Autore Topic: La Cittadella delle madri  (Letto 2062 volte)

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Offline skorpion72

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La Cittadella delle madri
« il: Ottobre 19, 2012, 22:03:24 pm »
http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2012/10/16/5989/

Citazione
Ricevo stamattina questa email

“Sono dalla parte di quel padre di Cittadella. Ha messo i riflettori su qualcosa che riguarda centinaia di padri, esautorati dal loro ruolo da erinni autorizzate e appoggiate da un sistema che le vede sempre e comunque vincenti. Io lo ringrazio, anche per il coraggio e la caparbietà dimostrata. Io questo coraggio non l’ho mai avuto, mia figlia ha vent’anni, non ci parliamo, sua madre è felice, io e mia figlia no. Saluti. G.S.“.

Il problema l’ho ben presente. Ormai molti anni fa, era il 2004, ne avevo parlato in una conversazione sul periodico “Via Dogana” con Lia  Cigarini, avvocata matrimonialista, femminista e fondatrice della Libreria delle Donne di Milano, intitolato proprio “Voglia di stravincere”.

Eccone alcuni passaggi:

“… quando come avvocata mi trovo a difendere le donne nelle cause di separazione, le vedo agire un forte senso di rivincita nei confronti dell’uomo con cui hanno vissuto. Come se avessero di fronte un nemico da distruggere… Le donne disconoscono le capacità paterne del compagno. Dicono che non sa accudire i figli, che li fa ammalare, non sa farli studiare, ecc. Io riconosco una competenza speciale alle madri, ma non penso a un’assoluta inettitudine paterna, perché non giova a nessuna. Più precisamente penso che nel conflitto tra madre e padre il sapere femminile debba fare qualcosa di più che rivendicare un’assoluta competenza della madre. Anche perché in questo nodo entra in gioco la libertà femminile. È libertà anche saper inventare mediazioni. Tuttavia per ora la propria libertà va seconda rispetto alla rivendicazione dell’assoluta competenza materna. Io tra responsabilità totale della madre e libertà vedo tante contraddizioni, loro no…  La lotta delle donne è soprattutto sui figli. Io sono d’accordo che vengano affidati alle donne, ma non sulla pretesa di cancellare totalmente il padre“.

Non voler prendere atto del problema ha esasperato il conflitto. Oggi molti padri separati fanno riferimento ad associazioni molto aggressive, e arrivano, come testimonia l’email che pubblico sopra, a credere in soluzioni altrettanto aggressive. I risultati di questa aggressività reciproca non sono buoni. Leonardo, il bambino di Cittadella, oggi vive in una comunità, e se non interverranno decisioni diverse ci starà per un anno intero. Credo che sia uno scacco per tutti, per la madre e anche per il padre, ma soprattutto un’esperienza davvero tragica per il bambino.

Io credo che tutti -i protagonisti della separazione, i giudici, gli avvocati, gli addetti ai lavori a vario titolo- debbano intensamente e accanitamente lavorare in direzione di una mediazione del conflitto, e che le madri affidatarie debbano essere accompagnate, quando serve, nella costruzione di un dialogo accettabile con l’ex-marito, a tutela di una buona relazione tra padre e figli. Senza dimenticare che, forse molto più frequentemente, le madri affidatarie vivono il problema opposto: un ex-marito che diventa anche ex-padre, allenta ogni relazione con i figli, non provvede al loro mantenimento, si dilegua fisicamente e moralmente.

La competenza materna deve esercitarsi anche nella ricerca di giuste mediazioni.
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Offline vnd

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Re:La Cittadella delle madri
« Risposta #1 il: Ottobre 20, 2012, 10:26:54 am »
Ecco il mio amico Vanadium.
Screnshoot perché si tratta di un contributo dal destino segnato, vista l'onesta intellettuale della Terragn@.



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Offline vnd

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Articolo - Sergio Lombardo e il bimbo di Cittadella, vittime di guerre di coppia
« Risposta #2 il: Gennaio 30, 2013, 20:18:12 pm »
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/padri-divorziati-corte-strasburgo-sergio-lombardo-cittadella-1462304/

Corte europea: "Padri divorziati non garantiti". E figli contesi da "resettare".
Dal 21 giugno divorzio all'europea, anche per gli italiani un po' "esteri"


Citazione
ROMA – Sergio Lombardo e il bimbo di Cittadella, vittime della guerra tra mamma e papà. Padri divorziati e figli strappati. Padri discriminati rispetto alle ex consorti, figli vittime della guerra asimmetrica marito-moglie: contesi, sballottati, tirati di qua poi di là, infine figli da “resettare” lontani dai genitori (come si esprime l’agghiacciante sentenza di un un tribunale italiano sul figlio letteralmente strappato a Cittadella davanti alla scuola). Proprio ieri la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia: “Non assicura i diritti dei padri separati” la sentenza seguita all’accoglimento dell’istanza di un padre romano, Sergio Lombardo, che dal 2003 cerca invano di vedere la figlia.

Questa l’accusa: i tribunali italiani non applicano la legge e non fanno tutto il possibile per consentire ai padri di vivere un rapporto sereno con i propri figli. Come nel caso di Lombardo: gli accordi della separazione prevedevano incontri programmati e visite concordate, ma la madre si è rifiutata, nel silenzio della giustizia italiana, costringendo Lombardo a ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Il verdetto, duro per l’Italia, è occasione di un vasto approfondimento del quotidiano La Stampa di oggi (mercoledì 30 gennaio) che gli dedica seconda e terza pagina. Ma non possiamo non metterlo in relazione con il viaggio  concomitante di un inviato di Repubblica per scoprire se e come il bambino di Cittadella abbia superato il trauma del prelevamento violento, lo choc di un padre che di forza lo carica in macchina all’uscita di scuola con l’ausilio dei poliziotti.

Carlo Verdelli è andato a Padova, nella struttura di accoglienza dove il bambino è stato mandato per sottrarlo alla violenza psicologica che avrebbe subito in famiglia. La sequenza del prelevamento fu ripresa da qualche telecamera, uno choc per l’opinione pubblica, uno strazio per l’innocenza di un bambino sconvolta e strumento indifeso della guerra fra genitori.

La vicenda è nota, nella sua disperante banalità, comune a tantissime coppie pur nell’anonimato garantito dall’assenza di una tv. Prima la separazione consensuale,  poi una crescente ostilità nei confronti della figura paterna indotta dalla madre, quindi i tentativi disperati del padre di riguadagnare il suo ruolo fino al blitz davanti alla scuola, e alla conseguente “mostrificazione”  di ex marito, poliziotti e magistrati. Ma non si tratta di una situazione limite, i “mostri” sono normali: “Sta crescendo il numero degli affidi giudiziari rispetto a quelli consensuali, il che significa che sempre più giudici sono costretti a fare le veci dei genitori”, dice il Garante per l’Infanzia Vincenzo Spadafora.

Presi tra l’incudine di madri inadempienti e il martello della disperazione dei padri, che ne è dei figli? Secondo un gruppo di psicologici giuridici, psichiatri forensi e docenti universitari padre, madre e figlio di Cittadella sarebbero tutti e tre afflitti da disagio psichico in conseguenza della situazione che si è determinata. Secondo loro “l’alienazione parentale è un fattore di importante rischio evolutivo per l’instaurarsi di diversi disturbi di interesse psicopatologico”.

I protagonisti dell’alienazione parentale sono tre: il genitore “alienante”, quello “alienato” e il figlio. Ma insomma, ci può bastare “medicalizzare” ogni inciampo dell’umana convivenza? Intanto, sarebbe auspicabile far capire (i giudici, l’assistenza sociale) che nelle contese genitoriali tipo Kramer contro Kramer non c’è il forte opposto al debole (spesso la moglie ma è controproducente generalizzare), ma esistono solo due debolezze che si consumano, si trascinano, tanto quanto perdura l’influenza alienante nei confronti del più indifeso, il figlio.




« Ultima modifica: Gennaio 30, 2013, 20:28:54 pm da vnd »
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Re:La Cittadella delle madri
« Risposta #3 il: Marzo 21, 2013, 11:32:27 am »
Leonardo è tornato con la madre  :crybaby:

il fatto in sè è triste, epperò è anche significativo il modo in cui è avvenuto il cambio

riepilogando:
Andata: dopo anni (tre? di più) dalla sentenza e diversi tentativi a vuoto, le forze dell'Ordine prelevano Leonardo a scuola per consegnarlo al padre. I parenti che sorvegliavano la scuola inscenano una gazzarra ignobile che finisce sui telegiornali di tutto il mondo.

Ritorno: la madre (demente) e i parenti (pazzi furiosi) si presentano sotto casa del papà. Questi veste il bimbo e lo riconsegna.

Vedete qualche differenza?  :hmm:

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/21-marzo-2013/bimbo-conteso-accolto-ricorso-madre-riporta-casa-21227

Citazione
Bimbo conteso, accolto il ricorso
La madre lo riporta a casa Difetto di motivazione, la Suprema corte accoglie il ricorso della donna che si è presentata a casa dell'ex marito. L'uomo le ha «restituito» il figlio   PADOVA - La decisione della Suprema Corte, che attribuisce un difetto di motivazione nella decisione dei giudici d'appello, rimandando al tribunale di secondo grado il processo, rappresenta per la mamma del bimbo conteso di Cittadella una prima vittoria. E la donna non ha atteso uan frazione di secondo: annullato l'appello sono infatti valide le misure emesse in primo grado, nelle quali era previsto che il piccolo stesse con lei. E così mercoledì sera la donna, assieme ad avvocato e familiari, si è presentata davanti alla casa protetta di Padova in cui si trova il bambino per ordine del giudice e per scelta del papà. La donna ha presidiato l'entrata della struttura per ore chiedendo di potersi portare a casa suo figlio. Affinché non accadesse nulla di pericoloso la signora è stata fatta entrare. Una suora le ha detto che il piccolo non si trovava lì ma stava con il padre a casa sua. La donna allora si è presentata nel quartiere dell'Arcella dove abita l'ex marito, e si è piazzata sotto casa sua. A tarda sera l'uomo, per non turbare il piccolo e per non ricadere nelle stesse scene di tre mesi fa, ha messo giubbetto e berretto al bambino, e, pur con un nodo alla gola, gli ha spiegato che si sarebbero visti presto e, con tutta la calma e la serenità di cui quel bimbo ha bisogno, lo ha consegnato alla mamma senza discussioni, assicurandosi che, per quanto previsto dai giudici di primo grado, sia messo nelle condizioni di vedere il bambino con regolarità, in attesa del nuovo appello.
Roberta Polese
 21 marzo 2013
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Re:La Cittadella delle madri
« Risposta #4 il: Marzo 21, 2013, 11:57:22 am »
e se ci presentassimo con dei cartelli o attaccassimo dei volantini davanti alla farmacia dove lavora la pazza furiosa della madre di Leonardo con su scritto "vergogna" ?

qualcuno ha idea di dove lavori quella paucineuronica?
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Offline Mercimonio

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Re:La Cittadella delle madri
« Risposta #5 il: Marzo 21, 2013, 14:30:38 pm »
che storia di MERDA.

il padre farebbe meglio a dimenticarsi del figlio e dei parenti, andare all'estero risposarsi e fare altri figli e vaffanculo italia.

e invece subira' in silenzio per anni e anni e il marmocchio da grande lo incolpera' pure di tutte le sue sfighe, indottrinato dalla madre e dai parenti.

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Re:La Cittadella delle madri
« Risposta #6 il: Marzo 27, 2013, 19:20:00 pm »
adesso ci divertiamo! la perfidia femminile alleata con i giudici cretini!
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23/03/2013 - 20.47   Il "The day after" di Cittadella, subito dopo il ritorno dalla mamma, ce lo racconta il Corriere della Sera. Impietosamente. «Ci stiamo divertendo», giura la mamma del piccolo Leonardo, il bimbo di 10 anni che da mesi è al centro di un braccio di ferro legale tra i genitori che si contendono il suo affidamento. Da mercoledì è tornato a Cittadella per vivere con la madre, dopo che la Cassazione ha bocciato il provvedimento con il quale lo scorso anno la Corte d’Appello di Venezia l’aveva affidato a una struttura protetta di Padova sotto la diretta responsabilità del padre.
 Giovedì il piccolo ha quindi potuto riabbracciare i vecchi compagni di classe. «Lui è felicissimo - ha assicurato ieri la madre - ha solo paura che lo possano riportare via. Lunedì tornerà a frequentare le lezioni nella sua scuola, con i suoi amici, e lentamente riprenderà ad avere una vita normale, quella che merita».
 La suora che gestisce la struttura protetta di Padova ha sporto denuncia sostenendo che la mamma di Leo l’avrebbe ricoperta d’insulti quando, mercoledì, è corsa a riprendersi il figlioletto. «Lei mi querela? È ridicolo. Sarò io a denunciare lei e la casa famiglia che gestisce, per le ripetute violazioni avvenute negli ultimi mesi, durante i quali hanno costantemente favorito il papà di Leo facendo in modo che potesse vedere nostro figlio più spesso di quanto potessi farlo io».
 E ora che la Cassazione ha annullato la decisione d’Appello, la donna lancia un avvertimento all’ex marito: «Si tornerà al vecchio regime. Il padre potrà vedere Leo solo all’interno di incontri protetti, alla presenza degli assistenti sociali, ai quali spetterà anche il compito di fissare gli appuntamenti».
 L’uomo, un avvocato padovano, ieri era ancora sconvolto per l’accaduto. «Ho la morte nel cuore - ha spiegato - mi stupisce la rapidità con cui la Cassazione è intervenuta. Purtroppo questa sentenza è arrivata proprio mentre mi stavo riavvicinando a mio figlio». Preoccupato anche lo psichiatra Rubens De Nicola, il perito del tribunale che accertò la sindrome di alienazione parentale (Pas) stando alla quale Leo aveva sviluppato un rapporto conflittuale con il padre a causa dell’influenza negativa esercitata su di lui dalla mamma. Ed è proprio questa diagnosi che la Cassazione ha letteralmente fatto a pezzi sostenendo che non ha «fondamento sul piano scientifico» e che è «una teoria non ancora consolidata ed anzi molto controversa ».
 Eppure ancora oggi De Nicola sostiene la validità della tesi: «La Pas non è una malattia, ma un insieme di comportamenti patologici come possono essere lo stalking o il mobbing. Dire che non esiste non ha senso, visto che la maggioranza della comunità scientifica la ritiene una vera e propria sindrome. La cosa più assurda è che la stessa Cassazione, in un’altra recentissima sentenza, ha invece sostenuto la validità della Pas».
 De Nicola rivela che, recentemente, era stato chiamato nuovamente a occuparsi del piccolo Leonardo. «Eravamo prossimi a un importante cambiamento. I rapporti con suo padre erano molto migliorati al punto che lui, per la prima volta da molti anni, era tornato a dirgli "Ti voglio bene". Così, in accordo con gli assistenti sociali, eravamo vicini ad affidare Leo al papà, affinché lasciasse la comunità per trasferirsi da lui giorno e notte. Ma l’intervento della madre mandò tutto a monte». Il giudizio dello psichiatra è netto: «Il bene di quel povero bimbo sembra essere stato completamente dimenticato. Oramai è diventata una guerra personale di uno dei genitori nei confronti dell’ex». Il risultato - stando all’opinione di De Nicola - è devastante. «Il danno apportato al piccolo è enorme. Se la madre può essere paragonata alla sua gamba destra, allora è come se a quel bambino avessero amputato l’arto sinistro per poi gettarlo via. Conosco bene i mille artifizi e le scappatoie che, in casi come questi, può mettere in atto uno dei genitori e, per questo, ho il timore che Leonardo possa non rivedere mai più suo padre ». 
 Fonte: Redazione - http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/23-marzo-2013/diagnostico-pas-bimbo-conteso-povero-leo-non-vedra-piu-papa-212309163195.shtml
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Re:La Cittadella delle madri
« Risposta #7 il: Aprile 06, 2013, 08:08:51 am »
mia lettera oggi al Gazzettino
Citazione
Gentile direttore
 oggi leggo con una certa perplessità la lettera della signora De Grandis e la Sua risposta a proposito del bimbo di Cittadella e rimango colpito dall'atteggiamento pilatesco di ambedue.
 La signora cita a proposito la vicenda delle due mamme rivoltesi al re Salomone, ma probabilmente quell'episodio non l'ha letto o non l'ha capito: infatti anche nel caso veneto uno dei due genitori ha lasciato la presa e come Salomone non se ne lavò le mani, così mi sarei aspettato avreste dovuto fare voi.
 Cordialità
 Cosimo Tomaselli
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Offline ilmarmocchio

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Re:La Cittadella delle madri
« Risposta #8 il: Aprile 06, 2013, 10:21:53 am »
che storia di MERDA.

il padre farebbe meglio a dimenticarsi del figlio e dei parenti, andare all'estero risposarsi e fare altri figli e vaffanculo italia.

e invece subira' in silenzio per anni e anni e il marmocchio da grande lo incolpera' pure di tutte le sue sfighe, indottrinato dalla madre e dai parenti.

quoto. l'italia è una nazione ormai condannata , buona per vecchi relitti e donne depresse.
inutile illudersi. il figlio di costui , quando sarà grande, forse capirà. se non capirà, inutile perderci tempo.
Perchè rinasca il nuovo , deve perire tutto il vecchio che infesta l'italia, compresi i magistrati, degni rappresentanti si una nazione allo sfascio.
vedrete i prossimi anni, col reddito sempre in calo

Offline Mercimonio

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Re:La Cittadella delle madri
« Risposta #9 il: Aprile 06, 2013, 11:40:20 am »

vedrete i prossimi anni, col reddito sempre in calo

io ci spero, ma e' sempre una forzatura, quando poi il reddito salira' tutto tornera' come e peggio di prima, e' qui il vero problema.

Offline vnd

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Re:La Cittadella delle madri - Una buona notizia
« Risposta #10 il: Maggio 20, 2013, 15:01:38 pm »
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/cittadella-leonardo-resti-papa-sentenza-corte-appello-1566915/

Stavolta giustizia sembra fatta.



Cittadella, “Leonardo resti con il papà”: sentenza della Corte d’Appello

Citazione
PADOVA – Leonardo, il bambino conteso di Cittadella deve tornare a vivere con il papà. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Brescia, con una sentenza che conferma il decreto della Corte d’Appello di Venezia ma è ancora più netta: da oggi, lunedì 20 maggio, il bimbo di 10 anni, alla fine del week end lungo con sua madre, non solo tornerà a casa del padre, ma acquisirà anche la residenza in quella casa.

Il padre, come spiega il Messaggero, manterrà la piena potestà sul figlio. La madre potrà vedere Leonardo ma secondo i turni stabiliti dai giudici.

Finisce così, almeno si spera, una vicenda iniziata nel 2004, e culminata con il video trasmesso da Chi l’ha visto in cui si vedeva il bambino portato via a braccia da una scuola di Cittadella per sottrarlo alla madre e affidarlo in esclusiva al padre.

Dopo quelle immagini la Corte di Cassazione decise di dare l’ultima parola alla Corte d’Appello di Brescia, che venerdì 17 maggio ha deciso di dare la piena potestà al padre e di trasferire la residenza del bambino dalla casa di accoglienza all’abitazione del padre.

Tra i passaggi del decreto ce n’è uno in cui si riconosce che il piccolo  è affetto da Pas (Parental alienation syndrome), sindrome da alienazione genitoriale. Questa sindrome è caratterizzata da un “forte conflitto di fedeltà nei confronti della madre e un ingiustificato rifiuto nei riguardi del padre”. Per questo motivo la decisione dei giudici: per riequilibrare quei sentimenti “ingiustificati”.



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Re:La Cittadella delle madri
« Risposta #11 il: Maggio 20, 2013, 17:30:04 pm »
le forze in gioco:

un clan con chiari problemi di orientamento psicologico, senza dubbio (controllavano il bimbo a scuola per impedire che le forze dell'ordine eseguissero il decreto del giudice  :w00t: )

un avvocato


Dubbio: se non fosse stato un avvocato, l'avrebbe avuta vinta? No, perchè qualche paucineuronica (kalandra per sempio?  :P ) sostiene che gli uomini appartengono ad un genere dominante in quanto uomini http://massimolizzi.blogspot.it/2013/05/al-di-la-del-buco-il-mito-di-maria.html
Noi uomini invece abbiamo l'impressione che tra gli uomini ci siano i dominanti e i dominati, i fortunati e gli sfigati. E abbiamo l'impressione che i privilegiati le loro guerre le vincano comunque, anche se hanno tutto contro.

Va bene: mi fa piacere per il povero bimbo, anche se ho il sospetto che il clan non sotterrerà l'ascia di guerra molto presto ...  :shifty:
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