Per altri esempi dovrei consultare i testi e non ne ho voglia.
Lo so ti capisco. Cmq in un'edizione dei Ching (casa editrice Astrolabio, mi sembra) c'è una prefazione di Jung. Questo a dimostrazione di come sia stato particolarmente attratte dalle discipline orientali.
Tu sapresti invece descrivere in poche parole le teorie o scoperte di Jung?
Assolutamente arrugginito, ma ci posso provare.
Quello che ti posso dire (vado a braccio) è che i punti focali sono: il principio d'individuazione, la teoria degli archetipi, i tipi psicologici, il concetto d'inconscio collettivo e la libido intesa come spinta propulsiva di natura psico-energetica che può cambiare forma in funzione delle fissazioni del soggetto. Il libro "Simboli della trasformazione", che ha causato la rottura tra Jung e Freud (quest'ultimo infatti riteneva anch'esso che la libido fosse una spinta psico-energetica ma era altresì convinto, a differenza di Jung, che avesse una natura esclusivamente sessuale), spiega molto bene la dinamica libidica in chiave junghiana (libro parecchio difficile cmq, pieno com'è di rimandi a una quantità di fonti pressochè infinite e di difficile consultazione).
L'intuizione da parte di Jung che ci siano dei motivi dominanti comuni all'interno della psiche umana lo porta a imbastire le sue riflessioni sull'archetipo, inteso come una forma (diciamo così benchè non sia una forma) predeterminata da cui scaturiscono tutte le conseguenti azioni e comportamenti umani che su questo archetipo sono modellati, e sull'inconscio collettivo (un inconscio al di là di quello personale teorizzato da Freud) che è una sorta di contenitore comune a tutta l'umanità in cui sono racchiusi i modelli universali (archetipi appunto) su cui poggia l'agire e il sentire umano.
Particolarmente interessante è il libro "Psicologia e Alchimia" in cui Jung intuisce i nessi tra gli antichi alchimisti che cercavano di tramutare la materia grezza in oro e la pratica psicanalistica in cui il paziente cerca, tramite il processo d'individuazione di sè, di liberarsi dalle proprie nevrosi e di conseguenza di pervenire a un livello superiore di coscienza (principio d'individuazione anche inteso come diventare quello che si è, al di là degli schemi collettivi. Libera espressione della propria personalità unica ed indivisibile).
E visto che t'interessi di taoismo ti consiglio "Il segreto del Fiore d'oro" un libro importante nella produzione di Jung in quanto da qui in poi sono partite tutte le sue elaborazioni relativamente agli archetipi e all'inconscio collettivo.
Su tipi piscologici, a parte una sbirciatina al libro di cui sono in possesso, non ho letto granchè. Cmq si parla di estroversione e introversione. Di sensibilità, intelletto, intuizione e sentimento. Cose un pò troppo scontate a mio parere. E un pò troppo rigide da un punto di vista dell'analisi, ma Jung a quel tempo (mi sembra) era ancora un medico saldo nel suo ruolo istituzionale e non aveva ancora dovuto fare i conti con gli attacchi dell'inconscio che volente o nolente colpirono anche lui (guarda caso proprio in periodo pre-bellico, quasi a presagire una coincidenza tra il suo inconscio personale e quello dell'intera collettività).
C'è tanta carne al fuoco lo so, impossibile ridurre la complessità di Jung in poche righe. Ci sono senz'altro errori di esposizione da parte mia ma ripeto è da un pezzo che non rifletto su certe questioni... e la propedeutica mi mette sempre un pò in difficoltà.
Se vi ho annoiato prendetevela con Red, ovviamente.