Autore Topic: Della morte, della tecnica e dell'uguaglianza... paesi immaginari di Guareschi  (Letto 1508 volte)

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Offline Rita

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Da "lo Zibaldino" di G. Guareschi un viaggio dei Sommi Turisti fra paesi immaginari, ma non troppo, sull'immortalità, sulla tecnica e sull'uguaglianza (anticipando 1984 e La fattoria degli animali di Orwell). :cool:

Sommi turisti girarono il mondo in lungo e in largo, poi si riunirono a congresso per riferire in merito.
“Io”, disse il primo “ho trovato il paese dove nessuno muore. E’ un paese come tutti gli altri, con alberi, zanzare e acquedotti, ma la gente, se vi può nascere, non vi puo’ morire. In questo singolare paese non esistono medici, non esiste la pena capitale e non esistono assicurazioni sulla vita. Per tutto il resto è uguale ai nostri paesi”.
“La cosa non è chiara” interruppe il Presidente, “Se nessuno muore e la gente continua a nascere, gli abitanti più che altro vivranno a strati, uno sull’altro, tanti saranno.”
Il primo Sommo Turista scrollò il capo: “No” spiegò. “Perché tutti, appena hanno raggranellato una sufficiente somma si recano all’estero per morire”.
“Io” disse il Secondo Sommo Turista, “ho trovato il paese dove le macchine hanno preso il posto degli uomini.
“E’ un paese dove, fin dal 1200 avanti Cristo, si conoscevano già la macchina calcolatrice e la radio. Poco alla volta si trovò una macchina per fare tutto, anche per giudicare un colpevole o per scrivere un romanzo d’avventure. Tutto, in fondo, è matematica e insigni filosofi hanno dimostrato  l’armonia aritmetica del pensiero. Si trovò una macchina per fare ogni cosa e di anno in anno, si perfezionarono dette macchine, le si collegarono fino a creare un tutto mirabile fatto di fili, di braccia articolate, di cellule fotoelettriche, di onde, di campi magnetici.
“E l’uomo si trovò un bel giorno prigioniero del suo capolavoro. Impossibile fermare la macchina che trae energia da risorse naturali controllate e regolate dalla stessa macchina.
“L’uomo è sorvegliato continuamente da invisibili raggi che registrano ogni suo gesto, che controllano perfettamente il funzionamento del suo organismo. Ogni stanza, ogni strada è un insieme di bracci articolati, di tentacoli metallici, di traguardi fotoelettrici. L’uomo entra in casa: sulla soglia una bilancia automatica registra il suo peso, un certo raggio la sua statura, un termometro magnetico la sua temperatura”
“Immediatamente, la macchina centrale sa se egli deve mangiare o no: se deve mangiare, un braccio articolato afferra l’uomo, lo mette a tavola; un altro braccio gli mette il tovagliolo; una cucina automatica comincia a sbuffare: il pasto è pronto. Tentacoli d’acciaio gli portano il cibo alla bocca. Bisogna mangiare. Si potrà alzare solo quando la bilancia che è sotto la sedia scatterà e lascerà  liberi certi arnesi di ferro che lo tenevano assicurato alla sedia.
“L’uomo fa per accendere una sigaretta: un soffio d’aria compressa gliela butta via. Le radiazioni magnetiche emesse dal suo sistema nervoso hanno avvertito un certo apparecchio che l’uomo è agitato e che quindi il fumo è inopportuno.
“Fa per prendere un libro dallo scaffale: si accende una freccia rossa che gli indica quale deve prendere: le onde magnetiche emesse dal cervello dell’uomo e registrate da un apparecchio speciale sono tali da permettere la lettura solo di un determinato genere.
“L’uomo è diventato prigioniero delle sue macchine: egli deve fare soltanto quel che gli dicono le macchine. Niente altro”
“Questo mi sembra molto bello” osservò il Presidente, “l’uomo così non può sbagliare mai. E quegli uomini sono contenti”.
“No anzi cercano di fuggire: ma vengono ripresi immancabilmente”
“Potrebbero però guastarle queste macchine” obiettò il Presidente.
“Se ne guardano bene. Anzi pregano Dio che nessuna macchina si guasti. Perché il primo giorno che un solo pezzo si guastasse, essendo ogni meccanismo collegato all’altro accadrebbe un pasticcio tremendo e gli uomini, per esempio, verrebbero costretti a farsi lucidare il naso dalla spazzolatrice per scarpe, a camminare sulle mani e a indossare una vasca da bagno invece di una maglia pesante”
Il Presidente approvò:
“Lo vediamo noi con le macchine distributrici : figuriamoci con una macchina così. E come se la cavano quei disgraziati?”
“Compongono poesie. Però a memoria clandestinamente: la macchina permette di scrivere poesie solo a coloro che dalle radiazioni magnetiche del loro cervello si dimostrano atti a  scrivere poesie”.

“Io” disse il terzo Sommo Turista, “ho trovato il paese dove gli animali hanno uguali diritti degli uomini”.
“Tanti anni fa un solitario della foresta, un uomo di grande ingegno, insegnò agli animali il segreto della parola. Poi soddisfatto della sua immane fatica, morì e gli animali dissero in coro: “Dopo aver chiacchierato tanto, un po’ di silenzio non gli farà male”.
“Quindi si riunirono nottetempo a comizio e organizzarono una rivoluzione. Ci furono vittime, e alla fine si venne a un accordo fra le parti basato sul riconoscimento di un principio di perfetta uguaglianza”
“Cosicchè oggi in  quel singolare paese, agli effetti della legge, val tanto un uomo quanto un cavallo”.
“La cosa è interessantissima” disse il Presidente. “Però non vedo in qual modo si possa addivenire, in qualche questione, ad una identità di vedute fra uomini e animali. Per esempio, come fa una gallina a mettersi d’accordo con un quarantenne?”
Il terzo Sommo Turista sorrise e spiegò:
“Alla prima riunione di governo, il gatto dichiarò la decadenza della luce elettrica: “Di notte ci si vede benissimo anche senza luce” asserì il gatto.
“Di notte si dorme” asserirono il cavallo, il bue e lo stambecco.
Alla seconda riunione la mucca dichiarò la decadenza del vestito “Io vado perfettamente nuda e sono una donna con fior di figli. Non c’è nessuna necessità che gli uomini si nascondano sotto drappeggi di stoffa”
Alla terza seduta il bue dichiarò la decadenza della storia “La storia è perfettamente inutile” asserì “Io non vedo che utilità ci si trovi a scrivere sui libri che il mio quadrisnonno è stato macellato il 7 luglio 1901 a Ics, che il quadrisnonno del mio quadrisnonno tirava l’aratro presso la famiglia Ypsilon, che la pelle del mio capostipite è servita per fare le scarpe a Tizio”
Alla quarta seduta, l’assemblea dichiarò solennemente che i microbi sono animali come tutti gli altri e che nessuno quindi ha il diritto di uccidere i microbi.
“Allora gli uomini nottetempo, fecero fagotto, se ne andarono via e gli animali rimasero soli.
“E soli sono ancora. Il guaio è per l’approvvigionamento: siccome il terreno, non più coltivato produce solo erba da pascolo, le galline, ad esempio, che han bisogno di granoturco, si trovano sempre nei pasticci. Gli erbivori si trovano nei pasticci d’inverno quando c’è la neve”
“E allora?” chiese il Presidente.
“Allora” spiegò il terzo Sommo Turista “quando hanno fame, le galline vanno a fare le uova all’estero per avere granone, i cavalli e i buoi vanno a tirare carri e aratri all’estero per avere il fieno”
“Insomma” notò il Presidente “è tutto come prima, o peggio”.
“No” asserì il terzo Sommo Turista “Adesso avendo la parola, ogni tanto gli animali si riuniscono a comiziio e fanno discorsi commemorativi sulla loro azione liberatrice. Poi accusano i più grassi di tradire il popolo e li ammazzano a cornate”.

“Io ho trovato il paese dove nessuno dice le bugie” disse il quarto Sommo Turista
“Be’ non cominciamo a raccontare balle!” esclamò il Presidente.

E la seduta fu tolta


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Offline COSMOS1

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Re:Della morte, della tecnica e dell'uguaglianza... paesi immaginari di Guareschi
« Risposta #1 il: Gennaio 20, 2013, 12:11:57 pm »
grande Guareschi!

il destino delle utopie nela loro lotta contro il reale ...
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Lucia

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Re:Della morte, della tecnica e dell'uguaglianza... paesi immaginari di Guareschi
« Risposta #2 il: Gennaio 20, 2013, 20:44:15 pm »
Bellissima quella citazione.