Autore Topic: Le differenze tra un antifemminista ed una femminista  (Letto 860 volte)

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Offline Angelo

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Le differenze tra un antifemminista ed una femminista
« il: Ottobre 11, 2012, 22:03:39 pm »
Sono stati spesi fiumi di parole, articoli, link, dibattiti etc. etc. Ma penso che sia giunto il caso di sintetizzare, naturalmente facendo il confronto tra il mio modo di vedere la questione e il "variegato" mondo femminista.
Esporrò prima il mio pensiero e successivamente quello delle femministe(evidenziato con il colore rosso) . Secondo me può essere utile per gli eventuali lettori che vorranno capire un po' il pensiero antifemminista.

Parto dalla questione padri separati:

Penso che, indipendentemente dalla PAS, il problema è tutto nella non applicazione della legge 54/2006, una legge che sottolinea il concetto di bigenitorialità e che ribadisce che un padre deve avere lo stesso valore di una madre e non solo la funzione di bancomat.
Fare un figlio comporta delle responsabilità  da accettare per entrambi i genitori. Chi va contro questa cosa va contro l'articolo 3 ed appoggia il sessismo.




Il pensiero femminista si concentra principalmente sulla questione della validità o meno della PAS e non cita, se non di striscio, la questione da me (e non solo da me evidenziata). Il femminismo considera giusto che un padre sia costretto a sloggiare dalla casa di proprietà, sia costretto a pagare alimenti per la ex e per il figlio (naturalmente senza l'obbligo da parte della ex moglie di fatturarli ), sia costretto a mangiare alle mense della Caritas per pagare queste spese e le nuove e reputa altresì giusto che veda il figlio per un tempo minore rispetto alla madre.




Questione quote rosa (o azzurre)

Sono contrario alle quote, in quanto le reputo contro la meritocrazia e contro la libertà dei singoli di scegliere secondo i propri gusti e/o le proprie necessità. Sono contrario sia alle quote rosa sia a quelle azzurre ed ho manifestato il mio pensiero a riguardo sia sul web sia in spazi "amici" (uomini beta - questione quote azzurre nelle scuole).


Le femministe, su questo argomento sembrano quasi divise: ci sono alcune che sono contrarie alle quote rosa e altre che le reputano necessarie per imporre un certo progresso ed una certa civiltà (una certa civiltà che ha radici in ONG ed organismi come l' ONU ) . In realtà, le femministe sono favorevoli alle quote rosa in quanto nessuna femminista ha mai protestato per le leggi a favore delle quote rosa in politica, nel lavoro e in altri ambiti. Di fatto, quindi, c'è solo una parvenza di idee diverse; le femministe, in toto, appoggiano le quote rosa . L'unica differenza è che alcune le sopportano di meno ed altre le supportano di più (a differenza delle FaS, per onor del vero, devo dire che queste sembrano quelle che meno le sopportano, sembrano...) .



Questione donne soldato

Il soldato è un mestiere come un altro e come tale deve essere aperto a tutti. Le donne non devono essere escluse, ma devono fare le stesse cose che fanno gli uomini, senza nessuno sconto. Quindi, taglio di capelli identico, stessi test fisici, nessuna esenzione dalla prima linea di fuoco, nessuna agevolazione sull'altezza, nessuna agevolazione sul linguaggio.



Le femministe sulle donne soldato generalmente non parlano o se parlano dicono di essere antimilitariste o di non conoscere bene la questione. Quelle rare volte che hanno parlato,beh... Hanno approvato i doppi standard, l'esenzione dalla prima linea, i diversi test fisici... E' inutile commentare, vale lo stesso principio di prima.



Per adesso ho finito, con calma farò altri esempi.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton