Spesso noi analizziamo la storia europea come se fosse il prodotto,di 2 tendenze,quella cristiana,e quella classica,di cui la terza,quella moderna-illuminista sarebbe un'interpolazione.
Ora,non sarebbe d'uopo considerare il grande assente,ovvero la massoneria,nel formare il prodotto culturale moderno?
La massoneria non figura nei libri di scuola,eppure dal 1200 circa in poi,essa si crea,e gradatamente si infiltra in tutti i gangli della società,fino probabilmente a conglobare il vaticano stesso...
Non sto facendo del complottismo,sto parlando dell'influsso culturale,di questa corrente di pensiero,giusto per capire che non si tratta di una mera ''pagliacciata'' alla David Icke,è sufficiente entrare in una qualsiasi chiesa gotica d'oltralpe,per vedere i segni di questa influenza culturale,(vedasi Dans l'ombre de la chatedrale,di Ambelain),oppure se si abita dalle parti di Torino,farsi un giro,in questa città,osservare alcune cappelle del Guarini a Torino,alcuni palazzi,insomma mettere il naso fuori,per vedere i segni inequivocabili della presenza capillare della massoneria,in Europa,prima,negli Stati Uniti dopo (vedasi il mausoleo massonico di George Washington
http://gwmemorial.org/)...
Ecco quello che vorrei dire è:
Non è che tenendo fuori la massoneria,noi stiamo facendo i conti senza l'oste,rifiutando di prendere in considerazione,CIO' che ha generato il mondo moderno,in tutte le sue forme?
E non sto parlando del complotto degli uomini alfa,per tenersi le donne tutte per loro,sto parlando dell'influenza culturale,di quella che e' a tutti gli effetti UNA RELIGIONE,prima che una società segreta (segreta comunque ora non lo è più,ha i suoi siti internet ufficiali,come quello linkato sopra,del mausoleo massonico di George Wshington,se sfogliate il sito,vedrete come sia aperto al pubblico,ed addirittura esista un numero di telefono,per prenotare visite di scolaresche),una religione vera e propria,derivata parzialmente da quelle preesistenti,ma comunque nuova.
A questo proposito,mi aveva colpito una citazione di un massone rinascimentale,sulle donne,probabilmente il primo femminista della storia,o uno dei primi,Cornelius Agrippa Von Nettesheim,che scrisse un libro chiamandolo
''De nobilitate et praeecelentia foeminei sexus (Nobiltà e preminenza del sesso femminile)da wikipedia:
un trattatello, che verrà stampato venti anni dopo ad Anversa,
nel quale egli sostiene la superiorità della donna rispetto all'uomo dal momento, afferma, che già il nome della prima donna, Eva, che significa vita, è più nobile di quello di Adamo, che vuol dire terra; anche l'esser stata creata dopo l'uomo è motivo di maggior perfezione e il corpo femminile, secondo lui, galleggia in acqua più facilmente. Inoltre la donna è più eloquente e più giudiziosa tanto che «filosofi, matematici e dialettici, nelle loro divinazioni e precognizioni sono spesso inferiori alle donne di campagna e molte volte una semplice vecchietta ne sa più di un medico».
Agrippa, nel tenere la sua declamazione in lode del sesso femminile, aveva colto l'occasione per ribattere davanti a tanto uditorio quanto espresso nel sesto capitolo del primo libro del Malleus maleficarum - il manuale dell'Inquisizione voluto e approvato da papa Innocenzo VIII appena venticinque anni prima. Nel Malleus si afferma infatti che le donne, per via del loro “intelletto inferiore”, sono per natura predisposte a cedere alle tentazioni di Satana, argomentando con un'etimologia falsa, secondo la quale la stessa parola “'femmina' viene da 'fede' e 'meno' perché la donna ha sempre minor fede e la serba di meno”. Citando le stesse fonti e gli stessi episodi dei due inquisitori domenicani, ma dando delle medesime questioni (in particolare del ruolo di Eva al momento del peccato originale) interpretazioni diametralmente opposte, Agrippa aveva deciso di confutare l'opinione teologica sull'inferiorità della donna. Egli vi opponeva una visione ermetico-neoplatonica, secondo la quale “Fra tutte le creature non v'è spettacolo così meraviglioso, né miracolo tanto riguardevole, al punto che si dovrebbe essere ciechi per non vedere chiaramente che Dio radunò tutta la bellezza di cui è capace l'intero universo e la diede alla donna, acciò che ogni creatura abbia buone ragioni per stupirsi di lei e riverirla ed amarla.”
Col difendere la dignità delle donne egli inoltre aveva espresso la sua adesione a una corrente, avviata circa un secolo prima,
che a buon diritto si può definire “femminista” ante litteram, di cui si trovano tracce in Francia e alla corte di Borgogna (Christine de Pizan), ma anche in Spagna (Juan Rodríguez del Padrón) e Italia, rivendicando per loro i diritti all'istruzione e alla libera attività professionale, ovvero alla conoscenza e all'indipendenza economica: “Ma prevalendo la licenziosa tirannia degli uomini sulla giustizia divina e sulla legge naturale, la libertà accordata alle donne è oggi loro interdetta da leggi inique, soppressa dalla consuetudine e dalle usanze e totalmente cancellata fin dall'educazione, perché la femmina appena nata e nei primi anni di vita è tenuta in casa nell'ozio, e, quasi che ella non sia adatta a più alte occupazioni, non le è permesso nient'altro che badare all'ago e al filo; quando sarà giunta all'età del matrimonio sarà affidata alla forza e alla gelosia del marito, oppure sarà rinchiusa nella perpetua prigione di un monastero di monache. Tutti gli uffici pubblici le sono proibiti dalle leggi. Non le è concesso di intentare un'azione legale malgrado sia prudentissima. Inoltre è esclusa dal giudicare, dagli arbitrati, dall'adozione, dalla intercessione, dalla procura, dalla tutela, dalla cura, dalle cause criminali e testamentarie. E pure le è vietato di predicare la parola di Dio, il che è assolutamente contrario alle scritture.”