In rilievo > Osservatorio sul Femminismo

il femminicidio secondo FAS

<< < (7/8) > >>

vnd:

--- Citazione da: Tullio - Settembre 05, 2012, 10:51:12 am ---Buongiorno, fa parecchio che non venivo su sto forum, ho notato che si é animussizzato.

consiglierei a vnd di cambiare avatar, perché contribuisce a creare un clima rancoroso di litigio perenne, come una cappa d´odio che avvolge tutte le discussioni.



--- Termina citazione ---

Parlane con Animus...

COSMOS1:

--- Citazione da: Giubizza - Settembre 05, 2012, 12:54:17 pm ---Preciso: sarebbe il caso, secondo me, di aprire un topic, magari in rilievo, dedicato ai siti femministi, tra cui le FAS. O se siete particolarmente affezionati a quel sito, magari un topic dedicato alle FaS in cui va tutto ciò che riguarda quel blog.
Ma insozzare il forum con diecimila topic dedicati a quel sito non vedo che utilità possa mai avere.

--- Termina citazione ---

Giuseppe: questa discussione è nella sezione Osservatorio sul femminismo  :hmm:

vnd:

--- Citazione da: COSMOS1 - Settembre 04, 2012, 19:26:47 pm ---aiuto  :flag1:

troppa carne al fuoco, i miei due neuroni si stanno surriscaldando  :rolleyes:

FS ha posto argomenti che non sono banali, ad una prima impressione mi ricordano molto la pars destruens U3000 prima parte. Però al momento non riesco a dire di più, ci devo pensare. La divinizzazione/disumanizzazione della donna è un fatto del tutto recente: sicuramente nè Dante nè Petrarca avrebbero mai proposto una statistica sui femminicidi, basta leggere la Divina Commedia per vedere con quanta imparzialità vengono trattati maschi e femmine, dalla bolgia infernale all'ultimo cerchio del paradiso. Il patriarcato non è quella scatola nella quale le donne non valgono nulla e vengono comprate/vendute per due o tre cammelli. Il patriarcato è quella fase della storia umana che ci ha permesso di uscire dalla barbarie e dal terrore del matriarcato (che esso corrisponda o non corrisponda ad un periodo storico conta poco) dalla violenza degli istinti e dalla sopraffazione del più forte per andare verso la giustizia, la legge, la ragione. In definitiva la visione che FS ci presenta è frammentaria e contraddittoria, difficile da sostenere, ma difficile anche da collocare e interpretare: è una apertura o una chiusura ad un confronto razionale?
--- Termina citazione ---

Mi piace quello che hai scritto ma tutto sommato, non vedo il problema.
Molto semplicemente, la divinizzazione della donna è un retaggio della cultura tradizionale.
Potrei dire che corrisponde alla divinizzazione degli eroi caduti in battaglia e colpiti di fronte.
Nel passato le donne morivano di parto. Questo rendeva le madri degne di rispetto, al pari di un soldato vittorioso.
Oggi che le donne corrono meno rischi di morire di parto, la maternità ha come perso il suo fascino e si è reso necessario il femminismo che questa richiesta di rispettosità del ruolo della donna, non più madre, la pretende urlando. Ma senza più convincere.

Io credo però che a noi uomini questa cosa interessi poco.

La divinizzazione della donna va denunciata perché è una variabile, altrimenti, ininfluente inserita forzatamente in un sistema di equazioni di primo grado, alla quale si vuole per forza dare un peso spropositato.

Stiamo continuando a tenere il piede in due scarpe e le femministe ne approfittano per infilare il piede ora in una ora nell'altra nella scarpa che fa più comodo, a seconda dei casi.
Ma questa fase non può durare.
O si riconosce una società asessuata dove il sesso non compaia più all'anagrafe e, di conseguenza, scompaiano i privilegi e le discriminazioni sessiste o si torna alla cultura tradizionale. Con svantaggi o svantaggi, previsti per un sesso e per l'altro in modo compensativo, considerato il pensare dell'epoca.

Scelta la direzione, bisogna eliminare le disciminazioni che, per gli uomini, sono previste per legge a partire dalla Costituzione (*) e, nel caso del femminicidio, lottare strenuamente affinché non ne nascano altre.

Poi ci si potrà interrogare sulle cause...
Ma... che cambia?

(*) Esempi di discriminazioni sessiste previste nella Costituzione della repubblica (i cittadini sono uguali, senza distinzione di sesso): è previsto il diritto dovere del servizio militare per i cittadini maschi / E' fatto divieto di rientro in patria ai discendenti maschi della famiglia regnante

COSMOS1:
scusa vnd ma il fondamento del pensiero razionale è la distinzione

se vogliamo ragionare in modo corretto dobbiamo distinguere i fischi dai fiaschi
si può discutere del rispetto delle donne, della santificazione, della demonizzazione, dell'umiliazione, della glorificazione, eccetera. Confondere l'una con l'altra non serve a nulla.
Uno dei primi concili della Chiesa ha riconosciuto a Maria il titolo di Madre di Dio. Il che non ha nulla da spartire con la divinizzazione di Maria.
Maria è e resta una donna. Altra e diversa da un Dio.

La divinizzazione della donna ha a che fare con l'ideologia sartriana della libertà come qualità di Dio: cioè, tra i nomi di Dio gli antichi elencavano: è infinito, eterno, onnipotente, buono, etc. Sarte dice che Dio è anzitutto LIBERO. (Conta poco che Sartre si definisse ateo)
Simone de Beauvoir trasporta questo sul piano del conflitto di genere: la divinizzazione della donna passa per la sua libertà, la sua autodeterminazione.
Questo ha delle ricadute anche sul nostro quotidiano: quando la violenza sessuale viene definita rapporto sessuale senza consenso. È la volontà della donna che determina il mondo!

Altra cosa è la santificazione della donna, la presunzione di innocenza. Qui siamo nel recinto del manicheismo: le donne buone, i maschi mali, per definizione. Le due affermazioni spesso si mescolano, anche se sono distinte. D'altra parte tra il manicheismo e l'idolatria è scontato che vi siano intersezioni.

Tuttavia è bene tenere distinti anche questi due piani. A mio parere il più pericoloso e attuale è la divinizzazione. Alla donna nulla importa se è santa o puttana: è lei che segna i confini tra santità e peccato, per cui è indifferente come gli altri la vedono e/o classificano.

Peter Bark:
Cosmos,permettimi di tirare ancora in ballo il martello delle streghe.

I "vari Malleus Maleficarum" non rappresentavano il pensiero del popolo credo,bisognerebbe partire da questo presupposto per fare un'analisi seria delle cose.
Diciamo che se mai tutto quello che ci è dato sapere,ad oggi,riguardo ai suoi contenuti,non è la solita rivisitazione in chiave femminista di eventi ed opinioni,si potrebbe anche fare un grosso sforzo per mettere quel trattato sullo stesso piano della martellante campagna mediatica antimaschile che siamo costretti a subire quasi quotidianamente senza poterci ribellare,quella che c'insegna che gli uomini sono inferiori alle femmine sotto ogni punto di vista (noi non sappiamo nemmeno fare il multitasking,è chiaro che siamo un gradino sotto).
Però bisognerebbe avere un minimo di spirito critico e di onestà per ammettere che uno scritto che riflette le opinioni di due frati (vissuti in un tempo in cui si credeva perfino all'esistenza di draghi volanti),non si poneva come fine quello di plasmare il pensiero della massa riguardo la concezione della femmina,considerando anche che gli argomenti contenuti al suo interno non riguardavano esclusivamente valutazioni sul suo intelletto e sulla sua la moralità,ma spaziavano ben oltre.
Chiaro che se abbiamo la pretesa di costringere qualcuno a pensare che la condizione femminile sia sempre dipesa e dipende ancora dalla diffusione di qualche testo,non conoscendo quel testo come Dio comanda,ne avendo un solo modo per dimostrare che un'interpretazione strumentale e personale delle cose debba intendersi come una prova indiscutibile dei fatti,non possiamo che essere trattati come dei perfetti deficienti,afflitti da manie di persecuzione e ossessionati dall'idea che tutto il male presente al mondo sia da imputarsi al maschio.
Testi simili al Malleus Maleficarum,è vero,ebbero una diffusione abbastanza capillare,ma seriamente,pensate che sulle masse potessero avere lo stesso vigore persuasivo che hanno i mezzi di comunicazione odierni,tenuto anche conto che la stragrande maggioranza delle persone vissute in epoche lontane dalla nostra non aveva certamente ne molto tempo da dedicare alle letture,ne quello per ascoltare e assorbire passivamente i sermoni di qualche autorità ecclesiastica? In sintesi,se mai qualcuno avesse insinuato che dei semplici testi hanno contribuito ad alimentare l'idea che la femmina fosse da ritenere inferiore all'uomo,e in quanto tale a venir trattata,vorrei chiedere a quel qualcuno se per lei (o lui,bohoh) è più probabile che siano le pagine di un libro o le parole di qualche frate a condizionare il pensiero delle masse,oppure mezzi di comunicazione come la tv,che è alla portata di tutti,dietro cui ci stanno abili e sapienti ingegneri della comunicazione che conoscono a menadito qualsiasi tecnica per manipolarle,le masse?
Mi viene da pensare che il riferimento al Malleus Maleficarum,come spiegazione al martirio femminile causato dalla misoginia della Chiesa "ampiamente dimostrato dalla storia",non sia che un'altra stortura utilizzate dalle solite pazze femministe per dimostrare il niente assoluto.
Allora,vediamo come il fervore anticattolico comunista misto al becero femminismo isterico di qualche demente che ha un immenso rancore verso il mondo maschile,potrebbe anche essere giustificato da quello che effettivamente è accaduto nel corso di quei secoli bui,basandoci sul più autorevole studio della stregoneria e dell'Inquisizione,redatto dallo storico Golden e con la collaborazione di 130 altri studiosi accreditati,appartenenti a 30 nazionalità diverse.
Nei tre secoli in cui può essere individuato il fenomeno,in tutta Europa,non ci furono più di 300\310 condanne,300 tra Italia e Spagna,e 10 nel Portogallo.A cui si aggiungono circa 600 esecuzioni avvenute in Francia e forse una decina in Irlanda.
Il grosso della caccia alle streghe,avvenne in Germania,con un numero di vittime che può essere stimato tra le 20\25000 unità,a cui se ne aggiungono altre 6\7000 individuabili tra la penisola scandinava,la Scozia e la Svizzera,divisibili in base al sesso con una percentuale che va dal 25\35% per quanto riguarda gli uomini e del 65\75% rappresentato da vittime femminili.
Praticamente il "massacro" si compì in prevalenza nei paesi calvinisti,luterani e anglicani,o comunque presso stati in cui l'inquisizione cattolica non esisteva.

Non mi dilungo tentando di spiegare perché le femmine condannate furono di più degli uomini,credo sia inutile,brevemente,e chiunque dotato di un minimo di logica potrebbe arrivarci,sappiamo che l'Istituzione ecclesiastiva colpiva chiunque riteneva ostacolasse l'ortodossia cattolica,per cui,è chiaro come fosse più probabile nutrire sospetti verso chi poteva aver più tempo per officiare riti pagani e preparare strani intrugli e pozioni magiche tra le mura di casa o in qualche bosco,piuttosto che verso qualcun'altro che impiegava le proprie ore in qualche battaglia,o un bottegaio che svolgeva la propria attività alla luce del giorno.

Ah,non sono cattolico proprio per niente,ritengo solo il vomito femminista\comunista anticlericale troppo anacronistico ormai,e anche parecchio ridicolo. 

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa