Autore Topic: Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!  (Letto 24550 volte)

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Alberto86

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Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« il: Settembre 18, 2012, 11:01:50 am »
Cercando un argomento su Google, mi sono imbattuto per caso in questo vergognoso rigetto femminista del 2010 di quella strega criminale di Concita De Gregorio, un rigetto che meriterebbe una denuncia per istigazione a delinquere:



"Una madre lo sa - Le donne che uccidono i figli non sono mostri. I mostri sono gli altri, intorno a loro"

"Non sono mostri le madri che uccidono i loro figli.
Mostri sono gli altri
: le vicine che fino al giorno prima ti invitano alle festicciole, i mariti che escono senza vedere e tornano senza ascoltare, le amiche che passano a salutare e hanno fretta di ripartire, i medici che dicono è tutto nella norma signora prenda una tisana prima di andare a dormire sono 300 euro, grazie.
Le cognate e le suocere che ti chiedono delle tende, le sorelle al telefono, ciao, ci sentiamo presto.
Quelli che chiami la notte perché stai male e ti dicono ripassi domattina, quelli che la mattina dopo dicono alle tv non ci posso credere l'ho vista proprio ieri stava bene era contenta ma come è stato possibile. Ecco, questi sono i mostri.
Quelli con l'aspetto delle persone normali che non mentono non dirottano le loro vite non escono mai di strada, quelli che in carcere non li trovi mai. Gente ragionevole e quieta, serena e cortese, gente rassicurante che galleggia sulla superficie delle cose opache e non scende mai a vedere sotto, sotto è torbido e fa paura.
Tutto bene? Certo, sì, tutto bene. Allora vado, ci si sente. E così resti da sola con quella cosa minuscola che piange e non capisci perché, che deve mangiare e poi essere lavata e poi vestita e poi deve mangiare di nuovo, non sono passate nemmeno due ore e intanto strilla perché forse sta male ma il pediatra ha detto no sta benissimo, e non c'è nessuno a cui lasciarla in braccio un momento e le pareti della casa ti vengono addosso e ci sono i piatti sporchi da lavare i panni da stirare nella cesta la televisione accesa dice buongiorno!
Avete pensato a una vacanza in Turchia? La casa ha un odore cattivo di cose che marciscono e però non c'è un fuori per te, c'è solo un dentro. Che meraviglia un neonato, ti dicono. E tu sorridi e a volte dici: non mi sento tanto bene.
Allora ti guardano comprensivi, ti dicono: passa, è una fase. Così prendi la macchina e vai dal medico, torni a casa con un foglietto che dice: trenta gocce prima dei pasti.
E l'uomo che vive con te torna la sera ed è stanco, non ti vede, non vede, sei gonfia e grassa ma non importa, c'è il bambino adesso no? Di cosa ti lamenti, passerà.
Ecco, è così. Certo, non per tutte arriva quel buio assoluto, quel furore suicida che ti fa spingere il bambino sott'acqua o colpirlo con un sasso, o buttarlo nel lago. Suicida, perché uccidere un figlio è come uccidersi senza morire e perciò è peggio che uccidersi: è come restare vive da morte, sopravvivere alla morte che almeno è una fine, rimorire ogni giorno. Così vivi, dopo: senza parlare e senza mangiare, avvolta nelle coperte di una cella ma tanto quel freddo non passa. Oppure cancelli, anche questo succede, ti convinci che non è successo mai, non è successo a te, non sei stata tu è stato un altro, è un errore.
Non succede a tutte le madri: succede a pochissime.
Ma tutte, se cercano bene, sanno di cosa si tratta. Più di tutto le madri sole: quelle che non avevano nessuno accanto nella paura della sala parto né della casa vuota, dopo, o sole perché qualcuno c'era ma era come se no. "Non è mai troppa la pietà", ha detto il prete quest'ultima volta. La pietà però arriva dopo. Non è mai troppo l'amore prima, piuttosto. Qualunque sia la vostra opinione, sarebbe bello questa volta esprimerla."
http://it-it.facebook.com/notes/pianeta-mamma/una-madre-lo-sa-le-donne-che-uccidono-i-figli-non-sono-mostri-i-mostri-sono-gli-/112021905509626



Offline skorpion72

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #1 il: Settembre 18, 2012, 11:13:42 am »
Questa è una di quelle che pensa che, in quanto donna, abbia diritto a fare qualunque cosa le passi per la testa, mentre invece noi uomini siamo delle bestie con delle colpe da espiare.

Sarebbe interessante sapere che ne pensa quando capita che ad uccidere i figli è un padre, sicuramente le condanne si sprecano, e magari è una di quelle che quando un uomo si suicida è perché non ha "le palle" per affrontare la vita.

Questa mi fa veramente schifo, purtroppo troppe donne hanno una testa come questa quì, quello è il problema!
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Alberto86

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #2 il: Settembre 18, 2012, 11:38:12 am »
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Sarebbe interessante sapere che ne pensa quando capita che ad uccidere i figli è un padre, sicuramente le condanne si sprecano, e magari è una di quelle che quando un uomo si suicida è perché non ha "le palle" per affrontare la vita.

.................................................



Leggendo i commenti femminili sparsi su internet sotto questo tipo di articoli/notizie ci si può fare un'eccellente idea della disparità di trattamento: quando si tratta di donne infanticide ( ed assassine in generale) prima di tutto i toni sono pacati, non vengono usate offese verso chi ha compiuto il gesto ed il clima è sostanzialmente improntato al discorso "costruttivo"; i commenti poi si dividono tra le streghe che sono d'accordo con la mancanza di colpa della donna che ha compito il crimine e quelle che con toni sempre sereni, calmi e gentili, esprimono il loro dissenso o comunque la loro opinione.
Quando invece si tratta di uomini che compiono atti di violenza fisica su femmine e bambini(anche perchè di uomini che uccidono i bambini ce ne sono pochissimi) prima di tutto le femmine usano subito toni molto aggressivi e minacciosi, fanno particolare uso di offese pesanti e gratuite e non sono generalmente disposte a riflettere sull'accaduto facendo subito quadrato intorno alla questione, classificando il reo-maschio di turno come un animale senza scrupoli che merita la peggior pena giustizialista possibile!
Funziona cosi! Basta pure pensare a quella storia di poco tempo fà in cui un padre pregiudicato gettò il figlio nel fiume: subito il fronte femminile al potere e quello dei media organizzarono la campagna d'odio anti-maschile chiedendo "immediata pena esemplare" (parole della vicesindaco Belviso)...


A proposito della vicesindaco/quota rosa Belviso:

leggi quest'articolo riguardante quel fatto   http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/02/04/news/infanticidio_roma-29312124/

e poi leggi questo di ieri  http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/belviso_prenestino_roma_incidente_morti/notizie/220009.shtml



Noti differenze?

Offline skorpion72

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #3 il: Settembre 18, 2012, 11:46:05 am »
Leggendo i commenti femminili sparsi su internet sotto questo tipo di articoli/notizie ci si può fare un'eccellente idea della disparità di trattamento

Sono perfettamente d'accordo con te, questo di mettere in evidenza le disparità (e non solo) è sempre stato uno dei miei obiettivi, ma, per una cosa o per un'altra, non ci sono mai riuscito, spero magari in un prossimo futuro di riuscire a tirare fuori qualcosa di efficace, di quello che non servono commenti vista l'evidenza
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Alberto86

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #4 il: Ottobre 04, 2012, 12:22:10 pm »
Vaginata femminista riferita a questo ennesimo infanticidio http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20121002_195355.shtml




di RITA SCHENA

Ecco a voi Medea signori, la madre che uccide i suoi figli per vendicarsi del suo uomo, e condannatela senza pietà, o giudici, per l'orrore che ha messo in scena. Quando una tragedia come quella che si è consumata a Massafra raggiunge gli onori delle cronache si è tutti pronti a crocifiggere, senza pensare che è spesso frutto della solitudine e dell'isolamento che soffoca tante donne e i loro figli e che per evitare che il dramma si ripeta bisogna mettere in atto una rete di sostegno per le donne e la loro maternità, voluta o non.
Medea uccide per solitudine più che per vendetta, se non si fosse sentita abbandonata probabilmente avrebbe preso i suoi figli ed avrebbe ricominciato. Se ne avesse avuto la possibilità, perché è questo il punto: oggi una donna ha la possibilità di scegliere? Una donna che non vuole diventare madre ha sul territorio gli strumenti per scegliere? La risposta è tristemente «no» a meno che non abbia risorse proprie, economiche e psichiche; e per le più deboli, resta l'infanticidio? Sarebbe una conclusione terrificante.
Ci sono intere regioni (come la Basilicata ad esempio) dove non ci sono medici abortisti in strutture ospedaliere pubbliche, quindi o paghi, o attendi tempi che possono anche andare oltre i termini di legge per interrompere una gravidanza non voluta. Vuoi avviare un metodo contraccettivo? Inizi un iter di medici, prescrizioni, analisi, visite che, o puoi permetterti, per soldi o tempo, o ti scoraggiano. La pillola del giorno dopo? Siamo ancora ai dibattiti nei salotti.
E le donne che non possono? Quelle sole, quelle messe all'angolo? Chi le aiuta?
Per favore, tra tagli, crisi economiche, spending review e bagordi di Batman, Robin e tutta la banda Bassotti con i soldi pubblici, vogliamo far qualcosa, vogliamo seriamente aiutare le donne e i loro figli? Che ne è stato della rete di solidarietà, dei consultori, possibile che questa giovane madre di Massafra sia stata lasciata sola nel suo dramma? Nessuno si è reso conto del suo disagio? Una vicina, una parente?
Poter dire: donna vieni a partorire in ospedale, stai tranquilla, se non vuoi il bambino, lo teniamo noi, ne avremo cura come fossi tu, ma sul serio, senza pressioni psicologiche da «signora, ma riconosca il bambino, che fa, lo abbandona?» e relativi sensi di colpa, o scartoffie burocratiche che possono spaventare una donna già in stato di fragilità.
Una società che sa sostenere una donna-madre che ha già bambini, che magari non sa bene come crescere e che non ha pienamente voluto, significa un domani non dover trovare una bimba morta in un armadio, significa per tutti un futuro migliore. Una società che sa aiutare le donne, salva i loro figli e se stessa.


http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDCategoria=2699&IDNotizia=556687

Offline TheDarkSider

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #5 il: Marzo 07, 2013, 17:52:06 pm »
Quando si parla di infanticidio le femministe, come questa Monica Lanfranco, trovano tutte le giustificazioni possibili.
Qui la notizia dell'infanticidio
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/01/roma-partorisce-e-getta-bambino-in-cassonetto-arrestata/516847/

Di seguito il vergognoso articolo della Lanfranco, in cui la furia giustificazionista è tale che si arriva a paragonare una 25enne italiana a una donna che vive nelle zone rurali dell'Africa o dell'India  :doh: :doh:
 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/01/solitudine-della-madre/517291/
Infanticidio, la solitudine della madre

Come può succedere che una giovane donna italiana, nella capitale del suo paese, viva nove mesi di gravidanza in segreto, partorisca da sola, giri con il corpo del neonato nella borsa, per poi infine approdare con una emorragia all’ospedale, dopo aver gettato il feto in un cassonetto?

Il reato del quale la ragazza è accusata è pesantissimo: infanticidio, che potrebbe mutare se l’accertamento sul feto rivelasse di essere stato partorito morto, evenienza che cambierebbe la fattispecie legale, certamente, ma non muterebbe la sostanza della domanda.

Cosa dice, cosa racconta questo orribile fatto di cronaca della nostra società, degli adulti, del livello della sua educazione sessuale, della cultura del rispetto per il proprio corpo e della responsabilità che ne consegue?

Quali percorsi di abbandono, solitudine, emarginazione, ignoranza si sono intrecciati nella vita appena approdata all’età adulta di questa donna, perché ora si ritrovi in una situazione così terribile e desolante?

In un recente episodio della interessante serie tv inglese Black Mirror, che offre spunti di riflessione sui temi della comunicazione digitale e sull’influenza della tecnologia nelle relazioni umane, c’è un episodio nel quale una giovane donna si sveglia improvvisamente in una stanza che non riconosce, e mentre esce in strada e cerca di ricordare quale sia la sua identità è assalita da cacciatori armati: inizia a scappare e si accorge che intorno a lei decine di persone, alle quali chiede aiuto, restano insensibili ai suoi richiami. La folla, semplicemente, sta immobile, a filmare la sua fuga con il cellulare. Una selva umana che assiste allo spettacolo della sua caccia.

Se, per ipotesi, questa donna che oggi è accusata di infanticidio avesse chiesto aiuto, perché non l’ha trovato, nella civile Italia del G20, dell’Europa, dell’occidente?

E’ giusto, e necessario, che la giustizia faccia il suo corso, in questa assurda e tremenda storia, che ha un versante privato e individuale che attiene alla donna in questione e alle sue responsabilità.

E’ urgente e importante però che ci sia anche un livello diverso, che questa volta riguarda la società tutta, nel quale si accolga la domanda dell’inizio, e si provi a trarre qualche abbozzo di risposta e di presa in carico della vicenda, che da privata diventa inevitabilmente collettiva, e quindi politica.

Circa un anno fa, quando una donna laziale uccisela sua neonata, ci fa la proposta dei ginecologi della Società italiana (Sigo) di sottoporre alle donne a rischio di infanticidio lo stesso intervento che si usa per i malati mentali gravi in fase acuta. Cioè il Tso, ovvero il trattamento sanitario coatto, che si traduce nel ricovero forzato in ospedale e nella somministrazione di farmaci, solitamente riservati a malati psichiatrici. La Sigo e l’associazione Strade onlus invocò la ‘linea dura per arginare il dramma delle mamme assassine’. Linea dura, già.

I dati dicono che sono circa 50-75 mila le donne che vengono colpite dalla depressione post partum, un malessere che si sta diffondendo, e che, a parte una limitata casistica relativa a donne che già prima della gravidanza soffrivano di disturbi psichici, può colpire molte neomadri.

Le cause sono molte: l’insufficienza di preparazione e informazione su cosa realmente sia l’esperienza della maternità concreta, al di là dell’immagine stereotipata e veicolata dalla pubblicità televisiva della giovane e bella signora felice e del suo roseo cucciolo con il sederino asciutto grazie al pannolino tecnologico.

Fare da madre ad un nuovo essere umano è il lavoro più complesso e stancante che esista al mondo. Certamente, se la maternità è una scelta consapevole e matura, è anche l’esperienza più straordinaria della propria vita.

Ma la solitudine, l’inaspettata fatica fisica e mentale che comportano l’allevamento di una creatura neonata, mai abbastanza narrate e condivise perché faccende di poco conto nella società che pure sprona le donne a essere madri, sono a volte troppo grandi anche per donne preparate, figuriamoci per quelle più giovani, meno acculturate, o in condizioni economiche precarie: un gran numero di donne, quindi, oggi, in Italia.

Carta straccia è rimasta la raccomandazione del Comitato nazionale di bioetica, che in un parere del 2005 sottolineò la necessità di una assistenza specifica che coinvolgesse la struttura pubblica e mirasse a una prevenzione efficace, raccomandando la ‘sensibilizzazione della figura paterna e dei familiari sia durante la gestazione che dopo il parto’.


Si nasce da una donna perché lei sceglie: sta scritto in un bel manifesto femminista, che celebra così la bellezza dell’essere madre a partire dalla volontà di diventarlo.

Ma la nostra civile società, evidentemente, non riesce ancora a dare spazio reale a questa scelta, che resta un bell’auspicio su un manifesto degli anni ’90.

Per questo, senza abitare in un villaggio desolato dell’India o dell’Africa, una ragazza italiana di 25 anni può trasformarsi in una infanticida.
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline Mercimonio

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #6 il: Marzo 07, 2013, 18:12:17 pm »
a me sembra assolvano pienamente anche quelle che ammazzano i mariti, non si limitano all'infanticidio.

terribile poi pensare che si veda il bambino come proprieta' privata, come fosse un animale domestico che si possa ammazzare come un cane.

Offline ilmarmocchio

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #7 il: Marzo 07, 2013, 18:32:09 pm »
vergogna assoluta su chi giustifica l'assassina di un infante.
la pena che merita è l'ergastolo, altro che i deliri sull'Africa, l' India , ecc.
uno dei più vergognosi articoli degli ultimi tempi

Offline ilmarmocchio

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #8 il: Marzo 07, 2013, 18:37:52 pm »


questa è la bella faccia della sedicente giornalista che giustifica gli infanticidi, e che merita un posto anche nel thread sui nuovi mostri

Offline andremany

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #9 il: Agosto 20, 2013, 14:29:01 pm »
Guardate che non sono cazzate. Sono vaniloqui spacciati per pensieri.

Per sapere tutto ciò che insegnano, con un profluvio inutile di parole, queste saccenti basta leggere il codice penale. Poche righe.
E tanto basta anche per prendere le distanze dal loro sciocco pietismo.

L'infanticida «non è un mostro»? Verissimo, la legge non si sogna nemmeno di dire una cosa del genere.
La tratta solo, e giustamente, da delinquente.
Piccola avvertenza: lo stesso vale per l'omicida, anche plurimo.

L'infanticida agisce a causa della «solitudine»? Verissimo anche questo.
Infatti il nome del reato è «infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale».
Piccola avvertenza: nonostante l'abbandono è reato lo stesso.

Domani scrivo un articolo sulla scoperta dell'acqua calda.

Offline ilmarmocchio

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #10 il: Marzo 15, 2014, 17:56:07 pm »
http://news.panorama.it/cronaca/Delitto-di-Lecco-ora-il-pericolo-e-il-suicidio-della-madre-omicida
di Eleonora Lorusso

"Questa donna ha perso il controllo, ha avuto un obnubilamento mentale e si è vendicata nei confronti del marito". Il professor Carmelo Lavorino, criminologo, esperto di analisi della scena del crimine e di criminal profile, ovvero la definizione del profilo di un omicida, non ha dubbi: la madre 37enne di Lecco, di origini albanesi, che ha ucciso le sue tre figlie "ha agito perché voleva sopprimere quello che di più caro aveva il marito, inconsciamente ha distrutto anche il legale tra lei e il coniuge".

Professore, esiste una casistica specifica per questo genere di delitti?

Questo caso è spiegabile in situazioni di fortissima depressione, quando non si ha fiducia nel mondo, nel futuro, negli altri e in se stessi. E' ravvisabile anche la cosiddetta sindrome di Medea, cioè il volere punire il coniuge traditore, sopprimendo la propria stirpe.

Qualcuno ha parlato di "atto di amore". Cosa ne pensa?

Donne del genere, che si trovano in uno stato psichico molto debole, di panico, di forte pressione, possono arrivare ad uccidere la prole come estremo gesto di protezione. Ma è bene ricordare che questo avviene solo in persone che soffrono di malattie psicologche e psichiche.

Si può prevede un gesto del genere?

Atti del genere non sono prevedibili. Si può prevedere che una persona in uno stato depressivo possa commettere atti simili, ma non tutti coloro che sono in queste condizioni commettono gesti estremi.

E' possibile un recupero, ora?

Questa donna può essere recuperata, ma è bene sottolineare che questa persona avrà sempre la tendenza ad autopunirsi, al suicidio. Non  è pericolosa verso società, ma solo verso se stessa, soprattutto nel momento in cui realizzerà a pieno cosa ha fatto. Non vedrà altra che il suicidio. Il recupero dovrà dunque essere effettuato su 3 piani: quello della consapevolezza, della accettazione di ciò che ha fatto e dell'autoperdono. Ma una mamma si può salvare solo se attiva meccanismi mentali di rimozione, cosa altamente improbabile. E' quanto accade anche a chi si rende responsabile di atti involontari come l'investimento di una persona o di un bambino, che ne causano la morte: molto spesso chi li commette, poi tenta di togliersi la vita.

Offline ilmarmocchio

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #11 il: Marzo 15, 2014, 17:59:38 pm »
http://news.panorama.it/cronaca/omicidi-madre-figlio-infanticidio-casi

di Nadia Francalacci
Un mix di rabbia, solitudine, vendetta e depressione ha spinto una
madre di 37 anni ad uccidere a coltellate le sue tre figlie di 3, 10 e
13 anni. E’ successo a Lecco, domenica 9 marzo. Poi, la mamma
di origini albanesi, da pochi mesi abbandonata dal marito per
Lecco, perché una mamma
diventa assassina?
un’altra donna, ha cercato di togliersi la vita. Ma non ci è riuscita.
Prima di essere operata, interrogata dal pm, ha confessato: "L'ho
fatto perché sono disperata". Alla base del folle gesto, non solo
l’amore finito con il compagno e padre delle tre bambine ma anche
gravissimi problemi economici.
Ma il caso di Lecco, è solo l'ultimo drammatico episodio di
una serie di infanticidi.
12 febbraio 1988. Muoiono nella vasca da bagno in un
appartamento di Ostia due fratellini, di uno e cinque anni. Tutto
lascia supporre che si tratti di una disgrazia, ma il 9 marzo del '91,
anche il terzo figlio di una madre 39 enne, di appena otto mesi,
muore nelle medesime circostanze. La donna tenta il suicidio ma
non ci riesce
29 aprile 1997. A Foggia, una donna di 35 anni che soffriva da
tempo di crisi depressive strangola i due figli di 5 e 8 anni. Poi mette i loro corpi su un lettino con le
mani congiunte e si uccide impiccandosi.
30 agosto 1997. A Montecassiano una donna di 37 anni, uccide i due figlioletti, un maschio di tre anni
e una femmina di sei, strangolandoli e annegandoli. Lei si suiciderà impiccandosi con una corda a una
ringhiera.
11 agosto 2000. A Caserta una maestra di 36 anni in crisi depressiva, si uccide con le tre figlie di sei,
due e un anno, saturando l'interno della macchina con i gas di scarico.
29 giugno 2001. A Palombara Sabina (Roma), una donna macedone di 36 anni, sposata con un
italiano, uccide con 30 coltellate i suoi due figli di 6 e 5 anni.
30 gennaio 2002. In una villetta di Montroz a Cogne viene massacrato il piccolo Samuele Lorenzi. I
soccorritori, chiamati dalla madre, Annamaria Franzoni, lo trovano agonizzante con gravissime ferite
alla testa. Samuele morirà poco dopo, durante il trasporto in ospedale. La madre viene accusata
dell’omicidio ma nega ma, al termine dei tre gradi di processo, viene riconosciuta colpevole con
sentenza definitiva dalla Corte di Cassazione.
12 maggio 2002. Una madre uccide la propria bambina mettendola nella lavatrice. E’ accaduto a
Madonna dei Monti, frazione di Santa Caterina Valfurva, in Valtellina. Una donna di 31 anni, apre lo
sportello la lavatrice e adagia il corpo della figlia di 8 mesi nel cestello. Poi chiude la sportello e azione
un ciclo completo di lavaggio. A trovare il cadavere, nella lavatrice, è il padre della bambina.
3 giugno 2003. Una madre uccide la figlia di tre mesi affogandola nel water dell’ospedale dove era
ricoverata. L’assassina è una peruviana di 29 anni che durante un raptus strangola e poi affoga nel
bagno dell’ospedale di Desio, Milano, la figlia che era ricoverata per una caduta dalla carrozzina.
7 luglio 2004. A Vieste, in provincia di Foggia una casalinga uccide i suoi due figli, una bambina di 5
anni e un maschietto di quasi 2, soffocandoli con del nastro adesivo. Poi si suicida nello stesso modo.
18 maggio 2005. In provincia di Lecco una mamma di 29 anni racconta di essere stata aggredita in
casa mentre faceva il bagno al figlio di 5 anni. Durante l’aggressione, mentre lei si stava difendendo, il
bambino sarebbe scivolato nell’acqua e sarebbe morto. La notizia però si rivelerà falsa. Ad uccidere il
piccolo era stata la donna che due settimane dopo, confessa.
17 marzo 2005. Una neonata di due mesi viene trovata uccisa con una coltellata nella casa della
Romanina, a Roma, dove vive con i genitori: anche qui la madre, 23 anni, dopo averla uccisa tenta il
suicidio.
8 settembre 2005. A Merano un bambino di quattro anni viene ucciso a coltellate dalla madre mentre
stava facendo colazione con pane e marmellata. La donna, 39 anni, tenterà il suicidio gettandosi da
una finestra del secondo piano del commissariato di polizia durante l’interrogatorio. Quando gli
investigatori arrivarono sul posto si trovano davanti una scena agghiacciante: il bambino giaceva in una
pozza di sangue nella cucina dell’appartamento. Sul tavolo furono trovati ancora i resti della prima
colazione con un panino con la marmellata appena iniziato.
20 luglio 2009 - A Parabiago, in provincia di Milano, un’altra mamma uccide il figlio di 4 anni,
strangolandolo con un cavo elettrico. La donna, 36 anni, soffriva di depressione ed era in cura in un
centro psicosociale della zona. A trovare il piccolo, agonizzante, sono la nonna e la zia del piccolo. La
mamma fu trovata a vegliare il cadavere del bimbo in stato di choc.
26 aprile 2009. A Genova una madre di 35 anni uccide il proprio bambino di appena 19 giorni con il
cavetto di alimentazione del cellulare. Poi si suicida. La donna viveva da sola con il figlio e soffriva di
depressione post-partum
24 settembre 2009. In provincia Bologna, una madre di 36 anni accoltella i due figli, un bambino di sei
anni e una bambina di cinque. Poi si suicida gettandosi dalla terrazza della sua abitazione, al secondo
piano di una palazzina a Castenaso. I carabinieri trovano i corpi dei due piccoli sul letto matrimoniale.
La donna soffriva di depressione per la separazione dal marito.
19 febbraio 2010. A Venezia una donna di 47 anni uccide il figlio, un bimbo di appena sei anni,
soffocandolo nel suo letto. Poi si uccide, impiccandosi. A scoprire i corpi è il marito, un 51enne.
22 ottobre 2011. A Grosseto viene arrestata la mamma di un bambino di 16 mesi morto annegato
durante una gita in pedalò nelle acque della Feniglia. La madre parla di una disgrazia ma poi gli
investigatori accerteranno che ad uccidere il piccolo è stata la madre.
25 ottobre 2013. In provincia di Lecco, ad Abbadia Lariana, una donna uccide il figlio di tre anni. Lei 25
enne originaria della Costa d’Avorio, uccide il primo dei suoi due figli infierendo più volte sul corpo.
6 marzo 2013. In Calabria una madre di 43 anni uccide il figlio di 11 anni con un paio di forbici. La
donna ha fatto uscire prima del termine delle lezioni il figlio da scuola, lo ha portato in una zona di
montagna e poi lo ha sgozzato. Successivamente ha tentato, senza riuscirci, di togliersi la vita
4 Aprile 2013. Ucciso la figlia di tre anni facendole bere del diserbante. Poi lascia un biglietto:
“Benedetta la porto via con me”. Ela donna si è gettata dal secondo piano. La bambina è morta presto,
probabilmente tra atroci dolori. La donna 32 anni, di Carovigno, morirà il giorno dopo in ospedale.
21 aprile 2013. Una dentista di 36 anni e la figlia sono state trovate senza vita nella camera da letto
della piccola. A ritrovare i due corpi il marito al rientro da una giornata di lavoro. Un omicidio-suicidio:
prima la donna ha accoltellato la figlia e poi si è tolta la vita, tagliandosi la gola.

Offline ilmarmocchio

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #12 il: Marzo 15, 2014, 18:04:50 pm »
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Triplice-omicidio-a-Lecco-Alfano-Non-daremo-scampo-assassino-f5963cf0-d840-45f4-b0ca-168999413f1f.html


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POLITICA
Pugno duro del Viminale per individuare il responsabile
Triplice omicidio a Lecco. Alfano: "Non daremo scampo all'assassino"
Il ministro dell'Interno Angelino Alfano promette: "Troveremo il colpevole e lo faremo stare in carcere fino alla fine dei sui giorni"
09 marzo 2014Usa parole forti il ministro dell'Interno Angelino Alfano dopo il triplice omicidio di Lecco, vittime tre sorelline.

"Non daremo scampo all'assassino"
"Noi non daremo scampo a chi ha compiuto questo gesto efferato. Inseguiremo l'assassino fino a che non non l'avremo preso e poi lo faremo stare in carcere sino alla fine dei suoi giorni".

"Starà in carcere fino alla fine dei suoi giorni"
Il titolare del Viminale ha annunciato una riunione con i vertici della Polizia."Daremo la caccia all'assassino chiunque sia stato. L'Italia non può limitarsi a piangere ma deve dare la caccia e trovare chi ha commesso l'assassinio. Noi ci riusciremo", ha detto il ministro in un'intervista a Maria Latella.


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Alfanoooooooooooooooooooooo
sii inesorabile.
l'assassino lo abbiamo.
ma NON è il padre

Offline ilmarmocchio

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #13 il: Marzo 15, 2014, 18:07:29 pm »
Si nasce da una donna perché lei sceglie: sta scritto in un bel manifesto femminista, che celebra così la bellezza dell’essere madre a partire dalla volontà di diventarlo.


e perchè troppo spesso, un uomo ti da l'unica possibilità di significare qualcosa.
Altrimenti, nisba, solo un pò di sangue ogni 28 giorni

Offline Lucia

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Re:Come le femministe giustificano le donne assassine di bambini!
« Risposta #14 il: Ottobre 04, 2014, 20:13:07 pm »


Leggendo i commenti femminili sparsi su internet sotto questo tipo di articoli/notizie ci si può fare un'eccellente idea della disparità di trattamento: quando si tratta di donne infanticide ( ed assassine in generale) prima di tutto i toni sono pacati, non vengono usate offese verso chi ha compiuto il gesto ed il clima è sostanzialmente improntato al discorso "costruttivo"; i commenti poi si dividono tra le streghe che sono d'accordo con la mancanza di colpa della donna che ha compito il crimine e quelle che con toni sempre sereni, calmi e gentili, esprimono il loro dissenso o comunque la loro opinione.

Non è detto che lo sgomento non è minore per il fatto che non si usano parolacce estremi. La maggior parte delle donne considerano mostri le madri infanticide anche nei commenti al articolo fb che hai messo.