Autore Topic: Il manifesto personale di Uriel Fanelli.  (Letto 10238 volte)

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Offline Fazer

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Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« il: Gennaio 18, 2013, 09:51:02 am »
Il manifesto personale di Uriel Fanelli.


Il motore principale della storia e' la tecnologia. Non e' l'economia perche' qualsiasi settore dell'economia puo' essere spazzato via da una nuova tecnologia. Non e' la politica perche' la tecnologia , con i suoi nuovi mass media, di volta in volta trasforma la politica in cose diverse. Non e' la societa', perche' la stessa societa' assume forme diverse a seconda delle tecniche di comunicazione, di gestione cittadina, delle tecniche mediche, delle tecniche produttive, delle tecniche abitative. Tutta la storia umana non e' stata altro che la storia della tecnologia umana. Tutti gli altri fattori sono di ordine inferiore e completamente irrilevanti.
Il marxismo e' un ammasso di fesserie. Nell'identificare nell'economia e nel lavoro il motore della storia dimentica che sia l'economia che il lavoro sono sottomessi all'innovazione tecnologica. Sia una questione economica sia un metodo lavorativo possono scomparire non appena si sia inventata una tecnica per fare lo stesso lavoro prima e meglio, o appena non i sia inventata una tecnica che risolve una questione economica. Studiare il marxismo e' tempo perso.
Lo storicismo e' un ammasso di fesserie. L'evolversi della storia non e' altro che una conseguenza dell'innovazione tecnologica. Nessun governo, impero, stato sarebbero mai esistiti se non avessero avuto le tecnologie adeguate a gestire il proprio interno e quelle necessarie a non soccombere contro competitori esterni. Solo la storia delle tecnologie puo' spiegare la storia umana.
Studiare l'ambiente a se' stante e' inutile. L'homo sapiens ha abbandonato l'ambiente sin dalla costruzione del primo tetto, con cui ha rinnegato la pioggia, con l'accensione del primo fuoco, col quale ha rinnegato il clima rigido, con l'invenzione del vestito, dello scudo, degli strumenti di caccia e di agricoltura, coi quali ha rinnegato ogni ritmo naturale, allontanandosene definitivamente.  Esiste un solo ambiente, ed e' un ambiente inevitabilmente trasformato dalla tecnologia umana.
Studiare l'uomo a se' stante e' inutile. Esso non esiste piu' come tale, sin dall'invenzione del primo attrezzo. Con il primo martello di selce l'uomo e' andato oltre i limiti del braccio e del pugno, con la prima clava e' andato oltre il proprio debole corpo, con il primo coltello ha superato le proprie unghie ed i propri denti, con la prima stampella ha aggiunto al corpo una primitiva macchina, la leva. L'uomo come tale non esiste piu' sin da quando e' arrivata la tecnologia. Da quel momento l'uomo e' diventato un misto di uomo e macchina, di uomo e strumento, di uomo ed arma. L'uomo e' fatto in larga parte di tecnica, e poiche' la tecnica segue la propria via, non esiste nessun vantaggio nello studiare l'uomo in se', perche' non esiste alcuna parte costante della natura che si possa chiamare "essere umano", se non si considerano parte di lui anche le proprie tecnologie. La storia dell'uomo e' la storia delle sue tecnologie.
Studiare la psiche a se' stante e' inutile. Intesa come tale, la psiche e' il prodotto dei sensi umani e della conoscenza che traggono dal mondo, e come tale viene estesa con l'avanzare della tecnica. Dall'invenzione della scrittura sino alle mappe, dall'invenzione dei numeri sino alla trasmissione di immagini, la psiche umana dispone di sensi sempre piu' potenti da cui trarre informazioni. La psiche e' un prodotto del sistema nervoso umano, che si e' esteso mediante l'uso di tecniche umane, e ha cosi' potuto acquisire stimoli e fatti che prima non poteva raggiungere. In seguito, prima le tecnologie dei media di massa prima e delle reti informatiche poi, hanno aggiunto ancora piu' banda passante al sistema nervoso umano. Oggi la psiche umana e' qualcosa di completamente diverso da quelle che l'hanno preceduta, e la ragione sta ancora nelle tecnologie umane, dal primo alfabeto sino ad internet.
Studiare la cultura umana a se' stante e' inutile. Le aspirazioni umane sono sempre state limitate dalla tecnologia carente o realizzate da una tecnologia nuova; tertium non datur. Le paure dell'uomo di mille anni fa , come pesti e carestie, sono state cacciate dalla tecnica, e nuove paure hanno preso il loro posto. Sin dall'invenzione della lettera scritta, e dei mezzi di trasporto, dalla nave alla carrozza trainata, le culture umane hanno iniziato ad interagire in maniera diversa da prima, essendo le stesse interazioni legate a nuove tecniche. E maggiormente si raffinavano le tecniche per trasportare conoscenze, strumenti e intellettuali, maggiormente e diversamente si evolveva la cultura umana. La cultura umana e' un prodotto delle tecniche usate dagli uomini per scambiarsi idee.
La spiritualita' e' inutile. Essa propone come massimi momenti dell'umanita' dei rituali che non ne migliorano il destino. I massimi momenti dell'umanita' sono l'invenzione e la scoperta, e tutte le religioni si sforzano di nascondere questi due momenti creando momenti fittizi (nativita', feste religiose, rituali di ogni genere) che non migliorano affatto l'umanita'.
La religione e' inutile. Nessuna delle punizioni divine descritte nei testi sacri, come fame e malattie, rappresenta ancora un pericolo per l'uomo tecnologicamente evoluto. L'angelo con una spada di fiamma e' nulla se confrontato al moderno cacciabombardiere, il demone degli abissi piu' profondi e' una piccola frazione del pericolo rappresentato da un sottomarino nucleare; mandino pure il loro Leviatano: abbiamo le munizioni per ucciderlo, non ci fa piu' paura. Parlino pure di inferno, oggi la morte e' di molto rimandata, un giorno sara' scacciata. Oggi il drago sarebbe una specie protetta dall'estinzione. Molti dei premi che la religione prometteva nel Paradiso - niente piu' fame, niente piu' lebbra - sono oggi a portata di mano dell'uomo tecnologico. E altre ne verranno: la tecnologia costruira' quel paradiso che la religione puo' solo promettere.
LA storia dell'arte e' la storia delle tecniche realizzative. Dalla chimica dei colori alle tecniche di scultura, ai materiali a disposizioni, sino agli strumenti musicali ed alla loro evoluzione tecnica, ogni forma di arte non e' altro che il prodotto di un preciso universo tecnologico.
Ogni reddito legato ad un lavoro che non migliora le proprie tecniche e' un reddito rubato al futuro. Chi non migliora le tecniche con le quali vive sta semplicemente aspettando che altri gli tolgano di che vivere. Ogni forma di poverta' materiale e' legata alla mancata adozione delle tecnologie adeguate per combatterla. Ogni forma di poverta' intellettuale e' legata alla mancata adozione delle adeguate tecniche di trasmissione e conservazione del sapere.
Ad ogni nuovo paradigma della tecnica corrisponde un nuovo uomo, una nuova psiche, un nuovo ambiente, una nuova societa' ed una nuova economica. Tutte le visioni precedenti dell'uomo, della storia, della politica, della socierta' e dell'economia sono obsolete, inutili e dannose. Chi si ostina a seguire tali visioni e' destinato a scomparire , soppiantato dal nuovo mondo appena creato.
Governi, organizzazioni, religioni, intellettuali, che propagandino o spieghino di fermare qualche tecnica o qualche branca della tecnica stanno solo preparando la propria morte per sopraffazione, ovvero la scomparsa loro e dei gruppi umani che li seguono, per inedia da obsolescenza.
L'opposto di tecnologia e' religione. La tecnologia definitiva e' la genomica, che consente all'uomo di disegnare se stesso come evoluzione delle proprie tecniche. Pertanto, la genomica e' il nemico principe di ogni religione. Pertanto, la religione e' il nemico principe della tecnologia definitiva. La scienza genomica cancellera' la religione cancellando le sue ragioni di essere, ovvero controllando totalmente la nascita, la riproduzione e la morte.
Dal punto di vista dell'uomo di oggi, esiste un punto in cui l'uomo del futuro avra' attributi oggi considerati divini, e fara' cose oggi considerate ancora miracoli.


Che ne pensate?  :hmm:

Offline Fazer

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #1 il: Gennaio 18, 2013, 09:57:17 am »
Che voi (mi pare ci sia un certo numero di affezionati su q)

Eh?  :hmm:

Offline Animus

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #2 il: Gennaio 18, 2013, 10:16:45 am »
Che ne pensate?  :hmm:

Che voi (mi pare ci sia un certo numero di affezionati su questo forum) che gli date retta, siete peggio di lui. :D
Il primo a sostenere, in ambito della qm, che la tecnica sia la causa prima dell'accadere storico, in ambito della qm, mi pare sia stato Guit.

Peccato che non sia così.
Poi, va bene tutto il resto, ma sostenere che le pulsioni umane (gli Psicologi con P maiuscola si occupano di questo) non siano all'origine dei fatti che ci riguardano, che studiare la psiche è inutile,  non è sbagliato, è semplicisticamente ... idiota.

Anche il religioso è fondamentalmente uno che si occupa di pulsioni (paura, speranza, sofferenza,etc),  e la religione infatti ne è una sua rappresentazione, ne esalta alcune, ne contiene altre, altre le vieta (religione significa relegare, contenere).
Peccato che proibendole, finiscono semplicemente nella "zona oscura", nell'inconscio: Non si vede il fuoco vivo, ma la brace sotto la cenere continua a produrre un effetto a lungo termine.

Quindi, "La storia è l'odissea del rancore (Cioran)", per Uriel immagino sia una stupidaggine.

"La filosofia non potrà produrre nessuna immediata modificazione dello stato attuale del mondo.
E questo non vale soltanto per la filosofia, ma anche per tutto ciò che è mera intrapresa umana.
Ormai solo un Dio ci può salvare. (Heidegger)
", pr Uriel, è semplicemente incomprensibile. :D

Insomma, penso che Uriel sia un sempliciotto.


P.S.
Mi cancellate il precedente?
« Ultima modifica: Gennaio 18, 2013, 10:27:04 am da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

Offline Animus

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #3 il: Gennaio 18, 2013, 10:17:30 am »
Eh?  :hmm:

Mi è partito il tasto invia antetempo. ^_^
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline TheDarkSider

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #4 il: Gennaio 19, 2013, 09:24:47 am »
Che voi (mi pare ci sia un certo numero di affezionati su questo forum) che gli date retta, siete peggio di lui. :D
Il primo a sostenere, in ambito della qm, che la tecnica sia la causa prima dell'accadere storico, in ambito della qm, mi pare sia stato Guit.

Peccato che non sia così.
Poi, va bene tutto il resto, ma sostenere che le pulsioni umane (gli Psicologi con P maiuscola si occupano di questo) non siano all'origine dei fatti che ci riguardano, che studiare la psiche è inutile,  non è sbagliato, è semplicisticamente ... idiota.

Anche il religioso è fondamentalmente uno che si occupa di pulsioni (paura, speranza, sofferenza,etc),  e la religione infatti ne è una sua rappresentazione, ne esalta alcune, ne contiene altre, altre le vieta (religione significa relegare, contenere).
Peccato che proibendole, finiscono semplicemente nella "zona oscura", nell'inconscio: Non si vede il fuoco vivo, ma la brace sotto la cenere continua a produrre un effetto a lungo termine.

Quindi, "La storia è l'odissea del rancore (Cioran)", per Uriel immagino sia una stupidaggine.

"La filosofia non potrà produrre nessuna immediata modificazione dello stato attuale del mondo.
E questo non vale soltanto per la filosofia, ma anche per tutto ciò che è mera intrapresa umana.
Ormai solo un Dio ci può salvare. (Heidegger)
", pr Uriel, è semplicemente incomprensibile. :D

Insomma, penso che Uriel sia un sempliciotto.
Sono d'accordo, soprattutto sul sempliciotto.


Ma ho una domanda: perché posti spesso video di Galimberti, il quale anche lui sostiene che la tecnica è ormai la "padrona" di questo mondo?

Ad esempio secondo Galimberti l'Unione Sovietica sarebbe crollata per una mera questione di inadeguatezza tecnologica rispetto all'Occidente capitalista.
Per Rino Dalla Vecchia, invece, la causa sta in quella che lui chiama "etosfera", cioè il regno del bene e del male, dei valori e dei disvalori. Per Rino, semplicemente, un progetto di mondo e di futuro era crollato e nessuno credeva più in quei valori.

In base a quanto dici dovresti sostenere la prospettiva di Rino, e non quella di Galimberti.


"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
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Offline Animus

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #5 il: Gennaio 19, 2013, 11:04:36 am »
Sono d'accordo, soprattutto sul sempliciotto.


Ma ho una domanda: perché posti spesso video di Galimberti, il quale anche lui sostiene che la tecnica è ormai la "padrona" di questo mondo?

Ad esempio secondo Galimberti l'Unione Sovietica sarebbe crollata per una mera questione di inadeguatezza tecnologica rispetto all'Occidente capitalista.
Per Rino Dalla Vecchia, invece, la causa sta in quella che lui chiama "etosfera", cioè il regno del bene e del male, dei valori e dei disvalori. Per Rino, semplicemente, un progetto di mondo e di futuro era crollato e nessuno credeva più in quei valori.

In base a quanto dici dovresti sostenere la prospettiva di Rino, e non quella di Galimberti.

Beh, io sono senz'altro d'accordo con Rino, ci mancherebbe.
La prospettiva del Senso (che quasi sempre scrivo con la maiuscola) è quella che viene prima.
La tecnica?

Ma figli miei, la tecnica serve solo a quello, è un mezzo, serve a togliere il Senso all'altro, possibile che sia così difficile farvene una ragione?

Galiberti scrive e dice molto sulla tecnica, certo, ma il libro (un librone da 800 pagine) che è il compendio di tutto il suo pensiero sull'argomento non si chiama "la tecnica sovrana" o l'egemonia della tecnica, ma, guarda un po', si chiama "Psiche e techne".



(Non ve ne consiglio la lettura, è decisamente difficile per chi non è avvezzo ai testi di filosofia.)

Poi, Galimberti ha il limite dei suoi interlocutori , quello di dover divulgare concetti "per addetti ai lavori" ad un pubblico "di non addetti ai lavori" ed allora, può spingersi in profondità solo fino ad un certo punto,  perchè alrimenti rischierebbe di parlare e non essere capito (cosa che avviene cmq in una certa misura), oltre a dover modificare il messaggio.

Insomma il successo di Galimberti è proprio quello di aver trovato il registo comunicativo giusto (altre al giusto compromesso argomentativo), perchè se state a sentire altri ad es. Emanuele Severino, di cui Galimberti (suo allievo) è un grande estimatore, vi tagliate le vene, non riuscite a dargli retta per più di 5'. :w00t:
 

Però, cosa dice il Galimba nel suo libro?

La prima pagina:

A Emanuele Severino che, nel nostro tempo, ha pensato nel modo più radicale il problema della tecnica.

Introduzione
Psyché deriva da physéche che significa: ciò che sostiene e muove la natura.
Téchne deriva da héxis noù che significa:esser padrone e disporre della propria mente.

Parte prima
La tecnica è di gran lunga più debole della necessità (Eschilo, Prometeo incatenato)

"Questo adattamento, che si esprime nel dominio, ci porta a dire che l'uomo, per vivere, è costretto biologicamente al dominio della natura, e che la tecnica, medium di questo dominio, appartiene all'essenza dell'uomo come condizione imprescindibile della sua esistenza."
(pag. 113)


Tutto questo per dire, che Galimberti lo sa benissimo che la tecnica è un mezzo.
Infatti anche nel salto qualitativo (quando cita Hegel) e il suo passaggio da mezzo a scopo, rimane sempre in secondo piano, sempre un fine per la soddisfazione dei propri bisogni e delle pulsioni (di vita, di dominio, etc),
che stanno alla base.  ;)
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline Guit

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #6 il: Gennaio 19, 2013, 11:47:55 am »
... Ma figli miei, la tecnica serve solo a quello, è un mezzo, serve a togliere il Senso all'altro, possibile che sia così difficile farvene una ragione? ...

Era un mezzo, oggi non più. Una volta il fotografo usava la pellicola col fine di fotografare il soggetto, oggi fotografa il soggetto col fine di usare la macchina digitale. La (non) produzione artistica occidentale è l'evidenza dell'involuzione. Da cinquant'anni a questa parte nulla è cambiato, tranne le tecnologie con cui si producono manufatti. L'innovazione dei temi non serve più perché è sostituita dall'innovazione dei toni.

E' talmente evidente.



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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #7 il: Gennaio 19, 2013, 11:50:51 am »
Era un mezzo, oggi non più. Una volta il fotografo usava la pellicola col fine di fotografare il soggetto, oggi fotografa il soggetto col fine di usare la macchina digitale. La (non) produzione artistica occidentale è l'evidenza dell'involuzione. Da cinquant'anni a questa parte nulla è cambiato, tranne le tecnologie con cui si producono manufatti. L'innovazione dei temi non serve più perché è sostituita dall'innovazione dei toni.

E' talmente evidente.

guit!!
se serve per evocarti apro un topic al giorno in cui affermo che la tecnica non c'entra nulla :P

Offline Animus

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #8 il: Gennaio 19, 2013, 11:53:41 am »
Era un mezzo, oggi non più. Una volta il fotografo usava la pellicola col fine di fotografare il soggetto, oggi fotografa il soggetto col fine di usare la macchina digitale. La (non) produzione artistica occidentale è l'evidenza dell'involuzione. Da cinquant'anni a questa parte nulla è cambiato, tranne le tecnologie con cui si producono manufatti. L'innovazione dei temi non serve più perché è sostituita dall'innovazione dei toni.

E' talmente evidente.

Ah ah ah
Lo sapevo, son riuscito a farti riscrivere.
 :D
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #9 il: Gennaio 19, 2013, 11:55:40 am »
guit!!
se serve per evocarti apro un topic al giorno in cui affermo che la tecnica non c'entra nulla :P

Quoto.
Facciamo a turno.
Ciao, Guit.  :)

Offline Guit

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #10 il: Gennaio 19, 2013, 11:58:07 am »
Mi avete fregato perché mi conoscete, solo per quello.  ;)

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Offline Guit

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #11 il: Gennaio 19, 2013, 12:05:33 pm »
A proposito ragazzi, tra poco non avrà più senso nemmeno guidare l'auto, perché saprà auto-guidarsi meglio di come lo facciamo noi. Saremo una massa di grassoni viziati seduti a guardare la meraviglia della tecnica in azione, e anche lì, qualcuno inizierà ad andare in giro col solo fine di permettere all'automobile di guidarsi un po'. Siamo prossimi allo svago della macchina, al suo tempo libero e al suo sollazzo.
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Offline Ethans

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #12 il: Gennaio 19, 2013, 12:14:12 pm »
Lupi grossi in giro stamattina, bentornato fratellone.

 :D

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #13 il: Gennaio 19, 2013, 12:32:51 pm »
Cmq, Dark, per concludere, non posso certo riportare testi esaustivi per dare completezza agli argomenti di un libro di 800 pagine (sono centinaia) , ma vi sarà forse gradito sapere che tra la visione di Rino e quella del Galimba non c'è tutta questa distanza, infatti l'ultimo capitolo (il settimo) della settima e ultima parte della sua corposa opera, sapete come si chiama?

Il totalitarimo della tecnica e l'implosione del senso
diviso in:
1. La tecnica come assoluto astorico
2. Il crollo del regno dei fini e la caduta del senso.
3. Il disagio della civiltà e l'assoluta inadeguatezza del rimedio psicoanalitico.
4. l'insensatezza della ricerca di senso.
5. La maggior radicalità del nichilismo della tecnica rispetto al nichilismo desctritto dalla filosofia.
6. L'assoluto tecnico e l'inadeguatezza della comprensione umana.
7. Non si è fatta ancora sera.


7 parti, 7 capitoli, 7 sezioni.
 :w00t:
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re:Il manifesto personale di Uriel Fanelli.
« Risposta #14 il: Gennaio 19, 2013, 13:14:58 pm »
A proposito ragazzi, tra poco non avrà più senso nemmeno guidare l'auto, perché saprà auto-guidarsi meglio di come lo facciamo noi. Saremo una massa di grassoni viziati seduti a guardare la meraviglia della tecnica in azione, e anche lì, qualcuno inizierà ad andare in giro col solo fine di permettere all'automobile di guidarsi un po'. Siamo prossimi allo svago della macchina, al suo tempo libero e al suo sollazzo.

Resistete alla tentazione di classificarlo come filmetto per bambini e guardatevi Wall-e.
Agghiacciante il ritratto dell'umanità prossima ventura. E terribilmente realistico, pur considerate le necessarie semplificazioni dovute al target verso il quale il film è indirizzato.
E agghiacciante anche la...robotta ipertecnologica e vuota, contrapposta all'..."antico" e "umano" Wall-e... :cry:
Visione del femminile futuro e del maschile...passato?  :hmm: