1.
E infatti una donna l'hai lo stesso, nonostante ciò che dici e pure i figli...
2.
Non possono sentire la povertà vera da cercare nel matrimonio un compromesso ideale per sfuggire alla miseria,e il non essere benestanti riguarda buona parte dei 20/30 enni (a volte 40enni) la differenza sociale non cambia tra U/D .
3.
E cmq se il boom economico degli anni 60 ha avuto la capacità di durare così poco significa che è stato mantenuto da soluzioni temporanee per permettere solo ai presenti di allora di stare bene fino alla pensione, fregandosene di chi sarebbe nato dopo, amen! vi perdono e sfanculizzo il mito del consumismo sfrenato e del benessere facile, senza soffrisci troppo, tanto era una menzogna.
1. Vabbè... se noti, quando parlo della mia teoria che si rifà alla società primitiva, alla gerarchia maschile della tribù, e alle donne che, in funzione di quanto si credono belle, mirano al meglio inserito nella gerarchia, per avere precedenza nella spartizione delle prede, parlo anche di leggi della domanda e dell'offerta. Del principio matematico per il quale non tutti possono sedersi nella stessa sedia, quindi entra in gioco il gioco del compromesso.
Non potevo restare senza una compagna.
Ma lo sarei rimasto se non avessi frequentato altri gruppi e non mi fossi inserito in altre tribù.
In quella tribù la gerarchia era stabilita in funzione del lavoro che faceva il padre.
Non parlo della gerarchia del gruppo maschile ma di quella che avevano stabilitp le femmine del gruppo.
Ma il problema, dal punto di vista della QM è un altro. Secondo te, perché sono quasi sempre gli uomini a dare la metà della differenza degli stipendi alle ex mogli?
te lo dico io, voi donne siete attratte (più o meno consapevolmente) da soggetti che prendono più di voi.
E' questo il punto.
2 e 3.
uno stato civile deve dare anche ai poveri la possibilità di lasciare che il figlio dell'ultimo degli operai, se ha voglia di lavorare sodo, possa arrivare a fare il lavoro che desidera e ad occupare la posizione sociale ambita.
Come è stato per quelli della mia generazione.
E per questo lo Stato deve contrastare e neutralizzare l'azione di mafie e lobby.
Il nostro non permette al povero nemmeno di accedere alla formazione.
Eppure le tasse le paga anche il povero.
Ma le sta pagando per fare studiare solo i ricchi.
Un'altra cosa. A Roma, per iscriversi alle selezioni di ammissione all'università si pagano 30 euro. A Torino si pagano 90 Euro (detta da mia figlia, tutta da verificare)... C'è chi, per avere la possibilità di frequentare almeno un corso si iscrive a tre o quattro esami di ammissione...
Ma, se mia figlia avesse ragione, perché il diritto alla studio deve essere più costoso a Torino che a Roma?
(Le domande di cultura generale, come dicevo, fanno dell'esame un vero e proprio terno al lotto....)