Autore Topic: Colpevolizzazione maschile  (Letto 1849 volte)

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Offline madjakk

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Colpevolizzazione maschile
« il: Gennaio 05, 2010, 10:36:37 am »
Non so se vi va, ma si potrebbe raccogliere qui i vari articoli che colpevolizzano generalizzando il genere maschile, tipo i vari "la tenerezza delle donne", ecc.
Mi è venuto in mente leggendo questo:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_gennaio_5/lettera-studentessa-bocconi-sieropositiva-aids-contagio-1602245805088.shtml

Io, 21, anni, bocconiana, sieropositiva
Non chiudete gli occhi sull'Aids
Pubblichiamo la lettera inviata al Corriere della Sera da una ragazza di 21 anni, iscritta alla Bocconi

Scrivo questa lettera perché mi sento in dovere di farlo. Ho 21 anni e vivo a Milano, studio all’università Bocconi, sono una ragazza solare e appaio come una ragazza «normale». Eppure c’è un però, sono sieropositiva, e l’ho scoperto qualche mese dopo aver compiuto i miei 18 anni. Sono in cura al Sacco da circa 3 anni, è un’ottima struttura con personale competente, i miei genitori non sono a conoscenza della mia situazione. Vorrei, forse utopicamente, che lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni prendessero seriamente questa pandemia. Si dovrebbe parlare molto più spesso di questa malattia, forse non tanto agli studenti, che sono informati per le sessioni di educazione sessuale fatte a scuola, bensì ai genitori, agli adulti, agli over 30.

Due milanesi al giorno si infettano, e questi non sono ragazzini di 16 anni, ma sono padri di famiglia, che tradiscono le proprie mogli e che le infettano, e che rovinano la vita dei loro familiari. Non credo di essere esagerata nel definire questa malattia una pandemia, io davvero non mi capacito del perché non venga fatta una diffusione a livello nazionale di tali informazioni. Ogni malato come me, viene a costare al servizio sanitario 1.500 euro al mese solo per i medicinali, senza contare le visite mensili ed i vari controlli. Non mi piace l’idea di pesare sugli altri, ma se ci fosse stata una maggiore informazione o una rieducazione sessuale, io probabilmente non avrei fatto sesso non protetto con il mio ragazzo con il quale stavo da 4 anni, se gli uomini smettessero di tradire le proprie mogli e fidanzate, io ora non sarei malata di Hiv, e non sarebbe per me così difficile tante volte trovare una ragione di vita.

A 21 anni è difficile dire ad un proprio coetaneo che si è malati. Si teme l’ignoranza, l’allontanamento... Insomma ho 21 anni e sono malata, vorrei tanto che la gente acquisisse consapevolezza e che comprendesse che l’Aids non è poi tanto lontano da ognuno di noi. Vorrei che nessuno dovesse passare ciò che passo io tutti i giorni. Vorrei che qualcuno finalmente trovasse una cura, e se non è possibile, vorrei almeno che la gente non mi guardasse male per la mia malattia, perché io non sono una drogata, una dai facili costumi, o una persona sessualmente ambigua, io sono una ragazza normale che è stata per 4 anni con lo stesso ragazzo, che non lo ha mai tradito, al suo contrario.

Io penso che sia sbagliato ed immorale che la nostra società venga bombardata da messaggi promozionali che seguono esclusivamente la logica del profitto. Penso che nella nostra società, nel 2010, non sia accettabile che informazioni di vitale importanza, quali quelle sull’Hiv, non vengano diffuse allo stesso livello se non a livello superiore di quelli commerciali. Spero che i media riescano a trovare lo spazio per tali informazioni e per la pubblicità a scopo sociale, in quanto il prossimo caso di Hiv potrebbe essere vostro figlio, vostro marito o anche vostra moglie. Ognuno di noi può fare la differenza! Io ci sto provando, ma sono solo una studentessa di 21 anni, forse voi che avete in mano i mezzi di comunicazione e di informazione potete fare molto più di me!

P.S. Al di la del singolo caso, questa è una lettera di una singola persona e quindi chiaramente parla di come si è infettata lei, un saaaacco di volte ho trovato la classica situazione di accusa verso gli uomini bruti untori e le donne poverine che vengono infettate come se questa fosse l'unica causa di diffusione del virus (e, voglio dire, casi di questo genere ce ne sono. Come ce ne sono anche tanti altri di inversi e, a dirla tutta, la maggioranza dei casi è proporzionalmente all'appannaggio di tossicodipendenti e gay).

Offline Warlordmaniac

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Re: Colpevolizzazione maschile
« Risposta #1 il: Gennaio 05, 2010, 12:29:58 pm »
 :doh:

Neanche dopo che si ammalano gravemente riescono ad aumentare il livello del loro ragionamento.

Online fabriziopiludu

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Re: Colpevolizzazione maschile
« Risposta #2 il: Gennaio 06, 2010, 15:50:40 pm »
E' colpa nostra se è diventata sieropositiva?
Adesso non voglio tornare col tormentone, ma trovo doveroso dire questo: l'agente dell'F.B.I. prima di malmenare una vittima designata, e dunque, di lordarsi del di lui sangue ed umori, gli fa le analisi del sangue?
Sta qui, non vuole essere giudicata, e, poi, sputa semtenze fossero bucce di semi di zucca!!!

Offline XY

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Re: Colpevolizzazione maschile
« Risposta #3 il: Gennaio 07, 2010, 22:54:36 pm »
se gli uomini smettessero di tradire le proprie mogli e fidanzate, io ora non sarei malata di Hiv, e non sarebbe per me così difficile tante volte trovare una ragione di vita.
come al solito la colpa è di tutto il genere maschile  :D

Online Jason

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Re: Colpevolizzazione maschile
« Risposta #4 il: Gennaio 07, 2010, 23:00:29 pm »
come al solito la colpa è di tutto il genere maschile  :D

O Di Berlusconi  :w00t: :w00t: :w00t: :w00t:

C'è stato uno squallido episodio su un ragazzo (SENZA BRACCIA) fatto scendere dal treno, gira e rigira la colpa era di Berlusconi  :D :D :D
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America