Menzogna romantica e verità romanzesca è un'opera saggistica di René Girard pubblicata per la prima volta nel 1961 e tradotta inizialmente in Italia col titolo di “Struttura e personaggi nel romanzo moderno”. L'antropologo e critico letterario francese cerca in questo testo di trovare ciò che hanno in comune i grandi romanzi, invece che soffermarsi sulla loro originalità e sulle differenze che li separano.
Il punto di contatto lo trova nella natura del desiderio, che è sempre mimetico, ossia basato su un modello, consapevole o meno, modello che Girard definisce mediatore.
L'uomo in generale, quindi, non è capace di desiderare di per sé, prescindendo da un altro: l'oggetto e il fine del suo desiderio gli viene sempre proposto oppure imposto da un terzo, sicché la struttura del desiderare è triangolare, e non procede in linea retta.Il triangolo che si instaura tra desiderante, oggetto desiderato e mediatore del desiderio si ripete costante nella struttura dei romanzi che il saggista analizza, quelli di Cervantes, Flaubert, Stendhal, Proust, Dostoevskij.
Il romanticismo e la critica romantica, tuttavia, non sono stati capaci di sottolineare la mimesi del desiderio, ma hanno occultato l'altro, il mediatore, dando vita così alla menzogna romantica (ecco spiegata la prima parte del titolo del saggio) del desiderio puro, diretto, spontaneo.
Credere all'autonomia dei desideri degli uomini e dei personaggi dei romanzi non è altro che un'illusione, l'illusione del Romanticismo, che è alla base di gran parte della letteratura.
Quest'illusione, questa menzogna ha nascosto la verità romanzesca (e siamo alla seconda parte del titolo), quella cioè del desiderio mediato, copiato, modellato su quello di qualcun altro, non per forza effettivamente migliore.
La teoria del desiderio di Girard si differenzia anche dalle idee di Freud, che insisteva sul valore oggettivo dell'ente desiderato, mentre per il francese nel desiderare non si desidera mai un oggetto in sè, ma si desidera di essere come la persona che desidera lo stesso oggetto. Desiderare, quindi, è sempre desiderare di essere.
http://www.dragora.net/smf2/index.php?topic=2080.0Ha scritto nhc ealtre cose interessanti sulla nascita del sacro dalla violenza, anche là c'è un desiderio mimetico nello sacrificio.