Autore Topic: Il manifesto personale di Uriel Fanelli.  (Letto 10076 volte)

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Offline TheDarkSider

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #15 il: Gennaio 19, 2013, 17:45:13 pm »
Cmq, Dark, per concludere, non posso certo riportare testi esaustivi per dare completezza agli argomenti di un libro di 800 pagine (sono centinaia) , ma vi sarà forse gradito sapere che tra la visione di Rino e quella del Galimba non c'è tutta questa distanza, infatti l'ultimo capitolo (il settimo) della settima e ultima parte della sua corposa opera, sapete come si chiama?

Il totalitarimo della tecnica e l'implosione del senso
diviso in:
1. La tecnica come assoluto astorico
2. Il crollo del regno dei fini e la caduta del senso.
3. Il disagio della civiltà e l'assoluta inadeguatezza del rimedio psicoanalitico.
4. l'insensatezza della ricerca di senso.
5. La maggior radicalità del nichilismo della tecnica rispetto al nichilismo desctritto dalla filosofia.
6. L'assoluto tecnico e l'inadeguatezza della comprensione umana.
7. Non si è fatta ancora sera.


7 parti, 7 capitoli, 7 sezioni.
 :w00t:
Grazie Animus, di Galimberti conosco solo i video che hai postato, e in effetti hai ragione nel dire che usa un linguaggio e degli argomenti semplificati.
Va perciò approfondito sui suoi testi, e lo farò non appena possibile.

E confermo pure che dopo 5 minuti di lettura di un testo tecnico di Severino ti scoppia la testa :w00t:



"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline Animus

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #16 il: Gennaio 19, 2013, 19:53:02 pm »
Grazie Animus, di Galimberti conosco solo i video che hai postato, e in effetti hai ragione nel dire che usa un linguaggio e degli argomenti semplificati.
Va perciò approfondito sui suoi testi, e lo farò non appena possibile.

E confermo pure che dopo 5 minuti di lettura di un testo tecnico di Severino ti scoppia la testa :w00t:

Bene, mi fa piacere.
Ora capirai perchè utilizzo Galimberti.

Metterei Rino, ma Rino di video non ne ha fatti.
Leggere, sì va bene, ma quando gli argomenti sono un po' impegnativi (andare al di là di ciò che si riconosce come vero/falso), anche il testo diventa pesante, si legge qualche paragrafo e poi si molla lì.

I video del Galimba invece vanno bene per chi ha voglia di comprendere: Per chi non vuole mollare le sue certezze granitiche invece ....nulla serve.
Da soli non bastano, ma inseriti nel contesto degli altri argomenti, secondo me completaqno il quadro.




Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline Guit

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #17 il: Gennaio 19, 2013, 23:34:16 pm »
Resistete alla tentazione di classificarlo come filmetto per bambini e guardatevi Wall-e.
Agghiacciante il ritratto dell'umanità prossima ventura. E terribilmente realistico, pur considerate le necessarie semplificazioni dovute al target verso il quale il film è indirizzato.
E agghiacciante anche la...robotta ipertecnologica e vuota, contrapposta all'..."antico" e "umano" Wall-e... :cry:
Visione del femminile futuro e del maschile...passato?  :hmm:

Wall-e è un film bellissimo e visionario. Quando ho scritto "grassoni" pensavo proprio a quello.

OT.: ciao Ethans.

Take the red pill

Offline Ethans

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #18 il: Gennaio 19, 2013, 23:37:59 pm »

Offline Guit

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #19 il: Gennaio 19, 2013, 23:52:39 pm »
Secondo me spesso usiamo erroneamente, almeno io, la parola innovazione al posto di vitalità. Non serve fare cose nuove per essere vivi, e non basta il nuovo da solo per garantirci di non morire nell'anima. Il problema dei linguaggi artistici di oggi, come quello della musica popolare globale, della canzone mondializzata, non è quello di reinterpretare vecchie melodie e vecchi stili, di non evolvere, bensì quello di non possedere una dirompente forza evocativa.
Questo secondo me è dovuto a due motivi principali: a) la legge del consumo che impone il ricambio stilistico a ritmi più veloci di quelli necessari per la sedimentazione culturale ed esperenziale, precondizioni della capacità evocativa di un linguaggio; b) a ciò è complementare la tecnologia che devia l'attenzione dell'artista proponendogli nuove soluzioni, illudendolo di omni-potenza, autarchia creativa, sradicamento. Iper-produzione e tecnica non vanno a braccetto solo nelle catene di montaggio di grande scala, ma anche nell'intimità espressiva post-moderna.





« Ultima modifica: Gennaio 20, 2013, 00:06:16 am da Guit »
Take the red pill

Offline Guit

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #20 il: Gennaio 20, 2013, 00:42:52 am »
Secondo me oggi per fare qualcosa di nuovo si deve guardare al vecchio. Per andare avanti si deve andare indietro, la novità sta solo nel fatto che stavolta è una scelta consapevole. Un musicista che sperimenta nuovi suoni attraverso apparecchiature digitali è condannato a fare niente di nuovo: fa semplicemente quello che il sistema gli chiede, il suo piccolo compito nella grande filiera disumanizzante della iper-produzione. Il potere di fare va messo in secondo piano rispetto al fare. Le sirene della tecnocrazia vanno silenziate con tappi di cera virtuali, ideali, a proteggere la forma vivente.
 

Take the red pill

Offline Ethans

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #21 il: Gennaio 20, 2013, 01:45:05 am »
Secondo me oggi per fare qualcosa di nuovo si deve guardare al vecchio. Per andare avanti si deve andare indietro, la novità sta solo nel fatto che stavolta è una scelta consapevole.

E questo ti dà la misura dei talenti che ci sono in giro ai nostri giorni: zero.

Un musicista che sperimenta nuovi suoni attraverso apparecchiature digitali è condannato a fare niente di nuovo: fa semplicemente quello che il sistema gli chiede, il suo piccolo compito nella grande filiera disumanizzante della iper-produzione.

Tendenzialmente è così, ma si possono partorire buone cose anche con Pro Tools ad es. Basta solo avere del talento e tanta onestà nei confronti dell'arte. Cosa che gente come i Club Dogo o Lady Gaga ecc. non hanno mai avuto e mai avranno.

Offline Guit

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #22 il: Gennaio 20, 2013, 01:47:49 am »
Io comunque non sono d'accordo con l'apologia di Fanelli. Condivido la descrizione, ne abbiamo spesso parlato anche qui, ma solo in chiave polemica. Dimentica due cose importanti: a) la meccanica quantistica; b) la tecnologia riproduttiva (le ha citate tutte tranne questa). La sua certezza sulla inutilità del sacro è scarsamente fondata e non giustifica l'imposizione autoritaria dell'antropologia laicista a chi non la vuole.

La dimenticanza delle tecniche riproduttive secondo me non è casuale. Esse sono il confine tra passato e futuro. Il rapporto tra uomo e tecnica, non può essere più trattato con gli schemi della ruota e del fuoco.




Take the red pill

Offline Ethans

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #23 il: Gennaio 20, 2013, 01:49:00 am »
Il problema dei linguaggi artistici di oggi, come quello della musica popolare globale, della canzone mondializzata, non è quello di reinterpretare vecchie melodie e vecchi stili, di non evolvere, bensì quello di non possedere una dirompente forza evocativa.

Straquoto senza se e senza ma. Si è tutto appiattito sul mercato purtroppo, la standardizzazione del talento non permette una vera ricerca artistica.

Citazione da: Guit
Questo secondo me è dovuto a due motivi principali: a) la legge del consumo che impone il ricambio stilistico a ritmi più veloci di quelli necessari per la sedimentazione culturale ed esperenziale, precondizioni della capacità evocativa di un linguaggio;

Esattamente, come sopra...

Citazione da: Guit
b) a ciò è complementare la tecnologia che devia l'attenzione dell'artista proponendogli nuove soluzioni, illudendolo di omni-potenza, autarchia creativa, sradicamento. Iper-produzione e tecnica non vanno a braccetto solo nelle catene di montaggio di grande scala, ma anche nell'intimità espressiva post-moderna.

In questo senso (devia l'attenzione dell'artista) sono d'accordissimo...

Offline Salar de Uyuni

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #24 il: Gennaio 20, 2013, 11:27:33 am »
Citazione
L'angelo con una spada di fiamma e' nulla se confrontato al moderno cacciabombardiere, il demone degli abissi piu' profondi e' una piccola frazione del pericolo rappresentato da un sottomarino nucleare; mandino pure il loro Leviatano: abbiamo le munizioni per ucciderlo, non ci fa piu' paura. Parlino pure di inferno, oggi la morte e' di molto rimandata, un giorno sara' scacciata.



Esistono 2 approcci per afferrare la realtà,quello quantitativo,e quello qualitativo.
La scienza fa parte di quello quantitativo,essa realizza delle identità contabili,ma non ne specifica la natura,noi sappiamo che E=mc2 ma non sappiamo che cos'è l'energia,e nemmeno la materia,sappiamo cos'è la velocità intesa come spazio/tempo,ma non sappiamo che cos'è lo spazio,o il tempo.
Detto questo,se essa non permette di farci conoscere,i costituenti elementari della natura,che cosa può dirci,in più,su quelli composti,come per esempio l'uomo?
Appare chiaro,che per capire l'uomo,i mezzi scientifici,sono totalmente inadeguati.
Tuttavia la scienza è potente,proprio per i suoi limiti,essendo per sua natura,frutto di successive identità contabili,essa permette di CALCOLARE,E IL CALCOLO PERMETTE DI PROGETTARE.
La scienza per sua natura sfocia nella tecnica.
Quello che in pochi hanno realizzato,è che la scienza,pone le basi per la tecnica,ma ne fissa anche i limiti.
Se prima di Einstein credevamo di poter andare ovunque nello spazio,e che raggiungere velocità elevate,fosse solo una questione di TECNICA,oggi ci si rende conto,che la costante C non può essere superata.
Allo stesso modo,oggi si pensa di poter sconfiggere la morte,ma col tempo ci si renderà conto che esistono dei limiti,che la morte non può essere sconfitta,adesso l'età media avanza in modo impetuoso,ma arrivati a una certo limite di età media,non si potrà andare oltre,uno studio su nature ha suggerito che tolte tutte le noxe patogene,il nostro orologio biologico è preparato per 140 anni di vita,quindi noi,stiamo correndo con l'aumento dell'età media verso quel limite,non già per particolari progressi,ma perchè così siamo stati progettati,una volta raggiunto quel limite,la crescita dell'età media diverrà molto più lenta,e a un certo punto si arresterà del tutto.
Io ritengo che la tecnica abbia dei limiti intrinseci,ed una volta scoperti,noi smetteremo di pensare che la tecnica sia Dio,e incominceremo,a riscoprire,tutte quelle concezioni del mondo,prescientifiche,qualitatative,che abbiamo frettolosamente buttato in soffitta.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #25 il: Gennaio 20, 2013, 11:51:39 am »
Comunque,questo,andrebbe definito,il MANIFESTO DELL'INGEGNERE medio,la tecnica è Dio,e io sono il suo profeta.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #26 il: Gennaio 20, 2013, 11:57:20 am »
Citazione
b) a ciò è complementare la tecnologia che devia l'attenzione dell'artista proponendogli nuove soluzioni, illudendolo di omni-potenza, autarchia creativa, sradicamento. Iper-produzione e tecnica non vanno a braccetto solo nelle catene di montaggio di grande scala, ma anche nell'intimità espressiva post-moderna.

E' interessante,come ragionamento,anche se io ho sempre pensato,che quella l'arte moderna fosse semplicemente mafia.
Comunque,in un mondo in cui  jackson pollock è considerato un artista,le femministe sono considerate delle benefattrici dell'umanità.
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Offline Animus

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #27 il: Gennaio 20, 2013, 12:06:27 pm »
Comunque,questo,andrebbe definito,il MANIFESTO DELL'INGEGNERE medio,la tecnica è Dio,e io sono il suo profeta.





Mastro di chiavi la direzione giusta è da quella parte.




Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline Animus

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #28 il: Gennaio 20, 2013, 12:16:33 pm »
Esistono 2 approcci per afferrare la realtà,quello quantitativo,e quello qualitativo.
La scienza fa parte di quello quantitativo,essa realizza delle identità contabili,ma non ne specifica la natura,noi sappiamo che E=mc2 ma non sappiamo che cos'è l'energia,e nemmeno la materia,sappiamo cos'è la velocità intesa come spazio/tempo,ma non sappiamo che cos'è lo spazio,o il tempo.
Detto questo,se essa non permette di farci conoscere,i costituenti elementari della natura,che cosa può dirci,in più,su quelli composti,come per esempio l'uomo?
Appare chiaro,che per capire l'uomo,i mezzi scientifici,sono totalmente inadeguati.

E qui che entra in gioco la psicologia e la religione che con le loro comprensioni simboliche del mondo, pre-razionali, nel senso che precedono la razionalità, da cui essa è sorta.

Ad es. da dove viene l'uguaglianza, da dove nasce la differenza?
Perchè la scienza si è imposta come nuova religione?
A queste domande, se seguirà "La grande lacerazione" (devo scrivere ancora un paio di posts) lo scopriorà.




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Offline cancellatow

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #29 il: Gennaio 24, 2013, 08:45:48 am »
Opinione di Uriel su Severino (giusto per far incazzare Animus :lol:)

Citazione da: Uriel Fanelli
Essendo un filosofo, sbaglia anche quando ha ragione, come un orologio rotto.
I filosofi non sanno pensare, quando arrivano ad una conclusione hanno comunque commesso cosi' tanti errori che in pratica e' solo fortuna.