Autore Topic: I viscidi...  (Letto 1029 volte)

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Offline Angelo

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I viscidi...
« il: Ottobre 09, 2012, 22:10:31 pm »
Si pensa quasi all'amico Arf con un titolo così, ma il riferimento è ad altri, alla scuola, a ciò che resterà... :sick:

http://d.repubblica.it/argomenti/2012/10/09/news/violenza_di_genere_libri-1297215/

Combattere la violenza di genere sui banchi di scuola. È l’idea di Cristina Obber, già autrice di “Amiche e Ortiche” (Baldini Castoldi Dalai) e “La Ricompensa” (Emma Books), di ritorno in questi giorni in libreria con “Non lo faccio più. La violenza di genere raccontata da chi la subisce e da chi la infligge” (Edizioni Unicopli). Racconto di un viaggio lacerante ma anche ricco di speranza fuori e dentro il carcere. Un libro che è anche un progetto: fare formazione negli istituti superiori e fornire supporto ai giovanissimi con un sito web (www.nonlofacciopiu.net) che vuole essere un luogo di ascolto per chi la violenza l’ha subìta o agita. Così, dopo due esperienze pilota nel Veneto, in un liceo e in un istituto professionale, a breve si partirà con gli istituti della provincia di Milano con l’obiettivo di estendere gli incontri a tutto il territorio nazionale.

Davide contro Golia: di fronte al numero crescente di femminicidi (92 dall’inizio dell’anno) e al vuoto delle istituzioni (manca tutt’ora una legge organica sulla violenza di genere), colpisce positivamente l’iniziativa di una scrittrice e privata cittadina che si mette in testa di cambiare le cose bussando alle porte di mezzo mondo.
A scuola contro la violenza
“Tutto è cominciato quando un giorno, mentre ero in auto, ascoltavo alla radio la notizia dell’ennesimo stupro di gruppo ad opera di giovanissimi" spiega Cristina, "ricordo che ho pensato: forse non si rendono conto, forse se qualcuno gli spiegasse che cosa significa per una donna non lo farebbero più”. Da qui l’idea del libro, frutto di due anni di ricerche a contatto con le vittime, con gli operatori e con chi la violenza l’ha perpetrata. Obber è andata nella prigione di Bollate, dove è in corso un programma di riabilitazione per i cosiddetti “sex offender”, uno dei rari tentativi di rieducazione che il nostro sistema penitenziario, grazie al lavoro del Cipm (Centro italiano per la promozione della mediazione), offre tra mille difficoltà finanziarie. Un’isola “felice” in cui l’autrice si è addentrata per capire come nasce e come si esce dalla violenza sessuale: “Una volta dietro quelle sbarre ho avuto la sensazione che i carcerati stiano in realtà facendo un respiro profondo" spiega, "capire il senso del crimine che si è commesso è un percorso doloroso ma alla fine del tunnel chi lo ha percorso ne esce diverso”.

Sono sempre più numerosi i detenuti che chiedono di partecipare a questi tipi di programma ma le risorse sono sempre più scarse: “Si tratta di iniziative sporadiche che invece dovrebbero essere rese obbligatorie e finanziate adeguatamente”, aggiunge Cristina. Se la riabilitazione lavora a valle, la prevenzione interviene a monte e il progetto pedagogico si inserisce in questo ambito: “mentre scrivevo il libro ho capito che dovevo portarlo nelle scuole" precisa, "avevo già avuto un’esperienza in questo senso e ho iniziato a mobilitarmi, coinvolgendo le associazioni e i professionisti che lavorano sul territorio”. Così, è iniziato il tour in provincia di Vicenza, tra licei e istituti professionali, in compagnia di Silvano Bordignon, consulente educatore e insegnante di filosofia. “Un’esperienza incredibile, per me e credo per i ragazzi, gli insegnanti mi hanno detto di non averli mai visti così attenti e appassionati" ricorda Cristina, "ho letto brani tratti dal mio libro e partecipato alla discussione. Durante il dibattito è emerso un grande bisogno da parte dei ragazzi di confrontarsi su temi quali la sessualità e il rapporto tra uomo e donna”. Farciti di stereotipi “in realtà ci mettono un attimo a demolirli. Sono rimasta felicemente sorpresa nel constatare che questi ragazzi sono molto disponibili a mettersi in discussione e pronti a prendere coscienza dei pregiudizi assorbiti tramite i media”. Insomma secondo l'autrice “basterebbe poco: solo un po’ di formazione” per cambiare le cose ma la scuola pubblica, martoriata dai tagli, evidentemente non può fornire un supporto di questo tipo.

Dopo l’esperienza in Veneto, fra poco il progetto sbarcherà nelle classi di quarta superiore milanesi con il patrocinio dell’assessorato alle Pari Opportunità della Provincia. Promosso dall’associazione “Donne in Rete” con la collaborazione delle associazioni “Maschile e Plurale” e “Amiche di Abcd”, sarà presentato il 25 ottobre alle 18 a Palazzo Isimbardi: “Nelle scuole" conclude Cristina Obber, "racconterò il mio lavoro nel carcere, mentre due educatori, un uomo e una donna, condurranno il dibattito con i ragazzi. Sono previsti due incontri in modo da poter coinvolgere attivamente gli studenti”. Il momento più bello dall’inizio di questo viaggio? “Quando alcuni alunni, entusiasti del nostro incontro, mi hanno invitata a replicarlo alla presenza di mamma e papà”. Figli che educano i genitori. 

Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline cancellatow

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Re:I viscidi...
« Risposta #1 il: Ottobre 10, 2012, 09:52:14 am »

Offline ilmarmocchio

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Re:I viscidi...
« Risposta #2 il: Ottobre 10, 2012, 13:13:26 pm »