Un ragazzo palermitano viene lasciato dalla fidanzata.
È un momento terribile,non è facile dimenticare. Lui è uno di quelli che non molla, insiste. Però questa volta va oltre, litiga, la sorella si mette di mezzo. Ha un coltello dietro: perchè? per affettare il formaggio? forse no. Forse era abituato. Forse l'ha preso su sapendo quel che voleva fare, ma non credo che avesse preventivato di ammazzare la sorella di lei. Ma non è escluso. Spesso coloro che giocano il ruolo peggiore nelle storie sentimentali sono gli altri, i parenti, gli amici, i conoscenti. Tutti hanno un dito da metterci in mezzo, così alla fine quella che era una storia a due diventa un affare di stato. Sta di fatto che aveva un coltello e non sappiamo a chi era destinato.
Non sappiamo, questo è il fatto. Siamo onesti e ammettiamolo: cerchiamo di non essere così presuntuosi da sapere il perchè e il percome di tutto ciò che forse non sa neppure lui.
Accettiamo di non sapere e, come tutti coloro che non sanno, ci interroghiamo. Perchè chi muore riposa, ma chi resta piange. E allora il dolore di questa vicenda non può lasciarci indifferenti. Il dolore per una ragazza morta forse per sbaglio, un'altra ferita, la famiglia colpita, lui in galera e la famiglia di lui, e gli amici e le amiche di lui e di lei, e gli amici che non hanno ancora e che quella ammazzata non avrà più.
Anzitutto prendiamo atto che la maggioranza degli uomini e delle donne delusi da una storia di amore, reagiscono diversamente. La stragrande maggioranza infatti se ne infischia. Fuori una, dentro un'altra (gruppo 1).
Altri ci restano male, ma non troppo. Fanno come i primi, solo hanno bisogno di una spinta, ed ecco i molti proverbi che fanno allo scopo: "chiodo scaccia chiodo", "chiusa una porta si apre un portone", "chi non ti vuole non ti merita" e via rimembrando. Perchè non c'è dubbio che per molti non sia facile passare oltre (gruppo 2).
Altri ancora ci restano molto male e fanno cose un po' stupide, alcuni si suicidano, altri lasciano la scuola, altri vanno in un paese lontano per dimenticare, tra le ragazze vi sono quelle che diventano anoressiche (gruppo 3). Io ho conosciuto almeno un "esemplare" di ciascuno di questi e devo dire che non essere riuscito a farli transitare al secondo gruppo mi pesa ancora. Però, chissà, forse molti di noi comunque sono riusciti, parlando e chiacchierando, a farlo molte volte. Solo che quando ritrovi il tuo amico a braccetto con una bella stangona tutta gambe e tette e gli strizzi l'occhio ricordandogli quanto era disperato quando lo lasciò quella tappa brufolosa, non ti viene in mente che avrebbe potuto anche andare diversamente. Non sai, non puoi sapere quanti non si sono suicidati, quanti non hanno lasciato la scuola o non hanno smesso di mangiare perchè chiacchierando sei riuscito a sdrammatizzare.
Un ultimo gruppo di amanti abbandonati è quello che ammazza colei o colui da cui è stato lasciato (gruppo 4). Per fortuna è il gruppo meno numeroso e io non ne ho conosciuto direttamente nessuno.
Diciamocelo francamente: io e voi abbiamo molti amici che si vantano delle loro scopate come si vanterebbero delle figurine dei calciatori. Ci sono anche donne che, si dice, siano di facili costumi. Sta di fatto che nell'immaginario collettivo non sono proprio considerati, gli uni e le altre, il massimo della sensibilità. Il giovane triste e solitario che passeggia raccogliendo fiori e lamentandosi con la luna, pallido e schivo, scioglie i cuori di molte ragazzine più o meno giovani.
Ora, tiriamo le redini: Se il macho da un colpo e via, quello che le donne le usa e getta, non è un modello da esaltare, se la donna che si concede a chiunque-chiunque (non quella che è una troia solo perchè va con tutti meno che con te, quella è un'altra faccenda: è rabbia e frustrazione!) non è un consiglio da dare a vostra figlia, se la coppia fedele e innamorata è un ideale che resta in vetta alle speranze di molti, è logico aspettarsi che qualcuno nel gruppo 2 e nel gruppo 3 lo troveremo sempre. Voglio dire, a meno che il nostro ideale non siano gli uomini e le donne del gruppo 1 (tromba e vai) dobbiamo trovare il modo per mantenere un equilibrio accettabile, per soffrire, sì ma non troppo.
Dal punto di vista sociale l'obiettivo dovrebbe essere spostare la maggior parte di persone verso il gruppo 2 e riuscire ad evitare che chicchessia giunga al gruppo 4, concentrando i nostri sforzi su coloro che rischiano di transitare verso il gruppo 3.
Come fare? Per noi che abbiamo già una certa età credo che intervenire sia molto difficile. I giovani oggi non percepiscono la saggezza accumulata con gli anni come una ricchezza, ma come una sfiga: se cerchi di sdrammatizzare ti guardano quasi fossi un bestemmiatore sacrilego nel sancta sanctorum. Anche noi quando eravamo giovani, se non ricordo male, reagivamo alla stessa maniera, quindi nulla di nuovo sotto il sole.
E allora?
L'intervento migliore è quello dei coetanei: quando un giovane ha un gruppo con cui parlare e condividere i suoi dolori, è più facile che riesca a trovare un equilibrio, a non essere nè cinico nè disperato.
Non ho detto nulla di nuovo, lo so.
Ma so anche che tanti si stanno stracciando i capelli per la ragazza uccisa a Palermo e sparano sentenze come se la soluzione fosse lì davanti e nessuno l'avesse compreso, perchè tutti sono scemi meno loro. Ma tutti pensano che tutti siano scemi meno loro, proprio tutti! Anch'io!
Perciò dico a tutti gli scemi: smettetela di masturbarvi, la soluzione è quella di sempre da sempre. Aiutate i ragazzi ad avere amicizie, tante amicizie, aiutateli a fare gruppo e a confrontarsi, a non vivere da soli i loro drammi. Questo è l'unico aiuto che i giovani abbiano mai avuto e possano mai sperare di avere.
Tra coloro che sparano sentenze ci sono anche le FAS. Skorpio ha postato un commento sul loro blog, commento che loro hanno censurato. Perchè? Chiedetelo a loro! Io riporto qui sotto il loro intervento. Perchè?
1 perchè si possa confrontare il livello della loro riflessione e della nostra
2 perchè poichè loro non accettano le nostre osservazioni da loro, noi le possiamo fare, quelle osservazioni, da noi! Di fatto non è un intervento scemo o misandrico come il loro solito. In parte è anche condivisibile, se non avesse quel tono di sufficienza da maestrina presuntuosa e impreparata. Ma la cosa davvero notevole è la banalità. Di fronte alla tragedia dell'amore, che è sempre e comunque una tragedia, dicono della cose talmente puerili da far cascare le braccia.
>Se stai pensando di cercarl@ perché non ti chiama più, fai un’altra cosa. Esci, vai con gli amici, studia, lavora, fai un lungo viaggio, trova il modo per renderti indipendente da quel sentimento. Rispetta la scelta di chi ha deciso di andare altrove e pensa che diversamente anche la tua vita finirà.
Scorda tutte quelle balle sull’amore conquistato, il corteggiamento, quel modo insistente che la retorica romantica ti dice sia perfetto per farl@ capitolare. Scorda qualunque cosa tu veda o senti in televisione, gli stranamore, i cioccolattini con le frasi idiote, i film di scrittori che riempiono la testa di ragazzi e di ragazze di un sacco di stronzate, le serie televisive in cui basta che tu lo dici nel modo giusto e l’altr@ ti dirà di si. Scordati questa cultura che istiga il pedinamento e la persecuzione delle persone che se dicono di No esigono che tu capisca sia un No.
Lo so che è difficile e che dovrai passare brutte notti, ti manca l’aria, a volte, i ricordi, lo stomaco si stringe, qualche momento buio, ma se sei in piedi e vivi e respiri devi sapere che quello che provi, questa cosa che non ti permette di rispettare la volontà dell’altr@, non è amore. E’ egoismo. E’ l’impulso di soddisfare un tuo bisogno. Per quel malessere profondo che pensi possa sciogliersi in un abbraccio e pensi sia stat@ l’altr@ a provocare. In realtà, ti giuro, che non è così.
L’amore va e viene e la fine di una storia non produce le stesse conclusioni per chiunque. Non perché si soffra meno ma perché diverso è il modo in cui ciascun@ reagisce. C’è tanta gente che riesce a vivere, a diventare altro, a continuare e migliorare e fare scelte belle per se stess@ e per gli e le altre. Se tu non riesci a distogliere l’attenzione, se è diventata questione di vita o di morte, se provi una ossessione, paranoia, se la tua vita sta andando in palla dietro una speranza e un sogno, ti prego pensaci, non fare una cazzata. Salvale la vita. Salvati la vita.
Da qui, io, altre persone, non possiamo far altro che dirti questo e dirti che se hai bisogno di essere ascoltat@ puoi scrivermi, se vuoi, perché io lo so, e non c’è dubbio, l’ho capito, che se non salvo te non salvo neppure l’altr@.
Rispetta le scelte altrui e prenditi una chance per ricominciare. A partire da ora. Per favore…
[repetita juvant: non sono affermazioni sbagliate, non sono neppure troppo misandriche (anche se fanno passare i maschi per poveri stupidotti). Sono solo tanto, troppo, incomprensibilmente
banali. Il dramma dell'amore e della morte richiederebbe un po' di profondità in più miss fasse!]