Autore Topic: L'altra metà del cielo.  (Letto 2790 volte)

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Offline Fazer

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L'altra metà del cielo.
« il: Dicembre 27, 2012, 09:05:55 am »
http://centofiori-giligede.blogspot.it/2012/05/riconoscersi-donna.html#!/2012/04/laltra-meta-del-cielo.html


L'altra metà del cielo.
 
In quasi tutte le culture dell'Asia, la donna ha un'importanza che viene dopo quella ricoperta dagli "scoiattoli" e non si tratta quasi mai di discriminazione.
 In tutti i paesi dell'Indocina la nascita di una figlia femmina è una disgrazia e in caso di necessità si arriva senza rimpianto a venderla prima di arrivare a privarsi degli animali da cortile.
 La Thailandia è un esempio che ci è arrivato prima di quello di altri paesi ed ha raggiunto livelli di piaga sociale: la prostituzione minorile, il turismo sessuale e l'espianto di organi di bambini fino ai più fortunati con l'adozione illegale di minori.
 Senza citare cifre, sappiamo che la popolazione di queste regioni è elevata e forse tacitiamo la nostra coscienza con scuse di necessaria selezione naturale.
 
Quello di cui voglio parlare non è la situazione di queste donne che reputo semplicemente al di fuori delle mie forze per un qualsivoglia desiderio di aiuto.
 Vorrei trattare lo status della donna nella società italiana, forse comune a molti altri paesi occidentali ma non conscendoli approfonditamente preferisco far riferimento alla sola società italiana.
 Non ho bisogno di raccontare la storia dell'evoluzione della donna negli ultimi cento anni e quindi a piè pari salterò ai giorni che stiamo vivendo ma tenendo a mente la situazione della donna dal dopoguerra ed oltre.
 
La considerazione che non deve abbandonare la nostra mente per una valutazione realistica e razionale è la classificazione che la natura o, per quanti credono, Dio ha fatto con la creazione.
 Ognuno, a questo mondo, ha una funzione e quella della donna è di creare la vita, crescere la prole e già nella "preistoria" seguire il compagno che provvedeva al mantenimento di tutti.
 Le cose sono cambiate ma l'essenza di questa organizzazione non può essere evitata ma solo modificata con risultati più o meno eclatanti. 
 Oggi si parla del diritto più che dei doveri della donna....... non si parla mai di amore per la famiglia, di abnegazione per le vite messe al mondo, di sacrificio per il bene comune. In una parola: responsabilità.
 
Non è mia intenzione impegolarmi in una dissertazione comprensibile solo ai discepoli del femminismo. Voglio solo utilizzare il buon senso, la ragionevolezza per delineare i limiti di uno sconvolgimento nei ruoli.
 Nessuno vuole e/o può togliere alla donna il diritto di scegliere che cosa fare della sua vita come singolo ma, unitasi ad un compagno per formare una famiglia, ella non puo` pensare di avere tutto. 
 Con il progresso la donna ha scelto di lavorare per i motivi, i più disparati. 
 -  voler sempre più assomigliare all'uomo che, ancor oggi, è visto come l'essere privileggiato con tutti i vantaggi.
 -  voler aiutare la famiglia che non riesce a sbarcare il lunario. 
 -  il desiderio dell'indipendenza economica. 
 -  sentirsi in grado di essere una donna in carriera, per titoli e capacità. 
 Motivi tutti plausibili e di diritto. Ma come diceva qualcuno... i propri diritti finiscono quando si scontrano con i diritti altrui.
 Quante donne lavorano per aiutare la famiglia economicamente ma per farlo spendono più di quanto guadagnano tra vestiti extra, trasporti, babysitters e acquisti fatti sotto casa perchè non si ha il tempo di andare nè al supermercato e tanto meno ai mercati rionali con i prezzi più accessibili? Solo nominalmente e solo talune si accollano il lavoro esterno e quello in casa con risultati che per i limiti umani e di tempo non possono essere soddisfacenti.
 Quante scelgono di lavorare solo perchè odiano stare in casa e non sanno nè hanno voluto imparare a cucinare, stirare etc.?
 Quante donne pur in queste condizioni, pianificano di avere dei bambini ?
 
I nostri diritti si infrangono contro i diritti dei bambini che in questo discorso hanno un posto particolare perchè sono quelli incolpevoli, se non addiritturta fatti nascere senza aver intenzione di sacrificarsi per loro. I bambini hanno il diritto oltre al bisogno di crescere circondati dall'amore di una famiglia. 
 Le motivazioni per cui vengono messi al mondo dei figli non sono più accettabili: si fa un figlio perchè lo fanno tutte... i nonni pretendono i loro nipotini... perchè ormai è venuto e me lo tengo... tanto poi lo do ai nonni e continuo la mia vita... ho fatto la mia carriera, adesso provo anche questo... ho sentito il richiamo dell'orologio biologico.
 C'è da rabbrividire e so di non esagerare. Conosco personalmente una donna che il lunedì mattina portava la figlia dalla madre e la riprendeva il venerdi sera, a Roma in due quartieri adiacenti, quindici minuti di strada. Non era un'eccezione, perchè la mia stessa vicina di casa lasciava al figlio di sei anni le chiavi di casa ed il piccolo ogni giorno, uscendo da scuola era in difficoltà ad aprire la porta; tutti i giorni per caso mi trovavo sul pianerotto e lo aiutavo.
 
Non ho certo bisogno di portare altri esempi. Le esperienze di vita di ognuno sono sufficienti ed anche i casi di cronaca sono pieni di casi ipsa loquitur.
 Adolescenti che uccidono i genitori per impossessarsi dei loro averi. Adolescenti criminali e dediti a droghe senza che i genitori sapessero nulla; è mai possibile che un genitore non si accorga che il figlio si droga?
 Il genitore che copre di regali o cede ad ogni capriccio di un figlio, non è un genitore responsabile ma un genitore che si sente colpevole di non fare quanto necessario per la cura del proprio figlio.
 Una donna che lavora in casa è vista da talune come una donna che non fà niente... mentre questo è un lavoro importante per la famiglia, impegnativo e necessario se si vuole crescere dei figli con responsabilità e successo e richiede un'abnegazione e una preparazione complessa: psicologa e giudice. 
 Non raramente ho dovuto imparare con i miei figli per poterli seguire ed aiutarli, vedi col computer che abbiamo conosciuto insieme fin dagli albori di questo mezzo tecnologico così importante.
 La donna contadina, oltre alla cura della casa e della prole, ancora oggi, aiuta nei campi, è la donna cittadina che ha delle pretese di onnipotenza. Ironicamente è più responsabile la donna che vuole lavorare ma consapevole dei propri limiti decide di non procreare con la conseguenza che il tasso di natalità cala sempre di più.
 
Anche i datori di lavoro hanno i loro diritti. In un'azienda con pochi dipendenti, questi, si vede privato di una persona in maternità per lungo tempo e deve cercare un rimpiazzo da istruire; quel datore di lavoro avrà qualche giustificato motivo se non assumerà più una donna con queste premesse, sapendo che puo` decidere di avere un figlio e mettere in difficoltà la piccola azienda perchè oltre ai permessi di legge, prolunga poi il periodo di assenza per l'allattamento, permessi, malattie, part time, fino a che il bimbo non avrà compiuto otto anni. 
 
Alcuni genitori pensano che il loro dovere si esaurisca una volta che il figlio è in età scolare e quindi la donna torna al lavoro pensando di essersi finalmente liberata dall'impegno ma è indubbio che l'adolescenza e la pre-adolescenza sono età che ancor più richiedono l'attenzione dei genitori. Io arrivo ad affermare che è un lavoro che dura tutta la vita, ad ogni età i suoi problemi.
 Io sono una donna che ha rinunciato ad una brillante carriera per crescere due figli e non posso dire che sia stato un passo facile ed indolore ma intendevo dedicare ai miei figli tutto il tempo di cui disponevo ed i risultati ci sono stati. Escludo categoricamente che avrei avuto gli stessi risultati se avessi lasciato i miei bambini ad altri o a se stessi. 
 L'amministrazione e la conduzione della casa stessa avrà grandi vantaggi dall'impegno della padrona di casa dispregiativamente chiamata casalinga quasi quale sinonimo di domestica.
 
Io ho semplicemente rifiutato di lasciare i miei figli ai nonni; non era loro compito crescerli; i loro compiti sono altri: coccolarli, viziarli un pochino, trasmettere loro il ricordo e l'importanza delle tradizioni, non di educarli.   
 Quando sento dire che la scuola deve educare i nostri figli, io dissento vivamente, la scuola insegna mentre l'educazione è un dovere e diritto dei genitori, sono loro che debbono inculcare nel figlio, giorno per giorno, il senso del dovere, l'onestà ed il rispetto. 
 
Un altro aspetto della donna che lavora è dato dal modo in cui si propone nel mondo del lavoro.
 Da una questione di diritto si è passati ad una generalizzazione di tutti gli aspetti della vita al femminile.
 In televisione, assurdamente, si discute estesamente del diritto di una donna di vestirsi in modo che sia visibile più di quanto sia decente (una farfalla tatuata all'inguine). Vogliamo dire che si tratta di buon gusto più che di diritto?
 Se una donna esce in strada vestita succintamente tanto da eccitare un qualsiasi maschio che incontra, non è forse colpevole di istigazione ? 
 Viene usata l'immagine femminile, ovviamente succinta o nuda, per propagandare qualsiasi prodotto. Sono pieni i programmi televisivi di vallette inutili che mostrano solo il loro corpo. 
 
Stiamo sempre parlando del diritto della donna di poter fare ciò che vuole senza essere giudicata. Come è possibile non generalizzare se la percentuale di donne che agisce in questo modo (discutibile ?) è così alto?
 Poichè prostituta è un termine denigratorio oggi si utilizza il termine escort che fa  meno scalpore.
 I giovani non hanno proprio più valori? e perchè? ma se i genitori non danno il buon esempio di che cosa ci meravigliamo?
 In definitiva è la donna che denigra se stessa proponendosi, non parliamo di casi isolati, come una ...velina: nel vestire, nel parlare e nel proporsi. Era cattivo gusto sentire parolacce in bocca ad una signora ma oggi ci alloggia bene anche il c...zo..
 E questo si chiama parità dei sessi e libertà di espressione? ma per piacere....e non venite a dirmi che sono all'antica, il buon gusto non è mai obsoleto. Qui si tratta di educazione, di dignità e di rispetto della donna in quanto un giorno vestirà anche i panni di madre.
 
Restiamo esterrefatti alla notizia che un mussulmano in Italia, proibisca l'occidentalizzazione della propria figlia... ma se questo porta ad una libertà di questo genere, non è forse comprensibile (anche se non giustificabile) che un genitore si opponga ad una tale evoluzione?
 Non esiste la fortuna ma il momento in cui il talento incontra l'occasione ed ho conosciuto donne manager che svolgono il loro lavoro meglio di un qualsiasi collega uomo ma come mamme non hanno raggiunto gli stessi risultati.  Sono funzioni incompatibili, come ho già detto, per i limiti umani e di tempo.
 L'organizzazione familiare non puo` essere evitata ma solo modificata e quando ci sono i figli,  non bisogna sottovalutare il loro diritto di essere amati ed educati.

Offline Fazer

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #1 il: Dicembre 27, 2012, 09:08:15 am »
Sempre dallo stesso sito:

http://centofiori-giligede.blogspot.it/2012/05/riconoscersi-donna.html#!/2012/05/riconoscersi-donna.html

Riconoscersi Donna
 
Mi rendo conto che posso essere sembrata un'illusa per aver potuto credere possibile che una donna, messa davanti al mio blog "L'altra metà del cielo", ovvero a FATTI, argomentazioni e considerazioni, seppure indiscutibilmente veri e non esagerazioni come sono stati classificati da talune, potesse riconoscere che il problema realmente esiste nella società odierna.
 
Conoscendo le donne anche nell'intimo, essendo una di loro ed avendo ascoltato le confidenze di molte, debbo riconoscere che questo passo è impensabile da parte di quelle donne che ricadono nelle situazioni còla descritte e viene rifuggito da quelle che la pensano come me.
 
La mia speranza è che l'esposizione dei fatti da me presentata possa indurre, anche solo una giovane a meglio valutare le proprie pretese e consolidare un rapporto nascente e in questa speranza mi considero soddisfatta.
 
Da sempre la donna è propensa ad usare il suo corpo per ottenere denaro, favori, attenzione ed anche lavoro. Per fortuna della società, della famiglia e del buon gusto, tale tendenza è limitata nel numero anche se a livelli epidemici.
 
Questo per dire che la donna, poche o molte... poco importa, è disposta a scorciatoie, ad accettare favori e speciale considerazione... ma sui diritti non si transige! “se lo fanno gli uomini, lo voglio anch'io!”. Automaticamente mi vengono in mente quei bambini che, pestando i piedi in terra, ottengono quel che vogliono dai loro genitori.
 
Le donne forti sono sempre esistite, mandavano avanti la famiglia, i figli, la casa, si arrabattavano con pochi soldi, ma erano consapevoli di fare quanto era necessario e ne erano orgogliose.
 
Di seguito è subentrata una generazione di donne che non era più disposta a fare tutti i sacrifici che aveva visto fare dalla madre e dalla nonna, voleva la propria autonomia ma i tempi non erano maturi, ha quindi riversato questo suo desiderio sulle figlie, spingendole a studiare e a realizzarsi non solo in famiglia ma anche nel lavoro.
 
Siamo arrivate alla generazione delle nipoti che non vogliono sacrificarsi e vogliono di più delle loro madri. Non lo desiderano, lo pretendono e gli uomini, travolti da questa ondata di rivendicazioni, subiscono la situazione, forse in attesa di qualcosa che comunque non sanno cosa sia...
 
Le ultime generazioni sono cresciute in famiglie dove le figure del padre (comunque poco presente) e della madre sono assenti e scarsamente attente all'educazione della prole. Quei bambini sono divenuti adulti con principi che hanno elaborato da soli o hanno fatto propri quelli dei genitori.... scaramente responsabili.
 
Il risultato è però davanti agli occhi di tutti. Iniziando un rapporto su basi inconsistenti e principi diversi se non addirittura divergenti si giunge inesorabilmente alla rottura del rapporto nato e sostenuto solo sull'attrazione fisica e/o condizione sociale.
 
Troppo spesso si pensa che le divergenze si possano appianare col tempo.. possono invece solo acuirsi quando la luna di miele è terminata e si torna al quotidiano ed alle responsabilità.
 
Non raramente ho sentito che si decide di procreare per raddrizzare una convivenza in crisi. Ma un rapporto male assortito ed iniziato con leggerezza ha scarse possibilità di rafforzarsi.
 
Ci sono poi, persone che, per il bene dei figli, mantengono in piedi un rapporto morto e sepolto o mai decollato ed allegramente hanno rapporti extraconiugali bilateralmente, illudendosi che i figli non si accorgano di nulla.
 
Qualunque adulto conosce queste situazioni e se vi incappa, le affronta e le vive in modo forse diverso ma comunque senza sbocchi. Solo le coppie senza figli possono, a cuor leggero, separarsi ed iniziare un nuovo rapporto, forse con più esperienza e responsabilità.
 
Le coppie con figli che arrivano alla crisi, non hanno scelte che possano salvare capra e cavoli... semplicemente perchè i figli non sono nè capra nè cavoli ma essere umani incolpevoli che soffriranno a causa della leggerezza e incoscienza dei genitori.
 
E` stato detto ed è risaputo che il mestiere del genitore è in assoluto il più difficile impegno in cui si cimenta una coppia ma prima di affrontare questo compito è necessario assicurare stabilità ed avere una responsabilità e determinazione massima... solo così fare il genitore diventa praticabile.
 
Una coppia che si separa trova delle soluzioni per i figli frutto dell'incapacità a poter far di più ma che sono assolutamente insufficienti. Inoltre è nata una nuova categoria di poveri: i mariti separati con addebito.
 
Non ho introdotto concetti astrusi in questa mia illustrazione del cielo ma solo quanto il buon senso richiede. Se fosse veramente necessario più del buon senso per creare una famiglia, sarebbe già stato introdotto una speciale patente o esame psicologico.
 
Costituire una coppia e procreare, sono gli sviluppi a cui si arriva se due metà del cielo decidono di unirsi e quindi è basilare che queste due unità stabiliscano chiaramente dove andare e come andarci. Se c'è onestà, stima e rispetto, l'amore potrà solo accrescere.

Offline vnd

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #2 il: Dicembre 27, 2012, 09:39:45 am »
Non male.

Discutibili i preamboli (*1) ma questa, signori dà un sacco di punti alle faS.
Altro che apertura...
E' la differenza tra una persona intelligente e delle esaltate.

(*1)
Criticavo i preamboli...
Allora, come tutti sappiamo, per giudicare se un testo è sessista o no, lo dobbiamo coniugare a soggetti maschile e femminile invertiti.
Ecco che cosa ne viene fuori in questo caso:

"Conoscendo gli uomini anche nell'intimo, essendo uno di loro ed avendo ascoltato le confidenze di molti..."

Basare le proprie valutazioni sociologiche su semplici elementi soggettivi fa decadere la validità delle conclusioni. Sebbene molti di noi lo facciano, hanno comunque necessità di appoggiarsi ad elementi di maggior rilevanza scientifica per poter essere presi seriamente.
Comunque... senza saper né leggere né scrivere, alla signora darei un bel 28.




 
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Offline vnd

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #3 il: Dicembre 27, 2012, 09:48:05 am »

L'altra metà del cielo.
 ....
 Ognuno, a questo mondo, ha una funzione e quella della donna è di creare la vita, crescere la prole e già nella "preistoria" seguire il compagno che provvedeva al mantenimento di tutti.
 Le cose sono cambiate ma l'essenza di questa organizzazione non può essere evitata ma solo modificata con risultati più o meno eclatanti. 
 Oggi si parla del diritto più che dei doveri della donna....... non si parla mai di amore per la famiglia, di abnegazione per le vite messe al mondo, di sacrificio per il bene comune. In una parola: responsabilità.
 

Lodevole.

Ho letto soltanto alcuni passaggi....
Ma... è sposata sta tizia?
Se fosse bella come le cose che scrive, potrei anche cambiare idea sul matrimonio....
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Offline vnd

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #4 il: Dicembre 27, 2012, 10:07:25 am »

Se fosse bella come le cose che scrive, potrei anche cambiare idea sul matrimonio....

Vabbè...
Dico tanto per dire....
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Offline TheDarkSider

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #5 il: Dicembre 27, 2012, 12:44:59 pm »
Intanto che ho letto solo il preambolo lo commento subito.

http://centofiori-giligede.blogspot.it/2012/05/riconoscersi-donna.html#!/2012/04/laltra-meta-del-cielo.html


L'altra metà del cielo.
 
In quasi tutte le culture dell'Asia, la donna ha un'importanza che viene dopo quella ricoperta dagli "scoiattoli" e non si tratta quasi mai di discriminazione.
 In tutti i paesi dell'Indocina la nascita di una figlia femmina è una disgrazia e in caso di necessità si arriva senza rimpianto a venderla prima di arrivare a privarsi degli animali da cortile.
 La Thailandia è un esempio che ci è arrivato prima di quello di altri paesi ed ha raggiunto livelli di piaga sociale: la prostituzione minorile, il turismo sessuale e l'espianto di organi di bambini fino ai più fortunati con l'adozione illegale di minori.
 Senza citare cifre, sappiamo che la popolazione di queste regioni è elevata e forse tacitiamo la nostra coscienza con scuse di necessaria selezione naturale.
 

Assolutamente, totalmente, inesorabilmente falso

In Thailandia, è vero, esiste una fiorente industria del sesso,  ma proprio per questo una famiglia povera quando gli nasce una figlia femmina è contentissima, molto di più che se gli nasce un maschio!!!  :lol:

Perché se le cose si metteno male, e sorge in un improvviso bisogno di soldi ( ad es. se si ammala qualcuno in famiglia e le cure sono costose ) se si ha una figlia femmina basta mandarla a Pattaya a prostituirsi e i soldi si tirano sù che è un piacere.
Inutile dire che se la donna è un po' furba riesce pure a trovare il pollo straniero che la sposa e così sistema lei e la sua famiglia per la vita.

La prostituzione minorile esiste ma è un fenomeno criminoso marginale e combattuto duramente.
La vendita di bambini per l'espianto di organi, invece, è una boiata pazzesca che non esiste proprio, per lo meno in Thailandia. Anche perché le thailandesi, dati alla mano, fanno meno figli delle francesi: non è proprio il paese ideale per trovare una massa di bambini poveri.


Con un preambolo così, chi ha voglia di leggersi tutta la pappardella :doh: :doh:



"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline Lucia

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #6 il: Dicembre 27, 2012, 12:55:15 pm »
@TheDarkSider
Scusami, potresti dirmi per favore , se la Malesia è troppo altro mondo di Thailandia o in quanto la stessa regione, paesi vicini è la stessa mentalità?

Offline ilmarmocchio

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #7 il: Dicembre 27, 2012, 13:44:27 pm »
Intanto che ho letto solo il preambolo lo commento subito.

Assolutamente, totalmente, inesorabilmente falso

In Thailandia, è vero, esiste una fiorente industria del sesso,  ma proprio per questo una famiglia povera quando gli nasce una figlia femmina è contentissima, molto di più che se gli nasce un maschio!!!  :lol:

Perché se le cose si metteno male, e sorge in un improvviso bisogno di soldi ( ad es. se si ammala qualcuno in famiglia e le cure sono costose ) se si ha una figlia femmina basta mandarla a Pattaya a prostituirsi e i soldi si tirano sù che è un piacere.
Inutile dire che se la donna è un po' furba riesce pure a trovare il pollo straniero che la sposa e così sistema lei e la sua famiglia per la vita.

La prostituzione minorile esiste ma è un fenomeno criminoso marginale e combattuto duramente.
La vendita di bambini per l'espianto di organi, invece, è una boiata pazzesca che non esiste proprio, per lo meno in Thailandia. Anche perché le thailandesi, dati alla mano, fanno meno figli delle francesi: non è proprio il paese ideale per trovare una massa di bambini poveri.


Con un preambolo così, chi ha voglia di leggersi tutta la pappardella :doh: :doh:

quoto anche le virgole di quanto scritto da DarkSider

Offline TheDarkSider

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #8 il: Dicembre 27, 2012, 17:13:28 pm »
@TheDarkSider
Scusami, potresti dirmi per favore , se la Malesia è troppo altro mondo di Thailandia o in quanto la stessa regione, paesi vicini è la stessa mentalità?
Qui siamo OT, ti ho inviato un messaggio privato.
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #9 il: Dicembre 27, 2012, 17:18:34 pm »
@TheDarkSider
Scusami, potresti dirmi per favore , se la Malesia è troppo altro mondo di Thailandia o in quanto la stessa regione, paesi vicini è la stessa mentalità?

Fai delle domande che non c'hanno mica tanto senso...
Da una parte sono buddhisti, dall'altra musulmani, vedi un po' se possono avere la stessa mentalità. :doh:

Non è mica la vicinanza geografica che conta, è la religione.
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

Offline Lucia

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #10 il: Dicembre 27, 2012, 20:21:01 pm »
Fai delle domande che non c'hanno mica tanto senso...

se tu non capisci qualcosa non significa che non ha senso, ma solo che tu non capisci

Citazione
Da una parte sono buddhisti, dall'altra musulmani, vedi un po' se possono avere la stessa mentalità.

Non è mica la vicinanza geografica che conta, è la religione.

Ho letto due romanzi di Malesia, ambedue erano famiglie Buddhiste, tamil, è vero immigrate da Ceylon, una a Kuatan altro a Ipoh. Una  pregava a Ganesha, l'altra aveva un Dio in angolo della casa che spaventava i bambini.
Quindi questa era la mia impressione di Malesia. Poi ho visto l'occupazione giapponese, la liberazione di Kuala Lumpur, stragi dei cinesi, un marito che lascia la moglie buddhista perché troppo puritana per una cinese, una vecchia madre buddhista che ormai vuol vivere come mendicante e tutti si vergognano.
Io sono cresciuta in parte con i film di Boolywood (che venivano da un paese buddhista) e non è che era qualcosa che in islam non era permesso. Anzi spesso erano storie d'amore ispirate sia dalla cultura araba che quella indu e le guardavano sia i libici che i malesi. La più bella attrice di Boolywood era tra l'altro musulmana.
E verissimo conosco solo cosi attraverso romanzi e film quelli paesi, ho un'altro punto di vista del tuo,
anche se ho anch'io abbastanza motivi per non credere al

In quasi tutte le culture dell'Asia, la donna ha un'importanza che viene dopo quella ricoperta dagli "scoiattoli" e non si tratta quasi mai di discriminazione.
 In tutti i paesi dell'Indocina la nascita di una figlia femmina è una disgrazia e in caso di necessità si arriva senza rimpianto a venderla prima di arrivare a privarsi degli animali da cortile.


« Ultima modifica: Dicembre 27, 2012, 20:34:56 pm da Abraxas »

Offline Vicus

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Re:L'altra metà del cielo.
« Risposta #11 il: Dicembre 27, 2012, 22:00:21 pm »
Citazione
Se fosse bella come le cose che scrive, potrei anche cambiare idea sul matrimonio....
Battute a parte, ci vorrebbe tanto poco...
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.