismo lo hanno distrutto quelle femministe che hanno acceso a tradimento una unilaterale guerra contro gli uomini e che per sessismo aiutano le donne criminali e calunniatrici a far del male a uomini e bambini.   
Punto



« Ultima modifica: Agosto 21, 2012, 10:05:14 am da Cato »

Offline COSMOS1

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #48 il: Agosto 21, 2012, 10:14:56 am »
 :hmm:

sulla scorretteza dell'universo femminista nei confronti della PAS ne abbiamo discusso altrove e siamo d'accordo

con la citazione della pedofilia, però, ti rendi ridicolo: è una frase estrapolata da un romanzo. È come se si dicesse che Dostojevski fa l'apologia del parricidio perchè nei fratelli karamazov Dimitri uccide il padre  :wacko:

dai, per favore, le discussioni sono interessanti se non sottovalutiamo l'intelligenza dell'avversario

l'argomento di questa discussione è: ci sono persone che accusano le femministe di fatti e atteggiamenti falsi.
A questo si può rispondere in due modi:
1 si riportano i fatti e si chiede la smentita
2 si prende atto che le proprie informazioni non erano corrette/aggiornate

sulla PAS la stessa FS nell'altra discussione ci ha spiegato che non condivide l'atteggiamento intollerante che sull'argomento condividono i sostenitori dell'una e dell'altra bandiera, per cui in qualche modo hai già avuto la tua risposta
sulla pedofilia in riferimento a quel brano che tu citi, cerchiamo di correggere il tiro: è chiaramente una falsa accusa e ci indebolisce

Dio cè
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Offline Rita

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #49 il: Agosto 21, 2012, 11:34:25 am »
4] So bene quel che dici riguardo all'inversione dell'onere della prova in senso culturale, sociale. Però mi sono ricordata di una discussione di qualche tempo fa in cui qualcuno mi diede dell'ignorante perché dissi che non sapevo ci fosse questa norma. Mi dissero che c'era. Punto. L'unica fonte che mi fu fornita fu quel passaggio su un sito in cui non si capisce come sia riportata una cosa che di fatto non c'è. Ringrazio molto Rita per aver chiarito il punto e certamente poi considero tutto quello di cui parli quando la questione viene trattata in termini culturali. Ma almeno non devo stare a discutere con nessun@ per chiedere di cambiare una norma che non c'è e se ci fosse non mi piacerebbe e sarebbe mio preciso obiettivo quello di rimetterla in discussione. Si parla d'altro e in altro modo posso affrontare la questione.


visto un link citato da Sandokan che citava una proposta di legge parlamentare (non so se sia possibile verificarla nel sito ufficiale del Parlamento) e un'affermazione su un giornale di Angela Azzaro (se non ricordo male, che non so chi sia, ma presuppongo - o perlomeno così si dichara lei - "libera femminista") da un link preso a caso dalla rete per verificare chi è
http://www.ilfoglio.it/soloqui/8255

L'unica spiegazione che posso ipotizzare è che sia, se non un obiettivo, una recondita speranza o un desiderio dell'attivismo femminista che si occupa dello specifico tema.

Non è stato infrequente negli ultimi anni, leggere richieste più o meno velate in tal senso. E mi sembra anche logico, seppure non corretto dal punto di vista del diritto e ingiusto dal punto di vista umano. La violenza sessuale è un reato difficile da provare perché.. il sesso non è un reato.  Non so se mi spiego: uccidere è un reato, rubare è un reato, picchiare è un reato. Sono tutte violenze, contro la persona o il patrimonio.  Il sesso è un atto “normale” in ambito consensuale, quindi a me sembra che il problema maggiore sia stabilire il consenso. E per far questo (non essendo il giudicante stato sul “luogo”) per formarsi un libero convincimento deve interrogare, capire, domandare, chiedere ai vicini e ai passanti… insomma tutte quelle cose che fa l’autorità di polizia e la magistratura per stabilire il reato e chi ha torto e chi ha ragione. Io ricordo che quando andai a denunciare lo smarrimento di alcuni assegni per conto dell’ufficio in cui lavoravo o quando andai a denunciare il borseggio del portafoglio venni sottoposta ad un interrogatorio, degno della peggior criminale (che chiaramente mi fece sorridere perché le domande a cui dovevo rispondere non riguardavano la mia sfera privata, anche se mi beccai comunque dell’incosciente per essere salita sul tram affollato e non aver tenuto la borsa davanti a me con le mani ben salde sulla cerniera). Ora qual è l’interesse di parte lesa (in questo caso femminile)? Vale a dire chi “agisce” – anche in buona fede per gli interessi di una parte che interesse ha? Quello che la “sua” parte sia creduta  sulla parola e gli sia resa giustizia. Come si può definire un movimento che si dichiara femminista se non come l’avvocato difensore (in senso metaforico) delle donne? …(per dirla col DDL uscito recentemente, della “soggettività” femminile,  che è un po’ un controsenso per le femministe dell’uguaglianza che propugnano l’annullamento delle soggettività di genere perché sostengono l’esistenza di miriadi di soggettività individuali non inquadrabili in nessun tipo di generalizzazione)
Nei casi di violenza minore (visto che, e questo complica ulteriormente le cose, la legge del 1996 ha unificato i concetti di atti di libidine e violenza carnale del vecchio ordinamento per evitare antipatiche “interviste” alla parte lesa) ancora peggio, perché entra in gioco anche l’intenzione.
Qui, un’interessante (secondo me) analisi di un avvocato savonese.
http://www.diritto.it/materiali/civile/ruggiero.html#



Violenza sessuale e zone erogene. A quando la mappa?
 



di Enrico Ruggiero, avvocato in Savona
 

***

Questa noterella non vuole entrare nel merito di quanto recentemente deciso dalla Suprema Corte di Cassazione, Sezione Terza Penale con sentenza n. 6010/2002 ma intende solo porre degli interrogativi di fondo circa il, molto spesso irrisolto, problema del rapporto tra la norma di legge  e la sua interpretazione.

Si premette, qualora mai ce ne fosse bisogno, che chi scrive considera la violenza sessuale, nel pur di per se deviante elenco di gravità dei reati, uno dei delitti più aberranti e ritiene che nei rapporti interpersonali anche la semplice stretta di mano debba essere consensualmente voluta ed accettata.

Censurato, quindi, di per sé l'utilizzo della mano propria sulla persona altrui non consenziente ( o consenziente in modo ritenuto non valido dalla legge) ci si chiede come l'unico organo prensile di cui disponiamo ( se vogliamo escludere i contorsionisti ed alcuni velisti assai abili con i piedi ) possa eseguire un' atto sessuale ai sensi di legge.  E qui già ci si addentrerebbe in un autentico ginepraio qualora si volesse definire lo scopo sessuale di un atto in senso lato. Ci si limiti solo a dire che ormai è comune sentire che sessuale sia l'atto non tanto e non solo che riguardi i genitali quanto l'appagamento sessuale di chi lo compie ( da qui i comportamenti aberranti o devianti quali il feticismo, la podofilia ed altri che non necessariamente hanno una liason con la genitalità ).

Partendo da questo punto, quasi, fermo si può provare ad immedesimarsi nel giudice che deve oggettivare una sensazione che, per definizione, è soggettiva. Ci spieghiamo. Numerose sentenze hanno già statuito che la nozione di atti sessuali prevista dall' art. 609 bis c.p. non comprende solo gli atti che involgono la sfera genitale ma anche quelli che che riguardano zone del corpo note, secondo la scienza medica, psicologica, antropologico-sociologica, come erogene. Inoltre tali zone sono definite come quelle note come stimolanti l'istinto sessuale, sicchè detti atti, quando commessi su persona non consenziente o infraquattordicenne, ledono il bene protetto, cioè la libertà sessuale del soggetto passivo (Cass. pen., Sez.III, 21/01/2000, n.400, Cass. pen., Sez.III, 04/12/1998 n. 1137, Cass. pen., Sez.III, 27/04/1998, n.6651 ).

Rassicurati dal fatto che la erogenità di una parte del corpo possa essere individuata con metodi scientifici notiamo, forse errando,  che non risulterebbe ben chiaro se la stimolazione sessuale proveniente da dette zone valga per la vittima del reato o per l'autore di esso o per entrambi. Nella mano è assai sviluppato il senso del tatto per cui si potrebbe optare per la capacità di trasmettere sensazioni, in senso lato, sessuali a chi con essa abusa. Ma ciò non basta. La mano deve essere posta su una zona erogena altrui affinché si compia l'atto sessuale. E ora, ci pare, cominci a vacillare la costruzione che fin qui abbiamo edificato. Orfana di una definizione legislativa di atto sessuale ( giustamente, si può dire, per mantenere aperte le più impensate varianti dell' atto) la giurisprudenza deve però fare i conti con la realtà quotidiana e non sempre la scienza la aiuta per cui è tentata, per necessità, a fornire decaloghi di comportamenti definibili come atti sessuali ( la già citata sentenza  Cass. pen., Sez.III, 04/12/1998 n. 1137, ad esempio, definisce atti sessuali i toccamenti delle mammelle, delle cosce e il bacio a labbra chiuse ).

Tenendo conto di tale elenco e, peraltro di ben più marcati comportamenti lesivi dell' altrui dignità sessuale avvenuti in un momento anteriore, nella sentenza in commento, è stata qualificata come violenza sessuale l'atto di libidine su una parte, si noti del corpo femminile e non maschile - ( la coscia della dipendente sulla quale si è concentrata l'azione palpeggiatrice dell'imputato) ,  definita  come inequivocamente rientrante nella gamma della c.d. appetibilità sessuale. Ora si noti che il palpamento, definito subdolo dalla Suprema Corte, era avvenuto di fronte ad una paziente  del medico stomatologo imputato e che la reazione della parte offesa era stata la dichiarazione di essere già felicemente fidanzata ( debole difesa attesa la posizione di dipendente dell'imputato e il conseguente stato di soggezione ).

Si è prima affermato che ci si vuole  astenere da giudizi in merito alla sentenza in sé ma che si desidera porre degli interrogativi di fondo.

Attenendoci a questo principio ci si pone il quesito se, effettivamente, la casistica in materia di violenza sessuale ( reato si ripete odioso ma anche gravemente infamante nei confronti di chi ne subisce la condanna) possa essere lasciata sic et sempliciter al   giudizio di un apparato giudiziario che, immotivatamente, ritiene erogena una zona del corpo umano anziché un'altra. Ora che, con un passo avanti in civiltà, la violenza sessuale non viene più considerato un reato contro la pubblica morale ma  contro la persona anche i metodi di giudizio dovrebbero seguire questo percorso. Si ravvisa un afflato di moralismo, infatti, nella definizione che la Suprema Corte dà della coscia, e si rimarca ancora, esclusivamente femminile come inequivocabilmente appetibile sessualmente. Le Corti si trovano nella scomoda situazione di individuare elementi oggettivi in un campo in cui la soggettività è padrona ( intendiamo la appetibilità sessuale di una parte del corpo umano nonché la soddisfazione sessuale che deriva a un soggetto dal contatto con essa  ) e non agiscono neppure secondo un principio statistico del genere dell' id quod plerumque accidit,   ma secondo classificazioni lasciate alla moralità di chi giudica o, il che è peggio, alla moralità che chi giudica pensi essere quella inequivoca della società in cui si trova a vivere, operare e decidere). Ciò che interessa in questa sede è porre in evidenza questa discrasia tra la ( dichiarata e supposta )oggettività dell' atto sessuale violento e la soggettività (quasi) inevitabile di chi deve decidere sulla natura dell'atto. Secondo il nostro modesto punto di vista un grande obiettivo di natura giuridica sarà raggiunto quando i cosiddetti operatori del diritto riusciranno a ragionare in termini a-morali nel momento in cui  devono trattare temi che coinvolgono  la sessualità umana. In caso contrario si rischia di confondere la oggettivazione della parte erogena del corpo ( la coscia anziché la spalla o il ginocchio)  con la obiettività del giudizio.
 
Enrico Ruggiero, avvocato in Savona
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Offline ilmarmocchio

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #50 il: Agosto 21, 2012, 11:57:20 am »
Riggiero : ...l' id quod plerumque accidit,  ...
ecco, se si cominciasse a scrivere in italiano, forse il pensiero giuridico sarebbe meno contorto e arriverebbe a meno assurdità.
ma è possibile nel 2000 essere ancora con quel latinorum da secoli bui ?

Offline ilmarmocchio

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #51 il: Agosto 21, 2012, 11:59:31 am »
Ruggiero : ...ma secondo classificazioni lasciate alla moralità di chi giudica o, il che è peggio, alla moralità che chi giudica pensi essere quella inequivoca della società in cui si trova a vivere, operare e decidere). Ciò che interessa in questa sede è porre in evidenza questa discrasia tra la ( dichiarata e supposta )oggettività dell' atto sessuale violento e la soggettività (quasi) inevitabile di chi deve decidere sulla natura dell'atto. Secondo il nostro modesto punto di vista un grande obiettivo di natura giuridica sarà raggiunto quando i cosiddetti operatori del diritto riusciranno a ragionare in termini a-morali nel momento in cui  devono trattare temi che coinvolgono  la sessualità umana. In caso contrario si rischia di confondere la oggettivazione della parte erogena del corpo ( la coscia anziché la spalla o il ginocchio)  con la obiettività del giudizio.



questo è molto interessante

Offline Cato

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #52 il: Agosto 21, 2012, 12:06:25 pm »
Cosmos, provo a spiegare meglio il punto.

C'è un sito che estrapola frasi fuori contesto per attaccare come "sostenitore dei pedofili" una persona che non può difendersi perché morta:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/10/21/il-lato-nascosto-della-sindrome-da-alienazione-genitoriale/

Anzi, quel sito attacca tutti i maschi come potenziali pedofili:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/04/13/i-maschi-sono-tutti-potenziali-pedofili/

Poi, quello stesso sito pubblica dubbi racconti contenenti frasi come
«Avevamo in comune un interesse difficile da coltivare. Noi lo coltivavamo con tenacia: la PEDOFILIA»
o anche racconti dove una madre uccide il figlio masturbandosi.


Il punto non è abbassarsi al livello delle femministe,
ma far capire come i metodi che loro usano contro gli uomini potrebbero ritorcerglisi contro.


Apprezzo il vostro tentativo di dialogare civilmente con chi scrive che siete potenziali pedofili in quanto maschi, ma vi ricordo che la frase «La Germania è pronta a siglare ogni solenne patto di non aggressione, perché non vuole attaccare nessuno» la disse Adolf Hitler.


Offline Rita

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #53 il: Agosto 21, 2012, 12:10:27 pm »
Riggiero : ...l' id quod plerumque accidit,  ...

 :lol:

significa "quello che accade più spesso".. ecco, secondo me, è un indizio sul fatto che la cultura incida molto sulla parte del diritto

Comunque per spiegarmi meglio ho trovato una sentenza che, secondo me, è emblematica per spiegare l'influenza degli orientamenti giuresprudenziali nella valutazione della attendibilità delle testimonianza (tutte comprese quelle dell'imputato e della parte offesa che sono elementi probatori comunque)

http://www.leggioggi.it/2012/07/12/violenza-sessuale-presuntala-testimonianza-dei-figli-prevale-su-quella-contraria-della-madre/

viene riconosciuto un interesse configgente.

Da quarant'anni, se leggo sui giornali, riviste, blog, o ascolto in televisione quando si tratta del tema della violenza sessuale si sente sovente ripetere "ma che interesse può avere una donna a denunciare il falso in una violenza sessuale, sottoponendosi ad un'umiliazione?"

Costruito il passaggio: prima si indebolisce la parte del diritto che deve anche inquisire in un certo senso chi presenta una denuncia, facendo leva sul senso di colpa di chi interroga e di vergogna di chi deve rispondere (qui rafforzando la cultura tradizionale che non prevede di raccontare dettagli intimi in pubblico) dopodichè si fa leva sulla presunzione di attendibilità di un'accusa.

http://www.leggioggi.it/2012/07/12/violenza-sessuale-presuntala-testimonianza-dei-figli-prevale-su-quella-contraria-della-madre/

dal brano si evince
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Offline Rita

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #54 il: Agosto 21, 2012, 12:15:30 pm »
Principio giuridico

l' id quod plerumque accidit

http://it.wikipedia.org/wiki/Id_quod_plerumque_accidit

Istat: ci sono 70000000000 di donne che subiscono violenza in famiglia... una donna su tre subisce violenza in famiglia.

Questa è una costruzione "utile" all'applicazione giuridica (in linea teorica chiarisco eh....) dell' id quod plerumque accidit.

Accidenti  :D
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Offline ilmarmocchio

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #55 il: Agosto 21, 2012, 12:16:12 pm »
:lol:

significa "quello che accade più spesso".. ecco, secondo me, è un indizio sul fatto che la cultura incida molto sulla parte del diritto



scrivere " fatti più frequenti " è proprio così difficile ? o l'italiano è lingua straniera ? o , quello che io credo, nel mondo giuridico c'è lì'incoercibile spinta a complicare il semplice ?

Offline ilmarmocchio

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #56 il: Agosto 21, 2012, 12:21:30 pm »
Principio giuridico

l' id quod plerumque accidit

http://it.wikipedia.org/wiki/Id_quod_plerumque_accidit

Istat: ci sono 70000000000 di donne che subiscono violenza in famiglia... una donna su tre subisce violenza in famiglia.

Questa è una costruzione "utile" all'applicazione giuridica (in linea teorica chiarisco eh....) dell' id quod plerumque accidit.

Accidenti  :D

beh , la sentenza era ovvia.

comunque, anche se non c'entra , io ce lo piazzo

Abusus non tollit usum.  :P

Offline ilmarmocchio

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #57 il: Agosto 21, 2012, 12:22:44 pm »
e un altro , tiè


Accessio nemini proficit nisi ei qui ipse possedit.



Offline Rita

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #58 il: Agosto 21, 2012, 12:23:03 pm »




scrivere " fatti più frequenti " è proprio così difficile ? o l'italiano è lingua straniera ? o , quello che io credo, nel mondo giuridico c'è lì'incoercibile spinta a complicare il semplice ?

 :) ma .. credo anch'io che se un avvocato scrive per un giornale dovrebbe astenersi dalla terminologia latina o almeno spiegarla, ma forse quello era un articolo destinato agli operatori del settore.
Credo che esista un po' in tutti i settori la tendenza a usare un gergo.
La lingua della danza è il francese ovunque e anche qui in Italia per definire certe figure di danza o posizioni usano termini francesi. Credo che l'italiano sia la lingua della musica classica, se non ricordo male e.. il latino è la lingua dei giuristi.  :P

Anche i medici non scherzano quando parlano tra di loro o scrivono di medicina eh...
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Offline doctordoctor

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Re:Quelle false accuse contro le femministe
« Risposta #59 il: Agosto 21, 2012, 12:27:48 pm »

Cato pensa che la Pas sia di vitale importanza per la salute psicofisica dei bambini. Io penso che sia il prodotto di una psichiatria autoritaria che medicalizza conflitti e comportamenti con un grave pregiudizio di genere. Non dubito sulla buona fede di chi la pensa diversamente da me, sono contraria ad ogni demonizzazione di chi sostiene idee diverse dalle mie, e non capisco perché questa tendenza calunniosa, diffamante nei confronti di chi avanza critiche sulla Pas.

Il problema non è considerarla un dogma, il problema sono le reazioni che arrivano dai detrattori della PAS nel momento in cui si prova a dibattere. Se ci sente dire che si fa il gioco dei pedofili, che si è amici dei pedofili (cosa centri la PAS con la pedofilia non è dato saperlo), che si è maschilisti (cosa centri la PAS con il maschilismo non è dato saperlo) e si vuole opprimere le donne, che si violenti, e così via senza entrare nel merito dei contenuti del concetto su cui si vuole dibattere, è chiaro che ad un certo punto la rabbia può scattare e il confronto si trasforma in lotta. Va detto però che queste posizioni vengono adottate dai non addetti ai lavori, raramente si adoperano queste posizioni in ambito accademico (a meno che non si ha a che fare con chi interpreta la realtà secondo le teorie di genere). Identica storia anche per quel concetto che prende il nome di misoginia e  quando si parla di violenza o di qualsiasi argomento che non piace a chi adotta posizioni molto marcate che fanno capo alle teorie femministe/di genere (e questo anche in ambito accademico).
Non riesco però a capire come mai considera la PAS una teoria che porta con se un grave pregiudizio di genere. Sarebbe interessante saperlo perché mi sembra il contenuto di questa discussione può approfondirsi anche sulla base di queste considerazioni. Spero di non aver fatto una domanda troppo personale