di Alessandra Magliaro
''La ruota gira, la mia si e' incastrata pero''': la discesa negli inferi di un povero cristo che si separa dalla moglie e va ad affollare l'esercito dei nuovi poveri dell'ex ceto medio, trova spunti di humour nero. Gli equilibristi, il film di Ivano De Matteo, in concorso ad Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia ''non e' un film sulla separazione coniugale, perche' quello e' solo uno spunto come potrebbe essere una malattia, ma una storia ancorata alla nostra realta' di oggi, una crisi che e' economica e sociale''. Valerio Mastandrea, il protagonista del film del regista quarantenne romano, sconta una scappatella che la moglie (Barbora Boboulova) non riesce a dimenticare, fa le valigie e comincia a barcamenarsi come puo', sempre peggio.
''Il divorzio e' per quelli ricchi - dice all'ANSA De Matteo - lo spunto di un'inchiesta del 2007 quando si cominciava a parlare di questa nuova fascia di poverta' mi ha incuriosito e spinto a fare una ricerca. Sono andato dentro le mense della Caritas e di Sant'Egidio, ho visto le macchine con i senza casa a dormire dentro, ho fatto la conoscenza con queste persone e tante sono anche dentro il film''. Prodotto dalla Rodeo Drive di Marco Poccioni e Marco Valsania, con i francesi di Babe in collaborazione con Rai Cinema, distribuito da Medusa dal 14 settembre subito dopo il passaggio a Venezia, Gli Equilibristi che De Matteo ha scritto con la moglie Valentina Ferlan ''racconta di un ceto medio spinto dalla crisi alla poverta': i soldi non bastano mai - dice Mastandrea nel trailer del film - alla moglie che rimprovera i ritardi a lui che dopo il lavoro all'anagrafe in comune, fa un secondo lavoro in nero ai mercati generali''.
Racconta De Matteo: ''famiglie come questa sono tantissime: non arrivano a 2 mila euro al mese, quando per l'Istat e' 2078 euro e' il costo medio di una famiglia. Cosi' tra affitti o mutuo, spese per i figli, bollette si va sempre in rosso, se poi tuo figlio deve mettersi l'apparecchio ai denti, come capita al ragazzino Luca, diventa gia' un problema. Io faccio il regista e tutti i giorni faccio i conti con le spese fisse ed eventuali: il Luca del film e' mio figlio Lupo e l'apparecchio e' quello suo vero, piu' di 2 mila euro che paghiamo a rate''. Cosi' quando Giulio-Valerio Mastandrea va via di casa si capisce che andra' sempre peggio: la figlia adolescente Camilla (Rosabell Laurenti Sellers) lo accompagna a vedere seminterrati - ''potevano scriverci 'affittasi tomba' dice ironico lui nel trailer - e a colloquio con affittacamere che chiedono contanti e in nero 4 mensilita' in anticipo, lui non ce la fa lo stesso.
In tanti tornano a casa, con quello che significa di liti familiari. Lui invece ''finira' a dormire in macchina - racconta De Matteo - e quando giravamo sotto i piloni della tangenziale alla stazione Tiburtina di Roma, un signore abitava proprio cosi', con tanto di bombola del gas per cucinarsi la cena. Dopo la crisi economica c'e' per il protagonista uno scollamento emotivo, come tanti italiani che ho conosciuto in queste mense, c'e' vergogna e imbarazzo di farsi vedere cosi' e quindi ci si isola. Il nostro protagonista rifiuta di incontrare i figli e la moglie, scappa da loro per pudore e questi si convincono che si e' rifatto una vita''.
Molte le scene realistiche, racconta il regista, ''i frequentatori della mensa e del pranzo di Natale sono veri, quel giorno hanno avuto anche la paga di comparse e la busta con un po' di alimentari, li abbiamo aiutati cosi'''. Per il ruolo di Giulio ''volevo un attore brillante e drammatico insieme, in questo film non ci sono eccessi, scenate coniugali, tutto e' molto realistico e Valerio ha dato una prova stupenda, ho chiesto di vivere la parabola anche in senso fisico''. Un'attualita' cupissima: ''non sono pessimista, piuttosto realista''.
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