"Franco Franchi Lettera aperta a piero corsi
Egr. sig. Piero Corsi, mi chiamo adriano, e vivo una vita spirituale diversa dalla Sua: sono cristiano convinto ma non sono cattolico.
Ho seguito la vicenda che lei ha, o avrebbe, scatenato. Ritengo personalmente giusto, e coscientemente appropriato manifestarLe che, per quanto io non condivida la sua religione, approvo pienamente il pensiero che lei ha espresso, e anche il modo in cui lo ha fatto. Non mi meraviglia il putiferio che ne è seguito. D'altronde viviamo in un mondo governato da satana (1° giov. 5:19), e non deve stupire più di tanto che le persone si ribellino alle verità quando queste sono scomode. La gente si aspetta sempre, e in queste occasioni lo pretende con forza, di sentirsi approvata in tutto ciò che fa. Anche questa mi sembra una evidente conseguenza delle “colpe” di una chiesa che troppo spesso, per motivi diversi, non è rimasta allineata agli insegnamenti delle scritture.
Voglio evitare di sollevare un contenzioso teocratico, non sono qualificato e non ne sarei all’altezza. Le sto scrivendo avvalendomi solamente della mia profonda fede e convinzione religiosa, oltre al desiderio di esprimerLe solidarietà.
Piuttosto mi ha sorpreso, questa sì, la Sua decisione di abbandonare l’abito talare, specialmente i motivi che l’hanno spinta a questa conclusione. Personalmente, non ritengo che Lei si debba sentire indegno di un richiamo, giustificato pienamente dalla constatazione del degrado morale che un numero sempre più consistente di persone fa proprio, e cavalca senza più nessun pudore. E sono le stesse persone che hanno reagito veemente al Suo appello. Sono certo invece che molte altre persone, ancora timorate nei pensieri e nella condotta, approvano le Sue parole, magari in modo tacito, per comprensibile paura di dover affrontare un “mondo” violento, all’interno del quale devono comunque vivere.
Non ho la presunzione di impartire lezioni morali a nessuno, perché sto imparando l’umiltà: io sono stato un grande peccatore e, per quanto stia cercando di ravvedermi, non dimentico il mio passato.
Solamente vorrei invitarLa a non essere precipitoso, a non lasciarsi condizionare oltremisura da uno stato d’animo ancora troppo provato dal dolore e dalla delusione che attanagliano la Sua coscienza, a non deludere queste persone che credono e condividono gli stessi princìpi morali. Forse queste persone sono in minoranza, forse sono silenziose, ma sicuramente sono rette, e hanno bisogno di certezze, specialmente nelle avversità (1° pietro 2:20). Si prenda il giusto tempo per riflettere, e se Lei è certo della sua buonafede, non condanni il suo operato. Abbia fiducia in Dio (filippesi 4:7)"
Che dire? Semplicemente FANTASTICO!
Davvero...è questa la giusta lettura.
Impossibile comprendere la QM al di fuori della Tradizione,cercando di conciliarla con dottrine minate alla radice.
Sarebbe più utile ed efficace una revisione totale delle stesse,salvo cadere in contraddizione.
In questo ha ragione Standarte,modi a parte...