Autore Topic: Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.  (Letto 1954 volte)

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Offline Fazer

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Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.
« il: Dicembre 18, 2012, 12:03:34 pm »
E' la fine:

http://27esimaora.corriere.it/articolo/le-relazioni-dannose-viste-dagli-uomini/#more-7750

Le relazioni dannose viste dagli uomini

«Chi manifesta atti di violenza spesso prova vergogna per le proprie azioni, per ciò che accade all’interno della coppia. Il problema è che non riesce ad assumersi le proprie responsabilità. Sembra un paradosso, ma questi uomini pensano di essere vittime e tendono a dare la colpa di ciò che accade alle compagne che, in un drammatico rispecchiamento con tali atteggiamenti, si fanno carico di quanto non funziona nella relazione». Alessandra Pauncz, psicologa, 45 anni, descrive così i passi fondamentali che gli uomini violenti devono fare per uscire dalle relazioni dannose. «Le parole chiave sono due: superamento della vergogna e assunzione di responsabilità. Il percorso da fare per “guarire” gli uomini passa proprio da qui».
 
Mariti, fidanzati compagni ed ex ogni giorno, a Firenze, si rivolgono al Cam, il Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti, dove lavora Alessandra Pauncz: un punto di riferimento per il territorio, ma anche per il Paese, visto che in tutto sono solo otto i centri dedicati agli uomini violenti.
 
Chi si rivolge al centro non sono “mostri”, ma «persone normali, tra i 30 e 50 anni, con relazioni affettive stabili e di lungo periodo, sulle quali spesso hanno investito tanto. Chiedere aiuto è una loro decisione, anche se, nella maggior parte dei casi, si rivolgono a noi spinti dalle proprie compagne». Aperto nel 2009, primo in Italia, in tre anni di lavoro il Cam ha fornito assistenza a oltre 130 uomini. «Spesso ci chiamano da altre regioni, in cui non esistono punti di riferimento specifici per maltrattanti. Se non riescono a venire da noi, li indirizziamo a psicologi e psichiatri. Ma è un problema, perché ci siamo resi conto che se non c’è un lavoro specifico sulla violenza, la violenza non si interrompe», continua Alessandra Pauncz che, partendo dalla sua esperienza, lunga 17 anni, con uomini violenti e donne maltrattate, ha appena pubblicato il libro «Trasformare il potere» (Romano editore), una guida (rivolta alle donne) per capire e riconoscere le relazioni affettive in cui c’è maltrattamento psicologico.
 
Ma anche una fonte ricca di esercizi pratici per le donne che hanno subito maltrattamenti. «L’obiettivo è trasformare il potere presente nelle relazioni.  Non stiamo parlando solo di ciò che accade nelle singole coppie: il percorso da fare passa attraverso una riflessione individuale, ma anche da un più ampio ragionamento sociale e culturale. Le persone nascono, crescono e si sviluppano in un terreno che li nutre e li fa prosperare. Se gli uomini continuano ad agire violenza contro le donne è perché la società glielo lascia fare. E anche per questo perché la situazione cambi occorre un’assunzione di responsabilità collettiva». Se il processo funziona, «il potere si trasforma, fino a diventare più legalitario, più mobile, meno rigido. Il potere trasformato non è fermo in una sola posizione, non è più nelle mani di uno solo dei due».
 
Qual è il vantaggio di avere lavorato sia con le vittime, sia con gli uomini violenti?
 Trovare le chiavi giuste per parlare con gli uomini è più facile dopo avere lavorato per anni con le donne. Si ha un quadro più chiaro e più completo della situazione. Se gli uomini descrivono spesso ‘la punta dell’iceberg’ della propria relazione, con le donne ho in qualche modo avuto la possibilità di vedere ‘l’iceberg’ da sotto. Con loro ho imparato a leggere e a interpretare quello che i maltrattanti da soli non dicono. Così, per esempio,  è più facile spiegare loro che spesso le compagne si comportano in un certo modo per ‘esasperazione’. Chi ascolta queste storie di violenza ‘da fuori’ spesso si chiede: ‘perché non lo lascia? ‘Che ci sta a fare?’ Noi sappiamo che le donne maltrattate spesso sono molto legate ai loro compagni. E loro se ne rendono conto: si sentono capite, e per questo si fidano di più di noi e del nostro lavoro. Anche aiutarle così è più facile.
 
Quali sono le ragioni che spingono alla violenza?
 Essenzialmente due: ricerca di potere e di controllo. Ma non solo. La violenza psicologica e fisica è la parte finale di un imbuto emotivo creato dalla incapacità di nominare e riconoscere emozioni, fragilità, impotenza. Dall’altra parte però è pure la conseguenza di un privilegio di genere, di un’organizzazione sociale e familiare che considera il lavoro di cura come un onere femminile, di una cultura che considera le donne e solo loro responsabili del benessere emotivo della coppia, lasciando campo libero al solito “è lei che mi fa stare male”.
 
Com’è nata l’idea di dedicarsi agli uomini maltrattanti?
 Dopo avere lavorato per oltre quindici anni nei centri antiviolenza, a stretto contatto con le donne maltrattate, dedicarsi «alla cura» degli uomini è diventata una vera e propria esigenza. Erano le donne stesse a chiedercelo: ‘ma per lui non si può fare niente?’. Ci siamo rese conto che quella era la strada giusta da percorrere. Il problema della violenza maschile contro le donne è appunto questo, un problema maschile. Riguarda anche le donne perché ha conseguenze, a volte letali sulla loro vita, ma non è un problema delle donne. Troppo a lungo sono state invece loro a farsene carico.
 
Perché è importante un percorso di coscienza con gli uomini?
 Le ragioni sono diverse. Spesso i maltrattanti sono seriali, cioè continuano a colpire anche dopo avere lasciato la propria compagna. Molte volte sono portati a minimizzare la propria violenza, non soltanto per quel che riguarda il maltrattamento fisico (‘erano solo due schiaffetti’), ma soprattutto per quel che riguarda il maltrattamento psicologico. Si presentano loro stessi come vittime, come ‘compagni di donne terribili’. In molti casi descrivono il comportamento delle donne nei loro confronti come ‘una provocazione’. Noi li aiutiamo a capire qual è la strada giusta da percorrere per uscire da questa spirale di violenza.


La frase in rosso dice tutto... :sick:

Offline Fazer

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Re:Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.
« Risposta #1 il: Dicembre 18, 2012, 12:46:56 pm »
Che poi, già il nome: "Centro di ascolto uomini maltrattanti"  :sick: :sick: :sick:

Offline cancellatow

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Re:Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.
« Risposta #2 il: Dicembre 18, 2012, 12:58:12 pm »
è la linea norvegese max

Si presentano loro stessi come vittime, come ‘compagni di donne terribili’. In molti casi descrivono il comportamento delle donne nei loro confronti come ‘una provocazione’. Noi li aiutiamo a capire qual è la strada giusta da percorrere per uscire da questa spirale di violenza.

il discorso non sarebbe nemmeno sbagliato, ma ovviamente non dicono che bisognerebbe insegnare alle donne a non provocare, i discorsi che fanno invece sono che lei provoca e lui risponde alle provocazioni come vuole lei, come la demente psicologa che avevamo postato tempo fa :doh:

Offline Fazer

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Re:Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.
« Risposta #3 il: Dicembre 18, 2012, 13:04:22 pm »
Si presentano loro stessi come vittime, come ‘compagni di donne terribili’. In molti casi descrivono il comportamento delle donne nei loro confronti come ‘una provocazione’..[/i]

Il fatto è che in molti casi hanno ragione: sono esasperati.
Sbagliano "tipo" di risposta.
Ma nei centri orwelliani se ne fregano dei motivi che l'hanno indotto ad alzare le mani. Quelli non contano.
Conta solo "rieducare" il cagnolino.

Offline Fazer

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Re:Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.
« Risposta #4 il: Dicembre 18, 2012, 15:19:29 pm »
Uno dei commenti ci fa capire perchè manca la manodopera nel settore agricolo (ovvero: ma vai a zappare).

guardiamo i numeri..
18.12 | 11:38 matilde72
La percentuale di uomini che subiscono maltrattamenti e’ irrisoria, sono per lo più le donne ad essere picchiate o sottomesse dai mariti. Ho letto dei casi interessanti e drammatici sul sito dell’Annamaria Bernardini de Pace, E’ veramete lo specchio della situazione della famiglia oggi,mi pare l’indirizzo sia http://www.dallamoreallamore.com. Poi certo ci sono delle arpie aguzzine dei mariti ma non è questa la regola


 :P :hmm: :dry: :doh:

Offline Lucia

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Re:Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.
« Risposta #5 il: Dicembre 18, 2012, 15:45:26 pm »
secondo me era più interessante quel discorso sul perché nasce l'odio in matrimonio e perché non riescono lasciarsi anche quando niente li costringe a starci assieme. Cosi è troppo semplificante.

Offline krool

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Re:Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.
« Risposta #6 il: Dicembre 18, 2012, 16:55:35 pm »
Non è corretto...
18.12 | 15:03 Fenix19
paragonare la violenza psicologica (sbagliatissima) con l’assai più grave violenz fisica.


Razza di idiota, c'è gente che si suicida per "l'assai meno grave" violenza psicologica. Ma fatti curare.

Offline Fazer

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Re:Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.
« Risposta #7 il: Dicembre 18, 2012, 17:03:42 pm »
Non è corretto...
18.12 | 15:03 Fenix19
paragonare la violenza psicologica (sbagliatissima) con l’assai più grave violenz fisica.


Razza di idiota, c'è gente che si suicida per "l'assai meno grave" violenza psicologica. Ma fatti curare.

Ormai ho imparato a classificare le commentatrici.
Fenix, AuroraBorealis e altre due o tre sono delle povere frustrate misandriche.
Oppure (cosa assai probabile) sono le stesse giornalastre della 27esimaora sotto mentite spoglie.
Mi aspetto di tutto, da loro.  :sick:

Offline cancellatow

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Re:Centri (orwelliani) di lavaggio del cervello.
« Risposta #8 il: Dicembre 18, 2012, 18:37:50 pm »
Non è corretto...
18.12 | 15:03 Fenix19
paragonare la violenza psicologica (sbagliatissima) con l’assai più grave violenz fisica.


Razza di idiota, c'è gente che si suicida per "l'assai meno grave" violenza psicologica. Ma fatti curare.
pure paragonare il taglio di un dito con quello di una mano, ma se le dita tagliate diventano 10... :rolleyes: