Mmmm...sicuramente è come dici tu, ma c'è un'altro punto.
Nessun gestore troverebbe una palestra per soli uomini una buona idea per fare business, mentre una palestra per sole donne potrebbe anche essere un'idea vincente, e se esistono lo è.
Sul perchè di tale differenza è inutile dire.
Certo, è chiaro che oggi, anno 2017 in Italia (come altrove), una palestra di soli uomini non sarebbe sicuramente una buona idea, per qualcuno che cerca di lavorare e quindi di guadagnare.
Al contrario una palestra di sole donne è ben accetta un po' ovunque; in primis dagli stessi uomini, ai quali, in molti casi, la sola idea di una palestra esclusivamente femminile li "stuzzica" ed eccita.
Del resto, che l'uomo medio odierno sia (in questa parte di mondo, ovvio) un irrecuperabile perdente, è oramai un dato di fatto.
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ps: in altri tempi non vi era neppure una presenza femminile nelle palestre di judo e di arti marziali in genere.
In merito questi sono dei rari filmati risalenti ai tempi dell'Unione Sovietica.
http://www.infojudo.com/tecniche-di-lotta-a-terra-del-judo-russo/Come ho già avuto modo di scrivere in passato, le c.d. "palestre miste" portano vantaggi solo alle femmine, le quali beneficiano moltissimo della presenza maschile, mentre i maschi vengono soventemente condizionati in maniera negativa da quella inopportuna presenza femminile.
Il motivo ? L'avversario naturale del maschio è l'altro maschio e non la femmina; mentre per quest'ultima il "parametro di riferimento", e quindi il nemico da sconfiggere, è il maschio umano.
Ergo, mentre gli uomini raramente si impegnano sul serio contro le donne (anzi), quest'ultime fanno di tutto per sconfiggerlo e possibilmente umiliarlo.
Diciamo pure che l'uomo ha un atteggiamento protettivo verso la donna; quest'ultima no, nella maniera più assoluta.
Un maschio, per percepire e considerare la femmina una
nemica (in quel contesto), deve essere addestrato a farlo.
La femmina no.
La femmina, soffrendo di insopprimibili complessi di inferiorità nei confronti del maschio, trova naturale considerare l'uomo il suo nemico numero uno; sia sul tatami che sul ring, oppure in un ottagono.