Copio-incollo una mia risposta su altro sito,
Scrive Marco:
http://www.lastampa.it/2013/03/30/spettacoli/e-morto-franco-califano-Da9Xp7Pa8rr2Slz9FHLfaN/pagina.html"
sono del parere che costui sia stato proprio il prototipo di uomo “vecchio stampo”, che tanto piace alle donne (per ovvi motivi), ma che poco ha, ed ha avuto a che spartire, con concetti come “reciprocità e spontaneità”.
Cosa c’è di bello e spontaneo nel fare il “latin lover” per tutta la vita, e pertanto nell’essere totalmente schiavi e subordinati all’approvazione e al giudizio femminile?
Ad alcuni piace molto giocare a tennis. Cosa c'è di bello nell'essere appassionati di questo sport? Essi sono totalmente schiavi e subordinati al tennis!?
E' evidente che l'errore sta nella domanda, ed essa può ottenere una risposta razionale e soddisfacente.
Su Califano, (e quelli come lui), c'è un grosso equivoco alla base: pensare che egli sia stato totalmente schiavo e subordinato all’approvazione e al giudizio femminile, mentre in realtà era vero l'esatto contrario, ed egli portava avanti quella sua passione un po’ come fa l'appassionato di tennis.
E' cosa molto difficile da comprendere ai giorni nostri, completamente sbilanciati verso i falsi e fuorvianti valori femministi di impossibile uguaglianza.
Siamo DIVERSI, e uomo e donna giocano per natura la loro partita, e la partita che piace di più giocare è quella che porta ad avvicinarsi e ad ottenere il meglio l'uno dall'altro.
Quello che piace è il contatto con l'altro sesso, è il miscelarsi dei diversi sensi e aspettative, ed ognuno dei due sessi cercherà ovviamente di soddisfare i propri, di sensi, anche perchè quelli dell'altro non li comprende appieno.
...Una bella donna gira in minigonna in mezzo alla festa; tutti gli uomini l'ammirano, tutti la desiderano, tutti pensano che potrebbero passare con lei degli splendidi momenti: sognano.
Ma in quel momento lei sta simulando una disponibilità che non esiste nella realtà.
Però ottiene quello che cerca: gli sguardi che aumentano l'autostima, l'adulazione, la disponibilità maschile. Se chiedesse ad un uomo qualcosa, in quel momento, quasi certamente la otterrebbe, ad esempio farsi accompagnare da qualche parte, farsi pagare una cena, eccetera eccetera, o anche semplicemente farsi adulare.
Dunque lei in quel momento è totalmente schiava e subordinata all’approvazione e al giudizio maschile!? No, lei in quel momento si sta divertendo come una pazza, sta facendo una cosa che le piace molto e gli uomini se li rigira sulla punta delle dita.
Così faceva il buon Califfo, con le donne. Alla donna piace pensare di essere l’unica e la più ricercata dall’uomo bello, famoso, ed elegante. Ella sogna. Sogna con lui un futuro da regina adulata ed amata, e sempre ascoltata ed esaudita. Califano, come gli altri playboy dei suoi tempi, simulava una disponibilità che non esisteva nella realtà, e lo faceva non perché schiavo, ma perché la cosa gli piaceva pazzamente, e si divertiva molto. Otteneva quel che voleva senza dare troppo in cambio, dava 10 e prendeva 30.
Ma perché non riusciamo a comprendere, oggi, un tal modo di fare e di essere? La risposta è semplice, ed è che oggi alla donna è permesso girare in minigonna e simulare una disponibilità che non esiste, mentre all’uomo non è permesso il reciproco, pena guai di diverso tipo, primo fra tutti la riprova sociale. I tempi sono cambiati, non prevedono più una “lotta ad armi pari” ed uno come Califano era ormai, purtroppo, fuori tempo. ma assolutamente ciò non significa che fosse anche sbagliato, anzi, tutt’altro.
Addio Califfo, con infinita nostalgia.