Autore Topic: Giudice divorzista inglese: «Il divorzio è un flagello»  (Letto 2765 volte)

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Offline Vicus

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Giudice divorzista inglese: «Il divorzio è un flagello»
« il: Novembre 25, 2012, 17:48:31 pm »
«Oggi avere il divorzio è più facile che ottenere la patente». L'ha detto, Sir Paul Coleridge, giudice della Corte Suprema: «La rottura del matrimonio e delle famiglie è uno dei flagelli più distruttivi del nostro tempo. Da anni ormai cerco di sollevare il problema dovunque mi capiti di parlare in pubblico sull’argomento. Ora sono convinto che è venuto il momento di non parlare soltanto, ma di agire».

Sir Coleridge, ha fondato la Mariage Foundation, un’istituzione indipendente che si propone di ristabilire il matrimonio come «il tallone aureo delle relazioni fra uomo e donna», e «studierà politiche e mezzi di sostegno pratico per contrastare il fenomeno delle rotture familiari». Non si fa illusioni: «I governi non possono far esistere relazioni più solide a forza di legge. In ultima analisi, matrimoni saldi vengono da scelte individuali, da comportamenti e dalla cultura. Cercheremo di influenzare queste scelte»
  Sir Paul Coleridge    
Il giudice dirige la sezione della High Court che si occupa del diritto di famiglia, dopo essere stato avvocato pubblico nelle cause familiari: «E in 40 anni ho visto le conseguenze delle rotture. Ogni anno 3,8 milioni di bambini sono coinvolti nei processi che si intentano i coniugi, e vengono contesi dai genitori. È uno scandalo totale. Le coppie che si dividono condannano i bambini in focolari instabili», con gravi e durevoli danni psicologici, sociali e morali: i figli di divorziati sono spesso incapaci di formare essi stessi una famiglia solida.

Sir Coleridge usa una definizione che non dà luogo ad equivoci: «Scourge», che significa flagello, piaga, come le antiche epidemie. Nel Regno Unito, i matrimoni sono più che dimezzati negli ultimi 40 anni, con un forte aumento delle convivenze.Secondo il giudice invece, il matrimonio tutela meglio i figli: «Le coppie conviventi si sciolgono prima che il loro figlio abbia cinque anni, al ritmo di quattro volte di più che le unioni matrimoniali».

L’anno scorso in Gran Bretagna ci sono stati 119.589 divorzi, con un aumento del 5% rispetto all'anno prima; il numero delle convivenze che si spaccano non è ufficialmente conosciuto, ma è circa quadruplo.

In Inghilterra, dal 1980 ad oggi, ogni anno si aggiungono 26 mila «famiglie» con un solo genitore, mamme single e papà che vive con un’altra (o viceversa): «famiglie» economicamente fragili, pesano sull’assistenza sociale e condannano i figli a un’infanzia di povertà, traslochi continui, convivenze con «papà» (o «mamme») estranei e successivi.
Se l'attuale tendenza continuasse, il numero di figli nati all'interno di una relazione matrimoniale stabile si ridurrebbe quasi a zero, consolidando una prassi sociale fonte di grave disagio per i bambini e che impedisce il loro sviluppo sano e armonioso. Già oggi peraltro il matrimonio è praticamente un'istituzione del passato, di cui non si ha quasi più alcuna nozione, se non quella romanzata e irreale veicolata dal cinema e dai rotocalchi: le unioni durano solo pochi anni, perché non esiste più quella coscienza sociale trasmessa dalla famiglia e dalla comunità che permetteva di vivere il matrimonio in modo stabile e sereno.

Con la sua fondazione, il giudice conta di «lanciare un movimento nazionale che cambi gli atteggiamenti culturali dall’alto al basso della società, per migliorare le vite di tutti e specialmente dei figli».

Oggi appare impensabile smascherare la menzogna di quella che nella cultura egemone e nel senso comune viene esaltata come «conquista delle donne», «liberazione» e strada alla felicità individuale, e mostrare che invece è fonte di miserie morali e materiali, una catena di dolore e di storture.

Ma c'è chi ha il coraggio di sfidare il conformismo egemone, dicendo una verità che non si vuol sentire. E propone un cambiamento della mentalità distruttiva, con un’autorità personale che lo difende, se non dalle critiche,  almeno dalle derisioni. Forse non è un caso che Sir Paul Coleridge sia discendente dal poeta Samuel T. Coleridge...
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Massimo

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Re:Giudice divorzista inglese: «Il divorzio è un flagello»
« Risposta #1 il: Novembre 25, 2012, 19:55:57 pm »
Troppo tardi...troppo tardi....l'Inghilterra è la patria del femminismo. Cosa può sperare di fare il povero
Coleridge? Soltanto scrivere delle poesie romantiche, come il suo omonimo del Settecento.

Offline Brutale

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Re:Giudice divorzista inglese: «Il divorzio è un flagello»
« Risposta #2 il: Novembre 25, 2012, 20:39:56 pm »
divorzio e matrimonio sono un flagello solo per gli uomini, non certo per le donne... ostinarsi ancora oggi a voler sostenere il matrimonio vuol dire essere coglioni masochisti a livello patologico

Offline Vicus

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Re:Giudice divorzista inglese: «Il divorzio è un flagello»
« Risposta #3 il: Novembre 25, 2012, 21:29:05 pm »
Perché quello che esiste oggi è matrimonio?! O non piuttosto una via di mezzo tra la roulette russa e la truffa legalizzata?
Poi a me sembra l'esatto contrario del sognatore. Invece di recriminare o tessere l'elogio della spensieratezza fa qualcosa di concreto e costruttivo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.