Ancora la Miriano sui temi della QM:
http://costanzamiriano.com/2012/10/11/da-che-pulpito/Ma che sia il Corrierone della Sera a fare prediche sulla famiglia, be’ questo mi suona davvero strano. Mettere in discussione la famiglia tradizionale sembra ormai parte del core business anche dell’ammiraglia dei quotidiani, e allora quando sabato 6 ottobre ho letto il paginone “I grandi siamo noi (dimenticarlo costa caro)” veramente il “da che pulpito” mi è sgorgato dal cuore. […]
[…] Il pezzo descrive quello che tutti noi vediamo, bambini che contrattano le regole con i genitori, che decidono la meta delle vacanze familiari, e che per questo sono considerati “avanti” da genitori sempre più insicuri e fragili. “Sono più di venti anni che assistiamo a questo ribaltamento dei ruoli” dicono in coro i vari psicoesperti consultati.
Sulla foto siamo tutti d’accordo. È una fotografia, appunto. È sulla ricetta che l’articolo è carente: si limita a un generico invito a riprendere autorevolezza, o a farsi aiutare da un esperto.
A me sembra che quello che sta succedendo sia semplicemente l’epilogo naturale di una cultura che ha eliminato il padre, incarnazione della regola (e infatti la giornalista chiama rigorosamente “genitore”, mai “padre”, quello che a volte deve anche saper battere i pugni sul tavolo), che ha incoraggiato in tutti i modi la dissoluzione della famiglia, luogo in cui le regole vengono condivise, compensate, bilanciate (se si passa da una casa all’altra di genitori separati ognuno fa come crede, e non è scontato che la linea sia la stessa), che ha tolto soprattutto di mezzo Dio, l’unico orizzonte alto e assoluto sul quale appoggiare le regole. […]
Se si pensa che ogni opinione e posizione sulla faccia della terra abbiano diritto di cittadinanza, e che i figli vadano lasciati liberi di esprimere le proprie potenzialità, è più difficile mantenere la bussola nelle circa seicento volte al giorno che bisogna prendere microdecisioni con i figli. Se c’è una famiglia solida e unita, che, con tutte le magagne possibili, ce la mette tutta a fare del suo meglio, è ipotizzabile riuscire a fare qualcosa di decente.
Per questo raccomando invece, come antidoto al problema che il Corriere riesce solo a fotografare, la lettura di Finché legge non vi separi, il libro dell’avvocato civilista (e non divorzista, si badi bene) Massimiliano Fiorin, che con precisione e competenza smaschera una cultura e un sistema giuridico che favoriscono e incoraggiano in ogni modo possibile il divorzio, diventato nella mentalità comune un diritto soggettivo di ciascuno dei coniugi. Io che sono di cuore debole ho faticato a leggere tutti quegli episodi reali raccontati, interessantissimi ma penosi. Continuavo a pensare a tutto il dolore che quelle persone si procuravano a vicenda, e procuravano ai loro bambini. Come facciamo a dire loro che i grandi siamo noi, se nemmeno riusciamo a stare accanto alla persona che dicevamo di amare, se non sappiamo superare la fatica, la difficoltà, le emozioni contrarie?