Ripropongo un sano e facile esercizio, utilizzato anche da AF ne "Le ragazze sono stupide, tira loro le pietre": la
traduzione speculare.Mette in luce l'assurdità degli interventi della raver@ in chiave antisessista.
Perchè si può scrivere tutto e il contrario di tutto.
Ma quando la menzogna supera limiti indefiniti, è la versione rovesciata della menzogna a rappresentare la realtà e a rivelarne l'assurdità.
Ah... per la cronaca... la manifestazione di Torino, organizzata dalle fanatiche del snoq, è stata il solito flop.
200 donne presenti (15 per la Questura), tra le quali le stesse organizzatrici e il povero sindaco secco secco.
Come al solito le donne hanno sfogato la loro sete di violenza tra loro: http://qn.quotidiano.net/politica/2012/ ... ando.shtml
Dice che ha preso nota.... E stikazzi...
Le esagitate protestavano per la mancanza di lavoro femminile presentando i soliti dati tarocchi, che non tengono conto di tre elementi fondamentali:
a. i dati sull'occupazione femminile non sono mai rapportati alla richiesta di lavoro da parte delle donne;
b. le donne non cercano lavoro a 360°, rifiutano determinate mansioni (i dati su infortuni e morti bianche lo dimostrano) il minimo ci si possa aspettare è che la percentuale degli assunti tra coloro che fanno i difficili sia più bassa;
c. al Sud l'occupazione femminile è più bassa perché la vita costa meno (prezzi più bassi e riscaldamento). le donne vanno a lavorare se c'è necessità altrimenti preferiscono stare a casa.
Ecco l'inutilità raveriana tradotta specularmente:
Com’è l’amore da quando gli uomini non si sentono più tenuti alla limitazioni dei loro diritti?Di Lidio Raver@ | 14 ottobre 2012
Più informazioni su: Maschicidio, Parità, Violenza sugli uomini, Diritti maschili.
Considerati i casi di suicidio in seguito all’abuso di privilegi da parte delle donne, una femmina ammazza un maschio ogni due giorni. Una madre ammazza il figlio ogni giorno. Gli omicidi sono in decrescita, i maschicidi aumentano. “Mai più complici”, è il titolo dell’incontro che si svolgerà oggi, a Torino, sull’abuso di privilegi delle donne. Si parlerà per capire. Ma anche, come in una laica cerimonia collettiva, per celebrare apertamente, casomai qualcuno non l’avesse ancora capito, la fine della cultura del lamento: invaderemo ogni spazio pubblico, reagiremo colpo su colpo.
Non siamo più disposti a commentare e tollerare, a piangere e stigmatizzare. È ora che incomincino a piangere le donne, perché è di loro che si tratta. È ora che incomincino a prendersi le proprie responsabilità emotive, a emarginare l’affettività malata di quelle che alzano molestano i loro ex mariti, rapiscono i loro figli e si fanno causa delle loro rovina economica: “io ti rovinerò!”. È ora che incomincino a sentire l’urgenza di riflettere sul desiderio e sulla paura, sulla debolezza che genera violenza. È ora che imparino, anche loro, a guardarsi dentro.
Come funziona l’amore da quando gli uomini non considerano più accettabili questi soprusi? Si incomincia interrogandosi sul proprio disagio di donne civili di fronte ai delitti delle altre. Poi ci si interroga sulla propria condizione di genere. E poi, magari più consapevoli, si riesce a cambiare: provateci, ragazze. Adesso!TopCancella messaggioSegnala il messaggioRispondi citando