i vari fenomeni di pre-morte, miracoli, spiritismo, ipnosi regressiva non sono ancora accertati.
è tutto una questione di fede.
Nel caso degli NDE essi sono stati clinicamente investigati e documentati, ciò che non è chiaro è la definizione causale e il contesto fisiologico o spirituale in cui collocarli. In questo senso esistono ipotesi di vario tipo.
io invece intendo parlare non di un aldilà che forse (o per definizione, secondo alcuni) non potrà mai essere accertato con sicurezza ma di un fatto in questo mondo.
un po' come l'occhio bionico.
Ho un'idea della materia di cui è composto il nostro mondo come se fosse un muro invalicabile, una gabbia in cui è chiusa la nostra coscienza, che ci impedisce l'accesso ad altre dimensioni. La quantistica ci insegna che lo spazio e il tempo potrebbero non essere reali, nel senso che la scienza ha oggi una visione del principio di realtà talvolta più imbarazzante di quella cristiana.
La scienza ha osservato l'entanglement particellare, la non-località/non-realtà dell'universo, la retroattività di alcuni fenomeni fisici che modificano il comportamento dalla materia, cioè di parti infinitesimali che ci compongono, noi e l'intero universo, indietro nel tempo, oppure il contrario: la modificazione del comportamento in funzione di ciò che potrebbe avvenire domani, della possibilità anche solo potenziale che l'osservatore (umano) possa rileggere all'indietro quello che avveniva oggi.
Secondo me queste sono come infiltrazioni di dimensioni sconosciute, difficili da esplorare ma inter-osservabili, come spiragli di luce che attraversando piccole fessure, entrano nel bunker-materia in cui esistiamo. Spiragli che ci fanno intuire che il buio del bunker non è la sola realtà possibile, anche se la luce vera e propria, il sole, non l'abbiamo mai vista e non ne abbiamo esperienza.
In questo senso, non potendo noi dire con certezza: cosa sia esattamente la coscienza, se essa abbia o meno un organo di residenza e quale questo organo sia (non c'è dimostrazione che risieda nel cervello), quale sia il senso intimo dell'esistenza e di cosa siano intimamente costituite le cose che vediamo e noi stessi; mi risulta inverosimile che un esperimento di trasferimento possa avere successo.
Non solo. Se anche la mia coscienza fosse trasferita su un androide, la materia che costituisce quell'androide sarebbe la stessa materia che costituiva il mio corpo, e la domanda sul senso dell'esistenza resterebbe inevasa. Ci troveremmo di fronte all'ennesimo step verso il superamento della forma vivente umana a vantaggio della civiltà della tecnica, senza avere però mai ben compreso cosa fossero effettivamente questa o quell'altra forma di vita.
Il sonnambulismo tecnologico pare non risolversi, anzi, come ampiamente previsto da alcuni, peggiora.