Il fatto che tu non abbia avuto problemi economici e che tuo papà abbia voluto lasciarti una casa, non ti deve portare a pensare che in Italia non esista gente povera.
C'è eccome!
Il guaio è che il tenore di vita tra i poveri e i medio ricchi è altissimo...
E sai... questo non è bello nemmeno per chi sta bene perché, diminuisce la sua sicurezza.
Non parlo solo di me, né della mia singola situazione, ma dell'intera generazione di cui faccio parte e rappresento, che vive nel benessere e che gode di beni di prima necessità - (se va peggio) - ma anche del superfluo, tipo cellulari, ipod, pc a basto costo, o tipi di accessori di "moda" a basto costo, dovuti alla globalizzazione, che non solo non ti fanno percepire il senso di "povertà" - nel vero senso della parola - ma ti danno una sensazione di benessere e lusso.
(Oggi puoi farti anche una bella piscina prefabbricata da tremila euro, e ti senti "ricco",non percepisci uno stato di allarme né di invidia)
Altro discorso - che io NON HO FATTO PROPRIO è dire che non ci sia gente povera, davvero povera... ma la gente più povera di te c'è sempre.
1) non è vera povertà, nel vero senso della parola - che fa scattare l'istinto di sopravvivenza- se non in casi più unici che rari, tipo malnutrizione e fame, non esiste più la gleba per capirci, esiste un degrato sociale di emarginati che non giocano però secondo le regole della società, sono ai margini, quelli sono i veri poveri, quelli che non hanno nulla, ma sono fuori dal contesto ordinario.
2) i poveri non si distinguono per sesso, non ci sono famiglie che oggi trattano maschi e femmine dando tutto al figlio e niente alla figlia, e questo non c'era nemmeno in passato. Alla figlia si dava la dote di cui poteva disporre liberamente di una parte una volta maritata, il marito, gestiva gli affari e le ricchezze per preservarle e farle crescere.
Anche una donna ricchissima aveva bisogno di sposarsi, anche con uno meno ricco di lei per poter ereditare una parte di ciò che era già suo, oggi tutto questo non esiste più, per tanto il matrimonio non è più necessario per svincolare o cercare altrove ricchezze necessarie - per vivere addirittura - o per godere delle proprie ricchezze bloccate dallo status di nubilato/celbato.
Oggi un operaio non può più fare studiare i figli come avevano fatto i nostri nonni.
Le università sono carissime e a numero chiuso.
Se non può, il genere sessuale del figlio non modificherà la condizione economica dell'operaio.
Parlare di ricchezza e povertà è una cosa, dire che basta essere uomini per essere ricchi è una balla, non esiste più questa discriminazione sessuale e anche in passato il matrimonio era un vincolo imposto ad entrambi per essere inseriti nella società.
L'esame d'ammissione è a quiz... a parte i test di ragionamento logico e di cultura matematico scientifica, c'è una parte del test di cultura generale talmente di settore e inutile che soltanto chi conosce già le domande può dare la risposta giusta.
Non so se mi sono spiegato....
Ma ce ne sono quanti ne vuoi di laureati disoccupati.
Se alla mia generazione è stata data la possibilità di migliorarsi. Il discorso non è più valido per le generazioni attuali.
Ai miei tempi si era poveri anche per scelta, oltre che per sfiga.
Oggi chi è povero, resta povero.
Oggi chi è povero è quello che deve tenersi il cellulare dell'anno scorso.
Se vogliamo parlare di vera miseria verapovertà, dobbiamo citare i senzatetto, ma quelli sono fuori dal contesto e dalle regole sociali, in cui fa parte anche il matrimonio.
Naomi... é un puttanone... altro che principessa...
Il suo status sociale lo è, la sua mancata castità
pretesa, è un residuo del moralismo catto-qualcosa del passato; fosse stata un uomo in confronto a Rocco siffredi sarebbe un verginello.