Si pienamente d'accordo.. Wikipedia su temi sociali, sopratutto riguardanti femminismo e dintorni è pura spazzatura, ed infatti il mio non era un link riferito ad una "fonte"..
Solo che in questo caso wikipedia riporta in linea generale una buona biografia che io lessi molto tempo fa su un altro sito del quale non ricordo l'indirizzo nè il nome...
Sul fatto che il contenuto potrebbe variare nel tempo non posso che darti nuovamente ragione...
Faccio un copia incolla del testo wikipedia (testo comunque da prendere con le dovute accortezze):
Erin Pizzey
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Erin Patria Margaret Carney coniugata Pizzey (19 febbraio 1939) è una scrittrice britannica, attivista nel campo delle violenze familiari e nota per le sue opere sul tema della violenza domestica e per aver aperto il primo rifugio del Regno Unito per donne vittime di violenza domestica, nel 1971.
Attività politica
Erin Pizzey ha iniziato la sua attività a Belmont Terrace, Chiswick, Londra ovest, dove ha fondato nel 1971[1], il "Chiswick Women's Aid", uno dei primi rifugi per donne vittime di violenza domestica (che successivamente si è diviso in due strutture distinte: "Refuge"[2] e "Women's Aid Federation of England"[3] il cui lavoro procede senza il contributo della Pizzey). In seguito ha aperto altri rifugi malgrado le ostilità dalle autorità.[non chiaro]
La Pizzey sostiene che sia lei che il suo lavoro sono stati oggetto di minacce e boicottaggi a causa delle conclusioni cui è giunta durante gli anni da attivista nel campo delle violenze domestiche[4][5], cioè che tali violenze non sarebbero unidirezionali, ossia dirette unicamente dagli uomini verso le donne ed i bambini, ma bidirezionali esistendo casi in cui anche le donne usano violenza nei confronti di uomini e bambini[6].
Le prime attività della Pizzey, quelle che riguardavano in particolare la denuncia delle violenze subite dalle donne, furono ecomiate nel1975 da Jack Ashley, rappresentante dei laburisti, in un discorso in parlamento.[7] Ashley dichiarò infatti, in quel periodo, in ordine al lavoro portato avanti da Erin Pizzey:
«Il lavoro della signora Pizzey è stato un lavoro pionieristico di prim'ordine. Lei, per prima, ha riconosciuto il problema, per prima ha riconosciuto la gravità della situazione e per prima ha fatto qualcosa di concreto, creando il centro di aiuto di Chiswick. Il risultato di questo magnifico lavoro pionieristico è che l'intera nazione, ora, si rende conto dell'importanza del problema[8]». [9] [10]
La posizione personale della Pizzey sul tema del femminismo
La Pizzey, in seguito al discorso in parlamento di Ashley, modificò le proprie posizioni e le mantenne poi inalterate sino al momento attuale. In un articolo pubblicato nel 2007 [11], partendo da riflessioni sulla sua infanzia e da esperienze avute nei primi tempi della sua attività, ha maturato la convinzione che molte donne, all'interno delle mura domestiche subivano effettivamente violenza, assieme ai loro figli, a causa degli uomini. Tuttavia ha notato che, talvolta, pure le donne non raccontavano la verità. Inoltre, citando un episodio particolare[12], ha constatato che il suo movimento contro la violenza domestica veniva sfruttato e utilizzato da femministe più radicali e militanti per accusare e demonizzare gli uomini, non solo nel Regno Unito ma anche a livello internazionale. La sua opinione precisa è che, negli anni successivi a quell'episodio, la richiesta di aiuto da parte di donne vittime di violenze domestiche sia cresciuta. L'associazione femminista denominata Women's Aid Federation of England, ha iniziato a gestire un budget di milioni di sterline all'anno, finanziato da varie fonti, principalmente dallo Stato.[13].
La Pizzey ha personalmente condannato la svolta politica presa dal movimento femminista[14] sostenendo nel suo libro "Uomini o donne: chi sono le vittime?":
« Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. [...] Osservai le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi »
(Erin Pizzey)
Dopo aver fondato il suo primo rifugio, la Pizzey affermò di essersi resa conto di come la maggior parte delle violenze domestiche avessero in realtà carattere di reciprocità, con abusi da parte di entrambi i partner in misura abbastanza simile. Tale conclusione, affermò la Pizzey, si basava sui colloqui avuti con le donne che arrivavano nel suo rifugio; alcune di esse, secondo questi resoconti, erano altrettanto o, addirittura, più violente dei loro mariti.
Nel suo "Studio Comparativo delle Donne Picchiate e Donne Inclini alla Violenza"[15], la Pizzey distingue fra le "vere donne picchiate" e le "donne inclini alla violenza": le prime vengono definite come "vittime involontarie ed innocenti della violenza del partner" e le seconde come "involontarie vittime della loro propria violenza". Lo studio riporta che il 62% delle donne analizzate erano più accuratamente descritte come "inclini alla violenza". Questi risultati sono stati confermati da studi successivi, come quello realizzato da Martin S. Fiebert, della California State University[16], oppure quello di Malcolm J. George, del Dipartimento di Fisiologia presso il Queen Mary e Westfield College di Londra. [17].
Nel suo libro "Prone to violence"[18], la Pizzey ha proposto la teoria secondo la quale molte delle donne che avevano trovato rifugio nella sua struttura avessero una personalità che le spingeva a cercare rapporti violenti, suggerendo che alti livelli di ormoni e sostanze neurochimiche associate a traumi infantili, porti, tali donne, ad essere (da adulte) ripetutamente coinvolte in dissidi violenti con i partner per cercare di simulare l'impatto emozionale delle loro esperienze infantili, nonostante le conseguenze fisiche, emozionali, legali e finanziarie. Il libro contiene numerose storie di famiglie con problematiche di questo tipo, nonché una discussione sul perché l'approccio della moderna assistenza familiare sia in realtà largamente inefficace.
L'organizzazione "Refuge", nata dal "Chiswick Women's Aid" fondato dalla Pizzey, sul suo sito web ufficiale, non riporta il suo nome in nessuna parte, neppure nella sezione storia.[19]
Emigrazione e ritorno in patria
La Pizzey asserisce di aver lasciato l'Inghilterra per l'America in seguito a minacce di morte contro lei, i suoi figli e i suoi nipoti nonché per l'uccisione del suo cane: atti che ella attribuisce ad attiviste femministe.[4][5] È ritornata a Londra negli anni 90, dove la sua esperienza è stata richiesta da politici ed associazioni di famiglie. La Pizzey è ancora impegnata nel campo dell'assistenza alle vittime della violenza domestica, in particolare alle vittime maschili, collaborando all'iniziativa di carità Mankind Initiative.[20]
La causa per diffamazione
Nel 2009 la Pizzey ottenne un successo legale nei confronti dell'editore Macmillan, citato per diffamazione in riferimento ai contenuti del libro Storia della moderna Gran Bretagna (A History of Modern Britain) di Andrew Marr. La pubblicazione ha sostenuto il falso scrivendo che un tempo la Pizzey aveva fatto parte del gruppo militante Angry Brigade, coinvolta in alcuni attentati dinamitardi negli anni 1970. L'editore ha dovuto distruggere la versione incriminata del libro e ripubblicarlo dopo aver rimosso l'errore. Il riferimento al Angry Brigade era stato fatto nel 2001, in un'intervista con The Guardian. Questa intervista afferma che lei è stata buttata fuori dal movimento femminista, dopo la minaccia da parte sua di informare la polizia su un attentato organizzato dalla Angry Brigade contro il Negozio di abbigliamento Biba; ..dissi che se si proseguiva con questo - stavano discutendo di far esplodere il Biba [21] sarei andata a chiamare la polizia, perché io davvero non credo in questi metodi..