Interessante punto di vista di un autore (ateo) sulla guerra dei sessi correlata alla diminuzione dei matrimoni. Tanto per dare un’idea, come più d’uno ha già fatto qui, della società che ci aspetta se non si fa qualcosa per salvare il matrimonio (quello vero, non la pagliacciata attuale) come antidoto all’obliterazione di tutto ciò che ci fa umani:
"Il socialismo vuole abolire la famiglia, perché costa troppo", era la spiegazione di Proudhon del femminismo. E si può accettare come vera, dal punto di vista economico. Il femminismo in tal senso è semplicemente la coscrizione, sotto una rivoluzionaria bandiera egualitaria, di un esercito di donne, allo scopo di attaccare e distruggere il focolare e la famiglia. C'è molto più nella guerra contro la famiglia del fattore economico. Ma è certamente il fattore economico che persuade il capitalismo a favorire il movimento femminista.
L'uomo in se stesso è un simbolo di autorità. La mascolinità (in uno Stato descrivibile come sopra) è in se stessa "autoritaria" e quindi "arbitraria". Il più miserevole e debole esemplare della specie maschile è nella posizione paradossale di rappresentare il più diabolico dispotismo e la forza bruta. Soffre per la sorte di simboleggiare "l'autorità" in un'era di cambiamento e dissacrazione militante.
L'uomo in quanto uomo è un anacronismo, è "non-scientifico".
L'oggetto dei promotori capitalo-socialisti della guerra dei sessi è duplice. Uno è quello, alquanto transitorio, di porre in discredito l'autorità, e di ridurre nell’immaginario collettivo il più minuscolo e il più debole dei re, il piccolo padre di famiglia che si accampa piuttosto miserevolmente nel suo squallido, scomodo piccolo castello, ad un "re" di Alice nel Paese delle Meraviglie. Ma la rottura di questa costosa e "inutile" unità, la famiglia, e la liberazione di orde di donne non-impiegate, per scopi economici, è lo scopo principale. Dieci casalinghe fanno quotidianamente sotto forma di bucato, cucina e così via, ciò che possono fare due in un sistema collettivista stile Fourier. Le restanti otto sarebbero quindi disponibili per altre forme di lavoro. Questo lo scopo economico della distruzione dell'idea della famiglia e del focolare domestico.
Nella mente dei suoi promotori, senza dubbio il femminismo si presenta soltanto come un problema per impadronirsi del lavoro femminile a buon mercato. Orde di donne celibi sarebbero inquadrate in un terzo sesso come le sterili api operaie dell'alveare. Questo non può essere fatto senza riservare lo stesso trattamento a una corrispondente quantità di uomini. Quindi una guerra dei sessi sarebbe un’ottima cosa.
In tutte le epoche ci sono state masse di uomini che eseguivano un lavoro semplice che una donna, e se è per questo anche un bambino [vedi lavoro minorile, N.d.t.], potevano svolgere egualmente bene. In ragione delle loro prerogative e "privilegi" di genere, reclamavano un salario superiore a quello che una donna chiedeva per un impiego simile. Era per questa ragione che il privilegio maschile doveva essere infranto. "I diritti delle donne" sono stati, dal punto di vista di molti dei più influenti loro sostenitori, semplicemente un espediente per rovesciare questa situazione.
Osserviamo oggi che tecnicamente le donne "hanno vinto la loro guerra." Ma, finora la "pace" dopo la "guerra dei sessi" è dello stesso dubbio carattere della pace dopo la Grande Guerra.
Una donna frequentemente ottiene un lavoro perché, non avendo un'altra donna e diversi bambini da sostentare, può permettersi di accettare un salario più basso di un uomo [Nota: in Italia apparentemente non tanto, ma vedi lavoro in nero e precariato femminile per i lavori di scrivania:
http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-03cd89b1-7425-4962-9aa0-0f44ac3b62f6.html?homepage&refresh_ce]. Allora, rendendosi conto della cosa, ricomincia a parlare di discriminazione di genere.
Nessuno nega che la situazione dei padri separati sia agghiacciante. Questo saggio non ne parla, però la loro situazione si inserisce nella stessa logica: e non credo che abolire o boicottare il matrimonio sia una buona soluzione a lungo termine. Sarebbe fare lo stesso gioco, sul versante maschile, delle femministe: la guerra dei sessi, appunto.
Ricordo 2 film (che ho guardato per motivi di “studio”):
In una puntata di Star Trek, una specie aliena del tutto simile all’umana si riproduceva tramite 3 sessi;
In Demolition Man, una distopia ambientata nel futuro, potevano sposarsi e avere figli solo le coppie “autorizzate”. Gli altri single senza figli, naturalmente tutti felici e contenti.