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FABRIZIO DE ANDRE'

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raniran:
Peter grazie
Fabrizio non ha mai fatto video....le Poesie non ne necessitavano
odiava la tv (!!) , i concerti ..... le apparizioni pilotate
Il video che hai pubblicato è squisito ma non opera di FdA
Ciao
Ale

raniran:
Dei tre testi che ho pubblicato
non dovrei prenderne uno a caso per rappresentare qualcosa di interessante la QM:
tutti e tre contribuiscono ad una visione globale del De Andrè-Pensiero....
se li leggete ma soprattutto SE ne ascoltate la Musica
CAPIRETE

Ale

raniran:
La canzone Recitativo (Due invocazioni e un atto di accusa) il cui testo inizia per "Uomini senza fallo, semidei che vivete in castelli"... è cantata e/o suonata da Fabrizio De André. Il brano è tratto dall'album Tutti morimmo a stento che contiene 10 tracce ed è stato pubblicato nel 1968.

Uomini senza fallo, semidei

che vivete in castelli inargentati

che di gloria toccaste gli apogei

noi che invochiam pietà siamo i drogati.



Dell'inumano varcando il confine

conoscemmo anzitempo la carogna

che ad ogni ambito sogno mette fine:

che la pietà non vi sia di vergogna.



Banchieri, pizzicagnoli, notai,

coi ventri obesi e le mani sudate

coi cuori a forma di salvadanai

noi che invochiam pietà fummo traviate.



Navigammo su fragili vascelli

per affrontar del mondo la burrasca

ed avevamo gli occhi troppo belli:

che la pietà non vi rimanga in tasca.



Giudici eletti, uomini di legge

noi che danziam nei vostri sogni ancora

siamo l'umano desolato gregge

di chi morì con il nodo alla gola.



Quanti innocenti all'orrenda agonia

votaste decidendone la sorte

e quanto giusta pensate che sia

una sentenza che decreta morte?



Uomini cui pietà non convien sempre

male accettando il destino comune,

andate, nelle sere di novembre,

a spiar delle stelle al fioco lume,

la morte e il vento, in mezzo ai camposanti,

muover le tombe e metterle vicine

come fossero tessere giganti

di un domino che non avrà mai fine.



Uomini, poiché all'ultimo minuto

non vi assalga il rimorso ormai tardivo

per non aver pietà giammai avuto

e non diventi rantolo il respiro:

sappiate che la morte vi sorveglia

gioir nei prati o fra i muri di calce,

come crescere il gran guarda il villano

finché non sia maturo per la falce.


Lyrics powered by www.musiXmatch.com

raniran:
In ascolto cambia..lo sapete
"Recitativo (Due Invocazioni E Un Atto Di Accusa)"

raniran:
Fabrizio voleva passare inosservato
la ribalta lo infastidiva, figuriamoci la tv
Fab aveva una bella moglie giovane, ma da donnaiolo com'era
non ha mai sbagliato una virgola....
solo il cancro ce l'ha portato via........
ALe

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