altro sul senso di civiltà femminista.
Pacco bomba.
Altro che rispetto per la libertà di pensiero.
Le Brigate Rosa.
http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2012/12/29/APabJzJE-lerici_davanti_chiesa.shtmlLerici - Paura nella notte a San Terenzo dove, davanti alla chiesa di don Corsi, il prete finito nella bufera per un volantino appeso in bacheca dove in pratica “si giustifica” il femminicidio, è stato trovato un pacco bomba, finto fortunatamente.
È successo intorno alla mezzanotte e i carabinieri hanno fatto scattare le procedure di sicurezza. Sono arrivati Digos e artificieri della polizia. Intorno all’una dopo aver avvertito le famiglie residenti in zona, il pacco è stato fatto brillare con l’utilizzo di un robot: conteneva solo carta.
L’aria è tesa nel comune spezzino dove già ieri, la fiaccolata in difesa delle donne organizzata da “Se non ora quando” si è quasi trasformata in rissa tra manifestanti e fedeli.
Don Corsi si è chiuso nel silenzio dopo il ciclone di proteste che si è abbattuto sulla sua testa, su consiglio anche di monsignor Luigi Palletti, vescovo della Spezia, che gli ha proposto in modo deciso un po’ di riposo. Don Piero ha fatto suo il “consiglio” del vescovo, barricandosi nella casa di riposo Caratappi di San Terenzo dove abitualmente vive per non sentire soprattutto l’onda d’urto dell’indignazione.
Non sembrano esserci difensori per il prete esorcista che non ha chiesto scusa e non rinuncerà all’abito talare. Solo la mamma prova a spiegare. «È un bravo ragazzo, mio figlio... è un bravo ragazzo, come tutti i figli di mamma...». C’è solo lei nell’appartamentino della canonica, dietro la chiesa della Natività di Maria. Ed è là che si trovava in questi giorni, con la monovolume scura e il clergyman grigio impeccabile: mentre la mamma è sempre rimasta lì, nella canonica. E c’è restata anche ieri, quando don Piero è “sparito” da San Terenzo, tenendo fede all’impegno di prendersi qualche giorno di riposo.
Così, mamma Corsi ha risposto al telefono: e quando le è stato chiesto che carattere abbia il suo Piero, ha ammesso che «c’ha il suo carattere un pochino focoso». Un pochino focoso, ha aggiunto, «quando lo fanno arrabbiare». È così, che mamma Corsi racconta il figlio: un figlio che ai giornalisti rinfaccia di averlo «dipinto come un orco», ma che di fatto ha riservato loro solo insulti, maledizioni e malauguri. La madre, lo giustifica: «Sono parole dettate dall’agitazione, quelle che ha detto.. non sono dettate dalla cattiveria..».
Ed ancora, giustifica quelle riflessioni così pesanti, contenute nel manifesto che ha scatenato tanta indignazione: «L’articolo» risponde «non l’ha scritto lui, quell’articolo, l’ha scritto un’altra persona». È quanto don Piero ha probabilmente detto alla madre, che di certo si sarà preoccupata non poco, per tutto quanto è accaduto: ed è del resto quanto ha ripetuto al vescovo che gliene chiedeva conto, e all’intervista senza alcun contraddittorio, rilasciata alla televisione diocesana. «È andato tutto oltre le mie intenzioni, ora mi prenderò qualche giorno di riposo, per riprendere il cammino daccapo, con più lena..».
È stato così. Silenziosamente, il sacerdote ha lasciato ieri Villa Carafatti Landini. Non ha detto altre parole, e nessuna altra parola ha aggiunto la Curia spezzina, che sulla vicenda era stata molto chiara. Il luogo di riposo del parroco, non è stato ovviamente divulgato: né sono stati rilasciati dettagli sulla durata di questo distacco dal suo incarico, che don Corsi avrebbe intenzione di riprendere a San Terenzo. Per il momento, alla parrocchia santerenzina è stato assegnato un sostituto: ma la chiesa viene spesso chiusa, con il suo imponente portone in legno, durante la giornata.
È accaduto anche ieri, al termine dell’increscioso diverbio fra le donne manifestanti ed i devoti (foto), volti legati soprattutto al Movimento Cristiano Lavoratori, che sempre ha supportato l’intransigenza del religioso, anche nelle precedenti vicende che avevano diviso il paese, quando il carattere «un pochino focoso» del reverendo l’aveva già portato alla ribalta della cronaca: per i pasti negati ai disabili, giunti a mensa in ritardo, e per il funerale “saltato”, in quanto il feretro non era giunto puntuale, tanto che i parenti erano rimasti lì, con la nonnina da benedire e seppellire, senza conforto religioso.
Il tono di questi giorni, l’epiteto di frocio o l’invito a «rispondere con i coglioni» rivolti ai giornalisti, hanno fatto circolare la storia non confermata che il passato di don Piero sia stato nel militare. Incursore, si sussurra. Si sa che s’è fatto prete tardi, e che sostiene che «l’uomo, il maschio, è da sempre violento, non sa trattenere l’istinto, e quindi se la donna lo provoca, lui non si sa controllare».