Vabbè, non c'è neppure nessuna legge che ti obbliga a lavorare....
Infatti questo era un paese fondato sul lavoro, oggi ci hanno detto che il lavoro NON è un diritto.
Il problema secondo me si crea quando il sistema si contraddice fino ad annullarsi; lavorare diventa un diritto/dovere nel momento in cui i beni di consumo di prima necessità, a partire dalla casa, al cibo e quei 4 stracci di vestiti ti rendono parte di un ingranaggio che ti obbliga a lavorare fino alla tomba qualsiasi cosa trovi.
In quel momento sei funzionale al sistema e puoi anche pretendere mandando a puttane tutto.
Non sempre chi fa lavori manuali è perchè non è stato "lungimirante", potrebbe essere stata una scelta obbligata.
Per gli uomini avere un reddito senza attendere il fine laurea, o anche oltre, può essere più importante che per una donna, per acquisire valore.
E' un concetto sbagliato, è qualcosa che va distrutto, ridicolizzato, sputtanato.
E il fatto che la stragrande maggioranza dei lavori faticosi e usuranti li fanno gli uomini dimostra, inoltre, che gli uomini non cercano "tutti" e a tutti i costi il "lavoro intellettuale" "facile e veloce".
Gli uomini li fanno perché hanno la forza per sostenerli, ma la forza fisica maschile NON deve essere strumentalizzata dagli altri, è come il secchione che si trova a fare i compiti a tutti pur di avere un riflesso di considerazione sociale. I compromessi a volte sono difficili da stroncare, ma cercare di farli fuori se questi sono la fonte dei tuoi malanni e della tua stessa vita, vale la pena almeno provarci.
Una cosiderazione generale:
i lavori faticosi e usuranti non sono relegati obbligatoriamente e per legge agli uomini, però le quote rosa lo favoriscono (oltre a favorirlo in modo facile e veloce).
Infatti è per questo che si contestano.