http://motori.corriere.it/attualita/13_gennaio_16/vuole-andare-a-Bruxelles-segue-il-navigatore-finisce-a-Zagabria_bb3fb5b8-5fe4-11e2-9e33-1d7fb906e25e.shtmlIL VIAGGIO INFINITO: ma è davvero Tutta colpa del Gps?
Vuole andare alla stazione di Bruxelles
Segue il navigatore e finisce a Zagabria
Percorre quasi 1500 chilometri invece di 80. La storia (incredibile) una 67enne signora belga
Solo colpa del Gps guasto? Probabilmente no. Un sabato mattina di inizio gennaio Sabine Moreau, 67 anni, voleva andare a prendere un amico in stazione a Bruxelles, in Belgio. Lunghezza del percorso: più o meno 80 chilometri. Durata: circa un’ora di macchina. Prima di mettersi in marcia con la sua automobile ha pensato bene di impostare il navigatore satellitare per non sbagliare strada. Alla fine è finita a Zagabria, in Croazia - a quasi 1.500 chilometri di distanza dal punto di partenza. «Pare uno scherzo, ma è davvero successo», scrive il portale belga Het Nieuwsblad.
La signora Sabine Moreau, 67 anni, e il suo percorso da Solre-sur-Sambre a Zagabria
IL VIAGGIO - E in effetti, la storia pare incredibile. Assurda. La signora di Solre-sur-Sambre, nella provincia belga dell'Hainaut, ha seguito le indicazioni del satellitare dell'auto e dopo due giorni di viaggio attraverso mezza Europa si è ritrovata nella capitale croata. In 48 ore aveva percorso un totale di 1.450 chilometri. Il motivo: il suo navigatore Gps le avrebbe fatto fare per sbaglio un paio di deviazioni. Lei, senza pensarci troppo, ha seguito le indicazioni, «ma poi è andata male», racconta Moreau. Sebbene avesse attraversato i confini di Germania, Austria e Slovenia - con i segnali stradali stranieri ben visibili - la pensionata è proseguita come se nulla fosse. «Ero distratta, così ho continuato a premere sull'acceleratore. Ammetto che è un po' strano, ma ero distratta», rimarca la donna al corrispondente da Bruxelles dello spagnolo El Mundo. Cosa l'avesse deconcetrata, non ha voluto dire. «Vedevo ogni sorta di segnale stradale. All’inizio in francese, poi in tedesco - Köln, Aachen, Frankfurt - e alla fine in croato», ha spiegato Moreau. Che aggiunge: «Non mi sono meravigliata oltremisura».
IL RACCONTO - Lungo la strada ha fatto rifornimento due volte, pagando ogni volta con la carta di credito. Di più: ad un certo punto, racconta, avrebbe persino accostato per schiacciare un pisolino. Solo cinque confini di stato più in là, una volta giunta a Zagabria, Sabine Moreau si sarebbe accorta che qualcosa non tornava: «Prima che arrivassi a Zagabria, e solo qui ho realizzato di non essere più in Belgio, non mi ero davvero accorta di nulla». Nel frattempo, il figlio della 67enne aveva già allertato la polizia belga. Temeva che alla madre fosse accaduto qualcosa. Per fortuna non era questo il caso. Alla fine Sabine Moreau ha dovuto ripercorrere in auto tutto il tragitto per tornare a casa sua in Belgio. Ha seguito anche stavolta le indicazioni del suo navigatore? Non è chiaro, in ogni caso la strada già la conosceva.
PRECEDENTI - Nel marzo 2011, tre studenti giapponesi in vacanza in Australia si erano anch'essi fidati ciecamente delle indicazioni di un Gps e erano finiti in mare, con l'acqua alle caviglie e la loro macchina impantanata nel fango. Il Gps li avrebbe rassicurati dicendo che avrebbero potuto proseguire la guida fino a destinazione, ignorando che in quei giorni ci fosse la bassa marea. A fine dicembre 2011, il Gps mandò una famiglia di Chieti con l’auto in bilico su un fiume. L’incredibile vicenda capitata alla pensionata belga è stata ripresa da diversi organi d’informazione e commentata con un misto di sbigottimento e ilarità dagli utenti. L’amico della donna lasciato in stazione? Come riferisce La Nouvelle Gazette, ha «trovato un altro mezzo di trasporto» per arrivare all'abitazione di Sabine.
Elmar Burchia
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