Immaginiamo un libro scritto interamente da una serie ininterrotta di caratteri, senza vocali e senza punteggiatura, un vero e proprio codice cifrato la cui genialità dell’autore ha permesso che vi si possano ritrovare diversi livelli di lettura semplicemente modificando al suo interno le vocali e la punteggiatura secondo uno schema criptico ben definito.
Permettiamoci ora di considerare un esempio estremamente banale e riduttivo, ma di altrettanta efficacia per comprendere i principi di cui stiamo parlando.
Data una serie di consonanti: C N S C T S T S S
si potranno ottenere diverse soluzioni interpretative in base alle vocali inserite:
C’è NaSCiTa Se i Tuoi USi oSi
CoN uSi CauTi Si TeSSe
CoNoSCi Te STeSSo
ecc…
Uno dei testi più noti al mondo redatto tramite un sistema del genere è proprio la Bibbia (per essere più precisi i primi cinque libri, che costituiscono la Torah ebraica).
La traduzione comunemente conosciuta e considerata da diverse religioni non rappresenta infatti che un primo livello di lettura, piccolissima parte di un messaggio in realtà molto più vasto e profondo.
Si vocifera che secondo la Cabalà, definibile altrimenti come la corrente esoterica (quindi interiore) della cultura ebraica, esistano in realtà quindici livelli di lettura differenti, e che ognuno di essi riveli aspetti dettagliati della natura umana e della realtà non comunemente visibile.
Non dimentichiamoci infatti che la Bibbia adottata dalla cultura cristiana è la traduzione effettuata a partire da una versione ebraica divulgata nel X secolo d.C., e che ne esistevano e ne esistono in realtà molte altre versioni, la maggior parte delle quali probabilmente ancora oggi sconosciute ai più.
Oltretutto, nelle versioni che si possono ottenere dai codici consonantici delle lingue sacre, emergono spesso delle omonimie su cui è altrettanto possibile lavorare.
Anche in questo caso possiamo considerare un semplice esempio a partire dalle parole: IL SENSO DEL TASSO
si potranno leggere almeno quattro interpretazioni diverse:
- La direzione verso cui è diretto l’animale,
- il significato che l’animale assume,
- la direzione dell’indice di interesse,
- il significato che l’indice di interesse assume.
Non dimentichiamo infine che le due prospettive interpretative appena analizzate sono sempre associate anche ad altri aspetti di carattere sia simbolico-figurativo che allegorico-metaforico.
Insomma, non è difficile essere sopraffatti da un indescrivibile senso di stupore e meraviglia – quasi incredulità – di fronte a tanta genialità e perfezione comunicativa, così immensamente lontana dai classici parametri linguistici cui siamo abituati.
Appunto.
Così immensamente lontano da tutto ciò che è cristiano.
Vedi http://www.etimo.it/?term=cretino
Attraverso i secoli, le chiese cristiane hanno riconosciuto l'importanza di seguire specifici principi per l'interpretazione della Bibbia. Sono così sorte e si sono affermate in epoche diverse diverse scuole di pensiero che hanno elaborato metodologie diverse sulla base di propri presupposti.
La scuola letterale - storica - grammaticale (realismo) .
Si accosta al testo sostenendo la necessità che un testo sia considerato nel suo senso chiaro ed esplicito a meno che il testo stesso dia indicazioni che si tratti di linguaggio simbolico; fintanto che, cioè, in virtù della natura del testo in esame questo sia impossibile. Per esempio, modi di dire, parabole e favole, o allegorie, non permettono un'interpretazione letterale. Fa uso della critica testuale per determinare quale possa essere il testo originale. Prende i testi di narrativa più seriamente del metodo allegorico. Lo spirito dell'interpretazione letterale è che il lettore deve essere soddisfatto dell'interpretazione letterale di un testo a meno che possa giungere, per ragioni sostanziali, ad andare oltre al significato letterale.
Quando gli scrittori del Nuovo Testamento si riferiscono alle scritture dell'Antico Testamento, essi prendono quei brani in modo letterale. Gli scrittori della Patristica più antica (Ignazio di Antiochia, Ireneo e Giustino di Nablus) mostrano come essi prendessero letteralmente la Scrittura a meno che il contesto non richiedesse altrimenti. Nei primi secoli del Cristianesimo era prevalente un'interpretazione letterale della Scrittura.
L'Evangelicalismo moderno si attiene all'ermeneutica letterale, storica e grammaticale (da non confondersi con un crasso letteralismo). Essa ha trovato espressione formale nei principi stilati nella Dichiarazione di Chicago sull'ermeneutica biblica. L'articolo 15 di detta dichiarazione afferma: "Affermiamo che è necessario interpretare la Bibbia secondo il suo senso letterale o naturale. Il senso letterale è il senso storico-grammaticale, cioè quello espresso dall'autore. L'interpretazione secondo il senso letterale tiene conto di tutte le figure di stile e di tutte le forme letterarie del testo".
2. La scuola allegorica/simbolica (idealismo)
Si accosta al testo cercandovi un significato simbolico più profondo. Guarda oltre alla narrazione superficiale per scoprirvi un significato spiritualizzato, il "vero significato" simbolico e spirituale. È stata molto popolare nei primi secoli della chiesa quando era dominante la filosofia platonica. Clemente Alessandrino ed Origene sono i due antichi "padri della chiesa" che mettevano in rilievo come la Bibbia, in particolare l'Antico Testamento, non dovesse essere inteso in modo letterale, ma simbolico. La scuola allegorica insegna che sotto ciascun versetto della Scrittura, sotto il suo significato ovvio, si celerebbe il suo "vero significato" simbolico e spirituale.
Un'interpretazione allegorica potrebbe essere, ad esempio, il pane ed il vino portati ad Abramo da Melchisedek in Genesi 14:18, la manna nel deserto (Esodo 16:31), e l'olio nella dieta di Elia (1 Re 17:16) che sarebbero prefigurazioni ("tipi") dell'eucaristia.
Questo metodo di interpretazione, però, è respinto dai Riformatori protestanti del XVI secolo perché pregiudicherebbe la forza e l'impatto della Parola presa così come sta. Martin Lutero chiama questo metodo un flagello, Giovanni Calvino lo considera satanico. Questo non vuol dire, però, che i riformatori respingano ogni interpretazione allegorica, ma sostengono che un'interpretazione allegorica o simbolica sia legittima solo in determinati contesti, come nel libro dell'Apocalisse.
3. La scuola critica (naturalismo)
Dal tempo di Friedrich Schleiermacher in poi, si comincia a contestare che la Bibbia debba essere considerata in modo diverso da una qualsiasi altra opera letteraria e che ad essa si debbano applicare le metodologie critiche scientifiche che sole sarebbero la garanzia di una valutazione oggettiva, onesta e realistica del testo. Questo sembra oggi "scontato", ma in questo approccio vanno rilevati i presupposti filosofici moderni diversi, ma non necessariamente migliori e "più evoluti" di quelli che stavano dietro la lettura più tradizionale delle Sacre Scritture. Per esempio, l'approccio di Rudolf Bultmann all'ermeneutica è fortemente influenzato dall'esistenzialismo ed in particolare dalla filosofia di Martin Heidegger. Dagli anni 1970 l'ermeneutica filosofica di Hans-Georg Gadamer ha esercitato una grande influenza sull'ermeneutica biblica come è stata sviluppata da un ampio raggio di teologi cristiani.
Ci si accosta, quindi, al testo con presupposti naturalistici, particolarmente sul metodo di ispirazione. Definita generalmente una lettura liberale del testo, la Scuola critica è quella prevalente oggi. Abbandonando o ridefinendo il presupposto che la Bibbia sia infallibile Parola di Dio e respingendo il concetto di ispirazione verbale della Bibbia (ritenuti in quanto tali concetti "superati", "mitologici" e "non scientifici"), di fatto assumono la scienza moderna e la ragione come autorità ultime per l'interpretazione del testo biblico. L'ispirazione della Bibbia viene ridefinita in quanto essa è ritenuta fallibile o espressione solo del tempo in cui è stata scritta. Il soprannaturale viene "ridimensionato" secondo presupposti naturalistici. Laddove si conserva l'autorità del Cristo si afferma come Egli si sia "adattato" alla cultura del tempo e che quindi non intendesse veramente dire quel che diceva (sbaglierebbe quindi il letteralista ad accoglierlo in modo oggettivo ed eternamente valido). Il relativismo ed il soggettivismo, quindi, diventa il risultato inevitabile di questo approccio, la Bibbia non si potrebbe usare per provare alcunché in modo oggettivo. Contestato viene quindi il principio della Bibbia come regola ultima di fede e di condotta (se non in modo ideale o generico) assumendo per queste altri criteri ed autorità (la "tradizione" o lo scientismo).
4. La scuola devozionale (Pragmatismo)
Si accosta al testo non per cercarvi verità eterne ma verità "che funzionano" per me. L'enfasi è posta sull'applicazione, non sull'intenzione dell'autore o significato oggettivo del testo. Nell'interpretazione delle Scritture, la scuola devozionale (comune nella mistica cristiana) mette in evidenza gli aspetti edificanti del messaggio. Considera la Bibbia come un mezzo per ottenere un'esperienza mistica. Secondo questa scuola la Bibbia serve per la devozione e la preghiera, non avrebbe perciò bisogno di essere studiata come fonte di teologia dogmatica.
5. La scuola esistenzialista
Si accosta al testo come ciò che sollecita il lettore ad una scelta esistenziale in vista di una "vita autentica". Rudolf Bultmann e Paul Tillich cercavano di reinterpretare la Bibbia alla luce delle categorie esistenziali di Martin Heidegger. Gli esistenzialisti semplicemente impongono al testo il proprio significato soggettivo.
Personalmente l'approccio che io condivido per quanto concerne l'ermeneutica biblica è quello della scuola letterale-storica-grammaticale .
E dove l'hai letto sul topolino pubblicato a Pasqua che "la Bibbia adottata dalla cultura cristiana è la traduzione effettuata a partire da una versione ebraica divulgata nel X secolo d.C." ?
Già due secoli prima di Cristo , nelle comunità ebraiche di lingua greca erano in uso Bibbie tradotte dall'ebraismo in greco ad opera di ebrei . La più antica ed autorevole era quella detta dei Settanta (LXX) , composta fra il III ed il I secolo a.C. in Alessandria d'Egitto . Al tempo della prima predicazione cristiana , la Bibbia dei LXX veniva letta nelle sinagoghe di lingua greca , alcune delle quali esistevano pure a Gerusalemme (vedi At 6,9) . Ed è proprio la Bibbia dei LXX che fin degli inizi e in ambienti di lingua greca venne adottata dalla nascente Chiesa sia nella liturgia che nella predicazione .
Difatti per quanto concerne il Vecchio Testamento mentre le Bibbie protestanti ed anglicane contengono gli stessi libri della Bibbia ebraica . La Bibbia cattolica oltre ai libri deuterocanonici contiene anche altri sette libri che derivano direttamente dalla Bibbia dei LXX .
C'era una volta un somaro...
Per quanto riguarda il resto di tutti gli altri scritti cui fai riferimento bisogna distinguere tra Sacra Scrittura e ciò che pretende di spacciarsi per Sacra Scrittura , ogni giorno praticamente spuntano "bibbie" e "vangeli" nuovi...come altre leggende metropolitane sulla Bibbia e su Gesù Cristo stesso...è una vera e propria macchina del fango che agisce col preciso intento di screditare in tutti i modi possibili , guarda caso... (provo ad indovinare
) , il cristianesimo...che sembra essere diventato il bersaglio preferito di questi tempi di decadenza...