Autore Topic: Strage del Connecticut: colpa dei VG  (Letto 1292 volte)

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Offline Fazer

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Strage del Connecticut: colpa dei VG
« il: Dicembre 20, 2012, 17:58:43 pm »
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/strage-connecticut-colpa-dei-videogiochi-867174.html

Strage Connecticut, colpa dei videogiochi

Dopo la tragedia di Newtown negli Usa si è riacceso il dibattito sulle armi. Ma il problema, come due psicologi esperti spiegano al Giornale.it, è molto più complesso

Orlando Sacchelli - Gio, 20/12/2012 - 09:30

Non si è ancora spenta l'eco per la strage alla scuola elementare “Sandy Hook” di Newtown, nel Connecticut, dove un ragazzo di 20 anni, Adam Lanza, ha ucciso venti bambini e sei adulti. In America – e di riflesso anche da noi – è riesplosa la polemica sul possesso delle armi.

Ma altri aspetti sono stati solo sfiorati dai giornali. Si è parlato dei problemi di salute che aveva il killer, affetto da una forma di autismo. Si è dato poco peso, invece, alla sfrenata passione che Adam aveva per alcuni videogiochi violenti. Eppure sarebbero questi due elementi - malattia e videogames - uniti ad alcuni “errori” compiuti dalla madre, a scatenare la strage. Abbiamo cercato di approfondire il tema con due esperti.
 
Silvio Zatelli, psicologo e psicoterapeuta, rimprovera stampa e media mondiali: “Con perfetto strabismo politico, affrontano il problema solo sul piano legislativo del controllo di un certo tipo di armi ma si guardano bene nell'analizzare il fatto sul piano psicosociale e di antropologia culturale, medico e culturale. Alcuni soggetti autistici e anaffettivi - prosegue Zatelli - crescono ma non riescono a interagire col calore umano perché prigionieri del loro deformato mondo interiore. Da adulti la società li rimuove dalla sua agenda come vigilanza, assistenza e cura. È clinicamente noto che da adulti risorgono come soggetti con reali disturbi di personalità, ma tutti si disinteressano di loto a meno che emergano poi con efferati delitti, con autopunizione finale”.
 
“Finiamola con l'assolutorio raptus mentale - tuona Zatelli -. La vera deflagrazione era da tempo avvenuta nella mente di Adam Lanza, lentamente, non spontanea, coltivata al poligono di tiro, premeditata, pianificata in anticipo perché vittima di una mente ambigua che imbroglia se stessa, con un livore e un odio interiore represso che viene da lontano, forse dalla stessa infanzia vissuta in quella scuola, a cui non par vero di colpire anche il potere direttivo e quello più occulto della psicologa”.
 
“Adam - conclude lo psicologo - è un giovane della porta accanto, abbandonato ai suoi disturbi di personalità e asocialità, coltivato dall'odio virtuale dei videogiochi stragisti, che ti invitano a fare carneficine, nella finzione dello strumento digitale, che, in menti predisposte a far tornare i conti con una aggressività intensa e repressa per molti anni, decidono di toglier quel sottile foglio che ormai separa il mondo reale da quello virtuale, quello normale, e quello patologico così di moda nei film horror e in serial tv come Criminal minds”.
 
Sul tema dei videogiochi si sofferma anche Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense: “Con alcune tipologie di persone propense all'isolamento il videogioco diventa un'attività compensatoria che va ad alimentare l'autostima, con uno forte scivolamento della percezione della realtà che tende a privilegiare quella virtuale, dove il soggetto si sente più potente e sicuro di sé”. In questa situazione normalissime frustrazioni, la criminologa cita ad esempio il rifiuto di un amico o un brutto voto a scuola, possono diventare delle “onte” assai difficili da superare.
 
La Bruzzone punta il dito sulla madre “molto narcisista” del ragazzo, che negava la malattia di suo figlio incentivandolo a primeggiare a scuola ma ignorando i suoi gravi problemi di relazione con il mondo. Il ragazzo viveva nel seminterrato della casa materna, dove aveva bagno, camera da letto, stanza con tv, computer. Alle pareti poster di armi e mezzi militari. Il suo unico collegamento con il mondo era sua madre. Quell'isolamento innaturale, esaltato anche dai videogiochi, di sicuro è stato fatale ad Adam: “Con certi giochi molto violenti si sollecitano circuiti particolari a livello di corteccia cerebrale. C'è una forma di apprendimento selettivo e sistematico che produce risultati molto pericolosi, specie nei bambini e nelle persone con problemi psichici”.
 
Chi scrive non è un appassionato di videogiochi. Alcuni anni fa, per pura curiosità, trascorsi diverse ore a giocare a Tekken 3 sulla Playstation. Mi bastò così poco tempo a far salire il mio livello di aggressività. Lo racconto alla dottoressa Bruzzone, che mi fa notare questo: "Consideri che lei era un adulto e non aveva problemi psichici. Pensi cosa può accadere se un bambino viene lasciato giocare ore ed ore, per mesi e mesi, con certi giochi violenti"... Giochi la cui vendita è vietata ai minori di anni 18, ma che molti genitori regalano ai propri figli.
 
Si può comprendere che l'attenzione di tutti i media, subito dopo la strage, si sia concentrata sul tema delle armi (per pigrizia intellettuale e scarsa voglia di approfondire). Ma limitarsi a questo aspetto sarebbe sbagliato e non aiuterebbe, neanche in minima parte, a evitare che casi simili si ripetano. E non solo in America.


Vedo che tra i commenti c'è anche quello del nostro Alberto.
Io, che ho sulla groppa più di trent' anni di ininterrotto videogaming, da Pc-man a Far cry 3, posso solo dir loro di andare a cagare.

Alberto86

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Re:Strage del Connecticut: colpa dei VG
« Risposta #1 il: Dicembre 20, 2012, 18:05:15 pm »
Lo avevo già, purtroppo, visto questa mattina questo puntuale articolo spazzatura.

L' imbecille autore, si è pure dotato di "esperti" da tv del calibro di Roberta Bruzzone.   :lol: :doh:

Sotto l'articolo troverete vari miei commenti.  :cool2:

Offline krool

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Re:Strage del Connecticut: colpa dei VG
« Risposta #2 il: Dicembre 20, 2012, 19:57:25 pm »
A me è sempre parso che l'incidenza della delinquenza fosse infinitamente più bassa tra i giocatori abituali che tra i non giocatori, oppure mi vogliono dire che gli assassini si impratichiscono giocando a GTA? :lol:

Comunque (e lo dico da giocatore abituale ed ex giocatore accanito) i videogiochi influiscono certamente sul nostro comportamento, ma ciò che forma la mente di un individuo andrebbe considerato nel suo complesso, oltre a videogiochi abbiamo prima di tutto i genitori e le frequentazioni, poi tv, libri, film... Inoltre i videogiochi da noi sono regolamentati dal PEGI; è vero che il genitore regala il gioco 18+ al figlio, ma è anche vero che se il figlio acquista il gioco 18+ per conto suo, i commessi non battono ciglio. ;)

Offline GIUSTIZIALISTA

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Re:Strage del Connecticut: colpa dei VG
« Risposta #3 il: Dicembre 20, 2012, 21:27:03 pm »
Tutte stronzate. Ho giocato per anni (a volte interi pomeriggi) al famoso carmageddon (quel videogioco dove bisogna investire e spiaccicare persone ed animali) e non contento della versione censurata col sangue verde mi procurai quella col sangue rosso. Sarei dovuto diventare un serial killer a dare retta a questi discorsi.............
Sic transit gloria mundi.

Offline Fazer

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Re:Strage del Connecticut: colpa dei VG
« Risposta #4 il: Dicembre 20, 2012, 21:54:57 pm »
Eh, quante cose ho imparato grazie a quelli che ancora, purtroppo, si chiamano "videogiochi".
Videogiochi un paio di palle.
Mi sono commosso, leggendo prima di ogni missione le pagine del diario del pilota protagonista di Wings (Amiga 500). La paura di non rivedere mai più la sua famiglia, di soffrire, la mostruosità del dover uccidere il prossimo.
Mi sono commosso quando è morta Tifa (Final Fantasy, PS1).
Quando Max payne (PC), tornando a casa, trova la moglie morta.
Quando, sbarcato a Omaha Beach (Medal Of Honor Allied Assault, PC), mi sono trovato accucciato dietro ad un cavallo di frisia coi proiettili che fischiavano, e accanto a me c'era un poveraccio con le viscere di fuori che chiamava la mamma, mentre un medico disperato cercava di rendergli meno terribili gli ultimi istanti di vita.
Quando il commissario politico, con tutto il fiato che aveva in corpo, soffiò nel suo fischietto (Call Of Duty 1, PC), ordinando l'ultimo assalto, quello al Reichstag.
Ho avuto paura, quando armato di una misera torcia elettrica, mi aggiravo immerso nella nebbia a Silent Hill (PS1).
Quando i corvi sfondavano i vetri nel commissariato di polizia di Raccoon City (Resident Evil 2, PS1).
Mi sono scorticato le mani, smanettando sul Joystick per riuscire a battere gli stramaledetti Turbo Hammer (Speedball 2, Amiga 500).
Ho acquistato, modificato e portato alla vittoria tutte le millemila autovetture di Gran Turismo 1 e 2 (PS 1).
Ho maledetto ogni pozzanghera e ogni millesimo di secondo perso, tentando di tenere in "pista" la macchina in Colin McRae 1 (PS 1).
Sono stato un'ora e venti sotto la pioggia, percorrendo col cuore in gola Donington Park sulla Renault Laguna di Alain Menu (TOCA Touring Car 1, PS 1), pregando di non entrare in sovrasterzo.
Ho impiegato 5 ore e 40 minuti per riportare "a casa" un Messerchmitt BF 110 col motore sinistro andato, l'elica in bandiera, gli alettoni andati, la fusoliera ridotta ad un colabrodo, e una sezione di Spitfire malridotti quanto me che cercava di raggiungermi (IL-2 Sturmovik, PC).
Ho visto con i miei occhi ciò che Mohamed Atta ha visto pochi istanti prima di colpire una delle Twin Towers, ripercorrendo la stessa rotta, con lo stesso aereo, alla stessa ora, con le stesse condizioni meteorologiche, lo stesso quantitativo di carburante e lo stesso peso (Microsoft Flight Simulator, PC).
Ho sudato freddo, poggiato sul fondo a 170 metri mentre gli echi dei sonar avversari battevano sul mio scafo, e le bombe di profondità dei cacciatorpediniere facevano saltare luci e manicotti, e un terrorizzato poveraccio all'idrofono continuava a ripetere a bassa voce: "contact, warship, moving fast, closing, bearing one-zero-two, sir".
E ho sudato come una bestia per dare il mio contributo alla vittoria (e molte volte, mio malgrado, alla sconfitta), facendo lo sniper, il medico, il guastatore o il mitragliere in mille e più battaglie online, molte volte contro avversari enormemente avvantaggiati dal fatto di avere un ping bassissimo (mentre io, giocando dalla Sardegna e non avendo certo Fastweb, giocavo con ping 110/120).
E sono stato cavaliere e ladro, assassino e Jedi, militare e prigioniero.
Sono stato Vettel e Von Richtofen, Spiderman e Napoleone, il Sig. Nessuno e Dio.
E ogni volta, per arrivare ai titoli di coda, non bastava sedersi in poltrona e guardare dei tipi recitare.
Bisognava farsi il culo, e vivere in prima persona gioie e dolori, sconfitte e trionfi.
E ancora oggi, a 44 anni, quando in 30 o 40 ci avviciniamo a Berlino e la Flak comincia a sparare, quando il capo sezione dice "Nonno Gino a tutti, banditi a ore 11, alti, Focke Wulf 190. Fazer rompi a sinistra", beh, io mi emoziono esattamente come se fossimo nei primi anni '90 e tra le mani stringessi il rudimentale joystick dell'Amiga invece del fantascientifico Logitech G940.
L'emozione che si prova nel "vivere" un videogioco è come un diamante: è per sempre.
Chi "non è dell'ambiente", per favore, stia zitto, invece di scrivere articoli del cazzo.

Alberto86

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Re:Strage del Connecticut: colpa dei VG
« Risposta #5 il: Dicembre 20, 2012, 22:12:27 pm »
A me è sempre parso che l'incidenza della delinquenza fosse infinitamente più bassa tra i giocatori abituali che tra i non giocatori, oppure mi vogliono dire che gli assassini si impratichiscono giocando a GTA? :lol:

Comunque (e lo dico da giocatore abituale ed ex giocatore accanito) i videogiochi influiscono certamente sul nostro comportamento, ma ciò che forma la mente di un individuo andrebbe considerato nel suo complesso, oltre a videogiochi abbiamo prima di tutto i genitori e le frequentazioni, poi tv, libri, film... Inoltre i videogiochi da noi sono regolamentati dal PEGI; è vero che il genitore regala il gioco 18+ al figlio, ma è anche vero che se il figlio acquista il gioco 18+ per conto suo, i commessi non battono ciglio. ;)




Vabbè ma questi articoli si commentano oramai da soli.

Un povero ignorante in materia (ammesso da lui stesso) che scrive che giocando poche ore a Tekken su Psx ha avuto un aumento dell'aggressività, non può che essere un fesso da 4 soldi.  :lol: :muro:

Io ho visto nascere ed ho giocato alle pietre miliari dei videogames considerate le più violente del mondo videoludico, come Doom, Duke Nukem 3d, Mortal Kombact, Quake, Shadow Warrior, Diablo, Half Life,  ecc. ecc. per finire ai più recenti Soldier Of Fortune, Silent Hill, Resident Evil, Resident Evil, GTA, Manhunet, ecc. ed ancora non ho fatto saltare in aria nessuno (anche se le femministe mettono a dura prova il mio equilibrio mentale   :lol: :mad:

E' sempre facile scaricare la colpa sui videogiochi ma anche sulle armi in se stesse....

Sembra quasi di rivedere l'identica logica femminista....


Facendo un resoconto posso dire che i videogiochi, nel tempo, mi hanno solo regalato forti emozioni e puro divertimento, hanno accesso e focalizzato le mie passioni e donato ulteriore gioia di vivere nonchè, da bambino, incrementato esponenzialmente la fantasia, la curiosità e di modo di ragionare. Infanzia, amici e videogiochi: un trinomio perfetto che ricordo con molta gioia e nostalgia!