Autore Topic: Cyberstalking: ce n'era bisogno?  (Letto 10363 volte)

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Offline vnd

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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #15 il: Agosto 24, 2012, 19:24:13 pm »
ho l'impressione che stiamo perdendo il treno e ci stiamo spostando dall'avanguardia alla retroguardia!

a volte capita: dici cose che all'inizio nessuno capisce, poi si stupiscono, poi ti attaccano, poi discutono, poi ti danno ragione. Nel frattempo sono passati anni, ma tu, a ripetere sempre la stessa cosa ottenendo di volta in volta reazioni diverse e progressivamente più positive, ti sei abituato, ti sei adagiato, sclerotizzato, ammuffito.

....

Reazionarie, conservatrici, spaventate. Anche se votano a sinistra. Non cambia.
Donne che se ne fregano se quello che per loro è un privilegio per altri è la disperazione, la miseria, la Caritas e le panchine. Donne che usano le cifre e le indagini coscientemente come armi.

Quindi, femministe?

Si e no.
Si in senso tecnico: difendono gli interessi femminili in senso stretto, come un sindacato, e del resto se ne fregano.
No in prospettiva storica. Volente o nolente, in mala o in buona fede, il femminismo storico ha sempre sostenuto la necessità dell'uguaglianza (lasciamo perdere che per alcune fosse una foglie di fico: la credibilità al femminismo in quanto femminismo non lo dava nè la Morandi nè la Palmisani, ma quelle femministe che all'uguaglianza ci credevano!).


C'è da pensare...
Già da qualche tempo stavo meditando di smettere di definirmi antifemminista per cominciare a dirmi antisessista.
Non so se sono mai esistite femministe che mirassero all'uguaglianza. Secondo me, no.
Ma non è questo il punto.
Di certo, in coloro che oggi si definiscono femministe, dalla zanarda alle cozze, non c'è più la volontà di ottenere uguaglianza. Dal femminismo della differenza in poi, si parla di ottenere nuovi privilegi, quote rosa, prove di accesso facilitate, agevolazioni diritti e privilegi...
La PAS rischia di far perdere un privilegio? Non stanno nemmeno a perdere il tempo di pensarci. La si combatte e basta.

Ma pensare soltanto a se stesse è una forma di egoismo e di sessismo che non corrisponde alla definizione di femminismo che viene millantata.

Io non credo che nel mondo di chi cerca di buttare giù il muro ci sia l'inerzia che dici.
Le associazioni di padri separate sono attive, chiedono interrogazioni parlamentari, propongono ed ottengono leggi, e lo fanno, da anni col supporto di donne. Donne giuste.
Non le chiamerei femministe. Ma nemmeno antifemministe.
Di certo sono antissessite.

Ora. U3000 e Maschi Selvatici, ma anche UB, hanno svolto negli anni una funzione importantissima.
Hanno parlato.
Lo facevano mentre altri agivano.
Ma dire che gli uni sono stati più bravi degli altri sarebbe sbagliato.
Perché ci vuole anche qualcuno che faccia informazione.

E almeno questa, mi pare, si faccia.

Esiste una Questione Maschile.
Diciamolo.
Sembra che nulla cambi...

... eppur si muove.



Vnd [nick collettivo].

Offline skorpion72

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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #16 il: Agosto 25, 2012, 10:55:37 am »
Nel frattempo la discussione su MP è andata avanti, mentre CM (la persona che sembra più ragionevole) risponde a GL (uno dei più estremisti), arriva in suo soccorso AB (uno dei peggiori soggetti che sono lì dentro) che gli fa subito capire che aria tiri lì

Citazione
C.M. Scusa ma credo che tu sia un poco prevenuto, forse per il fatto che la PAS non piace alle femministe, anche se potrebbe intressare ed interessa anche le donne. d ogni modo già il fatto che le situazioni creino sofferenza mi pare meriti seria attenzione. In verità quel che mi interessa è che molti maschi, molte università italiane, ecc. hanno parlato positivamente della PAS. Mi fermo ai maschi: se ci sono addirittua gruppi maschili nati attorno alla PAS non basta dire che tutti i componenti sono persone sofferenti che dovrebbero metabolizzare la sofferenza e riconsocere i loro errori, poichè spesso - e se non spesso talora - quei dolori sono immeritati. Scusase sono sopsinto dall'emozione. un mio caro compagno di scuola si diede fuoco davanti al Tribunale che gli negava incontri con la figlia; se anche fosse sussistita una ragione più o meno giusta, PERCHE nessuno si è fato carico della sua angoscia?

A.B. Non fare la femminuccia, comportati da uomo. Essere uomo significa ancora per molti nascondere, anche a sè stessi, il dolore e la vulnerabilità. Questo rende difficile agli uomini chiedere aiuto, sia agli amici, che a professionisti. I gruppi maschili sono una possibile risorsa, ma, almeno per come si presentano in rete e per i contatti che ho avuto con alcuni dei loro rappresentanti, sono connotati da una misoginia di fondo (ad esclusione di MP e dell'Associazione le Ragazze di Benin City). Non è un caso che una bufala scientifica come la PAS rischi di diventare la loro bandiera.
@ Claudio: i gruppi si auto-mutuo aiuto, i servizi sociali, il sostegno psicologico e il counseling, le psicoterapie non sono realtà alle quali gli uomini si rivolgano spontanemente (ce li mandano la moglie, i figli se hanno abbastanza potere relazionale, il capo sul lavoro). La domanda non è perchè nessuno si faccia carico della loro angoscia, ma come costruire relazioni di aiuto che non respingano (anche e soprattutto) uomini che hanno una visione tradizionale di loro stessi e delle relazioni e tuttavia -come tutt*- sono vulnerabili in momenti importanti della propria vita (un lutto, una crisi professionale, una separazione...)


C.M. Per me ciascuno dei partecipanti a questa discussione ha un po' di ragione e di verità. E' vero, bisogna costruire relazioni di aiuto che non respingano...ma non si dimentichi che di fronte a lutti, crisi professionali, separazioni quanto a vulnerabilità anche le donne non scherzano. Ti contesto che gli uomini non si rivolgano spontaneamente a servizi e gruppi di auto - mutuo aiuto che anzi sono molto molto attivi proprio per avvicinare direttamente e farsi avvicinare e ti contesto la visione consolatoria della pas, soprattutto perchè mi pare importante ed interessante evidenziare che i maschi hanno bisogno di nuove forme di aggregazioni e se anche trovano quel che trovano, il o disagio è evidente. Allora mi dico che fare? Fare filosofia e sociologia della nuoba maschiltà o fare altro. Serve a poco dire che un maschio è misogeno e che la PAS è scientificamente sbagliata, serve dire e fare quel che è meglio della PAS e di altro e sia li, tangibile e concreto, ...questo serve.

A.B. Claudio, mi sembra che ci sia un equivoco. Mi sono fatto l'idea che di fronte ad eventi che ci mettono in discussione e provocano un dolore esistenziale ci si aspetta che un uomo riaffermi la propria autonomia e il comando sulla propria vita (e, in una visione più tradizionalista, anche sui membri della sua famiglia).
Questo rende più difficile agli uomini che alle donne sia fare i conti con sé stessi che chiedere aiuto nei momenti di crisi. Non penso e non ho scritto che per questo gli uomini siano peggiori delle donne.
Le richieste che la loro educazione e l'ambiente sociale fanno agli uomini perché si mostrino "sani" e perchè possano rivendicare "Iio non ho mai chiesto niente a nessuno" sono più stringenti e le risposte che sono preparati a dare alle difficoltà sono meno varie di quelle che le donne hanno a disposizione.
Gli uomini hanno in genere più difficoltà a riconoscere le proprie sofferenze: non solo quelle esistenziali, ma anche quelle fisiche: vanno più tardi dal medico, figuriamoci al consultorio familiare o al centro di igiene mentale per dire che stanno male.
Sono, se ci piace fare del vittimismo, più esposti delle donne alle traversie della vita. Perfino a quelle assolutamente prevedibili, come il pensionamento. Concentrare gran parte del proprio successo e valore personale nel lavoro retribuito espone molti di noi a un'improvvisa caduta di senso quando questo finisce.
Il lavoro è sopratutto e sempre di più competizione, se va bene di "squadra", e i sentimenti che vengono incoraggiati sono la determinazione e il sacrificio di sé più che la partecipazione ai sentimenti (propri e degli altri). Mostrarsi "emotivi" sul lavoro è un handicap, mentre la rabbia è un sentimento che può tornare utile.
La vulnerabilità è una condizione che non rende né migliori né peggiori le persone. E chi non lo è vulnerabile? Se le donne sono (o sono state) abituate a cooperare e scambiare sentimenti più di quanto lo siano (o siano stati) gli uomini non un è loro merito.
Non credo che le donne siano migliori degli uomini, né tanto meno che ogni donna sia, per il solo fatto di essere donna, meglio attrezzata ad affrontare le traversie della vita. Un'educazione sessista affievolisce negli uomini i campanelli di allarme interni e li priva di risorse d'aiuto. Gli da un potere illusorio su sé stessi e sulla vita dei propri familiari, li lascia con la rabbia come strumento prevalente di espressione dei sentimenti.
Far passare la critica ad un'educazione e ad organizzazione sessista della società per una svalutazione degli uomini è un equivoco. Credo che questo equivoco sia un ostacolo al cambiamento che, non a caso, viene agitato dai nostri critici.


C.M. Così ti capisco meglio, grazie. Purtroppo ne stiamo parlando solo in tre... apresto


I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Offline ilmarmocchio

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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #17 il: Agosto 25, 2012, 12:26:33 pm »
Questo AB è il classico individuo problematico, ma arrogante. Sa benissimo di essere inadeguato , ma il suo ego è troppo distorto per riconoscerlo e allora, invece di risolvere i suoi problemi, vuole attribuire agli altri ipotetici problemi , in modo da sentirsi alla pari, o meglio, superiore.
E' questo un dato comune a molti pseuso riformatori , rivoluzionari e volontari che trasportano nel mondo le loro mancanze.
naturalmente, la terapia la devono fare gli altri ( in questo caso gli uomini) , non lui stesso.
In Anna karenina trovai una definizione dei volontari che non ho più dimenticato :
eccoli lì i volontari *. generali senza esercito, falliti di ogni genere, che vanno in casa d'altri a risolvere i problemi di altri, quando non sono stati capaci di risolvere i loro problemi a casa loro .
( * volontari russi in partenza per aiutare i volontari serbi contro i turchi ).
AB, MP ecc vogliono il mondo nuovo non perchè il mondo non va, essi non vanno.
da qui le palingenesi, cambiamenti, ecc.
falliti esistenziali, carichi di risentimento e aggressivi verso chi non ha le loro stesse magagne.

Offline COSMOS1

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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #18 il: Agosto 28, 2012, 12:46:16 pm »
in effetti AB dà davvero l'impressione di essere disturbato: qualcuno gli può chiedere se ha seguito il consiglio che dà ad altri? (di farsi seguire da uno psicologo)

il disturbo mentale a mio parere è lampante nella contraddizione seguente:
la PAS è una bufala e va rifiutata con forza perchè medicalizza un comportamento
il disagio maschile va medicalizzato e gli uomini convinti a farsi curare anche se  non ne sentono la necessità
 :doh:
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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #19 il: Agosto 28, 2012, 14:21:36 pm »
Ritorno OT: per chi fosse interessato, la manifestazione si terrà il 4 ottobre in piazza del Pantheon e non a Montecitorio. http://www.adiantum.it/public/3094-pantheon,-4-ottobre--cosa-nascondono-i-maldestri-tentativi-di-boicottaggio--.asp Parteciperanno

AMI, TU SEI MIO FIGLIO ONLUS, NONNENONNI SEPARATI, ADIANTUM, CCDU, CIATDM, MOVIMENTO FEMMINILE PER LA PARITA' GENITORIALE, COMITATO CITTADINI CONTRO LA MALAGIUSTIZIA, FIGLI NEGATI, FENBI, GESIF FRIULI VENEZIA GIULIA, COMITATO PARIOPPORTUNITAMASCHILI, TRIPLA DIFESA, PAPA' SEPARATI DAI FIGLI ROMA, GESEF, ALEF


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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #20 il: Agosto 28, 2012, 14:23:50 pm »
oibò, tu ci fai due torti:

1 fai confusione andando OT
2 non fai abbastanza rilievo ad una notizia importante. Per favore inseriscila nella sezione "proposte per nuove iniziative". Grazie
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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #21 il: Agosto 28, 2012, 14:39:39 pm »
No aspè, ma questo non era il thread riguardante il plagio da parte di BA della suddetta manifestazione? Se non si capiscono bene gli antefatti è pure difficile capire che è successo realmente. Comunque segnalo la manifestazione ANCHE in "proposte per nuove iniziative"

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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #22 il: Agosto 28, 2012, 14:51:43 pm »
si, quindi il tuo post chiarisce i contorni della vicenda
però credo che la notizia più importante non sia chi ha convocato la manifestazione a cui è seguita la contromanifestazione fake
ma che la prima manifestazione è stata convocata
poi credo che questa discussione possa considerarsi conclusa, l'ipotesi che un gruppo nostro abbia rubato l'identita ad un gruppo femminista e abbia organizzato la contromanifestazione, sembra superata

attualmente è chiaro che la contromanifestazione è una iniziativa di una rete legata al PD, di donne rancorose, incattivite, incivili
insomma: loro sono convinte che per quanti malanni possano incorrere al loro ex-marito, sono sempre troppo pochi: in ossequio alla legge che recita: gli stronzi ti vogliono morto. Le stronze vivo e sofferente!

se qualcun altro ha altro da aggiungere a proposito di queste povere dementi, lo faccia
altrimenti chiudo
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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #23 il: Agosto 28, 2012, 22:15:08 pm »
La risposta di stefano ciccone nella discussione sulla pagina FB di mp

Citazione
il mese di settembre è pieno di impegni ma sarebbe interessante approfittare di questa occasione per proporre pubblicamente un nostr ragionamento che sia frutto di un confronto tra noi e che senza liquidare sofferenze e disagi reali prospetti un'alternativa alla reazione rancorosa e misognia spesso strumentalizzata. avviare un dialogo con l'esperienza dei padri che vivono la sofferenza conseguente a una separazione e alla difficoltà di mantenere un rqapporto con i propri figli (cosa diversa dalle associazioni che ne assumono la rappresentanza). potrebbe anche essere interessante vedere quali altre forme non "competitive" con i diritti delle donne di affermazione di spazio per la paternità siano possibili (come la proposta delle associazioni spagnole per il congedo parentale) o evidenziare come la rappresentazione stereotipata che attribuisce alle madri la priorità nella cura e a ai padri il ruolo di chi porta i soldi a casa si riproponga non solo in caso di separazione ma quando si decide un'assunzione o un avanzamento di carriere. potremmo così scoprire che "nemici degli uomini" non sono le donne o i giudici ma quei ruoli stereotipati che hanno colpito le donne e che ora, con l'infrangersi della famiglia come immutabile e del ruolo maschile come certo, si ritorcono contro anche il genuino desiderio di paternità. Riconoscere e valorizzare l'espressione di un desiderio maschile di relazione con i figli mi sembra importante e mi sembra importante non regalare questo desiderio alla strumentalizzazione che se ne fa condannandolo a una violenza frustrata e rancorosa.
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Offline COSMOS1

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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #24 il: Agosto 31, 2012, 08:23:13 am »
ha soffiato il primato di paucineuronico alle fas  :D

Citazione
potremmo così scoprire

ah Cicco', lo scopriamo o non lo scopriamo sto benedetto mistero universale?  :D

ad ogni modo è interessante che all'improvviso abbia scoperto (senza condizionale, lo ha scoperto davvero) di essere in retroguardia e di essersi lasciato superare dagli eventi: mo' cerca di recuperare il terreno perduto e di rinfrescarsi con qualche argomento rubacchiato qua e là  :sick:
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Offline ilmarmocchio

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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #25 il: Agosto 31, 2012, 15:37:23 pm »
il nostro amico è viscido, come il suo italiano logorroico, tipico di una certa area.
è più pericoloso di quello che può sembrare.ù
striscia e unge, l'arrivista perfetto

Offline krool

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Re:Cyberstalking: ce n'era bisogno?
« Risposta #26 il: Settembre 01, 2012, 22:33:05 pm »
bla bla bla rancore misoginia bla bla bla violenza bla bla stereotipi millenari patriarcato ecc ecc donne in cucina bla bla bla ecc ecc ecc

Sono diventati un disco rotto...