Dialoghi > Verso una Nuova Alleanza
PAS
ilmarmocchio:
--- Citazione da: Cato - Settembre 04, 2012, 20:05:48 pm ---Avete mai visto bambini affetti da PAS di grado grave? Io sì.
È una cosa che spezza il cuore.
Ad avere devastato quei bambini spesso sono calunnie sostenute da spietate avvocate femministe e squilibrati abusologi. Ci vuole la pena di morte per questa feccia e per chi tenta di difenderla negando che alienare un bambino è un abuso sull'infanzia.
--- Termina citazione ---
che gli abusologi siano feccia, sono d'accordo.
però, la pena di morte...
ora non esageriamo
vnd:
--- Citazione da: ilmarmocchio - Settembre 05, 2012, 15:49:44 pm ---che gli abusologi siano feccia, sono d'accordo.
però, la pena di morte...
ora non esageriamo
--- Termina citazione ---
Credo fosse una... provocazione?
doctordoctor:
--- Citazione da: FikaSicula - Settembre 04, 2012, 19:09:02 pm ---
Ditemi voi dove, o contattatemi in privato o ditemi dove posso contattarvi io, Doctor Doctor, Cassiodoro e chiunque voglia discuterne.
--- Termina citazione ---
Per me se ne può discutere qui se a lei va bene
FikaSicula:
--- Citazione da: doctordoctor - Settembre 05, 2012, 17:05:17 pm ---Per me se ne può discutere qui se a lei va bene
--- Termina citazione ---
Guardi, io provo con tutta la buona volontà per l'ultima volta e sono certa che arriverà il mio fanclub di pedinatori on/web a intrattenerci con simpatiche parentesi offensive ma comunque sia metto qui questi ritagli che avevo ricavato come esempi di detrazione/opposizione e come elementi a riprova della connotazione con pregiudizio di genere della Pas. Li metto qui per darvi l'opportunità di rispondere e fornire altri dati ed elementi che io userò. Così magari si chiude il giro di interventi e io ho il materiale che mi serve per il post.
E dunque, alcune citazioni e spunti utili:
Guglielmo Gulotta:
“il sesso: in due terzi dei casi il genitore bersaglio è il padre, che ha quindi maggiore probabilità di essere vittima della PAS soprattutto quando viene accusato falsamente di abuso sessuale;”
(http://www.personaedanno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=27693)
Una parentesi perché questo apre ad un argomento a detrazione. Trovo qui scritto: “La PAS si connota da un immotivato rifiuto di un figlio a mantenere i rapporti di legame con il genitore non affidatario. La PAS non si diagnostica se vi sono presenti abusi sessuali o violenze.”
(http://www.psicologiagiuridica.eu/psicologia-giuridica/43-separazioni-e-divorzi/72-pas-sindrome-di-alienazione-genitoriale.html)
Domanda: Ma se l’abuso sessuale viene ritenuto falso e addebitato alla Pas come fa a essere preso in considerazione per l’esclusione di una diagnosi?
Ancora, addebito esclusivo alla madre:
“Il caso in esame esemplifica come un iniziale perito non esperto, una madre disturbata cui viene consentita l’impunità, operatori che credono di saper fare di testa loro abbiano trasformato una situazione difficile in un caso impossibile, con gravissime conseguenze specialmente per i tre minori coinvolti. La vicenda è estratta dalla omonima sez. 13.4 del libro “La sindrome di alienazione parentale” (Guglielmo Gullotta, Adele Cavedon, Moira Liberatore).”
(http://www.adiantum.it/public/1799-pas,-come-un-caso-difficile-può-diventare-impossibile---di-g.-gulotta.asp)
“In questi casi moderati i genitori alienanti attuano dei comportamenti “tipici” ed alcuni dei quali sono:
Verbalizzazioni di disapprovazione rispetto le visite del minore: “Tu puoi stare da tuo padre ma sai come io mi sento quando sei con lui” e “Come puoi andare da tuo padre quando sai che io non mi sento bene”;
Aperto rifiuto di ascoltare qualsiasi resoconto riguardante l’altro genitore: “Non lo voglio sentire, non voglio sentire nulla che riguardi tuo padre”;”
Oppure:
“Nella maggior parte delle famiglie è la madre il genitore alienante, il programmatore, e il padre la vittima; secondo Lowenstein (1999) i genitori alienanti risultano essere per il 75% le madri e solo per il 25% i padri. La madre secondo l’autore rimane il centro della vita familiare anche in presenza di rilevanti cambiamenti sociali, culturali ed economici. In virtù di questo ruolo le madri tendono ad utilizzare qualsiasi arma per essere certe di mantenere questo potere sul sistema filiare (Giorgi, 2001). Tuttavia le madri che utilizzano le accuse di inefficacia sul piano educativo e comportamentale dell’altro genitore (padre) tenderebbero ad alienare se stesse dai reali bisogni del figlio o dei figli per mantenere una relazione esclusiva con il figlio stesso e realizzare quindi una posizione di potere e di controllo all’interno della relazione. Il bambino che viene inglobato in questa dinamica tende progressivamente ad assumere e supportare le posizioni della madre manifestando rifiuto nei confronti del padre.
L’autore tende ad individuare due tipologie di genitore alienato:
Genitori (soprattutto padri) che hanno avuto con il proprio figlio o figli un legame, un rapporto sano e forte prima del divorzio
Genitori (soprattutto padri) che hanno avuto con il proprio figlio o figli un legame non soddisfacente, distaccato piuttosto ristretto e limitato prima del divorzio
”
(http://www.psychomedia.it/pm/grpind/separ/giordano2.htm)
E ancora qui, come in altre fonti, si parla di “genitore” ma gli esempi finiscono sempre per rappresentare un padre vittima e una madre alienante //www.youtube.com/watch?v=lST-ixaGrYE
“E’ importante sottolineare che il comportamento di denigrazione del figlio, indotto dalla madre affidataria nei confronti del padre, non deve essere basato su un reale comportamento negligente del genitore non affidatario (…)
Il genitore, quasi sempre la madre, che elabora strategie per allontanare l’ex coniuge dal figlio, viene definito programmatore e/o alienante (…) [pag. 32 – testo – la sindrome di alienazione genitoriale - di Gullotta, Cavedon e Liberatore.]
Gardner tende a riferirsi alla madre come sinonimo di genitore alienante a seguito di una analisi (…) da cui risultò che nell’85/90 % dei casi di Pas analizzati, era la madre il genitore alienante. (pag. 33 ancora Gullotta, Cavedon e Liberatore)
[Su questo ci sono altri testi che parlano di una percentuale non verificabile che egli stesso poi ridimensionò perché la sua statistica non era stata ritenuta credibile – carol s. bruch]
Il testo di Gulotta/Cavedon/Liberatore si riferisce comunque alla madre in moltissime pagine. Ricorre il concetto di “madre alienatrice” e non “genitore”. A pag 41 c’è addirittura un paragrafo che si intitola proprio “la madre programmatrice”. Ed è Gardner ad essere citato con esempi che raccontano i mille modi in cui una madre può indurre la Pas nel figlio vittimizzando il padre. Il paragrafo che parla del padre programmatore invece si riferisce ad un 5/10% dei casi e tuttavia si fa derivare questa cosa da un “mandato familiare” ove sarebbe ricorrente una organizzazione familiare di stampo matriarcale. Dunque si ritiene di per se’ il padre privo della capacità di indurre la Pas a meno che non venga influenzato egli stesso da altre figure femminili (la nonna).
Ancora un testo:
compendio di psicologia giuridico forense criminale investigativa di Gugliemo Gullotta
Pagg: 305/309:
“Nei casi di Pas grave è possibile che il bambino arrivi ad accusare falsamente il genitore alienato di abusi sessuali nei suoi confronti.”
Poi si parla di false accuse a cifre altissime, senza riportare una fonte, e dove ci si riferisce al genitore che metterebbe in atto simili strategie per ottenere l’affido esclusivo a me pare chiaro che si riferisca alla madre.
In più e più circostanze dunque l’accusa di abuso sessuale diventa di per se’ un sintomo di Pas stabilendo a priori che quasi tutte le accuse siano false. Temo che sia questo un serio punto che lascia intravedere un pericolo di trascuratezza di un bisogno del bambino laddove il rifiuto di un genitore possa avere una motivazione che andrebbe indagata a prescindere da ciò che affermava Gardner.
Ma prima di trovare altre fonti volevo riportare un brano tratto dal libro di sonia vaccaro e consuelo bareo dove si dice, alla fine del racconto della vicenda di Nathan Grieco, che gli Stati Uniti proibirono in molti Stati l’uso della Pas e della terapia della minaccia e ci si chiede come sia possibile in un mondo globalizzato che non si faccia tesoro dell’esperienza perché nel campo della ricerca medica a nessuno verrebbe in mente di sperimentare da zero per lottare contro le infezioni.
Poi: il primo libro di Gardner, La sindrome di alienazione genitoriale e la differenza tra l’abuso sessuale infantile e quello genuino, parla di accuse di incesto, dice che la denunciante è quasi sempre la madre, il denunciato il padre, che la maggior parte delle accuse sarebbero false.
Gardner inventa anche una scala di conferma dell’abuso – Sals – che vorrebbe distinguere tra buona fede e casi costruiti e che poi viene aspramente criticata da altri scienziati per via di molti problemi metodologici, per la totale mancanza di requisiti minimi come strumento di misurazione affidabile e lo stesso Gardner ne abbandonò l’applicazione.
Dopo gli interventi di Carol Bruch, nel 2001, Gardner disse che la Pas non potesse essere applicata in casi di violenza domestica. Il tema del dibattito tra i due fu che anche le denunce per violenza domestica venivano contemplate come false accuse. Aspramente criticato Gardner dovette specificare che la violenza subìta non poteva essere trascurata.
Dice Carol Bruch che “il termine Pas si applica oggi a tutti i i tipi di situazioni in cui un bambino rifiuta un genitore.” Dunque le nuove prese di posizione di Gardner in realtà non vengono rispettate da chi dopo di lui prosegui nel perseguimento della sua applicazione.
Ancora:
“la Pas è una scienza spazzatura” dice Paul Fink, psichiatra, presidente del Leadership Council on child abuse and interpersonal violence e ex presidente della associazione americana psichiatri. Egli sostiene che “la scienza ci dice che la ragione più probabile del rifiuto del bambino del genitore sia il comportamento di questo genitore. Etichette come la Pas servono per sviare l’attenzione da questi comportamenti.”
Molti altri scienziati dicono la stessa cosa. Sonia Vaccaro e Consuelo Barea, psicologa clinica e psicoterapeuta, nel loro libro “Pas – presunta sindrome di alienazione genitoriale” parlano di confusione che non consente di distinguere un fenomeno da una sindrome. Lo stesso dice Hoult quando afferma che non c’è evidenza di patologia. Così anche l’associazione neuropsichiatrica spagnola.
Ecco: direi che questa potrebbe essere una sintesi degli argomenti che poi vengono maggiormente usati come elementi oppositivi.
Buona notte.
doctordoctor:
Ha messo tanti argomenti, spero di rispondere a tutti ora, altrimenti pubblicherò un secondo post.
--- Citazione da: FikaSicula - Settembre 06, 2012, 02:16:45 am ---
E dunque, alcune citazioni e spunti utili:
Guglielmo Gulotta:
“il sesso: in due terzi dei casi il genitore bersaglio è il padre, che ha quindi maggiore probabilità di essere vittima della PAS soprattutto quando viene accusato falsamente di abuso sessuale;”
(http://www.personaedanno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=27693)
Una parentesi perché questo apre ad un argomento a detrazione. Trovo qui scritto: “La PAS si connota da un immotivato rifiuto di un figlio a mantenere i rapporti di legame con il genitore non affidatario. La PAS non si diagnostica se vi sono presenti abusi sessuali o violenze.”
(http://www.psicologiagiuridica.eu/psicologia-giuridica/43-separazioni-e-divorzi/72-pas-sindrome-di-alienazione-genitoriale.html)
Domanda: Ma se l’abuso sessuale viene ritenuto falso e addebitato alla Pas come fa a essere preso in considerazione per l’esclusione di una diagnosi?
--- Termina citazione ---
Mi perdoni ma qui non ho capito bene il senso della sua domanda. Spero di rispondere nel modo corretto, altrimenti le chiedo di riformularla. L'abuso non viene addebitato alla PAS nel momento in cui viene escluso per mezzo della diagnosi differenziale. Ossia i professionisti, con i loro mezzi a disposizione, cercano di vedere se si tratta di abuso o no. Se non viene confermata la diagnosi di abuso non vuol dire che l'unica alternativa disponibile sia la PAS. Gulotta è molto chiaro al riguardo: ci sono molti casi in cui il genitore denunciante crede in buona fede all'eventualità di un abuso perché spaventato, senza per questo alienare il figlio. Inoltre i comportamenti dei bambini abusati differiscono da quelli alienati (si ricorda il post precedente?). Spero di aver interpretato correttamente la sua domanda.
--- Citazione da: FikaSicula - Settembre 06, 2012, 02:16:45 am ---
Ancora, addebito esclusivo alla madre:
--- Termina citazione ---
Mi sembra che lei, da questo punto fino quasi alla fine, abbia ignorato quanto le avevo detto a proposito dei genitori. Posso sbagliarmi, ma ho come l'impressione che sia restia a credere che quando si parla di PAS si parla di genitori e non di madri. Gli esempi che fa sono il frutto di citazioni estremamente selettive che non tengono conto di quello che le avevo detto (in modo che potesse fare ulteriori ricerche).
Mi spiegherò meglio
--- Citazione da: FikaSicula - Settembre 06, 2012, 02:16:45 am ---
“Il caso in esame esemplifica come un iniziale perito non esperto, una madre disturbata cui viene consentita l’impunità, operatori che credono di saper fare di testa loro abbiano trasformato una situazione difficile in un caso impossibile, con gravissime conseguenze specialmente per i tre minori coinvolti. La vicenda è estratta dalla omonima sez. 13.4 del libro “La sindrome di alienazione parentale” (Guglielmo Gullotta, Adele Cavedon, Moira Liberatore).”
(http://www.adiantum.it/public/1799-pas,-come-un-caso-difficile-può-diventare-impossibile---di-g.-gulotta.asp)
--- Termina citazione ---
Mi perdoni ma questa citazione è inopportuna. Non si può generalizzare da un caso singolo. Cosa centra questo caso con il fatto che sono rappresentate solo donne? Lei dovrebbe prendere dati più ampi, altrimenti io potrei prendere il caso di una donna che ha commesso violenze sessuali su un uomo e dire o che le percentuali di violenze sessuali per asserire che le violenze sessuali si riscontrano con egual frequenza in entrambi i generi. Il ragionamento mi sembra lo stesso.
--- Citazione da: FikaSicula - Settembre 06, 2012, 02:16:45 am ---
(http://www.adiantum.it/public/1799-pas,-come-un-caso-difficile-può-diventare-impossibile---di-g.-gulotta.asp)
“In questi casi moderati i genitori alienanti attuano dei comportamenti “tipici” ed alcuni dei quali sono:
Verbalizzazioni di disapprovazione rispetto le visite del minore: “Tu puoi stare da tuo padre ma sai come io mi sento quando sei con lui” e “Come puoi andare da tuo padre quando sai che io non mi sento bene”;
Aperto rifiuto di ascoltare qualsiasi resoconto riguardante l’altro genitore: “Non lo voglio sentire, non voglio sentire nulla che riguardi tuo padre”;”
Oppure:
“Nella maggior parte delle famiglie è la madre il genitore alienante, il programmatore, e il padre la vittima; secondo Lowenstein (1999) i genitori alienanti risultano essere per il 75% le madri e solo per il 25% i padri. La madre secondo l’autore rimane il centro della vita familiare anche in presenza di rilevanti cambiamenti sociali, culturali ed economici. In virtù di questo ruolo le madri tendono ad utilizzare qualsiasi arma per essere certe di mantenere questo potere sul sistema filiare (Giorgi, 2001). Tuttavia le madri che utilizzano le accuse di inefficacia sul piano educativo e comportamentale dell’altro genitore (padre) tenderebbero ad alienare se stesse dai reali bisogni del figlio o dei figli per mantenere una relazione esclusiva con il figlio stesso e realizzare quindi una posizione di potere e di controllo all’interno della relazione. Il bambino che viene inglobato in questa dinamica tende progressivamente ad assumere e supportare le posizioni della madre manifestando rifiuto nei confronti del padre.
L’autore tende ad individuare due tipologie di genitore alienato:
Genitori (soprattutto padri) che hanno avuto con il proprio figlio o figli un legame, un rapporto sano e forte prima del divorzio
Genitori (soprattutto padri) che hanno avuto con il proprio figlio o figli un legame non soddisfacente, distaccato piuttosto ristretto e limitato prima del divorzio
”
(http://www.psychomedia.it/pm/grpind/separ/giordano2.htm)
E ancora qui, come in altre fonti, si parla di “genitore” ma gli esempi finiscono sempre per rappresentare un padre vittima e una madre alienante //www.youtube.com/watch?v=lST-ixaGrYE
“E’ importante sottolineare che il comportamento di denigrazione del figlio, indotto dalla madre affidataria nei confronti del padre, non deve essere basato su un reale comportamento negligente del genitore non affidatario (…)
Il genitore, quasi sempre la madre, che elabora strategie per allontanare l’ex coniuge dal figlio, viene definito programmatore e/o alienante (…) [pag. 32 – testo – la sindrome di alienazione genitoriale - di Gullotta, Cavedon e Liberatore.]
Gardner tende a riferirsi alla madre come sinonimo di genitore alienante a seguito di una analisi (…) da cui risultò che nell’85/90 % dei casi di Pas analizzati, era la madre il genitore alienante. (pag. 33 ancora Gullotta, Cavedon e Liberatore)
[Su questo ci sono altri testi che parlano di una percentuale non verificabile che egli stesso poi ridimensionò perché la sua statistica non era stata ritenuta credibile – carol s. bruch]
Il testo di Gulotta/Cavedon/Liberatore si riferisce comunque alla madre in moltissime pagine. Ricorre il concetto di “madre alienatrice” e non “genitore”. A pag 41 c’è addirittura un paragrafo che si intitola proprio “la madre programmatrice”. Ed è Gardner ad essere citato con esempi che raccontano i mille modi in cui una madre può indurre la Pas nel figlio vittimizzando il padre. Il paragrafo che parla del padre programmatore invece si riferisce ad un 5/10% dei casi e tuttavia si fa derivare questa cosa da un “mandato familiare” ove sarebbe ricorrente una organizzazione familiare di stampo matriarcale. Dunque si ritiene di per se’ il padre privo della capacità di indurre la Pas a meno che non venga influenzato egli stesso da altre figure femminili (la nonna).
--- Termina citazione ---
Scusi ma lei così non dimostra le sue tesi: c'è un paragrafo intitolato genitori alienanti (p. 39) e il fatto che l'autore riporti sia la madre alienante sia il padre alienante serve a illustrare differenze tra le modalità di alienazione dei genitori. Nel paragrafo dei nonni che alienano si parla di genitori. Per quanto riguarda l'organizzazione matriarcale ci sono due considerazioni da fare: la prima è che le considerazioni sono fatte sulla casistica degli autori, come loro stessi dichiarano. La seconda è che lei tende automaticamente ad assumere una differenza riscontrata o un comportamento rilevato come indice di discriminazione se questo non si riscontra automaticamente dall'altra parte.
Ma lei ha fatto così anche nei confronti delle violenze nelle famiglie patriarcali?
Torno a ripeterle che la differenza può esserci, le famiglie patriarcali e matriarcali possono essere violente e abusanti in modi diversi così come possono esercitare il controllo in modi diversi.
Inoltre lei sembra ignorare il fatto che Gardner nel 2005 (o 2004, non ricordo) parlava di simmetria di genere a proposito delle condotte alienanti (lo avevo detto in più di un'occasione). Io le avevo citato uno studio del 1980 dove i comportamenti alienanti venivano attuati più spesso dalle madri. Questo per dimostrare che il fenomeno ha circa 30 anni di studi; Gardner allora non aveva proposto ancora la PAS ma stranamente nessuno aveva mosso un dito durante il periodo di quello studio.
Gli studi che lei cita sono precedenti al 2004, dunque fanno vedere Gardner che ritiene le madri essere coloro che attuano più spesso condotte alienanti. Se avesse preso gli scritti di Gardner dal 2004-05 in poi avrebbe visto un quadro diverso.
Vuol provare a esaminarli?
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