Lucia ha toccato una delle note più dolenti della cristianità... e in realtà un mio cruccio, peggio, ciò che mi ha fatto allontanare dal cristianesimo e rivolgere lo sguardo verso il buddhismo ...
Mi riferisco alla metafsica del dolore, e alla funzione salvifica che ha assunto nella cristianità.
Voglio dire che nel cristianismo (scusate, ma non so come chiamarlo), anche riferendosi solo alla parte nuova (escludendo cioè quella dell'antico testamento che come è stato fatto giustamente notare non c'entra nulla con la nuova, sono due morali completamente diverse e quasi antitetiche), anche qui esistono due cristianesimi, uno formato da ciò che ha detto Gesù - la sua morale - l'altro, ciò che ha detto la Chiesa su Gesù.
E arrivo al punto.
Che la morale di Gesù sostenesse la metafisica del dolore, il dolore salvifico, a me pare, correggetemi se sbaglio, non l'abbia detto da nessuna parte.
Se a Cristo gli avessero chieso se condivideva il fatto che il dolore era la via per il regno dei cieli, quasi sicuramente avrebbe risposto se erano per caso impazziti!
E' un'invenzione del clero (la Chiesa) per far quadrare il tutto, i cavoli a meranda, un colpo alla botte ed uno al cerchio, così giustifichiamo la morte sulla croce, e via dicendo.
Così, come sono pure invenzioni del clero tante altre cose.
Il cristianesimo insomma, ha purtroppo questa particolarità, che ciò che ci ha ricamato su il clero, supera ormai di gran lunga il messaggio originale di Cristo.
E scusate, ma io una religione così, non l'accetto più.
Interpretazione perfettamente Nietzschiana, caro Animus, la morale del VT è la morale dei vincenti
Dio ti benedice con il successo e le benedizioni materiali: Abraamo era ricco, Giuseppe diventa il
ministro del Faraone, secondo solo a lui, Davide diventa Re di Israele, suo figlio Salomone diventa
il più ricco re del Medio Oriente (ricco in quanto amato e benedetto da Dio), Giobbe, dopo essere
stato afflitto da Satana, per la sua fedeltà diventa sette volte più ricco di prima. Questa era in
effetti la morale dei farisei: erano criticati da Gesù perchè non erano misericordiosi con i poveri.
Ma i Farisei non lo erano perchè ritenevano i poveri maledetti da Dio proprio perchè poveri (se Dio
non ti benedice con la ricchezza o per lo meno con il benessere, qualcosa di male devi pur avere
fatto o qualcosa che non va in te deve esserci per forza). Questa è infatti la morale dei calvinisti
che hanno ripreso in pieno il messaggio del VT che è il loro modello e non il NT. In America i poveri
sono trattati peggio che altrove perchè considerati falliti e maledetti da Dio. E chi non crede in Dio
li considera perdenti per natura e destinati ad esserlo ma non fa in fondo una grande differenza.
La morale del NT è invece la morale degli schiavi: coloro che accettano le mortificazioni in quanto
desiderano solo consolarsi delle disgrazie attuali con improbabili ricompense celesti future. Oggi
la mia vita è ignobile e squallida ma che importa? Io non vivo nel presente. Io vivo nel futuro che
mi aspetta radioso e che non dipende da me ma da Dio che è infallibile e non delude le attese e
non può essere sconfitto nè fermato da nessuno. Questa è la morale degli schiavi che non si
danno da fare per uscire dalla loro situazione ma che vi si rassegnano e hanno bisogno di avere
pretesto per rassegnarvisi. E lo trovano appunto nella morale cristiana, morale degli schiavi, par
excellenze. Non fu quella di Cristo, però. Cioè quella che Cristo visse e praticò. Gesù accettava di
parlare con i ricchi e accettava gli inviti dei ricchi e partecipò ai banchetti: Il suo primo miracolo fu
la riuscita di un banchetto di nozze: la trasformazione dell'acqua in vino. Nietzsche non ebbe nulla
da rimproverare a Cristo. Rimproverò i suoi discepoli di aver travisato e corrotto il messaggio di
Cristo appunto nella morale degli schiavi: il cristianesimo paolino appunto. Sta di fatto però che il
messaggio cristiano rivelò fin da subito una notevole capacità di penetrazione nelle classi alte e
dominanti: la lettera che Paolo scrisse a Filemone la scrisse ad una persona colta e benestante
che era diventata cristiana. Il centurione Cornelio - ufficiale di carriera - si convertì con tutta la sua
famiglia. Teofilo, persona preminente in corrispondenza con l'evangelista Luca, divenne cristiano.
Tutto questo andrebbe spiegato. Ma nessuna è riuscito, ad oggi, a darne una spiegazione che sia
convincente ed esaustiva.