Per chi fosse sfuggito,Svartjugend sul femminismo:
http://www.svartjugend.com/2010/05/01/quasi-donna-femminista/''
Quasi donna… femminista.
maggio 1st, 2010
''Che cazzo vogliono queste troie?''
Se c’è qualcosa che non finirà mai di stupirmi è quanto stereotipi e cliché siano sempre, puntualmente esatti. Tipo quello che ti minaccia compulsivamente di morte dietro la tastiera è sempre un tarato di 20 kg che non ha mai preso una multa. Quello omofobo e bigotto che i froci andrebbero sterminati finisce sempre che lo becchi a trans o che non gli viene duro se hai più di sei anni. L’integerrimo family man repubblicano è Ted Bundy. E così va.
Per le femministe, invece, il luogo comune vuole che si tratti essenzialmente di lesbiche disadattate che vivono in maniera malata e rancorosa il loro orientamento sessuale, o semplicemente di tizie tanto brutte quanto supponenti che esorcizzano così la loro cronica mancanza di cazzo.
È assolutamente vero.
Queste poveracce frustrate hanno creato un intero movimento (fanatico, isterico, inconsistente, astioso) fondato sulla loro alienazione sociale e sul colossale fallimento dei loro rapporti interpersonali. Combattono la loro personale Guerra Santa a colpi di blog, comunicati, assemblee di quattro persone, mailing list e nerdismi assortiti. Una guerra, fondamentalmente, contro il nulla.
Perché, sì, ora giungiamo all’interrogativo principale: che cazzo vogliono queste troie?
Fondamentalmente, pare, il loro obiettivo è: poter scopare con chi vogliono, poter utilizzare contraccettivi, poter divorziare se si sposano, poter abortire se i sopracitati contraccettivi fanno cilecca. In altre parole, tutte cose non solo sono perfettamente legali, ma anche completamente accettate dal Super Io delle società occidentali in cui vivono. Da decenni. Anzi, hanno persino le loro quote rosa, che poi per paradosso del politicamente corretto implicano che nei vari settori lavorativi ce le devi infilare a forza perché sono inferiori e in una selezione neutrale verrebbero scartate.
Ebbene, brutte in culo nel 2010 come nel ’68, adesso che hanno tutto ciò che volevano ma la loro vita continua a far schifo, adesso che ogni loro istanza, per quanto paranoica, è il top della captatio benevolentiae popolare per ogni schieramento politico, s’inventano battaglie a caso.
Sfornano raffiche di neologismi farneticanti come “femminicidio”. Inventano astrusi linguaggi, rigorosamente scritti, dove asterischi e segni d’interpunzione vari annullano il maschile e il femminile in favore di un neutro non contemplato dalla lingua italiana. Si bullano di un anticlericalismo da bottega. Si lanciano in improbabili crociate pro-donne immigrate oppresse dal clima culturale retrogrado e maschilista del paese d’origine, con tutto il guazzabuglio ideologico che ne vien fuori dovendo convivere anche con posizioni filo-immigrazioniste e con il sempiterno rispetto di tutte le culture. Si schiacciano su un individualismo sfrenato alla io sono mia per andare controcorrente a cosa? Un paese di single a natalità zero? Si scagliano contro la cultura delle tette in tv che degradano la donna, contro la pornografia che degrada la donna, contro la prostituzione che degrada la donna, supportano ogni forma di troieggiamento femminile, inclusi pornografia e prostituzione, in quanto simbolo di affermazione ed emancipazione della donna. Pretendono l’uguaglianza di tutti. Ma la donna è superiore. La donna, dei due, è il sesso forte. Non esistono due sessi. Non esistono uomini e donne.
Come dire, non fa una grinza.
Ma alla fine poco interessa, che qui non si parla mica di un sistema filosofico, ma, come dicevo all’inizio, di una semplice accozzaglia di nevrosi, che si concretizza in un semplice tam tam internettiano di non guardate quella trasmissione, è maschilista, Rosy Bindi è meglio di quelle puttane scosciate, boicotta il tal concerto perché c’è una canzone che dice “puttana”.
Io, lo ammetto, trovo abbastanza divertente immaginarvi come siete davvero. Sole, frustrate, bisognose. Trinaricute e inavvicinabili, ma piene di un amore che non siete mai riuscite a donare a qualcuno. Anche perché nessuno lo vuole. A chiedervi, a 35-40 anni, dove cazzo vi ha portate questa stronzata del femminismo, mentre sentite sulla lingua l’amaro dell’alprazolam prima di coricarvi sole, senza un uomo accanto, senza un figlio. Soltanto le vostre medicine, il vostro cane, il vostro astio e la vostra logorrea.
Ma domani è un altro giorno, e al risveglio troverete un film per cui indignarvi, una sparata di Berlusconi per cui mobilitarvi, una qualsiasi cosa per distrarvi dalla solitudine del vostro fallimento esistenziale.
Pore stelle.