Red, però come la stai raccontando, non mi pare un discorso molto antifemminista. L'uomo è uomo sempre, non è che fa la donna, ma ha un carattere che può piacere come può non piacere. E quando piace? Quando è utile, sfruttabile.
Non possiamo dare al sesso tutta questa importanza che diamo. Nella "emme" ci andiamo non se rimaniamo single, ma se ci ammaliamo o ci deprimiamo. Se continuiamo a dare importanza al sesso, lo diamo anche alle donne.
Quello che voglio dire è che, se segui le indicazioni femministe, non puoi vivere bene un rapporto con l'altro sesso, tranne le solite eccezioni. Questo è quel che penso.
La "singlitudine" è una condizione degnissima e rispettabile ( ...dillo a me che, a fasi alterne, ci ho vissuto per anni ed anni), ma ragionevolmente non è quello che possiamo prospettare/prospettarci per tutta la vita. E difatti nessuno lo fa, nemmeno qui, anche quando qualcuno lo dice, ma sa di mentire a sè stesso. E allora è naturale domandarsi cosa non va, cos'è che non funziona. E la mia risposta è che i rapporti tra i sessi sono
sempre stati un pò difficili, ma nell'epoca del neofemminismo sono quasi impossibili. Ergo la colpa va ricercata nell'individualità e nell'ambiente. ...Poichè se nasco tondo so già che non potrò morire quadro, allora cerco di modificare il modificabile. E cerco di modificare l'ambiente perchè è la parte pèiù incancrenita, più sporca, più deteriorata. Riguardo i corsi di seduzione, ebbene io non ne ho mai frequentati di persona ma mi sono documentato molto, a suo tempo. Si impararno davvero alcune molte cose utili, ma hanno tutti (o quasi), diversi punti deboli: ad esempio non prendono in dovuta considerazione l'ambiente (appunto) e poi non dicono chiaro e tondo che la partita della seduzione (dei rapporti, in genere) si gioca sul piano dell'irrazionale e che quel che importa di più è l'atteggiamento naturale, (l'unico che comunica per via subliminale) e non l'apparenza artificiosa. Ergo un buon corso dovrebbe agire su quella parte ma, a suo tempo, tra gli innumerevoli siti in rete, io non ne trovai nemmeno uno con tali requisiti (per la verità uno c'era, ma non era pubblico).
ma ha un carattere che può piacere come può non piacere. E quando piace? Quando è utile, sfruttabile.
Non sono d'accordo, non è così, secondo me. Uno piace quando "produce" nell'altra persona sensazioni piacevoli e riempie un vuoto o una necessità. Ovvio che il tutto deve avere caratteristiche di reciprocità. Se uno si fa solo sfruttare allora meglio che rimanga single, sicuramente. NOn puoi riempire un vuoto o una necessità se ti proponi come un "omologo" e non come un "reciproco", ovviamente. Se un uomo e una donna ballano il tango argentino, non possono tutti e due fare la parte di quello che si fa guidare. Uno deve guidare e l'altra deve seguire. Cum grano salis. La partita del rapporto, giocata sul piano dell'irrazionale, prevede che uno riempia (piacevolmente, magari) il vuoto irrazionale dell'altra parte.
E comunque io sono, sinchè si può, per la frequentazione-ognuno-a-casa-sua. Ma io ormai ho una certa età. (non che sia vecchio, eh!
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