zagaro
nel '800 siamo passati dalle famiglie patriarcali legati a forma di cultura imperniate al mondo agrario, dove un figlio maschio significava princpalmente forza lavoro da impiegare nella terrra,
agli stati nazione creati dalla rivoluzione industriale ove l'equazione 1 nazione=1 stato = 1 mercato
ove il maschio è diventato un soldato (ed è cambiata pure la famiglia che adesso è diventata mononucleare),
Come vedi, l'equilibrio della famiglia è dipendente dalle condizioni sociali.
L'economia contadina, richiede più figli. Possibilmente maschi.
Nessuno ha deciso a priori come doveva essere comporta la famiglia o quali dovevano essere i ruoli.
Per questo mi dà fastidio l'opinione diffusa che l'uomo relegasse la donna alla cura dei figli.
L'uomo non relegava un bel niente, visto che era costretto al pesante lavoro agricolo e a lunghe assenze. La donna, dedita ad attività meno logoranti, si curava della casa, degli anziani e dei bambini.
Non c'è assolutamente ingiustizia.
Non sono d'accordo invece sul fatto che l'economia industriale possa causare guerre più frequenti rispetto a quella agricola.
la classe dirigente teme l'eccessivo impoverimento del popolo. Al di sotto di una certa soglia il popolo si ribella.
Le famiglie numerose, tipiche dell'economia agricola, costringono a pesanti riduzioni del patrimonio, conseguenti i vari passaggi ereditari.
C'è un limite al di sotto del quale, il clan non può scendere.
Ecco allora l'esigenza della guerra. Che ha, quindi, più scopi:
1. rubare nuove terre ad altri uomini;
2. ridurre il numero di cittadini e ridistribuire le ricchezze in modo da far sì che vi sia una classe media (numerosa) composta da individui in grado di garantire la propria sopravvivenza;
3. mantenere lo status quo, e i privilegi della classe dominante.
perchè una certa cultura affermatasi sopratutto nell'europa continentale voleva che solo con il militarismo si potevano tenere le società in buon ordine (vedi il prussianesimo del Kaiser Guglielmo), o quello italiano di Francesco Crispi.quindi si dovevano creare buoni soldati, che non potevano essere che maschi. ed in epoca dominata dalla cultura nichiista del decadentismo nacque il mito della bella morte (hai mai visto il simbolo degli Arditi? il teschio con la rosa in bocca....), e d tutta quella simbologia basata sulla forza virile che dalle sue degenerazioni derivò lo sciovinismo ed il nazismo.
che hanno portato a due conflitti sanguinosissimi.
L'economia industriale, invece. Rende necessaria la guerra, per politica keinesiana: guerra = spesa pubblica => rimessa in circolo di denaro.
Oltre ad essere incoraggiata dall'industria bellica.
Che ovviamente, finanzierà gli autori che creano una cultura marziale.
In ogni caso la guerra, che come ho spiegato è contro gli interessi maschili e delle classi deboli, ha un effetto indiretto sul comportamento femminile.
Ne aumenta l'atteggiamento servile.
La guerra causa la riduzione del numero dei maschi fecondi.
Soprattutto durante, ma anche in seguito alla guerra, avremmo pochi maschi fecondi a disposizione per le femmine feconde.
Questi maschi saranno contesi dalle femmine rimaste a casa.
Ora... a parità di bellezza, e qualità caratteriali, l'uomo prediligerà la donna che può offrirgli di più:
Per esempio, tra una donna bella e rompicoglioni, l'uomo, preferirà sicuramente la donna bella, brava cuoca, brava amministratrice, fedele e buona amante, che ingoia, lo prende nel di dietro senza tante storie, che parla poco e che non rompe mai i coglioni.
Qualità che le femministe ritengono umilianti ed imposte dall'uomo. Mentre non sono altro che un naturale comportamento strategico seduttivo che spontaneamente le donne mettono in atto quando c'è penuria di maschi fecondi.
Ecco perché le donne degli anni settanta, erano così diverse e distanti dalle loro madri.