Chiedo scusa e venia per l'orrenda e ambigua parola che ho usato, "sfruttate". Non intendevo assolutamente usarla nel significato femminista e vittimistico del termine, volevo esprimere un concetto simile a "impiegate", "assegnate ad un dato compito". So benissimo che sono ragazze a cui madre natura ha donato un corpo passabilmente armonico, che viene utilizzato per sbarcare il lunario senza faticare troppo.
Quello che volevo dire è che una femminista vera dovrebbe vedere un'ingiustizia in ciò. Un'ingiustizia prima di tutto nei confronti delle donne meno belle (perché mica son tutte così), poi nei confronti degli uomini. Perché una bella gnocca deve avere la vita più facile di una mezza racchia o di un uomo? Non è certo una questione di merito, è in massima parte pura genetica, qualcosa su cui la volontà e la mente dell'individuo non hanno influenza. Perché ad una bella gnocca un po' spregiudicata tutte le porte sono aperte, mentre una bruttina o un uomo devono fare gavetta?
E vogliamo parlare dei "richiesta bella presenza" fra i requisiti di assunzione per cameriere e commesse?
Io non ho mai sentito le femministe incazzarsi contro le studentesse che estorcono bei voti a furia di moine e ammiccamenti (quando non proprio di prestazioni sessuali) in sacrosanta difesa delle ragazze brutte, o grasse, o semplicemente "oneste" che certe cose non le possono o vogliono fare, o dei ragazzi maschi.
Né ho mai sentito le pariopportuniste scendere in campo contro le soldatesse approfittatrici che hanno tutti i privilegi di questo mondo e dell'altro. Non solo per un ideale, ma anche per ricompensare e gratificare quelle donne sinceramente volenterose d'impegnarsi. Va bene dare del "maschio porco" al caporale istruttore Parolisi (parlo del caso Melania Rea), ma io non ho sentito una sola parola di rimprovero contro le soldatesse che partecipavano in quel commercio di favori sessuali delle reclute in cambio di atteggiamenti di riguardo degli istruttori. Per esserci domanda, deve necessariamente esserci offerta, o no?
Perché, se si è determinato che la donna ha pari capacità d'intendere e di volere e dunque deve avere pari diritti, deve necessariamente voler dire che deve avere pari doveri. Invece no. Se c'è una cosa che mi fa incazzare delle femministe attuali, è che, per loro, la donna non ha mai colpa. È sempre vittima del maschio porco sfruttatore. Non è possibile, per loro, che si mettano d'accordo per fare un piccolo baratto di sesso contro privilegi. È sempre un plagio mentale, una coercizione indiretta, una costrizione psicologica, una forzatura indotta dalla società patriarcale eccetera eccetera.