Potete trovare il seguente testo pubbliaco a puntate sul mio blog:
http://giubizza.blogspot.comViviamo in un paese in cui le droghe sono vietate (con un ingente dispendio di uomini e mezzi a scopi repressivi) perché fanno male alla salute di chi le assume nel pieno delle sue facoltà mentali, la pillola abortiva che ammazza un altro essere umano è legale.
Viviamo in un paese in cui un pluriomicida non può essere condannato a morte perché non è prevista la pena di morte ma un bambino innocente può essere eliminato con la "sentenza" della madre.
Le norme giuridiche attribuiscono soggettività giuridica, e quindi titolarità di diritti generici quali i diritti umani e la facoltà di contrarre diritti particolari, a categorie di soggetti quali “cittadini” o “persone”. La base fondamentale della soggettività di diritto è la cosiddetta “persona fisica”. È persona fisica ogni essere umano… nato vivo.
L’essere umano è un essere appartenente a una specie zoologicamente ben definita come Homo Sapiens Sapiens appartenente al genere Homo e facente capo all’ordine dei primati.
Una specie è un insieme di individui che è geneticamente compatibile, quindi che hanno la potenzialità di avere gli stessi discendenti. Il patrimonio genetico, quindi, attraverso l’incrocio genetico con cui “comunicano” gli individui nel corso delle generazioni, rappresenta un patrimonio biologico comune a una specie e la specie a sua volta si fonda sulla “messa in comune” del patrimonio genetico.
I criteri che furono usati per classificare le varie specie animali risalgono ai tempi di Linneo, prima delle più recenti scoperte in campo biologico e soprattutto genetico. Si fondano per lo più su criteri somatici e sull’evidenza di alcuni caratteri particolari e non su una base strettamente genetica. È quindi molto probabile che molte forme di vita che si ritenevano facente capo a più specie, all’esame del patrimonio genetico si possano rivelare appartenenti a una medesima specie e viceversa. Ma la nostra specie invece è ben distinta dalle altre anche per via del fatto che rappresenta ormai l’unica specie del genere Homo a cui fa capo e sappiamo che tutti coloro che vengono definiti “esseri umani” appartengono alla medesima specie. Quindi la specie in senso genetico – che sembrerebbe la classificazione più basilare delle forme di vita – corrisponde, a quella “somatica” – ossia classificata più in “superficie”, sulla base di mere apparenze.
La persona è l'essere umano e noi siamo esseri umani da quando esistiamo. La nostra esistenza è un dato oggettivo, ma c’è da "stabilire" quando inizia. Non è irragionevole ritenere che inizi dal momento in cui ci sono le basi fondamentali del nostro essere, e qual è la base più fondamentale e profonda del nostro essere se non il nostro patrimonio genetico? Direi quindi che noi esistiamo, e quindi siamo esseri umani e quindi persone, da quando si forma il nostro patrimonio genetico, ossia dal momento del concepimento, dal momento in cui lo spermatozoo feconda l'ovula e forma uno zigote col patrimonio genetico che è la base del nostro esistere. E la legge che deve tutelare e garantire i diritti degli esseri umani dovrebbe tutelarci e garantire i nostri diritti da quando siamo concepiti e già esistiamo.
Il feto o l'embrione umano è quindi una persona, un essere umano.
Tutte le chiacchiere che ho finora letto e ascoltato non valgono a dimostrare l'inumanità dell'embrione... umano (concetto già di per sé illogico).
Lo zigote umano ha un patrimonio genetico umano completo, un NUOVO patrimonio genetico. Quindi sostanzialmente è già un nuovo essere umano.
Qualcuno potrebbe dire che il criterio che ho spiegato per determinare in maniera abbastanza precisa il momento della nostra esistenza e della nostra umanità sia a sua volta arbitrario.
Vorrei far notare che è comunque meno arbitrario del considerare essere umano il nato vivo. E' assurdo asserire che il bambino appena uscito dal ventre materno sia qualcosa di diverso da quello che fino a qualche giorno prima era dentro la pancia della madre.
Altri elementi poi, tipo onde cerebrali, forma umana e via dicendo, questi si che sono arbitrari. Si tratta di tutte cose che sono dovute al fatto che siamo esseri umani, cioè sono caratteristiche derivate dal nostro essere. Non sono le onde cerebrali o il fatto che abbiamo due mani a farci umani, ma è bensì il fatto che siamo umani che comporta il fatto che abbiamo onde cerebrali e due mani.
Questo non vale per il patrimonio genetico: è assurdo asserire che il fatto che siamo umani faccia in modo che abbiamo un patrimonio genetico umano. Al contrario: è il fatto che abbiamo un certo codice genetico che ci fa quel che siamo, che ci fa esseri umani.
Ora si potrebbe dire che il fatto che abbiamo un certo DNA che ci fa umani deriva dal fatto che questo deriva da DNA di altri due esseri umani. Ovvio, però il momento costitutivo del nuovo DNA è nella fecondazione dell'ovulo da parte dello spermatozoo, prima questo DNA non esisteva. Esistevano solo due metà di DNA appartenenti a organismi adulti, i genitori.
Anche la storia del "progetto di vita" è assurda, un pavido tentativo di mantenersi sul "moderato". L'embrione è una vita, non un progetto di vita, una vita con DNA umano completo, una vita umana.
La realtà è che la non umanità dell'embrione umano è solo un'apparenza.
Ma anche se volessimo dare a questo concetto astruso il beneficio del dubbio, seppure se volessimo proprio dubitare dell'umanità dell'embrione umano, allora dovrebbe valere il principio di prudenza che è stato tanto sbandierato per gli OGM: prima di introdurre una novità bisogna dimostrare che questa novità non sia dannosa per la vita umana. Ebbene se non c'è sicurezza che l'embrione umano non sia umano allora in base a questo principio si dovrebbe vietare l'aborto per il principio di prudenza: lo si dovrebbe acconsentire solo quando sarebbe dimostrato con certezza che non lede ad alcuna vita umana, anche se l'umanità di quella vita fosse solo una possibilità.
Ogni altro parametro che stabilisce diversamente è del tutto arbitrario e strumentale per fini politici e ideologici.
Se è stato consentito l'aborto è per altri motivi, non certo perché siano caduti dei "pregiudizi" sul concetto di vita umana. Anzi, i pregiudizi si sono moltiplicati.
Ma ammettere questo porrebbe le donne nei confronti delle loro responsabilità. Cosa inaudita in un'epoca che ha fatto della donna il suo nuovo Dio.
Si conta che da quando è entrata in vigore la "civile" legge 194 siano stati UCCISI circa 4 milioni e 800 mila bambini non ancora nati. CIFRE DA GENOCIDIO!
La verità è che non siamo mai usciti dal medio evo ma viviamo in un medio evo rinnovato, tecnicizzato, asettico, dove invece di bruciare la gente sui roghi la si uccide negli uteri senza che facciano rumori e rompano più di tanto.
Viviamo in un'epoca che ha sostituito il culto del Dio Padre con quello della Dea Madre, dell'Uomo fatto Dio in quello della Donna fatta Dea. All'autorità che lo stato dava alla Chiesa di stabilire i parametri secondo i quali stabilire chi doveva vivere e chi morire si è sostituita quella che lo stato dà alle donne di stabilire chi è un essere umano e chi non lo è. Milioni di bambini ficcati nell'utero col contributo incosciente delle loro madri vengono dichiarati da queste non umani e fatti fuori perché romperebbero loro le uova nel paniere.
Questa è la "moderna", "civile" e "laica" società in cui viviamo oggi.
I filosofi e i teologi medievali intuirono che il momento del concepimento rappresenta un momento importante per la "fondazione" di un nuovo essere umano e spiegarono questa intuizioni con l'uso di concetti errati come quello dall'anima insufflata da Dio. Questo perché non conoscevano la genetica. la genetica ha riscoperto la fondatezza delle loro intuizioni, seppure su un piano diverso: la natura umana non proviene dall'esterno, da una dimensione divina come ritenevano un tempo, ma dall'interno, dalla stesso struttura auto perpetuante della vita.
Una società che si fondi su basi culturali realmente scientifiche dovrebbe paradossalmente ritornare sui passi dei filosofi e dei teologi medievali e assimilare l'aborto all'omicidio o, se vogliamo, all'infanticidio, un infanticidio prenatale.
Ma l'apparenza della non umanità dell'embrione umano è strumentale all'idolatria femminista.
L’idolatria femminista che ha sostituito il Corpo di Cristo col Corpo della Donna, è strumentale a una rozza e disastrosa politica demografica fondata sulla repressione (si, repressione e non "controllo"!) delle nascite. Questo perché la crescita della popolazione comporta l’alterazione di equilibri di sistema, solleva l’esigenza di un passaggio di sistema col superamento del sistema socio-economico vigente e la corrispondente necessaria rottura degli equilibri di potere vigenti.
L’attuale politica demografico-femminista distruttrice di vita ha quindi uno scopo pedissequamente conservatore dietro l’apparenza di un falso progressismo laicista.